Lupus anticoagulante

Mi rivolgo a voi per un problema che riguarda una cara amica la quale da due anni sta cercando di capire se è affetta oppure no da lupus anticoagulante.
Ha effettuato LAC e ACA per ben quattro volte in due diversi laboratori di analisi (di due dei principali ospedali di firenze) con esiti opposti.secondo entrambi i laboratori non sono presenti anticorpi anticardiolipina, mentre non concordano riguardo alla presenza di lac.
I risultati dei vari esami effettuati sono più o meno uguali,diversa è l'interpretazione degli stessi.
Ho notato che tra i tests effettuati dal laboratorio che esclude la presenza di lac manca sempre il test al caolino; può essere quest'ultimo così decisivo per la diagnosi?
Grazie e un cordiale saluto a tutti
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dopo
Utente
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Up!
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dopo
Utente
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Ho notato che non sono molti gli specialisti in ematologia iscritti,e che quei pochi da tempo non forniscono consulti.Mi sarebbe assai gradita una risposta anche da medici di diverse specializzazioni. grazie a tutti
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Attivo dal 2006 al 2009
Perfezionato in medicine non convenzionali
La sindrome da anticorpi antifosfolipidi, (sindrome lupus anticoagulas) è una rara forma di coagulopatia dovuta alla presenza di autoanticorpi contro i fosfolipidi, che può condurre ad una trombosi vascolare.
Rispetto agli anticorpi anti cardiolipina, il rilevamento degli anticorpi anti-beta2-GPI è molto più sensibile, anche in assenza di positività del LAC.
A questo si può aggiungere gli anticorpi
cANCA
pANCA
ENA (Ab ati nucleo specifici)
AMA (Ab anti mitocondrio
Anticorpi antinucleo (ANA e frazioni (ENA, Sm, RNP)
In effetti, non è molto facile, con gli esami di laboratorio, eseguire la diagnosi di Lupus anticoagulant, soprattutto se iniziale, come in tutte le malattie autoimmuni, la fase iniziale è molto vaga e aspecifica. Raccogliendo le anamnesi delle persone che presentano una malattia autoimmune conclamata, ricerco sempre quei piccoli sintomi iniziali, che se ben studiati, avrebbero portato immediatamente alla diagnosi, provvedendo ad una chiara prevenzione della patologia autoimmune, praticamente, non si sarebbe sviluppata. Con questo obiettivo, ho integrato la più recente ricerca scientifica, la medicina convenzionale, l’immunologia, ormesi, con la medicina biologica, che mi forniscono, non solo il ragionamento, ma anche la terapia, a questo ho aggiunto esami strumentali di medicina convenzionale e biologica, che mi aiutano nel raggiungimento dell’obiettivo diagnostico e terapeutico.
L’obiettivo quindi è sempre quello di intercettare precocemente le patologie che poi successivamente si possono sviluppare, partendo dai sintomi vaghi e aspecifici, che rappresentano il disagio del sistema immunitario, che ben interpretati, conducono alla prevenzione, ma non solo, alla terapia e alla possibilità di spiegare adeguatamente l’origine del disagio presentato dalla persona in esame.

Saluti
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