Tiroide con esoftalmo

Ho 51 anni e 32 anni fa (nel 1976), durante la gravidanza, mi sono accorta di avere una piccola ciste sulla tiroide. Dopo il parto (1977) la ciste si è ingrossata e visitata da un chirurgo mi è stato consigliato di rimuoverla. Nel 1979 sono stata operata di lombectomia totale intracapsulare destra per gozzo nodulare destro, da qui è iniziato il mio calvario. Dopo l’operazione il medico di base mi ha prescritto il Tapazole (1compressa al giorno) e mi sono ritrovata ad avere tanti disturbi (tremori, nervosismo, insonnia, calo di peso corporeo) oltre alla comparsa di occhi “da ranocchia” (esoftalmo bilaterale). Il medico di base, non sapendo cosa fare, mi ha quindi consigliato di rivolgermi ad uno specialista endocrinologo il quale mi ha severamente ripreso per aver effettuato la cura prescrittami, in quanto nel mio caso il Tapazole andava abbinato al T3. Inizio quindi la cura con Tapazolo, liotiramina sodica e cortisonici (non ricordo i dosaggi) per tenere nella norma i valori della tiroide troppo alti, quindi, da ipertiroidismo, intanto la tumefazione che si è formata nella regione anteriore del collo, rimane invariata.
Rimango in cura per diverso tempo ma ricompaiono i sintomi precedenti e nel febbraio del 1989 si decide per un secondo intervento di asportazione residuo lobo destro e lobectomia tiroidea sinistra. Si cura quindi l’ipertiroidismo, ma dopo alcuni mesi dall’intervento si nota la comparsa in regione anteriore del collo di nuova tumefazione mobile ed indolente, si procede quindi con la visita chirurgica e nell’aprile del 1990 si decide per operazione di lobectomia subtotale destra.
Lo specialista cura di nuovo l’ipertiroidismo ma i valori sono al limite della norma, la tiroide rimasta dovrebbe scomparire perché troppo piccola per lavorare.
Maggio 2000: ecografia tiroidea. Esiti di pregresso intervento chirurgico di tiroidectomia parziale. Il parenchima tiroideo residuo mostra contorni abbastanza regolari ed ecostruttuttura diffusamente ipoecogena, sia in corrispondenza del lobo dx che del lobo sx, i cui diametri antero-posteriori misurano rispettivamente 1,6 cm e 1,2 cm. Il quadro ecografico potrebbe essere riferibile ad una condizione di tiroidite, meritevole di valutazione clinica.
giugno 2000: scintigrafia tiroidea. Distribuzione del tracciante: caratterizzata da diffuse disomogeneità che tendono ad assumere aspetti focali, soprattutto in regione paraistmica di dx, al passaggio tra terzo medio e superiore del lobo di dx, accanto a questi reperti sono individuabili aree di relativa ipercaptazione che sfumano nel restante parenchima a limiti indistinti. Conclusioni: ipertrofia d’organo prevalentemente lungo i diametri longitudinali in soggetto già sottoposto a tiroidectomia parziale. Sono apprezzabili aree multiple di ipoattività assumenti anche aspetti focali alternate ad altre di relativa ipercaptazione con aspetto hill and valley compatibili con la presenza di fenomeni tiroiditici.
Marzo 2003: scintigrafia tiroidea. tiroide in sede, a margini bozzuti e dimensioni bilateralmente incrementate, in particolare a dx. la fissazione del radio farmaco presenta grossolane, bilaterali disomogeneità che vengono ad assumere aspetto di vero e proprio deficit (area “fredda”) a carico della porzione medio-superiore del lobo di dx. la captazione ghiandolare appare complessivamente incrementata. conclusioni: il reperto scintigrafico descritto appare compatibile con quadro di struma plurinodoso con aspetti di iperplasia; non si osservano significative modificazioni tra il reperto odierno ed il precedente controllo eseguito in giugno 2000.
Luglio 2003: viene suggerito dall’endocrinologo trattamento definitivo con iodio 131. Esoftalmo invariato per tutto il periodo dall’inizio della malattia. Trattamento con Tapazole.
Novembre 2003 si prosegue terapia con Tapazole + steroide per 30 giorni.
Gennaio 2004: eutirox da 50 1cpr die, deltacortene 25mg per 10 giorni poi a scalare, ranitidina 150 mg 1cpr ore 8.00-20.00
Marzo 2004: eutirox 50 1 cpr per 5 gg, ½ cpr per 2 gg
Ma il tsh non tende a fermarsi.
Febbraio 2004: ecografia tiroidea. Esiti di tiroidectomia parziale. Presenza di residui ghiandolari a carico di entrambi i lobi, con margini sfumati ed irregolari, ed ecostruttura disomogenea iperecogena ma senza immagini focali solide e/o liquide parenchimali. Non adenopatie al collo.
Agosto 2004: esami nella norma – terapia: eutirox 50 1 cpr per 6gg, ½ cpr la domenica.
Giugno 2005: esami nella norma – terapia: eutirox 50 1 cpr per 5 gg, ½ cpr per 2 gg.
