Geni "Jolie" pericolosi anche per i maschi

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

 

I geni di Angelina Jolie sono “pericolosi” anche per gli uomini.

I geni “Jolie”, noti dal nome della famosa attrice Angelina Jolie e arrivati per questa via mediatica all’attenzione del grosso pubblico, quando presenti ci indicherebbero non solo un alto rischio di comparsa di cancri al seno e alle ovaie ma possono essere un “indicatore oncologico” anche per i maschi.

A lanciare e a sottolineare quest’informazione è ora un lavoro, appena pubblicato su Jama Oncology da un gruppo di ricercatori dell'Università della California in Los Angeles.

 

   

 

Questi geni, cioè le mutazioni BRCA1 e BRCA2, sembrano aumentare, oltre il rischio di cancro al seno, anche quello di tumori più aggressivi a livello della ghiandola prostatica, quelli che si presentano più frequentemente in età più “giovanile”; oltre alla prostata poi questi geni sembrerebbero indicarci anche una maggior rischio nella comparsa di neoplasie maschili al pancreas e alla pelle, come i melanomi.

 

   

 

Per arrivare alla conclusione che questi geni sono "sottovalutati nel mondo maschile" i nostri ricercatori hanno studiato ed analizzato tutti i dati del 2015, presi da un sondaggio nazionale relativo alla salute: lo U.S. National Health Interview Survey; è stato così verificato che negli Stati Uniti d'America due milioni e mezzo di persone hanno fatto dei test genetici per il cancro e che le donne, sottoposte a queste indagini, erano una popolazione quasi tre volte superiore a quella degli uomini: il 73% contro il 27%.

 

 

I test per la ricerca delle mutazioni dei geni BRCA erano negli uomini un decimo rispetto a quelli fatti alle donne mentre non vi erano differenze di genere in tutti gli altri tipi di test genetici per le più diverse neoplasie. 

Questo dimostrerebbe ai nostri ricercatori che le informazioni corrette, a questo proposito, non sono ancora arrivate nel campo uro-andrologico; manca ancora l’attenzione e la consapevolezza che queste mutazioni non possono scatenare solo patologie oncologiche femminili.

 

Fonte:

https://jamanetwork.com/journals/jamaoncology/article-abstract/2678958?redirect=true

Altre informazioni:

https://www.medicitalia.it/salute/urologia/7-prostata.html

 

Data pubblicazione: 16 maggio 2018

Autore

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1977 presso Università di Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Firenze tesserino n° 12069.

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3 commenti

#1
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Informazione quanto mai utile !
Bravo Giovanni!

#2
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Caro Salvo,
certo di fare del mio meglio!
Grazie per il tuo apprezzamento!

#3
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Visto il refuso, intendevo dire: "Cerco di fare del mio meglio!"

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