Costante senso di vomito

Buon giorno. Da un paio di mesi soffro di un disturbo particolarmente fastidioso, a cui all'inizio non davo importanza, ma che ultimamente (ultime due settimane) inzia a proccuparmi.
Ho un costante senso di vomito che mi accompagna praticamente dal risveglio a quando vado a letto, e ogni 3/4 giorni si traduce in conati veri e propri, dove rimetto due o tre volte in bagno provando subito sollievo.
Ho riflettuto parecchio e posto moltissima attenzione cercando di collegare il senso di vomito a qualsiasi possibile causa, ma senza trovare alcuna corrispondenza con tipi di cibi, momenti della giornata, prima o dopo i pasti, cibo pesante o leggero, bevande alcoliche, frizzanti o acqua... niente di niente. Non provo dolori allo stomaco, nessuna acidità, nessun crampo, nessun tipico sintomo da gastrite o altro, vado di corpo regolarmente, urino regolarmente e senza problemi... Ho solo un vago senso di pesantezza appena dopo mangiato, e un costante senso di nausea. L'unico sintomo (anch'esso molto fastidioso) e un costante senso di stringimento alla gola, come se ci fossero puntate costantemente due dita che premono poco sotto il pomo d'adamo... Può essere questa la causa del senso di vomito? Altra cosa interessante, da due mesi ho dei conati di vomito se vado in moto, a causa del cinturino del casco che preme nel solito punto...
Che sia un ingrossamento tiroideo che preme sull'epiglottide e provoca il vomito? A breve farò degli esami di accertamento, ma volevo sapere il vostro parere per questo particolare disturbo.
Per cronaca, in famiglia ho precedenti di problemi tiroidei (mia madre ed uno zio), ma personalmente non ho disturbi da ipertiroidismo (almeno non evidenti)... Grazie in anticipo, D.
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Dr. Stefano Spina Chirurgo generale, Colonproctologo 12.5k 250 8
Il suo caso e' piuttosto singolare, perche' di norma i fastidi che lei riferisce non vanno "da soli" ma si accompagnano ad altri sintomi, piu' o meno sempre riportabili ad una scarsa progressione dei movimenti peristaltici.
Se fossi il suo Medico proverei, dopo ovviamente essermene accertato con una visita, ad utilizzare dei farmaci cosiddetti procinetici ed eventualmente a pianificare una gastroscopia.
Cordiali saluti

dott. Stefano Spina
www.stefanospina.com

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dopo
Utente
Utente
Grazie mille dottore per la risposta.
Infatti è proprio quello che il mio medico mi ha dato: Un Levopraid 25 mg (che ha scarsi effetti, attutisce un pò la nausea) e proprio questa mattina, tra 3 ore, avrò la gastroscopia.
Sono sicuro di non avere nulla, e che il mio "male" sia di natura psicosomatica, visto il periodo di stress che sto passando in questi mesi. Ma a scanso di equivoci vedremo cosa diranno i dottori dopo avermi "guardato dentro".
Saluti, Dario.
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Dr. Stefano Spina Chirurgo generale, Colonproctologo 12.5k 250 8
Il farmaco che le hanno prescritto non e' proprio quello che intendevo io, ma l'idea e' ugualmente buona, soprattutto se di base c'e appunto una componente psicologica. Intanto comunque faccia la gastroscopia, poi si vedra'.
Cordiali saluti
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dopo
Utente
Utente
Salve dottore.
L'esito della gastroscopia di questa mattina è "Ernia Iatale". Sinceramente la escludevo a priori, vista la totale assenza di bruciore/fastidio all'esofago, petto, ventre...
La cosa che più mi sorprende è anche il fatto che abbia questa patologia (non grave fortunatamente) a 35 anni. ho un fisico robusto ex-sportivo, non ho mai avuto nessuna malattia o malessere gravi, ho smesso di fumare da 2 mesi, non sono grasso, bevo raramente, non mangio sregolatamente (ma a breve le analisi del sangue mi daranno una indicazione più dettagliata), faccio un vita regolare senza eccessi...
Come mi consiglia di procedere ora? Ritiene sia necessaria una qualche attività fisica? Pensavo a degli esercizi respiratori, per rinforza lo Iato del diaframma...Esistono?
Anche se rimango convinto che sia un disturbo psicosomatico, e quando passerà il periodo di stress passerà anche il disturbo, nel frattempo, cosa posso fare? Che precauzioni prendere? Sopporto mal volentieri l'uso di farmaci...

