Fra bravura e casualità

Ultimo aggiornamento: 18.11.2016

Egregio Dottore, con colpevole ritardo le scrivo per ringraziarla di ciò che ha fatto per me.

A fine luglio del 2014, avvertendo un senso di malessere diffuso, avevo deciso di fare qualche controllo cominciando dagli occhi ed ero venuto nel suo studio per una visita e lei mi aveva detto che riguardo agli occhi non c'era niente di nuovo e preoccupante.

Nello stesso tempo mi aveva fermamente invitato a sottopormi alla visita di un internista suggerendomi anche il nome dello specialista dal quale andare. Gli avevo telefonato e mi aveva detto che era in ferie e i laboratori erano chiusi. Ero allora andato dal mio medico per farmi prescrivere la visita dall'internista, ma era in ferie e il suo sostituto si era rifiutato di farlo e si era inalberato quando gli aveva detto che l'indicazione mi veniva dall'oculista.

A farla breve, in seguito a queste e ad altre circostanze fortuite, ero partito per le vacanze senza aver chiarito nulla e portandomi appresso il malessere. Tuttavia mentre ero in ferie nel mio paese mi ero incontrato, del tutto casualmente, con un mio ex compagno di scuola, il DR. Angelo Andriulli, specialista in gastroenterologia, che, dopo aver ascoltato la mia storia, mi aveva fatto ricoverare a San Giovanni Rotondo e sottoposto a una serie di controlli.

Dalla tac era risultata una piccola formazione cancerosa al rene destro.

Tornato a Torino, l'uro-oncologo cui mi ero rivolto, il professor Muto, mi disse che solo un particolare scrupolo e una grande capacità diagnostica avevano reso possibile l'individuazione del problema.

Nel novembre di due anni fa lui stesso mi aveva operato al San Giovanni Bosco asportando solo la parte malata del rene. Anche di lui e della sua equipe non posso che dire un gran bene. Dagli esami già fatti pare che vada bene e fra qualche giorno farò una visita di controllo.

Questo mi ha fatto ricordare che avevo un debito di riconoscenza verso di lei che aveva messo in moto la serie di eventi che mi hanno salvato la vita.

Che dirle ancora? Probabilmente non si ricorda più di me, ma grazie, grazie, grazie.

Distinti saluti, Cristoforo Magistro

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