Vorrei far di tutto affinchè mio padre possa acquistare un minimo di coscienza

Gentilissimi dottori
mio padre, ha riportato un trauma cranico a seguito di caduta. Il PRIMO esame Tac ha evidenziato la frattura a tutto spessore della rocca petrosa destra e plurifocale con minima scomposizione della squama temporale omolaterlae. Vasta area di disomogenea iperdensità si riconosce nel lobo temporale compatibile con soffusione emorragica in ESA prevalentemente destra ed esile falda di ematoma subdurale. Minimo effetto massa sulle strutture mediane.
Nel SECONDO esame Tac è risultata visibile una emorragia suaracnoidea diffusa in entrambi gli emisferi cerebrali e falda di emorragia subdurale bilaterale conn prevalenza a destra (spessore 5 mm), concomitano ematomi intraparenchimali con discreto edema perilesionale in entrambi i lobi temporali non presenti nell'esame precedente. Il sistema ventricolo cisternale è in asse rispetto alla linea mediana.
Nel TERZO esame Tac il quadro è rimasto invariato rispetto ai precedenti esami Tac.

Mio padre ha 89 anni, è paziente che si sottopone a dialisi giornaliera e soffre di scompenso cardiovascolare con cardiopatia ischemica ipertensiva, insufficienza mitralica lieve moderata, ipertensione polmonare di grado moderata, insufficienza renale.
Attualmente vive in stato di semi incoscienza a causa del trauma cranico ed è ricoverato nel reparto medicina. Apre gli occhi, muove e mi stringe la mano, mentre prima, il giorno della sua caduta, riusciva a formulare qualche frase anche se sconnessa. Ora non piu', si lamenta a sussurri e risponde pochissimo agli stimoli esterni.
Vi domando cortesemente se è il caso di fargli affrontare un intervento chirurgico per tentare di riparare al danno cerebrale. Domando inoltre quali rischi ed in quale proporzione egli potrebbe superare l'intervento chirurgico e se puo' in qualche maniera recuperare un minimo di coscienza.
Posso io, in qualità di parente assumermi la responsabilità per farlo sottoporre a questo intervento chirugico? A quanti e quali rischi egli andrebbe incontro? Vorrei far di tutto affinchè mio padre possa acquistare un minimo di coscienza.
Grazie anticipatamente.
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.9k 243 2
Egregio signore, credo che la situazione di suo padre sia molto critica ed anche a rischio di vita.
La situazione che lei descrive non sembra indurre ad un trattamento chirurgico sia per la plurilesionalità in atto,sia per la relativa stabilità (a quanto si capisce) dell'ultima tacsia per le condizioni generali descritte ed in ultimo anche per l'età avanzata.
E' possibile che le cose migliorino e che ci sia una apprezzabile ripresa ma la situazione,ripeto,è molto grave.
A mio avviso, vi è più rischio ad operarlo che trattarlo conservativamente.
Sicuramente, nel reparto di medicina avrà tuttenquelle attenzioni che il paz. merita anche se, esistendone le possibilità, forse potrebbe essere trasferito in un'altra unità operativa per una più specialistica osservazione.
Il mio parere è,tuttavia,limitato dal fatto che non ho listo le lastre,non ho visitato suo padre nè,soprattutto,non ho seguito l'evoluzione clinica...
Ritengo che debba affidarsi e fidarsi dei Colleghi che attualmente hanno in cura suo papà.
Le faccio tanti auguri e mi tenga pure informato

Dr. Della Corte: vincenzodellacortemi@libero.it
Case di Cura: "La Madonnina Milano-02/58395555
"Villa Mafalda" ROMA-06/86094294

