coccigodinia

Salve, scrivo per conto di una ragazza di 21 anni. A novembre 2014 sono iniziati i dolori al coccige, improvvisamente dopo un'ora che stava seduta. La ragazza ha una vita molto sedentaria, essendo una studentessa universitaria. Da qualche anno aveva avuto sporadici episodi di dolore tenue, non imputabili ad un trauma particolare. Il medico di base aveva consigliato nella prima visita antidolorifici ed un'ecografia per controllare la presenza di cisti. L'esito in dicembre 2014 è stato negativo. All'insorgenza di costanti ma lievi dolori lombari ha chiamato in agosto 2015 un fisioterapista. Lui, prima di iniziare un trattamento, le ha fatto fare una radiografia al rachide in toto + bacino in orto - AP Lombo-sacrale in LL, colonna sacrococcigea L.L. Il referto dice "asse rachideo nei limiti se si eccettua una modesta accentuazione della lordosi lombare morfologicamente regolari i metameri, non alterazioni strutturali alle ossa del bacino che appare in asse, lievissima diastasi al tratto medio delle vertebre coccigee". Avendo visto il referto per 8 sedute ha eseguito ultrasuoni e stimolazioni con attrezzi vibranti (una sorta di "martello") direttamente sul coccige. Il dolore però è peggiorato e allora si è recata da un osteopata che grazia ad una prima manovra intrarettale che le ha arrecato un grande sollievo iniziale ma poi il dolore non è più scomparso. Allora ha fatto una visita da un reumatologo, il quale le ha dato questa terapia: iniezioni di CLASTEON 100 mg/3,3 ml soluzione iniettabile per uso intramuscolare con lidocaina 1% per otto giorni, una al giorno. Nessuna novità: ha difficoltà a sedersi, e percepisce dolore ogni volta che passa dalla posizione eretta a seduta e viceversa con fitte molto acute. Dopo una visita ortopedica, l'ortopedico ha consigliato ginnastica posturale ed attività motoria mirata. Questa è in corso da sei mesi, e, sebbene ci siano stati dei miglioramenti e una maggiore tollerabilità del disturbo, non si è comunque arrivati alla cura definitiva. Ad oggi è stata effettuata una RM il cui referto cito testualmente: "Lo studio RM è stato eseguito in condizioni di base con acquisizioni sul piano sagittale e coassiali ai dischi intersomatici da L1 a S1. RIDOTTA LA FISIOLOGICA LORDOSI LOMBARE CON NORMALE ALLINEAMENTO DEL MURO SOMAICO POSTERIORE. iL CANALE VERTEBRALE E' DI AMPIEZZA NEI LIMITI DELLA NORMA. DA L1 A L5 NEI LIMITI DELLA NORMA IL SEGNALE E LA MORFOLOGIA DISCALE. A LIVELLO L5-S1 MINIMO BULGING DISCALE. LIEVE DEFORMITà DEL SOMA DI S5 DA VEROSIMILI ESITI TRAUMATICI PREGRESSI". Alla luce di questa ultima analisi, vogliamo sapere se è imputabile un tale dolore cronico al bulging discale o alla deformità riscontrata e se in tal caso sono disponibili procedure chirurgiche o terapie mirate per guarire definitivamente. Ricordo che la ginnastica posturale non ha portato a guarigione. Vi chiediamo, inoltre, consigli per i prossimi passi: conoscete uno specialista del coccige in Italia? Non sappiamo più dove andare.
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398 77
Egr. signore,
seppur con i limiti della consulenza on-line, ritengo che la sintomatologia della ragazza sia attribubile a quanto è stato riscontrato a carico del coccige.
Se le terapie conservative e farmacologiche non hanno dato risultati apprezzabili penso che vada presa in considerazione l'intervento chirurgico.

Legga questo articolo, dove potrà trovare maggiori informzioni al riguardo

https://www.medicitalia.it/minforma/neurochirurgia/683-trattamento-chirurgico-della-coccigodinia.html

Cordialmente
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dopo
Utente
Utente
Gentile dott. Migliaccio,

La ringrazio della risposta; ci potrebbe indicare cosa viene fatto nello specifico nell'intervento che consiglia?
Da quello che ho letto nell'articolo mi sembra di capire che vengono asportate le protuberanze coccigee; quali sarebbero secondo lei, sebbene non abbia in mano la cartella clinica e sia questo un consulto "a distanza", le vertebre che interesserebbero l'intervento in questo specifico caso?
L'intervento chirurgico che consiglia è "stereotipato", nel senso che lo esegue allo stesso modo a tutte le coccigodinie resistenti alle terapie conservative? Mi pare di capire dal suo articolo che non è una procedura standard e che non viene eseguita spesso.
Quali potrebbero essere le conseguenze negative di questo intervento? Ci tengo a fare questa domanda data la giovane età della ragazza.

La ringrazio
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398 77
Egr. signore,
quando nelle risposte ai consulti premetto che vi sono limiti dovuti alla distanza, vuol dire che tali limiti riguardano il non poter visionare le immagini di esami eseguiti, non poter procedere all'esame clinico del paziente, non poter ascoltare e dialogare con l'interessato riguardo la propria storia clinica.

Detto questo come posso rispondere alle Sue domande?
Solo dopo quanto sopra detto, si può valutare se è indicato l'intervento e quale procedura utilizzare.
Con questo Le ho risposto alla seconda domanda.

Per quanto riguarda la frequenza di tali interventi, mi pare di averlo spiegato nell'articolo.
Essi sono in numero inferiore in rapporto al numero di pazienti che soffrono di coccigodinia a causa di concetti poco chiari che si hanno su tale patologia (anche da parte di molti colleghi).
Inoltre, sempre sulla scorta di una accurata visita, i pazienti che giungono all'osservazione del medico per coccigodinia possono non essere candidati all'intervento, almeno in prima istanza.

Spero di aver chiarito la Sua legittima curiosità

Cordialmente

Per quanto riguarda la Sua ultima domanda, la risposta è anch'essa contenuta nell'articolo, ma per Sua comodità lo ripeto qui.
Non vi sono complicanze serie se non il rischio di infezione della ferita che però guarisce se curata correttamente.
La persistenza del dolore ha una variabilità che in media non supera i 6 mesi, raramente giunge a 1 anno.