Chiarimenti esito rm

Chiedo gentilmente chiarimenti circa due RM encefalo eseguite a distanza di un anno, intervallate dall'esame doppler alle carotidi con esito negativo, effettuate su un soggetto diabetico 8non insulinodipendente) di 70 anni che presenta i seguenti sintomi: amnesia a breve e medio termine, confusione mentale, comportamenti ossessivi, difficoltà di concentrazione e di eloquio (non trova le parole), lentezza nella deambulazione.
1) Indagine eseguita in tecnica SE, FSE con immagini T1W e T2W secondo piani sagittali, assiali e coronali. Sistema ventricolare sotto e sovratentoriale di normale morfovolumetria. Discreto ampliamento degli spazi liquorali periencefalici bilateralmente. Corpo calloso e regione infundibulo-ipofisaria nella norma. Bilateralmente multiple areole di alterato segnale in T2, ispossico-degenerative-microinfartuali, sono apprezzabili in corrispondenza della sostanza bianca sottocorticale fronto-temporo-parietale, periventricolare e nei centri semiovali. Lieve dolicoectasia dell'asse vertebro-basilare e lieve aumento di calibro delle aa. carotidi interne nel segmento intracavernoso e sovraclinoideo.
2) Indagine eseguita in tecnica SE, FSE e FLAIR con immagini T1W, T2W e DWI senza e con mdc paramagnetico secondo piani sagittali, assiali e coronali. Rispetto al precedente esame si rivela:
- lieve maggiore ampiezza dei ventricoli laterali
- in T2 incremento numerico delle areole iperintense da sofferenza microvascolare in corrispondenza dei centri semiovali e della sostanza bianca periventricolare e sottocorticale fronto-temporo-parietale e della iperintensità periventricolare; migliore definizione di altra areola in sede talamica sinistra. Dopo somministrazione di mdc non si rilevano aree di alterato segnale. Nello studio sagittale si segnala discopatia nel tratto C3-C5 con dubbio di impronta sul midollo a C4-C5.
Intendo già rivolgermi ad uno specialista ma nell’attesa vorrei capire meglio quale potrebbe essere il quadro patologico e se esistono terapie farmacologiche di supporto.
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Dr. Rosario Vecchio Neurologo 1.4k 32 22
gentile utente,

i referti di risonanza magnetica descrivono un quadro di sofferenza cerebrale di natura multinfartuale su base ischemica. In altre parole nel referto sono descritte diverse aree di sofferenza cerebrale dovute a piccole ischemie che si sono succedute nel tempo. I sintomi riferiti sono collegati a questa condizione. Il consiglio è di eseguire una visita neurologica e iniziare, se ancora non fatto, terapia farmacologica per intervenire sui fattori di rischio per malattia cerebrovascolare ischemica.

Cordiali Saluti

cordiali saluti

Dr. Rosario Vecchio

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Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 75.1k 2.3k 20
Gentile utente,
le sue RM indirizzano verso un quadro di encefalopatia multinfartuale, cioè una patologia vascolare del cervello caratterizzata da piccole e ripetute ischemie. Come bene dice lei, è necessario rivolgersi ad un neurologo per valutare meglio la situazione clinica ed instaurare un'opportuna terapia di supporto alle lesioni già esistenti e di prevenzione per il futuro (anche se non esiste una prevenzione totale). Purtroppo il diabete provoca questi danni.
Cordialmente

Dr. Antonio Ferraloro

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dopo
Utente
Utente
Ringrazio vivamente il dott. Vecchio e il dott. Ferraloro per la sollecitudine nel rispondermi. Il paziente in questione è mio padre ed è estremamente doloroso accettare l'aggravarsi del suo stato patologico e la conseguente perdita della qualità di vita.
Circa quattro anni fa, mio padre è stato vittima di un incidente stradale molto serio, da cui è uscito con danni tutto sommato lievi in considerazione della gravità del sinistro (frattura di alcune costole e del polso, ematomi al torace e in altre parti del corpo, numerose escoriazioni). Al pronto soccorso hanno effettuato una TAC sempre encefalica che non ha rilevato danni cerebrali, nonostante la pedita dei sensi e la rimozione mnemonica dell'accaduto. Gli hanno peraltro somministrato una dose di eparina, ma non hanno richiesto il ricovero. Da quel momento però è cambiato qualcosa nella sua facoltà di ricordare, aggravatasi poi con l'avvento del pensionamento. Ho cercato di costringere mio padre a sottoporsi ad una serie di accertamenti, ma questo suggerimento è stato accolto soltanto nel 2008. Possono i suoi attuali disturbi essere connessi a quell'episodio? Può trattarsi di una concausa?
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dopo
Utente
Utente
La radiologa che ha eseguito la RM ha parlato di demenza senile precoce probabilmente attribuibile alla sofferenza microvascolare, suggerendoci la visita neurologica.
Ho già fissato l'appuntamento con lo specialista nella prima decade di maggio.
Sono stati effettuati anche analisi del sangue (i cui risultati sono nella norma) ed eletrocardiogramma che ha tuttavia evidenziato l'esistenza di qualche extrasistole sopraventricolare e ventricolare (consiglio di assunzione di un betabloccante, non perseguito).
Quali altre indagini risulta utile effettuare?
Si può soltanto sperare di rallentare l'andamento del decadimento? Non esistono margini di miglioramento?
Da circa un anno mio padre è inoltre seguito da uno psichiatra che gli ha fornito supporto farmacologico per dominare gli stati ansiogeni e gli atteggiamenti ossessivi, riducendo le dosi fino alla seguente posologia:
- paroxetina da 20 mg. (una compressa al dì in due somministrazioni)
- alprazolam da 0,25 mg. (2 compresse in due somministrazioni)
- abiliphi da 10 mg. (un quarto di pillola a sera).
Può questa terapia fornirgli giovamneto? Ringraziandovi anticipatamente, vi porgo i miei cordiali saluti
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Dr. Rosario Vecchio Neurologo 1.4k 32 22
Gentile Utente,

la condizione evidenziata alla Risonanza e la sintomatologia che Lei descrive potrebbero far pensare ad una condizione clinica definita demenza multinfartuale. Questa condizione si associa ad ipertensione arteriosa, diabete, iperlipidemia, fumo, coronaropatia e si caratterizza per la presenza di una sintomatologia clinica caratterizzata da disturbi dell'umore e della personalità, riso e pianto immotivato, disturbi del linguaggio, disturbi dell'andatura. Questi disturbi hanno una progressione spesso a gradini e non acuta.
Venendo alla Sue domande è possibile dire che: il trauma cranico non può essere individuato come causa della condizione clinica, semmai una concausa.
Le indagini ulteriori da eseguire comprendono una visita neurologica e l'esecuzione di test neuropsicologici per valutare il grado di compromissione delle funzioni cognitive.
La terapia psichiatrica dei disturbi dell'umore va fatta (come già sta facendo) ma va associata a una mirata terapia neurologica con farmaci per il controllo del diabete, dell'ipertensione, della dislipidemia, antiaggreganti (fluidificanti il sangue) ed eventuali vasodilatatori cerebrali.

Cordiali Saluti e ci faccia sapere
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dopo
Utente
Utente
Grazie ancora per i preziosi suggerimenti.
Mi state aiutando molto ad affrontare con maggiore lucidità e cognizione la malattia di mio padre.
Non essendo esperta nel settore, è difficile per me interpretare i referti o comprendere la gravità della patologia. Sapere che mi sto muovendo nella giusta direzione è già un piccolo sollievo.
Vi darò notizia, non appena avremo effettuato la visita neurologica.
Cordiali saluti.
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