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Dr. Ettore Sannino Neurochirurgo 102 6
Egregio signore, giusto per rassicurarla sulla ondotta sinora tenuta dai colleghi che hanno in cura papà, le confermo di condividere pienamente quanto già affermato dl dr.Della Corte. Al momento non viè alcuna indicazione chirurgica e, sebbene l'età e le condizioni generali pongano una condizione di elevato ischio, se non dovessero sopraggiungere complicazioni emodinamiche (il cuore e la circolazion) e della capacità di coagulare il sangue, è possibile che lentamente le condizioni di papà migliorino, come le auguro e ci auguriamo tutti.
In ogni caso sarà utile seguire l'evoluzione dell'ematoma sub durale,che nel tempo potrebbe determinare un igroma, cosa comune negli anziani, che potrebbe successivamente richieder un intervento, anche se non è assolutanmente detto che andrà così. Le rinnovo gli auguri e la saluto cordialmente

Dr. Ettore Sannino

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dopo
Utente
Utente
Voglio esprimere la mia riconoscenza per la vostra gentilezza e professionalità nell'affrontare il caso da me proposto, nonchè per la prova di umanità che state dando.
Mio padre è ancora in stato stazionario e vado a visitarlo giornalmente. Le sue reazioni sono sempre le stesse: quando gli porgo la mano egli pare che voglia stringermela, ed apre gli occhi per qualche istante. Spesso egli si tocca il viso.
L'altro ieri mi sono fatto consegnare il cd contenente le lastre della Tac. Domando se è possibile sottoporlo alla vostra gentile attenzione. Essendo un cd con un peso in Mb piuttosto considerevole (circa 500 mb), starei pensando di estrarre solo le immagini una per una, e spedirle in un file unico, compresso, affinchè, eventualmente, possiate visionarle in maniera piu' agevole. Domando se è possibile.

Mio padre ha 89 anni e soffre di parecchi disturbi come ho già evidenziato in precedenza. Se non proprio un intervento chirurgico, chiedo se sarebbe il caso di farlo sottoporre a dei fori di drenaggio per ridurre la pressione sulla massa cerebrale che si è venuta a formare a seguito dell'emorragia. Oggi la falda emorratica subdurale bilaterale è di 5 mm. Domando gentilmente se questo versamento di sangue nella massa cerebrale, se trascurato, puo' causare una compressione sul cervello tale da compromettere irrimediabilemente le sue capacità cognitive col passare del tempo o se le stesse possono riprendere anche se non in maniera totale un volta che l'emorragia si sia assorbita da sola.
Grazie ancora per la vostra attenzione.
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.9k 243 2
Egregio signore, provi ad inviarmi le lastre della ultima tac sulla e-mail che figura in calce.
Per quanto riguarda i fori di trapano per l'evacuazione,adesso,della raccolta intracranica ma extra cerebrale vi potrebbe essere addiruttura il rischio che le emorragie intracecrebrali si espandano e peggioraee così la situazione.
Ritengo che un'assistenza come sta ottenendo ora sia da considerare buona. In questa fase piuttosto che terapie o trattamenti "eroici", sia da preferire un "fattivo attendismo" in quanto il versamento sb-aracnoideo tenderà a riassorbirsi ed i focolai, credo contusivi,cerebrali tenderanno sia pur più lentamente a "sfumarsi" dando meno

pressione inracranica elevata.
Tutto quanto le ho detto è a titolo orientativo in quanto è il Curante che ha sotto mano la situazione ad essere più titolato ad esprimere il suo parere.
Se vuole mandarmi le lastre lo faccia nelle prossime ore in quanto probabilmente dovrò partire in tarda serata o nella mattinata di domani. Cordialità
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.9k 243 2
Egregio Signore,ho visto le immagini della TAC e ritengo che tutto considerato è stato meglio non sottoporre suo padre ad un intervento intracranico.
Allo stato non ho altre notizie e se queste fossero rilevanti, mi faccia sapere. Infiniti auguri
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Utente
Utente
Grazie infinite, dopo qualche problema al pc riesco finalmente a rimettermi in contatto col sito.
Vi sono stati alcuni miglioramenti nel senso che ora mio padre sembra rispondere meglio agli stimoli esterni. Ha sempre difficoltà nei movimenti e nell'articolazione del pensiero. Pero' a volte chiede di qualche familiare, sembra anche che nutra qualche preoccupazione per il suo stato (è stato sempre attivo nella sua vita) e quando lo aiuto a farsi la barba pare che si renda conto e muove la testa per agevolarmi nell'operazione. L'altro ieri, dopo averlo salutato apprestandomi ad andare via dopo avergli fatto visita all'ospedale, ha addirittura risposto "ciao, buonanotte". Pero' molto spesso non riesce a formulare frasi complete, anche se risponde con cenni alle domande nel 90 percento dei casi.

