Rigonfiamento anomalo vene del pene, conseguenza p

Gentile Dottore,
approfitto di questo suo spazio per porle un quesito su un problema scaturito da un post-operatorio. Premetto che da bambino sono nato con un criptorchidismo bilaterale corretto all'età di 7 anni ed il testicolo SX non si è sviluppato nel corso degli anni risultando atrofico.
I medici prospettandomi i rischi realtivi a mentenre questo testicolo mi hanno esortato ad asportarlo.
Il 13 dicembre 2004 sono stato operato di orchiectomia SX e sembrava essere tutto andato per il verso giusto, verso il 30-31 di dicembre però ho notato uno strano rigonfiamento di alcune vene del pene che prima non erano evidenti.
Il rigonfiamento parte dal lato Sx del corpo del pene fino a percorre la zona adiacente poco al di sotto della corona del glande e anche a Dx sono comparse altre vene che seguono un certo percorso.
Il fatto strano è che durante l'arco della giornata può capitare che questo rigonfamento si riduca oppure l'inverso cioè si accentui, francamente ora sto accusando un leggero fastidio in quelle zone soprattutto quando il pene è in erezione chiaramente anche manovre come la masturbazione diventano fastidiose e un pò dolorose, e quindi impraticabili.
Ieri ho contatto uno dei medici che mi ha operato e sono stato in visita da lui, dopo avermi visto mi ha detto che non era nulla di grave, una conseguenza del post-operatorio, diciamo un assestamento e che non dovevo preoccuparmi.
Mi ha dato a scopo cautelativo 3 cp. di Reparil al giorno per una settimana + Essaven Gel da stendere sulle vene gonfie, aggiungo inoltre che il Reparil Cp. già l'avevo preso appena dopo l'intervento in quanto mi era stato prescritto come terapia.
Il fatto è che il problema nonostante la terapia non accenna a scomparire e soprattutto mi sta creando dei fastidi, ogni tanto sento delle fitte, sono molto preoccupato perchè non vorrei che le cose si complicassero...cosa posso fare? Mi può dare un suggerimento?
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Prof. Giovanni Martino Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Andrologo, Urologo, Chirurgo plastico, Chirurgo vascolare 4.3k 23
Gentile Utente,
concordo in pieno con le ipotesi diagnostiche ed i consigli terapeutici espressi dal Collega che ha effettuato l'intervento chirurgico. Continui a consultarlo ed a tenerlo informato degli sviluppi della problematica.
Bene ha fatto a sottoporsi all'intervento di orchiectomia per atrofia testicolare.
Se lo ritenesse necessario, per ulteriori chiarimenti o informazioni nell’ovvio rispetto della Sua riservatezza e della nostra Etica Professionale, può senz’altro contattarmi all’indirizzo di posta elettronica del sito Medicitalia.
Affettuosi auguri per la pronta risoluzione del Suo problema e cordialissimi saluti.
Prof. Giovanni MARTINO

Prof. Giovanni MARTINO
giovanni.martino@uniroma1.it

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Utente
Utente
Gentile Prof. Martino,
la ringrazio innanzitutto per l'immediata risposta e per la sua disponibilità mostratami, lo apprezzo davvero tanto.
La mia apprensione nasce dal fatto, che non vedendo benefici da questa terapia, ho incominciato a pensare a cose un pò più gravi come un trombo...forse potrà sembrare esagerato pensare una cosa del genere, non avendo le nozioni e le competenze per poter interpretare un fenomeno come questo, ma come si dice prevenire è meglio che curare...
In ogni caso come lei suggerisce continuerò a tenere informato il mio medico e nel caso approfitterò della Sua disponibilità per scriverle un'email per qualche chiarimento.

Con cordialità la saluto.
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Dr. Diego Pozza Andrologo, Endocrinologo, Chirurgo generale, Oncologo, Urologo 15.9k 465 2
caro lettore,

qualche volta nell'effettuare una orchiectomia si deve interrompere il funicolo spermatico nel canale inguinale e possono anche essere coinvolte alcune vene superficiali che drenano il prepuzio con conseguente dilatazione di alcune vene superficiali.
In genere non si tratta di disagio importante
Cari saluti.

