Periodo post-raschiamento per aborto

Buonasera,
sono una ragazza di 27 anni, mamma di un bimbo di quasi 2 anni e con recente caso di aborto interno. La prima gravidanza è stata regolarissima, senza alcun problema se non un pò di fatica nel concepimento, avvenuto dopo circa 18 mesi di tentativi. La 2° gravidanza è invece arrivata dopo soli 5 mesi di tentativi, ma si è conclusa con aborto interno diagnosticato intorno alla 7 settimana tramite ecografia tv che mi è stata fatta a seguito di mie segnalazioni inerenti piccole perdite ematiche che avevo da qualche giorno. In questa prima ecografia risultava: camera gestazionale intrauterina con sacco vitellino visualizzato a pareti spesse. Formazione irregolare prossima al sacco vitellino privo di bce. Mi consigliano di ripetere l'eco tv dopo una settimana e questo è stato l'esito: camera gestazionale con echi disorganizzati. A seguito di ciò, sono stata sottoposta a revisione strumentale della cavità uterina. E questo è stato il referto istologico: Residui abortivi con dissociazione edematosa dei villi. Ad oggi, dopo 33 gg dall'intervento, continuo ad avere ancora piccole perdite ematiche e valori bhcg che hanno subito un lieve aumento negli ultimi 2 prelievi effettuati a distanza di 10 gg l'uno dall'altro (da 1046 a 1068). A seguito di ciò, mi hanno fatto nuovamente un'eco tv e risulta essere tutto regolare (rima endometriale mm 6 - ovaie regolari).
Tutto ciò premesso, il mio quesito è: sono regolari queste perdite ematiche? ed i valori bhcg? Le mestruazioni ritorneranno quando si azzerano i valori bhcg o ciò non influisce sul loro ritorno?
Vi ringrazio anticipatamente per l'attenzione ricevuta!!!
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Dr. Ivanoe Santoro Ginecologo, Senologo 8.5k 282 6
Gentile utente
se non ho letto male, dopo 33 giorni dal raschiamento i suoi valori di Beta-HCG sono ancora di 1046 e 1068?
Se è così, allora delle due:
a) o il dosaggio della Beta HCG è sbagliato
b) o l'ecografia non è stata correttamente eseguita.
Il fatto che all'esame istologico sia stato rilevato edema dei villi (villi in degenerazione idropica), è sintomatico del 1° grado di malattia trofoblastica.
Io farei immediatamente:
a) un nuovo dosaggio della Beta HCG presso un altro Laboratorio
b) una ecografia transvaginale presso un Ospedale o una Clinica Universitaria per accertarmi al meglio della situazione locale.
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Dopo un mese dal termine forzato di una gravidanza alla settima settimana, i valori di Beta HCG devono essere nuovamente negativi.
La loro persistenza, specie se l'esame istologico aveva in precedenza mostrato edema dei villi, può essere indice di persistenza patologica di tessuto trofoblastico in preda a degenerazione molare di primo grado.
Normalmente si effettua una seconda revisione della cavità ed un nuovo dosaggio ad almeno 5 - 7 giorni della beta HCG, per poi decidere sull'opportunità o meno di utilizzare un farmaco specifico (il MTX), attivo soprattutto per questi casi.
Mi tenga informato sull'evolversi del caso se lo ritiene opportuno.
Cordialmente.

Prof.Dr.Ivanoe Santoro
Spec.Ostetrico/Ginecologo
già Direttore f.f. UO OST/GIN Ospedale di Solofra(AV) Prof. Anatomia Umana Univ. Napoli

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dopo
Utente
Utente
Buon pomeriggio!
Innanzitutto ringrazio il dott. Ivanoe Santoro per aver gentilmente risposto alla mia richiesta di consulto.
Inoltre, se possibile, vorrei avere alcuni chiarimenti su ciò che Lei mi ha scritto: Lei parla di "1° grado di malattia trofoblastica" e "persistenza patologica di tessuto trofoblastico in preda a degenerazione molare di primo grado". Cosa significa tutto ciò? Può ripresentarsi in una futura gravidanza?
A me è stato spiegato, in parole povere, che l'aborto, stando al referto istologico, è stato causato da un'infiammazione della placenta. E' giusta come spiegazione?
La ringrazio nuovamente.
Cordiali saluti.
