Circoncisione, pratica chirurgica usata anche nell’antico Egitto

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Sembra che la circoncisione fosse una pratica chirurgica urologica molto usata nell’antico Egitto (rituale religioso, pratica igienica?).

A Saqqara infatti, nella tomba di Ankhmahor Visir del Faraone Teti  della VI Dinastia, circa il 2345 a.e.v., vi è un bassorilievo con la rappresentazione della pratica della circoncisione, come anche ricordato dalla riproduzione grafica sottostante in cui l'atto chirurgico urologico è molto chiaro .

I geroglifici che si vedono illustrano anche il dialogo, come in un vero e proprio fumetto, che sembra esserci tra i vari protagonisti della scena "chirurgica". L'operatore, quello accosciato per terra sulla sinistra, dice all'aiutante che tiene le braccia del paziente:
"Tienilo, presto, non farlo cadere"
Questi gli risponde:
"Farò come tu vuoi".
Sulla destra, invece, il nostro antico paziente dice:
"Strofinalo bene, affinché sia efficace".
e il nostro urologo egizio risponde:
"Farò una cosa indolore, piacevole".


Queste ultime frasi fanno quasi pensare che l'oggetto nella mani del chirurgo non è un "bisturi" ma sia uno strumento ad azione lenitiva-anestetica, alcuni invece sostengono in modo preciso che si tratti di uno strumento tagliente e che il termine "strofinare" sia invece riferito all'operazione di affilatura appunto del "bisturi" in questione.

Secondo Nunn la circoncisione aveva un significato rituale di accesso alla virilità piuttosto che una pratica igienica come è comunemente oggi ritenuto possibile.

Questa osservazione renderebbe più chiaro il significato della presenza di questa scena nella tomba del nostro dignitario, in quanto riferita a se stesso o ai propri figli, ma purtroppo non ci chiarisce a pieno il senso del dialogo tra il nostro paziente ed il nostro collega chirurgo egizio.

Data pubblicazione: 12 marzo 2011 Ultimo aggiornamento: 05 febbraio 2012

Autore

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1977 presso Università di Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Firenze tesserino n° 12069.

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5 commenti

#1
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Mi scuso ma mi ero dimenticato di citare nel blog la fonte principale a cui mi sono ispirato per dare questa notizia e cioè: "La cultura medica nell'Antico Egitto" di Roberto Zacco.

#2
Ex utente
Ex utente

A mio avviso rimane una pratica contro natura dovuta a superstizioni religiose, sempre nocive, o a motivi igienici di tempi antichi quando non si avevano adeguate norme e prodotti validi. Oggi non è più giustificata come non lo è la macellazione "religiosa" causa di ulteriore infinita sofferenza a erbivori o uccelli il cui unico torto è ritenere amico il loro carnefice. Orrori che saranno superati con l'evoluzione. La specie Homo è definita Sapiens per imposizione cattolica a Linneo. A osservare come funziona la vita, mi sembra di poter dire che la specie è solo Herectus, e molti animali sono più evoluti e saggi di noi.

#3
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Molte sue osservazioni possono essere tranquillamente condivise!

#4
Ex utente
Ex utente

La ringrazio, sono le valutazioni di una parte di pensanti convinti sia ora di far uscire l'uomo dal pericoloso e barbarico Antropocentrismo. Una filosofia per il futuro, la chiami, se vuole, Biocentrismo. E' un pensiero "quasi" maturo.
Cordiali saluti!

#5
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

E' stato sicuramente più facile convincere i nostri simili che il pianeta, da noi abitato, non fosse al centro del cosmo e che tutto l'universo non fosse una realtà immutabile ma in continua evoluzione piuttosto che accettare il fatto che l'uomo fosse un animale come tutti gli altri, discendente da altri primati, cioè dalle scimmie.
Charles Darwin così ci ha insegnato la strada da seguire.

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