Dott. Diego Pozza
www.andrologia.lazio.it
www.studiomedicopozza.it
www.vasectomia.org

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Utente
Utente
Gentile Dott. Pozza
la ringrazio per la risposta e non ha idea che sollievo mi dà nel leggerla, perchè quello che lei mi ha scritto coincide con quello che mi ha detto il medico che mi ha operato.
Mi hanno detto inoltre che il testicolo SX era devvero molto piccolo, difficile da distinguere e che è stato un pò laborioso "metterci mano"...
La mia apprensione però deriva dal fatto che il problema permane da oltre 10 giorni e non accenna a diminuire, dicasi lo stesso per lo stato di indolensimento e le fitte che arrivano nel manovrare il pene... allora mi chiedo quand'è che la situazione si normalizzerà? Non è il caso di fare un doppler penineo per escludere problemi un pò più seccanti...oppure aggiustare il tiro usando un farmaco più efficace per queste situazioni?

Forse potrò sembrare apprensivo ma credo sia anche normale per un "non addetto ai lavori" che non ha parametri di riferimento se non se stesso. :-)

La ringrazio ancora per l'attenzione mostratami, cordiali saluti.
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Utente
Utente
Gentili Dottori,
stamane sono riuscito ad andare in visita dal medico che mi ha operato e dopo aver guardato la situazione ha stabilito che erano dei trombi di alcune vene superficiali e mi ha impostato la seguente terapia:

Per 10 giorni:

Clexane 400 un'iniezione al dì sull'addome e Lioton crema 2 volte al dì da stendere sulle zone interessate.

Mi ha rassicurato dicendomi che non era nulla di grave, quello che vi chiedo se è possibile ipotizzare, con questa terapia, un ripristino delle condizioni iniziali e far sparire il problema.

Onestamente sono preoccupato e non vorrei che subentrassero altre problematiche a minare la mia salute.

Grazie ancora per l'attenzione.

Cordiali saluti.
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Prof. Giovanni Martino Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Andrologo, Urologo, Chirurgo plastico, Chirurgo vascolare 4.3k 23
Gentile Utente,
la terapia che Le è stata prescritta è conseguenza della diagnosi che Le è stata posta. Continui a tenere la situazione sotto controllo insieme al Suo medico di fiducia.
Affettuosi auguri per tutto e cordialissimi saluti.
Prof. Giovanni MARTINO
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Prof. Giovanni Martino Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Andrologo, Urologo, Chirurgo plastico, Chirurgo vascolare 4.3k 23
Gentile Utente,
solo per la precisione correggo un particolare della Sua ultima mail, a scanso di equivoci.
Il farmaco cui Lei fa riferimento è di certo il CLEXANE 4000 (non 400)ui/0,4 ml, siringhe pronte.
Ancora cordiali saluti.
Prof. Giovanni MARTINO
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Utente
Utente
ha ragione Prof. Martino mi ero perso uno zero, trattasi di CLEXANE 4000...restano comunque le mie perplessità sul perchè non sia stato deciso di fare un doppler.
Con sincerità sto pensando di farlo di mia iniziativa per essere più tranquillo e magari sentire anche un'altro parere.

Cordiali saluti.
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Prof. Giovanni Martino Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Andrologo, Urologo, Chirurgo plastico, Chirurgo vascolare 4.3k 23
Gentile Utente,
direi che sarebbe più corretto parlarne con il Suo medico prima di sottoporsi a qualsivoglia esame strumentale che, nel Suo caso, potrebbe forse rivelarsi prematuro.
Auguri affettuosi per tutto e mi faccia sapere l'evoluzione del problema.
Cordialissimi saluti.
Prof. Giovanni MARTINO
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Utente
Utente
Egregio Prof. Martino,
stamane (11/01/06) ho incontrato al Policlinico di Napoli il Prof. Ciro Imbimbo responsabile dell'area funzionale di Andrologia Chirurgica, perchè non ero soddisfatto di come stavano andando le cose e dell'approssimazione con cui mi stavano trattando i medici che mi hanno operato.

Dopo avermi visitato mi ha detto che in alcun modo si trattava di trombi ma erano i vasi linfatici infiammati, diagnosticandomi una linfagite del pene da trattare con la seguente terapia:

1 cp. di Bentelan 0,5mg, una volta al dì per 30 giorni

Una pomata protettiva per via della pelle molto sottile e delicata del mio pene, da stendere una volta al dì per 60 giorni, il nome mi pare sia Bioflon o Biafin, non riesco bene ad interpretare la ricetta...