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Dr. Ivanoe Santoro Ginecologo, Senologo 8.5k 282 6
Per malattia trofoblastica gestazionale, intendiamo un gruppo di condizioni patologiche con gradi di crescente gravità, a partire dalla mola vescicolare completa ed incompleta, fino a giungere alla mola invasiva ed al corioncarcinoma.
Per tutte queste patologie esiste un marker specifico, costituito dalla subunità beta della gonadotropina corionica umana (o HCG) che, prodotta dalle cellule trofoblastiche, rappresenta un adeguato follow-up di questi quadri patologici. Nella maggior parte dei casi, la malattia trofoblastica gestazionale si ferma al primo grado (mola vescicolare) con decorso generamente autolimitante e favorevole, con remissione spesso spontanea del quadro patologico.
La frequenza della mola vescicolare è di 1 su 1500 - 2000 gravidanze, a differenza el corioncarcinoma che è di 1 su 20.000 - 40.000 gravidanze.
L'origine della mola vescicolare (le cui due varietà completa ed incompleta in passato venivano catalogate come differenti aspetti della stessa entità patologica ma che oggi sembrano rappresentare due entità anatomo-cliniche differenti sotto diversi aspetti), è da ricercare in anomalie della fertilizzazione in cui, spesso (nelle mole complete), uno spermatozoo normale con 23 cromosomi di cui uno sessuale (in genere X), feconda un ovocita "vuoto", privo, cioè, di nucleo (ovocita acefalo), che in seguito, duplicandosi, dà luogo ad uno zigote con corredo cromosomico regolare 46 XX ma con entrambe le X di origine cromosomica paterna. In altri casi (meno frequenti), un ovocita acefalo è fecondato da due spermatozoi, uno recante la X come cromosoma sessuale ed uno la Y, con corredo cromosomico finale 46XY ma sempre con entrambi i cromosomi sessuali di origine paterna.
Nella mola incompleta, il corredo cromosomico è quasi sempre triploide (circa l'80% dei casi) del tipo 69 XXY, derivato dalla fertilizzazione di un ovocita normale (23 X) da parte, contemporaneamente, di due spermatozoi 23 Y (dispermia) o da un singolo spermatozoo senza divisione meiotica, con corredo 46 XY (diandria). Più raramente il corredo triploide è 69 XXX o 69 XYY. Nel restante 20% dei casi, la mola parziale presenterebbe un corredo cromosomico regolare, per cui la causa sembra risiedere in alterazioni non cromosomiche ma dell'asse fibro-connettivale e vascolare del villo, anche se alcune recenti ricerche appaiono indicare la presenza costante di triploidie, la cui mancata evidenziazione si dovrebbe attribuire ad errori tecnici nell'allestimento dei preparati citogenetici.
Quello che Le è stato trovato all'esame microscopico (villi in dissociazione edematosa), conferma la presenza della mola vescicolare probabilmente completa.
In questa, infatti, non è presente tessuto fetale, a differenza della mola parziale in cui sono evidenti, accanto ad aspetti di degenerazione idropica dei villi aree con villi normali e tessuti fetali, intesi come parti derivanti dalla massa cellulare interna (embrione e membrane amnio-coriali).
La degenerazione idropica dei villi, quindi, con rigonfiamento da accumulo di siero al centro dell'asse fibrovascolare del villo stesso, non può e non deve essere confusa con la presenza di un infiltrato infiammatorio composto da leucociti, istiociti, macrofagi, eosinofili a carico del tessuto mesenchimale dell'asse fibro-connettivale del villo coriale.
Quest'ultimo caso, costituirebbe la base citologica della cosiddetta "placentite", brutto termine, che costituirebbe l'infiammazione di cui Le hanno parlato. Ma non è così.
Rimango, quindi, della mia idea di ripetere sia un dosaggio della beta HCG sia una ecografia transvaginale.
Mi tenga informato se crede.
Cordialmente.
[#4]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio nuovamente per l'esauriente spiegazione, dott. Ivanoe Santoro.
Ci tengo a dirLe che ho ripetuto le bhcg al 35° giorno post-raschiamento e i valori sono ulteriormente saliti (da 1068 a 1172) in una sola settimana di distanza tra un prelievo e l'altro. A questo punto, non credo possa esserci stato un errore da parte del laboratorio di analisi.
Comunque giovedi pomeriggio avrò la visita presso il mio ginecologo e sentirò nuovamente il suo parere. E, se necessario, consulterò anche un altro ginecologo chiedendo una nuova ecografia tv.
