Prostata ed intestino: le relazioni pericolose

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Dr. Fedra Gottardo Urologo, Andrologo

L’infiammazione della prostata o prostatite è un fenomeno molto comune anche in giovane età, che spesso non viene riconosciuto o diagnosticato anche in ragione dei sintomi molto variabili con cui si può presentare, specialmente nei casi di prostatite cronica o ricorrente.

 

I sintomi possono essere di natura dolorosa e riguardare la zona perineale (tra testicoli e ano), la radice e il corpo del pene, l’inguine, la parte inferiore dell’addome; possono altresì riguardare la sfera sessuale (deficit erettile, eiaculazione precoce, eiaculazione dolorosa), o disturbi minzionali (aumento della frequenza urinaria, bruciori urinari, urgenza).

 La terapia si basa, una volta eseguiti gli approfondimenti diagnostici più opportuni quali esame urine, urinocoltura, spermiocoltura, ecografia e, a seconda del tipo di prostatite, sull’uso di antibiotici, antiinfiammatori steroidei e non steoridei, integratori naturali ecc.

 Talora il Paziente trova beneficio temporaneo, ma poi spesso e volentieri ricade nella stessa situazione. Guarda caso i fattori scatenanti sono spesso legati alle abitudini di vita quali i viaggi frequenti, diete, terapie antibiotiche prolungate, alimentazione non bilanciata, stitichezza cronica, stress psico-fisico, turni di lavoro, colon irritabile ecc.

Aldilà dell’approccio terapeutico in fase acuta, sarebbe importante sottolineare gli aspetti preventivi della prostatite, ossia tutta una serie di riflessioni sulle abitudini di vita che portano il paziente soggetto a ricadute frequenti ad allungare il periodo di benessere, riconoscere precocemente i sintomi ed eventualmente ridurne l’intensità e la durata.

Talora la frequente ricorrenza dei disturbi e la difficoltà del medico a trovare la strategia terapeutica vincente possono dipendere da una predisposizione del paziente a sviluppare la prostatite, ad es. una forma di intolleranza alimentare misconosciuta.

È tipico infatti che il paziente lamenti frequente dolore addominale, flatulenza, gonfiore, a tratti stitichezza o diarrea e che abbia anche già individuato e talora eliminato con successo alcuni alimenti dalla dieta che causavano la comparsa di questi disturbi.

In effetti le intolleranze alimentari sono estremamente diffuse e causano un’alterata permeabilità dell’intestino e di conseguenza favoriscono il passaggio di specie batteriche verso le vie urinarie ed in particolare la prostata scatenando la prostatite.

Da qui deriva l’importanza di individuarle correttamente con dei test specifici (test sul sangue per il dosaggio delle Immunoglobuline IgE per pannello alimenti) ed impostare una dieta mirata, nonché di proteggere l’intestino sia con l’uso di probiotici, sia con l’uso di sostanze naturali come lo xiloglucano che riducono la permeabilità dell’intestino alle specie batteriche e che non hanno effetti collaterali.

Non ultimo vi sono alimenti quali i cibi piccanti, il caffè, le uova, la frutta secca ed il vino rosso i quali vanno quantomeno moderati nelle fasi di ricorrenza dei sintomi di prostatite poiché tendono ad accentuarli.

 La consapevolezza della relazione tra equilibrio intestinale e benessere della prostata consente una più efficace prevenzione e più tempestivo trattamento della prostatite.

Data pubblicazione: 21 aprile 2016 Ultimo aggiornamento: 17 novembre 2017

14 commenti

#4
Utente 202XXX
Utente 202XXX

Grazie dott.ssa articolo interessante , ultimamente sto avendo problemi minzoinali e mi è sta diagnosticata un ipotetica prostatite abaterrica penso perché ho fato spermiogramma e urinocoltura negativi . Ho riferito al mio urologo che spesso ho sofferto di colite dovuta più che altro a somatizzazioni ansioso depressive. Ma lui mi ha detto che vi possono essere correlazioni in quanto l'una non può essere diretta causa dell'altra ma solo può renderla pi esacerbata. Io non sono molto convinto grazie

#5
Dr. Fedra Gottardo
Dr. Fedra Gottardo

Gentile utente, è difficile per me esprimere un giudizio senza conoscere in dettaglio il suo caso clinico. Concordo col collega che l'ha in cura che non necessariamente le due problematiche sono correlate ma l'una possa esacerbare l'altra. Posso aggiungere che la sintomatologia dolorosa legata alla regione perineale che rappresenta la cosiddetta prostatodinia e che è classificata tra le prostatiti, sicuramente è in parte sostenuta anche da un alterato tono neuromuscolare ed un alterato equilibrio della sensibilità dolorifica locale e può essere condizionato da uno stato ansioso-depressivo analogamente al colon irritabile , pertanto va trattato con strumenti diversi dalla terapia tradizionale della prostatite (palmietanolamide, fisiokinesiterapia, agopuntura ecc.).