Francamente a parte la marea di interrogativi che mi sorgono in merito a quest'altra patologia (se mi desse qualche piccolo ragguaglio in merito le sarei grato) sono rimasto sgomento ed interdetto di fronte ad una diagnosi completamente opposta a quella che mi avevano formulato in partenza, davvero senza parole, non so cosa pensare e nemmeno a chi credere più perchè è sorto in me un senso di sfiducia.
Sono davvero triste, affranto e rabbioso perchè non capisco come possano accadere queste cose, la medicina dovrebbe essere al servizio del cittadino per aiutarlo a risolvere i problemi non a creargli ansie abbandonandolo a se stesso e al fato.

Mi scusi per lo sfogo probabilmente episodi di questo genere, che si commentano da soli, capitano frequentemente, il fatto è che quando ti riguardano personalmente l'impatto è molto più shockante...

Con cordialità la saluto.
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Prof. Giovanni Martino Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Andrologo, Urologo, Chirurgo plastico, Chirurgo vascolare 4.3k 23
Gentile Utente,
che posso dirLe: condivido le Sue perplessità e le Sue ansie. Ma, visto che Lei è stato visitato da un Collega competente, beh...dobbiamo presumere, anzi essere sicuri, che la diagnosi emessa è corretta. Questo deve essere un dato di fatto.
Posso però sottolineare una cosa: la linfangite del pene, più spesso associata a quella dello scroto, ovviamente esiste ed è una patologia ben codificata. Spesso si presenta dopo estese demolizioni chirurgiche delle fosse iliache e dell'ipogastrio. Non accade spesso, anzi quasi mai, che si manifesti con dilatazioni venose del pene (come quelle che Lei nota), ma è più frequente piuttosto un edema (gonfiore) diffuso ed un colorito cutaneo che vira verso il giallo. So che non è facile immaginare quello che sto scrivendo.
La terapia prescrittaLe è di certo condivisibile, anche se direi energica. Un mese di terapia cortisonica non è cosa da sottovalutare in tema di effetti collaterali.
Come sempre scrivo, ritengo che la fiducia nel Medico che si è scelto deve essere totale. Quindi segua il trattamento proposto, ma tenga informato il Collega di tutti gli eventuali sviluppi.
Davvero affettuosi auguri per la risoluzione del Suo problema. Cordialissimi saluti.
Prof. Giovanni MARTINO
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dopo
Utente
Utente
Gentile Prof. Martino,
come sempre Lei è rapido e preciso nelle risposte e per questo la ringrazio davvero tanto.
Vorrei fare con Lei il punto della situazione e spiegarLe rapidamente l'iter completo che ho seguito da quasi due anni a questa parte.
I mie problemi sono sorti nel marzo 2004 quando improvvisamente ho accusato un terribile calo della libido (a fronte di una fervida vita sessuale) che, dopo un pò di esitazione, mi ha spinto poi a fare delle indagini più specifiche nel campo uro-andrologico.
Dagli esami ormonali(che ho ripetuto in più periodi) risultava un livello di testosterone arrivato proprio al limite (2,15 ng/mL) e un FSH alto (20,4) mUI/mL, lo spermiogramma invece evidenziava un azoospermia e l'ecografia testicolare confermava l'atrofia del testicolo sinistro (dimensioni testicolo 14x10mm) mentre il destro risultava ad ecostruttura fortemente disomogenea per la presenza di numerose microcalcificazioni intraparenchimali (dimensioni del testicolo DX 35 x 28 x 25mm).
Da questo quadro non proprio incoraggiante mi è stato diagnosticato che ero affetto da ipogonadismo ipogonadotropo e che dovevo essere trattato con testosterone (cosa che attulamente faccio con testosterone in gel da più di 6 mesi) e che inoltre dovevo asportare il testicolo SX perchè era pericoloso in quanto poteva degenerare in un tumore e tenere costantemente sotto controllo il testicolo DX con opportuni controlli per le medesime ragioni...
Così arriviamo ad oggi, come è noto ho tolto il testicolo
SX e in quella stessa sede ho effettuato una biopsia testicolare al DX dove per fortuna è risultata negativa ma ha anche confermato il fatto che non v'era traccia di spermatozooi.
Ora dopo queste new entry dell'ultima ora (trombi o linfagite del pene) per puro scrupolo oggi stesso ho eseguito un ecocolordoppler dei vasi peninei (basale), le riporto di seguito il risultato:

Con paziente supino, le arterie dorsali e bulbocavernose risultano pervie e pulsanti con flusso normodiretto e sostanzialmente valido, con indici di pulsatilità e perfusione nei limiti.
Assenza di alterazioni emodinamiche del flusso a carico del distretto venoso profondo.
All'esame morfologico, eseguito con sonda ad alta risoluzione, si rileva presenza di una modica fibrosi diffusa dei corpi cavernosi, con microcalcificazione sparse.

