Invalidità civile e privacy

Buonasera,
sto valutando di fare domanda per il riconoscimento dell'invalidità civile, per l'iscrizione alle liste per le Categorie Protette, congruenti alla mia situazione per un problema di tipo fisico (ipotiroidismo) e per alcuni problemi psicologici, certificati (bulimia, disturbo borderline di personalità) e non certificati (ansia e depressione).
E tuttavia, mi è stato detto che, qualora l'iscrizione avvenisse, il potenziale datore di lavoro potrebbe venire a conoscenza - se non addirittura chiedermi in modo diretto - dei motivi che hanno permesso l'iscrizione a queste liste, "pretendendo" che gli mostri il certificato con il dettaglio della diagnosi. Questa informazione è corretta? Inoltre, qualora l'iscrizione avvenisse, sarebbe possibile per me metterne a conoscenza il potenziale datore di lavoro solo e soltanto a mia discrezione? Mi spiego meglio: sarebbe possibile non dirlo a datori che potrebbero esserne spaventati e comunicarlo, invece, in caso di contesti un po' più "aperti". Le porgo questa domanda, perché vorrei evitare di intraprendere una procedura che, se pure andasse in porto, potrebbe paradossalmente scoraggiare la mia assunzione.
Un'ultima cosa. Qual è la percentuale d'invalidità richiesta per l'iscrizione alle liste? Alcuni parlano del 33%, altri del 45%...
La ringrazio in anticipo.
Cordialità.
[#1]
Dr. Gilberto Marcello Boschiroli Medico del lavoro 178 12
Buon giorno,
l'informazione che Le hanno dato è falsa: il datore di lavoro o chiunque altro non ha alcun diritto di conoscere dati inerenti la sua salute. L'unico dato che il datore di lavoro riceverà dalla commissione ASL è la percentuale di invalidità riconosciuta e, in alcuni casi, alcune valutazioni su quali attività lavorative Lei potrà fare e quali no.
Al momento dell'inserimento al lavoro, in alcuni casi previsti per legge, quando sono presenti rischi lavorativi, il datore di lavoro è tenuto a farla vistare dal medico competente aziendale, al quale invece Lei dovrà fornire tutte le indicazioni del caso. Il medico competente tuttavia è lui stesso tenuto al più rigoroso segreto professionale e non potrà mai dire nulla al datore di lavoro o a altri senza un suo esplicito consenso, meglio se redatto per iscritto. Il medico è tenuto a redigere un certificato con il giudizio di idoneità (o meno ..) alla mansione a cui Lei dovrà essere addetta e nulla più. Ogni altro comportamento è scorretto e penalmente perseguibile, anche , per il medico, cn i procedimenti disciplinari dell'ordine dei medici per violazione del codice deontologico che in questi casi possono essere molto rilevanti.

Cordialmente,

Dr. Gilberto Marcello Boschiroli

[#2]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno dott. Boschiroli,
la ringrazio per la sua risposta.
Le domando ancora una cosa per cortesia.
L'iscrizione alle categorie protette potrebbe compromettere la partecipazione a concorsi pubblici e ad agli sbocchi relativi alla laurea in Giurisprudenza (concorso notarile, concorso magistratura).
Grazie ancora.
Cordialità.
[#3]
Dr. Gilberto Marcello Boschiroli Medico del lavoro 178 12
buona sera, l'iscrizione alle liste di collocamento come categoria protetta non preclude in alcun modo la partecipazione a concorsi pubblici, anzi spesso aumenta il punteggio per titoli. tenga conto tuttavia che per entrare in ruolo in alcune categorie pubbliche come per esempio la magistratura all insegnamento dopo aver vinto il concorso è prevista una visita medica di valutazione di idoneità. in questi casi l'energia di patologie psichiatriche coperte dal segreto professionale potrebbe indurre il medico a non considerare idoneo il soggetto. ovviamente dipende dal tipo e dalla gravità della malattia. la percentuale per essere iscritti alle liste di collocamento deve essere minima di 46 punti percentuali.
spero di esserlo stata utile e cordialmente la saluto.

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