Ginecomastia, ghiandola mammaria e ricrescita

Gentilissimi dottori, vi scrivo per chiedervi delle informazioni ed avere pareri in merito a quello che mi sta succedendo.
Fin da piccolo avevo una ginecomastia VERA, decisi quindi a 16 anni di farmi operare. L'operazione non andò come speravo, il dottore aveva lasciato un bel pezzo di ghiandola (anche sotto il capezzolo) e puff tutto ricomparso nel giro di sei mesi. Scoprii che per risolvere il problema la ghiandola andava esportata tutta. Mi affidai quindi ad un bravo dottore su consiglio di tanti ex ginecomastici che mi operò l'anno dopo, a 17 anni. Egli affermò di avermi tolto tutta la ghiandola e che questo avrebbe scongiurato in futuro il riformarsi di essa. L'operazione andò bene, fui soddisfatto del risultato anche se qualcosa mi turbava: ero convinto, fin dal post operatorio, che qualche centimetro di ghiandola fosse ancora presente, non sotto il l'areola bensì a lato (tra ascella e capezzolo per intenderci). Sentivo ancora, a tatto, i granuli tipici delle ghiandole mammarie, riconoscibilissimi per chi, come me, conosceva il problema ed era attento ad ogni impercettibile modifica del proprio corpo. Ebbene feci diverse ecografie e diversi consulti a distanza di mesi sempre con lui. La ghiandola sembrava non ci fosse e il petto non aveva mutato forma. A questo punto mi convinsi e misi il cuore definitivamente in pace. Nessun mutamento, nessun cambiamento, petto apprezzatissimo e problema messo ormai in archivio. Passano tre anni e una mattina mi accorgo di avere il petto sinistro un pò più gonfio, sempre nello stesso punto dove nel 2010 avevo creduto fosse rimasta qualche porzione piccolissima di tessuto ghiandolare. Il punto è che si gonfia sempre più. Il gonfiore naturalmente interessa il lato del petto (accanto all'areola dove i chirurghi dovrebbero creare un lembo cuscinetto per evitare che il capezzolo subisse un avvallamento). Questo gonfiore non passò ma in compenso aveva avuto termina la sua progressione. Diciamo che risultati antiestetici non ce n'erano ma il mio petto non era più come prima. Arriviamo al 2015: il gonfiore torna ad avanzare, sia a gennaio sia a febbraio e il tessuto granuloso a lato dell'aerola si ingrossa di nuovo e di più. Il problema estetico questa volta è ricomparso, vi assicuro che sotto il capezzolo non ho (ancora) ghiandola ma a lato rispetto a tutti gli anni precedenti, non esagero se dico che il tessuto cuscinetto è aumentato di 3-4 volte. Oltretutto sto avvertendo il bruciore che avevo provato dopo la prima operazione quando mi si riformò completamente la ghiandola. Vista questa situazione voglio porvi dei quesiti:
1) Vi possono essere casi in cui dal nulla (ovvero assenza ghiandolare) può crearsi qualcosa (ovvero nuovo tessuto ghiandolare)?
2) Per evitare l'affossamento antiestetico del capezzolo bisogna lasciare per forza di cose questi strascichi di ghiandola laterali/sottoascellari? Quali sono i famosi "lembi" su cui lavorano i chirurghi per evitare gli affossamenti?

Grazie per la disponibilità
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Dr.ssa Alessia Sagazio Endocrinologo, Diabetologo 411 14
Gentile utente se l ecografia mammaria che ha effettuato è sempre stata negativa per residuo mammario l aumento di volume che vede è a mio parere costituito da tessuto adiposo. saluti

Dr. Alessia  Sagazio
Specialista in Endocrinologia e Malattie del Metabolismo
Pescara Teramo Ascoli Piceno Macerata Ancona

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie della risposta dottoressa Sagazio.
Ma il tessuto adiposo non ha una consistenza diversa?
Ciò che mi preoccupa è che sto avendo un'alopecia in via di sviluppo e presto comincerò ad usare finasteride. Ho chiamato pochi giorni fa il chirurgo che mi operò anni fa per la ginecomastia e lui, nonostante mi avesse detto che lui aveva tolto la ghiandola interamente, si è dimostrato comunque preoccupato, dicendomi che finasteride è un "farmacaccio" e che per i primi tre quattro mesi dal suo utilizzo mi dovrò recare da lui spesso per osservare se c'è un mutamento di forma sul petto. Questo mi ha lasciato alquanto interdetto, nonostante la mia storia clinica e la buona riuscita dell'operazione di cinque anni fa parlino da sé.

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