Viene alimentato, oltre che da una flebo con una sostanza bianca all'interno, anche con una tazza di semolino al quale io aggiungo, col permesso del personale medico dell'ospedale, un omogeneizzato. Ha ancora difficoltà a deglutire sostanze un po' piu' solide.
Ho chiesto ai medici se avessero fatto un'ulteriore esame tac per valutare l'evoluzione dell'ematoma subdurale e mi è stato risposto che tale esame sarebbe stato effettuato a giorni.

All'ospedale civile mi è stato fatto comprendere che mio padre sarebbe già pronto alle dimissioni, o a casa, o in alternativa in una residenza sanitaria assistenziale extraospedaliera convenzionata.
Benchè conosca la bontà di questo centro, io nutro ancora qualche preoccupazione in quanto mio padre, oltre all'emorragia ha riportato la frattura dell'osso chiamato rocca petrosa e vorrei che all'ospedale seguissero ancora per qualche settimana l'andamento clinico. Da una parte sono felice che mio padre stia, anche se in molto minima quantità, riprendendo coscienza dell'esterno, pero' mi preoccupa come si evolverà la situazione clinica.
Se fosse possibile lo farei trasferire in un'altro ospedale del capoluogo di provincia della mia regione proprio per completare gli esami tac in maniera piu' attenta.
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.9k 243 2
Egregio signore, sono felice per lei in considerazione di un esito attualmente favorevole della malattia di suo papà.
Il paz. ha sicuramente ancora bisogno di assistenza ospedaliera per quanto gli stanno facendo(lei non lo ha detto ma ritengo che un fisioterapoista venga quotidianamente al letto per la mobilizzazione passiva e,per quanto possibile,attiva degli arti).In questa fase è importante prevenire possibili complicazioni (ad es. trombo-embolie, piaghe da decubito, ristagni di catarro nelle vie bronco-polmonari...). Successivamente, quando le condizioni generali e neurologiche miglioreranno,suo padre potrà beneficiare anche dell'attività di un Logopedista...
E' sicuramente importante un altro esame neuroradiologico cerebrale per verificare lo stato delle lesioni.
Mi tenga informato che le risponderò volentieri.
Ancora auguri e cordiali saluti
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Utente
Utente
Grazie, l'altro ieri hanno fatto visita due signori per fare una valutazione sul paziente per cominciare le pratiche per il trasferimento in una residenza sanitaria assistenziale extraospedaliera convenzionata della mia città.
Oggi nutro parecchie perplessità in quanto, prima di farlo trasferire, vorrei prima capire come si sta evolvendo la situazione della falda emorragica. Oggi ho intenzione di andare a ritirare il referto medico relativo all'utima tac che gli è stata effettuata qualche giorno fa.
Inoltre ho notato che a mio padre è stata applicata una boccetta di antibiotico via endovenosa solo dopo molti giorni dal ricovero.
Questi antibiotici gli sono stati somministrati solo per un giorno. Forse sono troppo apprensivo, ma credo che il fatto di somministrare antibiotici sin dall'inizio sia di fondamentale importanza per evitare infezioni all'interno del capo. Oggi scopro che questi antibiotici gli sono stati somministrati solo in piccolissima parte, a meno che la sacca bianca con la quale riceve nutrizione endovena non ne contenga al suo interno. Io comunque, oltre quella sacca, non ho mai visto altre flebo applicate.