#6
Utente 125XXX
Utente 125XXX

Come si può assumere lo xiloglucano?

#7
Utente 202XXX
Utente 202XXX

Grazie dott. Ssa quindi si riferisce al protocollo Stanford. Il protocollo Stanford per il quale
LA prostatite abatterica (sindrome da dolore pelvico) ultimamente si ritiene che sia dovuta anche per il sopravvenire di un disordine neuromuscolare legato alla prostatite e che afferma che in base all’ansia ed allo stress accumulato dal Paziente il pavimento muscolare pelvico potrebbe presentare delle contrazioni spasmodiche (patologie ano-rettali, alterato svuotamento dell’alvo intestinale, colon irritabile, dismicrobismo intestinale) con il risultato che i muscoli si accorciano rendendo l’ambiente inospitale per la ghiandola prostatica e per la vescica. Infatti il mio urologo nell'analisi uroflussodinamica ha riscontrato una notevole componente ansiosa. (non sono riuscito neanche ad urinare sotto forte stimoko). E io lo sono, in passato somatizzavo al livello intestinale, ora non so cosa mi sta succedendo perché non ho mai sofferto di questi problemi e sono comparsi guarda caso in un periodo di conflitto coniugale. La sintomatologia é quella di una prostatite. Minzione frequente, flusso debole (ma é a fasi alterne) e soprattutto peso sovrapubico. Nessun batterio rilevato. Il mio urologo non mi ha ancora dato una terapia medica ma ha chiesto un consulto neurofisiatrico. Purtroppo girando ho notato che non tutti i colleghi hanno diciamo questa visione multifattoriale e olistica tra virgolette. Ci si ferma agli antibiotici e alfa bloccanti che non sempre danno risultati. Per lo meno a me.

#8
Dr. Fedra Gottardo
Dr. Fedra Gottardo

Sì credo che l'approccio multidisciplinare sia l'unico che dà risultati in questi casi.
Lo xiloglucano esiste in forma di integratore alimentare, può essere utilizzato a cicli anche come coadiuvante nelle cistiti. Comunque la base della prevenzione è sicuramente una dieta varia e bilanciata.

#9
Utente 215XXX
Utente 215XXX

Buongiorno Dottoressa articolo interessante. Ho 40 anni e purtroppo soffro da ormai 7 anni di prostovescicolite cronica batterica da e. faecalis e ho ben presente quanto ci sia una stretta correlazione fra salute intestinale e prostatica. Infatti, nel mio caso, i fattori scatenanti sono stati proprio stress, stipsi, ed emorroidi e ci aggiungo anche una colonscopia che sicuramente ha facilitato il passaggio del batterio... resistente, fra l'altro, agli antibiotici provati, pur scelti da antibiogramma ( moxifloxacina, levofloxacina e rifaximina per cercare di bonificare l'intestino). A suo avviso possono essere proprio le emorroidi a veicolare il batterio nel tessuto prostatico? Purtroppo i proctologi a cui mi sono rivolto mi hanno fatto degli interventi, legature elastiche e proctopessi meccanica ( thd) che non hanno mai risolto il problema. Infatti tutte le volte che il prolasso emorroidario si accentua l'infiammazione prostatica peggiora simultaneamente....ma i proctologi non credono a questa correlazione e non vogliono proprormi l'emmoreidectomia per emorrodi di 2/3 grado...Ho provato a rivolgermi in questi anni a medici olistici e ho fatto lunghi cicli di probiotici e acido butirrico, oltre a trattamenti per una possibile candida intestinale ( diagnostica attraverso test kinesiologico ma non confermata da esami di laboratorio) ma con risultati modesti.

#10
Dr. Fedra Gottardo
Dr. Fedra Gottardo

Buongiorno, non credo siano le emorroidi a veicolare i batteri nel distretto urinario, ma che sia le emorroidi che la prostatite siano manifestazioni dello stesso problema intestinale che andrebbe valutato in maniera sistematica. sono disponibile per un consulto privato.

#11
Utente 215XXX
Utente 215XXX

Buongiorno Dottoressa Gottardo grazie per la risposta e l'interessamente, come faccio a contattarLa privatamente?
Cordiali saluti

#12
Utente 465XXX
Utente 465XXX

la prostatite è una malattia che ha colpito molto la mia salute. in questo web ho trovato alcuni suggerimenti molto buoni:
http://www.prostata24.com/curar/

#13
Utente 565XXX
Utente 565XXX

I rapporti anali passivi possono causare una prostatite

#14
Utente 215XXX
Utente 215XXX

Buongiorno Dottoressa
Per vedere se lo xiloglucano può in effetti attenuare il passaggio di batteri colitici alla prostata ( soffro di prostatite cronica batterica da 9 anni per enterococco faecalis) per quante settimane si dovrebbe assumere?

Grazie
Cordiali saluti

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La prostata è la ghiandola dell'apparato genitale maschile responsabile della produzione di liquido seminale: funzioni, patologie, prevenzione della salute prostatica.

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