Il risultato pare buono se non fosse per le microcalcificazioni sparse dei corpi cavernosi che a parere del medico ecografista potrebbere contribuire in minima parte ad un deficit erettivo.
Mi chiedo anche come mai posso avere queste microcalcificazioni e a cosa potrebbero esser dovute!?
Lei cosa ne pensa?

Ritornando alla linfangite del pene, che dirle...a quanto leggo sarebbe una cosa insolita, io so solo che i medici che mi hanno operato mi hanno detto che hanno avuto qualche difficolta a rimuovere il testicolo perchè era davvero molto piccolo, infatti tra l'altro l'intervento è durato anche un pò più del dovuto...purtroppo ero in anestesia totale e non ho potuto ascoltare quello che succedeva!!!

Un'altra cosa che invece ho notato da un pò di giorni e che in apparenza pare non avere alcuna relazione coll'intervento è il fatto che il braccio sinistro si stanca rapidamente, ad esempio se porto il telefono all'orecchio per più di 5 min. avverto come un senso di stanchezza (come se avessi fatto centinaia di piegamenti in plaestra col manubrio per rinforzare il bicipite!) e certe volte anche un formicolio.
Inoltre quando passeggio parecchio sempre a sinistra in prossimità dell'anca e della cicatrice mi tira tutto e anche li avverto un senso di stanchezza che si estende anche al femore.
Avevo pensato ad un problema circolatorio, ma che relazione potrebbe esserci mai con l'intervento???

Concordo pienamente con Lei quando dice che bisogna fidarsi del medico che si è scelto a patto che il medico riesca a trasmettere fiducia al suo paziente, cosa che aimè negli ultimi episodi non è successo.

Spero solo che questa cosa si risolva al più presto possibile in maniera positiva perchè sono davvero provato da tutto questo calvario fatto di attese, ansie, paure, sconforto, sofferenza.

In ultima battuta Le chiedo: dopo quanto tempo dall'assunzione del bentelan si possono vedere i primi risultati e in quanto tempo approssimativamente è possibile risolvere questa linfangite?

Ringraziandola per l'ennesima volta dell'attenzione rivoltami, cordialemente la saluto.
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Prof. Giovanni Martino Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Andrologo, Urologo, Chirurgo plastico, Chirurgo vascolare 4.3k 23
Gentile Utente,
la Sua ultima mail denota quanto ansiogeno sia divenuto il problema che L'assilla ed, allo stesso tempo, il bisogno che Lei ha di conforto e rassicurazione medica e non solo. Non è attraverso Internet che possiamo aiutarLa a ritrovare la serenità perduta. E questo con tutta la buona volontà. Mi creda sulla parola.
Lei ha bisogno di essere seguito, e bene, da uno Specialista. Nella Sua città, sia in ambito Universitario che Ospedaliero, ve ne sono tanti. Ne scelga uno, magari su indicazione di un parente, un amico, un collega di lavoro che so io, e segua solo i Suoi consigli. Sbagliatissimo iniziare una specie di pellegrinaggio da uno studio medico all'altro, senza verificare nei fatti la correttezza e la scrupolosità del Sanitario, le diagnosi e le terapie prescritte. In pratica, le domande che spontaneamente Le son venute in mente e che ha posto a noi, le ponga e senza incertezze proprio al Collega che La sta seguendo. E questo, sia chiaro, non vuol dire che personalmente stia defilandomi dal dare un parere o una risposta ai Suoi interrogativi.
Non sottovaluti questo aspetto della situazione, magari spenga per un mese il collegamento ad Internet.
Davvero tanti ma tanti affettuosi auguri per tutto.
Cordialissimi saluti.
Prof. Giovanni MARTINO