Chiedo se è meglio rimandare di qualche settimana il trasferimento in questo centro assistenziale extraospedaliero per vedere se la falda emorragica si stia assorbendo, e per vedere l'evoluzione generale.
Per quanto riguarda la fisioterapia, gli viene fatta quasi giornalmente, da una infermiera in maniera da fargli muovere le gambe. Ad ogni modo non si notano piaghe da decubito.
In questi giorni lo sto aiutando ad alimentarsi giornalmente con 2 omogeneizzati alla carne, purè di patate e frutta frullata arricchita con un po' di miele che egli mangia con gusto sia a pranzo che per cena.
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Utente
Utente
Oggi 21 aprile ho parlato coi medici che mi hanno riferito che dall'esame della Tac risulta che l'accumulo di sangue si è di molto assorbito, pero' si è evidenziata la formazione di un igroma, e che mi padre sarà trattenuto in ospedale perchè il neurochirurgo possa valutare l'opportunità di intervento chirurgico.
Il suo trasferimento in residenza extraospedaliera è pertanto rimandato.
Leggendo alcune risposte ricevute da altri utenti, relative agli ematomi subdurali con formazione di igromi, ho potuto constatare che l'intervento chirurgico per l'igroma verrebbe fatto in anestesia locale, e comunque non costituirebbe motivo di particolare preoccupazione.
Spero che sia il caso di mio padre, e che possa affrontare tale intervento. Chiedo gentilmente conferma a voi.


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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.9k 243 2
Egregio Signore, è importante sapere se l’igroma comprima il cervello e se sposta la linea mediana.
Se l’igroma è piccolo (ad esempio tipo una pellicola)o comunque non svolge funzione compressiva , si può anche attentedere il successivo controllo per verificare la tendenza ad espandersi o a regredire.
E'determunante l’esperienza del curante , che ha sottocchio costantemente suo padre.
In ogni caso i criteri di comportamento che le ho dato sono in linea di massima da seguire.
Per quanto riguarda l’antibiotico, probabilmente non c’era bisogno di somministrarlo con modalità diverse.Cordialmente
[#11]
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Utente
Utente
Purtroppo, ultimamente, vi sono stati dei peggioramenti.
Provo a riassumere. Dopo il primo ricovero in ospedale a seguito del trauma cranico, mio padre è stato dimesso ed io ho preferito che fosse trasferito in un centro di assistenza sanitaria extraospedaliera con il proposito di fagli trascorrere almeno un mese con la speranza che con l'aiuto di personale specializzato egli potesse migliorare ulteriormente.
Solo ora mi accorgo dell'enormità dello sbaglio da me commesso e mentre vi sto scrivendo ho il morale a terra, e rimorso, tanto rimorso.
Sorvolo sui particolari, di fatto egli veniva trasferito 2 volte al giorno nella sala mensa perchè stesse a contatto con gli altri degenti, alcuni dei quali con gravi deficit mentali.
Piu' volte, recandomi a fargli visita, sono entrato nella sua camera non trovandolo. Quasi sempre trovavo mio padre seduto su una sedia a rotelle, davanti ad un tavolo, che chiedeva aiuto con lo sguardo perso nel vuoto, completamente lasciato a se stesso. Un giorno, entrando in mensa, prima ancora di varcare l'ingresso della sala, l'ho udito lamentarsi e chiedere aiuto. Era talmente agitato al punto che si è strappato l'ago della flebo ed era sporco di sangue.
Nessuno pareva accorgersi di questa persona in difficolta.
Lo riportavo, personalmente, nella sua camera affinchè egli potesse mangiare tranquillo.

Ho chiesto piu' volte che non venisse trasferito in quella maniera e che gli fosse servito il pasto in camera. Magari facendolo sedere, perchè mio padre riusciva a star seduto, ed aveva persino cominciato ad usare le posate e con quelle mangiava la pietanza direttamente dal piatto. Ma in sala mensa egli si agitava.