Settembre 2005: tsh in aumento (da 1,60 del giugno 2005 a 3,14) – terapia: eutirox 50 1 cpr al di per 7 gg a settimana
Ottobre 2007: eutirox 75 1 cpr per 6 gg, eutirox 50 1 cpr la domenica.
Dicembre 2007: ecografia tiroidea. Tiroide di dimensioni: ridotte. Eco struttura: disomogenea ed ipoecogena. Diametri ghiandolari: AP x LL x L
Lobo destro: mm 0 x 0 x 0
Lobo sinistro: mm 9,5 x 7 x 18,6
(v.n.: AP 20-25; LL 20-25; L < 40)
Istmo: mm 0 (v.n.: < 5)
Volume totale stimato (ml): 1
Conclusioni: dopo triplice intervento chirurgico e terapia radio isotopica, la loggia dx appare priva di tessuto tiroideo, mentre a sx si evidenzia tessuto residuo marcatamente disomogeneo ed ipoecogeno di 9,5 x 7 x 18,6 mm, lievemente ridotto rispetto ad un controllo del 2004.

Gennaio 2008: eutirox 75 1cpr tutti i giorni.
Dopo una visita da un altro endocrinologo per il problema dell’esoftalmo con sensibilizzazione degli occhi alla luce mi viene consigliato l’intervento per la riduzione del mio problema ma a mio avviso è troppo pericoloso.
A questo punto la mia domanda è: rimarrò per sempre con questo esoftalmo così pronunciato che mi porta anche problemi agli occhi senza passare attraverso l’operazione? I miei occhi non torneranno più come una volta?
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Dr. Giuseppe Ielo Endocrinologo, Medico nucleare 228 4
Gentile Utente 79650,
non entro nel merito di ciò che ha affrontato in questi anni e mi limiterò a risponderLe sullo stato attuale.
Purtroppo non riuscendo a visitarLa non sono in grado di capire quale sia il grado del Suo esoftalmo.
Nelle condizioni attuali, Lei dovrebbe smettere, per almeno un mese, la opoterapia di sostegno con L-Tiroxina ; dopo 30 (trenta) giorni, effettuare una scintigrafia tiroidea, per avere una effettiva ed efficace mappatura della funzionalià tiroidea, dosare TSH-FT3-FT4, anticorpi antitiroide, emocromo con formula.
Dopo l'esito di tali indagini si valuterà quale terapia attuare per la completa e definitiva risoluzione del Suo problema tiroideo: non vi sono alternative, a mio parere, se non una totale pulizia chirurgica della loggia tiroidea, a meno che le indagini, da fare sempre previa sospensione della terapia in atto, non accertino la possibilità di effettuare un risoloture trattamento con radioiodio, che le eviterebbe di tornare sotto i ferri.
Per quanto riguarda l'esoftalmo, nel Suo caso, mi sembra di capire che siano trascorsi parecchi anni, da quando è insorto; non so se Lei ha atttualmente difficoltà a chiudere le palpebre (si parlerebbe di lagoftalmo), ma le manifestazioni oculari sono in gran parte dovute ad infiltrazione linfocitaria, e concomitante formazione di edema e deposito di sostanze mucopolisaccaridiche che colpisce i muscoli estrinseci dell'occhio e segnatamente i retti inferiori e mediali; è possibile che una reazione autoimmunitaria contro i tessuti orbitari possa essere la concausa delle manifestazioni oculari: non è pertanto detto che la soluzione chirurgica possa avere i risultati da Lei attesi, ma se si impone (per la presenza di una cheratite ulcerativa, per un possibile compromissione del visus, etc.) allora bisogna entrare nell'ottica propostaLe.
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dopo
Utente
Utente
Egregio Dottor Ielo,
la ringrazio per l'esaustiva risposta e mi permetto di disturbarLa nuovamente in quanto navigando in internet ho trovato quanto sotto riportato riguardo al mio problema di esoftalmo:
"Recentemente è stato sperimentato, e i risultati sembrano molto promettenti, un approccio alternativo alla oftalmopatia basedowiana severa in fase attiva, costituito dalla somministrazione di analoghi della somatostatina. Mediante scintigrafia con 111ln-octreotide si è rilevata, a livello orbitario di questi pazienti, una ipercaptazione del tracciante per i recettori della somatostatina. Dopo 3 mesi di trattamento con analoghi della somatostatina si è osservata la negativizzazione dell'octreoscan e un miglioramento del quadro clinico."
Secondo Lei potrei avere risultati positivi con questa terapia?
Ringrazio anticipatamente della Sua disponibilità e le porgo i più cordiali saluti.
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Dr. Giuseppe Ielo Endocrinologo, Medico nucleare 228 4
Gentile Utente 79650,
sono specialista in Medicina Nucleare e Le posso garantire che, se ipotesi vengono formulate nel capo della diagnostica con radioisotopi, la realtà diagnostica e/o curativa è molto vicina.
Spezzata questa lancia verso i colleghi Medico-Nucleari (ma non è una "boutade"), quanto da Lei descritto credo faccia ancora parte di un trial sperimentale, ma, per verificare se è già in atto la terapia, visto che Lei è di Pavia, può rivolgersi al Dottor Aprile, della Medicina Nucleare del Policlinico San Matteo.
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