Ringrazio anticipatamente.
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Dr. Stefano Spina Chirurgo generale, Colonproctologo 12.5k 250 8
Non credo che il referto riporti soltanto quanto lei ci scrive: probabilmente la descrizione e' piu' dettagliata. L'ernia iatale infatti e' soltanto una condizione anatomica: a lei interessa sapere quali sono le sue caratteristiche e soprattutto i danni che ha fatto e/o che potra' fare in futuro, altrimenti abbiamo soltanto una bella definizione priva di qualunque significato...
Cordiali saluti
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dopo
Utente
Utente
Buona sera dottore.
Dopo 2 settimane all'estero, posso finalmente rispondere. Il referto cita testualmente : "Esofago con piccola ernia iatale da scivolamento senza segni endoscopici di esofagite. Stomaco normoconformato con disegno plicale, peristalsi e distensibilità parietale conservate, senza aspetti patologici. Cardias non continente all'inversione senza lesioni. Anello pilorico, bulbo del duodeno e seconda porzione regolari".
Purtroppo nell'ultima settimana le cose sono peggiorate, ed ho passato giorni d'inferno con un costante senso di vomito, pesantezza e crampi allo stomaco, con due episodi di conato. Il Levopraid aiuta ma solo in parte...
Ritorno alla mia domanda a questo punto: che posso fare? Affidarmi solo alla farmacologia, oppure esistono delle tecniche (non invasive) per poter far tornare il mio stomaco al suo posto? Ginnastica, esercizi, assunzione di particolari cibi o erbe, terapie distensive, Yoga ecc... Essendo io convinto che la psiche nel mio caso abbia causato praticamente al 100% questo disturbo improvviso, crede che l'omeopatica possa aiutare a risolverlo? Oppure solo la medicina classica può debellare questo problema? Spero non sia un paladino della medicina forense, escludendo ogni altra alternativa...Saluti, D.
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Dr. Stefano Spina Chirurgo generale, Colonproctologo 12.5k 250 8
Non si tratta di essere paladini di qualcosa: l'unico modo per riparare l'ernia iatale e' l'intervento chirurgico. Tuttavia spesso non e' necessario farlo: se si riesce a controllare la sintomatologia con l'utilizzo dei soli farmaci lei (come molti altri) potra' benissimo convivere con l'ernia iatale.
Cordiali saluti
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dopo
Utente
Utente
Bhè... diciamo che esistono altre metodologie che, pur non essendo contemplate dalla medicina occidentale, non vuol dire che non abbiano effetti positivi tanto quanto le normali cure farmacologiche, portandosi dietro però decine di effetti collaterali più o meno seri.
Le chiedevo se esistessero esercizi particolari perchè in rete ho trovato questo

http://www.youtube.com/watch?v=xX0zKB2_-UM

Sembra molto interessante, dai commenti leggo di persone che hanno avuto enormi benefici, ma ero curioso della sua opinione a riguardo.

E' chiaro che in casi gravi si deve ricorrere alla mano esperta del chirurgo, ma prima di arrivarci forse è possibile intervenire con metodologie meno aggressive e prive di effetti collaterali, quali invece hanno gli inibitori della pompa protonica, o altri farmaci simili.
Ma so che i dottori "classici" rifiutano a priori ogni alternativa alla classico motto "manda giù, e se non funziona, taglia e cuci".
La ringrazio molto per il tempo accordatomi, e mi complimento del fatto che mette a disposizione gratuitamente le sue conoscenze mediche a chiunque ne chieda consiglio.
Saluti, Dario
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Dr. Stefano Spina Chirurgo generale, Colonproctologo 12.5k 250 8
Ho visto il video che lei ci ha indicato. Probabilmente e' vero che il sottoscritto rientra a pieno diritto tra i Medici che lei definisce "classici". Tuttavia, nel rispondere al suo quesito, senza dubbio non le sara' sfuggito che ho accuratamente evitato di citare i PPI; e questo non certo per una dimenticanza, ma proprio perche' ho voluto rispettare le possibili alternative che lei stesso ha ricordato. Quello che intendevo esporle e' un concetto diverso, e cioe' che per riparare l'ernia l'unica cosa da fare e'... ripararla! Non ho detto pero' che per evitare i disturbi e' sempre necessaria la Chirurgia, perche' questo non sarebbe vero, ma resta il fatto che l'intervento e' l'unica strada nel caso si voglia ripristinare l'anatomia. La domanda a questo punto e': ma davvero e' sempre necessario ripristinare la corretta anatomia? Le faccio un esempio, sperando che possa rendere l'idea. Il signor X scende in strada e trova la sua auto danneggiata: la prima soluzione che viene in mente e' quella di portarla dal carrozziere per farla aggiustare. Se pero' il signor X accettasse di tenersi il danno potra' certamente risolvere i problemi di mobilita' in mille altri modi: a seconda della gravita' del danno stesso potrebbe decidere di guidarla ugualmente, oppure potrebbe farsi prestare l'auto di un parente, magari farsi accompagnare, o prendere l'autobus o persino andare a piedi... Insomma il signor X potrebbe anche riuscire ad andare in ufficio normalmente: magari non sara' proprio la stessa cosa, ma potra' farlo. Certo, molto dipendera' anche da quanto l'auto e' rovinata e da tanti altri fattori, ma insomma non e' affatto detto che per forza bisognera' portarla dal carrozziere!
Ben vengano dunque metodi alternativi all'ernioplastica, che siano farmaci o che siano esercizi yoga: l'importante e' che funzionino su di lei!
Cordiali saluti