Prostata: la vaporizzazione laser efficace anche a lungo termine

L'ipertofia prostatica rappresenta una delle patologie più frequenti che colpiscono l'uomo i 50 anni. E' stato stimato che nel 2018 saranno 612 milioni gli uomini affetti da questa malattia nel mondo.

I disturbi dovuti all'ingrossamento della ghiandola prostatica sono associati ad una franca riduzione della qualità della vita, depressione, rischi di caduta e mortalità.
L'ipertrofia prostatica si manifesta con una serie di disturbi che alterano la nostra consueta modalità di minzione:

  • aumento della frequenza minzionale
  • Urgenza
  • Minzioni nelle ore notturne
  • Riduzione della potenza del getto
  • Mancato svuotamento della vescica

In alcuni casi questi disturbi possono associarsi alle vere e proprie complicanze dell' ipertrofia prostatica come la ritenzione urinaria acuta, l'insufficienza renale, le infezioni e i sanguinamenti delle vie urinarie, la formazione di grossolani calcoli in vescica.

La terapia consiste nella assunzione di farmaci che permettono una riduzione del volume prostatico è un miglior svuotamento della vescica consentendo un complessivo controllo della sintomatologia. Purtroppo non sempre i farmaci sono sufficienti per risolvere la sintomatologia o la loro efficacia può non mantenersi nel tempo.
Diventa pertanto necessario ricorrere ad un intervento che asporti il tessuto prostatico che aumentando di volume ha provocato la sintomatologia (adenoma prostatico)

Oggigiorno esistono varie procedure sempre meno invasive che vengono consigliate ai pazienti. La caposcuola di tali tecniche e' la resezione endoscopica transuretrale, tecnica endoscopica che rimuove, senza incisioni chirurgiche, il tessuto prostatico.

Tale procedura, che mantiene una sua completa validità ed efficacia, è a volte gravata da sanguinamenti che richiedono un prolungato tempo di ricovero e il mantenimento del catetere per alcuni giorni.

Lo sviluppo tecnologico ha offerto negli ultimi anni il laser che ha consentito una minor invasivita' nella esecuzione della procedura.
Uno dei laser maggiormente utilizzati è il laser al Tullio, introdotto nella pratica clinica nel 2005.

La vaporizzazione del tessuto viene eseguita in modo non invasivo, senza incisioni, con un intervento della durata di 30-45 minuti ed una ospedalizzazione di 1-2 notti.
La ripresa della minzione avviene immediatamente.

Tale procedura, che avviene praticamente senza perdita di sangue e anemizzazioni, è particolarmente indicata nei soggetti cardiopatici o in coloro che assumono farmaci come l'aspirina, anticoagulanti o soggetti anziani. I vasi prostatici infatti, particolarmente sanguinanti, vengono, attraverso la metodica laser, completamente sigillati.

La precisione del laser e la bassa capacità di penetrare i tessuti, rendono questo tipo di chirurgia sicura in termini di sicurezza, conservazione della potenza sessuale e continenza post operatoria.

La lunga esperienza con questa tecnologia ha consentito di valutare la sua efficacia anche a lungo termine. In letteratura sono ormai numerosi i lavori scientifici che evidenziano come tale metodica consenta non solo una rapida ripresa delle attività quotidiane dopo le dimisssioni che avvengono a distanza di 24-48 ore dalla procedura con minimi effetti collaterali, ma tale beneficio si mantiene anche a distanza di 10 anni dalla sua esecuzione.

Data pubblicazione: 19 novembre 2017

1 commenti

#1
Utente 219XXX
Utente 219XXX

Salve, articolo interessantissimo, anche se nel mio caso (con l'ultima visita urologica che ebbi, per marcata IPB) l'urologo mi disse e anche anni fa me lo disse, che nel mio caso quando sarà da operare la prostata ( e non mancherà molto di certo), sarà meglio agire con la tecnica tradizionale transvescicale a "cielo aperto". Però leggendo mi viene un quesito: come mai viene citato il Tullio, e non, ad esempio l'Holmio, o il Green laser? ho letto positivamente sulla tecnica ad Olmio, Lei però cita il Tullio, avrà i Suoi buoni motivi ovviamente, di cui non discuto...in definitiva, qual'è la tecnica migliore? Grazie

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