Io sono sicuro che il motivo della sua agitazione sta nel fatto che una persona traumatizzata cranica, che non riesce a realizzare cio' che gli accade intorno, confusa mentalmente a causa del trauma, una persona affetta da maculopatia e percio' vede pochissimo, sente pochissimo, alla fine si terrorizza. Sono sicuro di quello che dico, perchè mio padre, prima che venisse sottoposto a questa serie di trasferimenti (che questi pseudo specialisti chiamano riabilitazione e tentativo di far socializzare il paziente con gli altri, altro non era che il lavarsene le mani.
Nel frattempo mio padre ha cominciato a perdere tutti quei piccoli miglioramenti che mi avevano risollevato lo stato d'animo e fatto ben sperare in una sua guarigione, anche se non mi sono mai illuso che potesse tornare il mio papà di prima. Mi bastava che egli non soffrisse e che capisse qualche discorso.

Dopo l'ennesima mia sfuriata, irrompo in residenza extra ospedaliera alle ore 21:30 di giovedi' scorso, apro la porta dove dormiva mio padre e chiamo il 118.
Dopo una furibonda discussione con gli infermieri di turno, ho intimato loro, con molta determinazione, che facessero entrare in camera la lettiga dell'ambulanza. Mio padre non rispeva piu' agli stimoli esterni, pareva dormisse, aveva come degli spasimi negli arti, la febbre a 38.5, ogni tanto boccheggiava.

Ora mio padre è ricoverato nel reparto medicina. Quel reparto che lo ha accolto e curato subito dopo il trauma.
I medici lo hanno trovato disidratato e con una infezione alle vie urinarie.
Oggi parla e dice cose sconnesse.
Per cortesia, datemi un consiglio su come mi devo comportare domani. Voglio dedicare la giornata di domani e dopodomani totalmente ad aiutare mio padre a venir fuori dal suo stato. Intendevo proporre una risonanza magnetica con carattere d'urgenza per vedere se il cervello viene compresso oppure se questo suo comportamente è a causa della febbre.

ps
oggi hanno deciso di fare una trasfusione di sangue perchè lo hanno trovato anemico.
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.9k 243 2
Egregio signore , l'esecuzione dell'indagine neuroradiologica cerebrale è opportuna.
Ma anche la febbre può essere di per sè idonea a determinare un calo del livello di coscienza e della funzionalità neurologica in genere.
Se adeguatamente seguito ritengo che suo papà possa ancora recuperare...e speriamo per il meglio.
Mi tenga informato e le formulo ancora fervidi auguri.
[#13]
dopo
Utente
Utente
Grazie,
molto probabilmente la febbre è la causa dei discorsi strampalati che sento da mio padre, spero che dipenda solo da quello. Ad ogni modo sto pensando di chiedere ai medici se le condizioni di mio padre consentono di poterlo trasferire a casa. Ho già contattato una bravissima badante infermiera con 16 anni di esperienza che ha dato la sua disponibilità già da subito.
Credo che mio padre abbia bisogno di quella tranquillità che in ospedale non è possibile avere, tra una visite degli altri parenti e la comprensibile frettolosità con la quale il personale infermiere svolge le funzioni di pulizia personale e di nutrizione.
Io con la mia presenza e voce riesco a tranquillizzarlo un po', ma posso stare in ospedale solo per qualche ora la mattina e qualche ora la sera. Oggi ho chiesto al suo vicino di letto se mio padre dormisse la notte, e ho scoperto che non dorme, e fa capire che vuole essere portato via.
Ho potuto constatare che ogni istante in cui viene trattato dal personale infermieristico viene vissuto da mio padre come un tormento mentale.
Probabilmente non è capace di realizzare cio' che gli accade intorno, e facilmente si spaventa. Non vede quasi nulla e sente pochissimo.
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.9k 243 2
Egregio signore, aspettiamo prima che la febbre,la cistite od altro rientri. Quando starà bene (o per lo meno quando non avrà problemi acuti) si potrà pensare alla domiciliarizzazione ove,però,bisognerà organizzare una assistenza che,almeno nei primi tempi,abbisognerà più di una badante (so che le ASL inviano infermieri a domicicio e/o fkt e,se c'è bisogno di qualche flebo, bisognerà provvedere). Indubbiamente a casa, cioè nel proprio ambiente naturale, la ripresa,specie quella psichica che poi è un po' il presupposto di tutto il resto, è più veloce.
Ancora auguri ed a presto
[#15]
dopo
Utente
Utente
Grazie,
per fortuna la febbre si è rivelata la causa di tutti quegli strani discorsi. Attualmente pare piu' tranquillo, risponde alle domande e addirittura ringrazia coloro che vanno a visitarlo. Mi sembra piu' lucido di prima. Sono convinto che vi siano margini di miglioramento, se aiutato.
Pero' ho fatto una brutta scoperta: mio padre ha preso l'abitudine di strapparsi il cerotto che nasconde la fistola della dialisi. Per quanto ho capito, sembra che avesse preso quest'abitudine da alcune settimane. Mi domando perchè i medici non mi hanno mai avvisato di questo fatto, nonostante io domandassi molto spesso quali fossero le condizioni di salute di mio padre. In pratica si preferiva contenerlo con i lacci.
E' giusto contenerlo, pero' se un medico mi avesse avvisato prima io avrei subito contattato delle badanti perchè vigilassero su di lui giorno e notte.
Non sono contrario all'uso della contenzione, quando serve ad evitare che il paziente si possa far del male, pero' avrei potuto fargli risparmiare questo tormento.