Mi ero dimenticata di scrivere nella mia prima richiesta che il materiale inviato all'esame istologico era stato definito come "sospetta mola vescicale" (al momento non ho davanti a me le parole esatte, ma ricordo una descrizione simile).
La ringrazio nuovamente e La porterò a conoscenza degli sviluppi.
Cordiali saluti.
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Dr. Ivanoe Santoro Ginecologo, Senologo 8.5k 282 6
Gentile utente
le parole esatte, probabilmente, sono "sospetta mola vescicolare", la patologia che Le avevo preannunciato nel mio intervento precedente.
L'ecografia TV è da eseguire immediatamente.
Probabilmente vi sarà una nuova revisione della cavità uterina e di nuovo una serie di dosaggi della Beta-HCG.
Mi tenga informato se crede.
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dopo
Utente
Utente
Buongiorno!!!
Innanzitutto ringrazio ancora il gentilissimo dott. Ivanoe Santoro che mi ha permesso di affrontare tutto quello che mi è accaduto in questi giorni con la giusta consapevolezza.
Allora, Lei, dottore, non ha sbagliato una sola parola in quello che mi ha scritto. Sabato mattina ho ripetuto una nuova ecografia tv, dopo la quale il mio ginecologo mi parla di un 2° raschiamento da fare il martedi mattina. Nel frattempo avrei dovuto ripetere il dosaggio beta-hcg il lunedi. La cosa però è degenerata nella mattinata di domenica, quando ho avuto improvvise e abbondanti (molto più di una regolare mestruazione) perdite di sangue, con fuoriuscita di coaguli interi e di dimensioni non indifferenti. Chiamo subito il medico che mi sta seguendo che, fortunatamente, è di turno in ospedale e mi dice di presentarmi per il ricovero.
Fortunatamente, le perdite si sono arrestate da sole ma il ginecologo mi ha ricoverata ugualmente. Mi ha fatto di nuovo un'ecografia tv dove ha rilevato presenza di materiale tutto "bucherellato" (mi scusi i termini, ma non ricordo le parole precise). Il lunedi mi ripetono il dosaggio beta-hcg che è ulteriormente salito, e così il martedi mi sottopongono nuovamente a revisione strumentale della cavità uterina.
Il medico che mi segue, così come gli altri medici del reparto, hanno parlato di sospetta mola vescicolare, ma aspettano la certezza dall'esame istologico.
A questo punto vorrei chiederLe: tutti, Lei compreso, mi avete parlato di una terapia da fare successivamente. In cosa consiste questa terapia? Ed è veramente necessaria? Può avere conseguenze negative in futuro?
Inoltre, vorrei sapere se anche Lei è d'accordo sul parere di aspettare almeno 1 anno prima di cercare una nuova gravidanza. Se sì, perchè? Quello che mi è accaduto può in futuro compromettere l'instaurarsi di una gravidanza? Può ripresentarsi tutto quello che sto avendo ora?
Mi scusi per le molteplici domande, ogni medico che vedo lo assillo così, ma ora come ora ho bisogno di capire!!!
La ringrazio vivamente!
Cordiali saluti.
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Dr. Ivanoe Santoro Ginecologo, Senologo 8.5k 282 6
L'aspetto ecografico della mola vescicolare, tradizionalmente è quello "a tempesta di neve" anche se, personalmente, lo assimilerei maggiormente al "favo d'api".
Bando alle ciance.
La revisioned ella cavità uterina dev'essere ben condotta, meglio se sotto guida continua ecografica, come sono solito fare io, per evitare di lasciare "isole" di tessuto molare.
Se fatto bene, lo svuotamento ed il raschiamento della cavità uterina, sono sufficienti ad arginare la malattia, che, comunque, dev'essere seguita col dosaggio seriato della Beta HCG per almeno 6 settimane (1 volta/settimana), osservando, nei casi a decorso favorevole, la sua progressiva diminuzione, fino ai valori non gravidici in questo lasso di tempo.
Se così non fosse, è indicata una nuova revisione della cavità a distanza di circa 3 - 4 settimane dalla prima e la terapia con Metothrexate (un farmaco particolarmente attivo nei confronti del tessuto molare).
Il cosniglio di attendere 1 anno dalla revisione per la mola vescicolare, lo sento dire solo ora. Io, in genere, mi limito ai sei mesi successivi alla negativizzazione della Beta HCG.
Cordialmente.

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