In questi giorni gli sto' accanto praticamente tutto il giorno, mentre per la notte ho incaricato una brava badante, tutto cio' per evitare che si strappi aghi e fistola. Nel frattempo ho preparato la stanza che lo accoglierà (spero il piu' presto possibile) con un letto ortopedico. Mentre per la seggiola a rotelle multifunzionale dovro' aspettare qualche decina di giorni.
Oggi è stato sottoposto a trattamento di dialisi dalle 8:00 alle 12:00 circa, e, la sera gli è stata somministrata dell'albumina endovena. Era molto stanco ed ha trascorso molto tempo a dormire.
Di pomeriggio
Ho letto qualche articolo su questo sito in cui si parla di albumina somministrata endovena. Spero che le cose non stiano peggiorando.
Questo fatto potrebbe indurre i medici a tenerlo sotto osservazione ancora per qualche giorno?
Grazie ancora.
[#16]
Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.9k 243 2
Egegio Signore, mi fa piacere che le cose vadano decisamente meglio ed organizzandosi al meglio forse potrebbe anche essere portato a casa.
Non so dirle cosa posssa indurre i Colleghi a trattenerlo ancora in Ospedale (si prolungherebbe per un po' con un ricovero sociale e ciò in teoria è possibile ma dipende molto dalle disponibilità di posti letto,dalla mentalità diffusa,dal singolo Medico che deve provvedere,dalle possibilità esterne che si vanno concretizzando...).

Il fatto che i paz.,in stato di agitazione psico-motoria,si strappino le flebo,si autoledano,urlino,bestemmino... e quando rinsavisco non ricordano nulla,è da considerare normale e quindi i mezzi di contenzione a volte non riescono nemmeno ad essere sufficientemente efficaci (insufficiente quindi anche la presenza di una badante).A domicilio,quando le cose vanno meglio ,il discorso è diverso ma ci sarà sempre bisogno di molta attenzione in quanto i miglioramenti saranno graduali.

Le formulo infiniti auguri e mi tenga informato.
Ipertensione

L'ipertensione è lo stato costante di pressione arteriosa superiore ai valori normali, che riduce l'aspettativa di vita e aumenta il rischio di altre patologie.

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