Per il dottor pascotto

Buonasera dottore,
Vorrei chiederle alcune precisazioni sul cheratocono e sulle tecniche per curarlo.
1)Ho letto in altri consulti che lei parla della possibilità (in fase di studio) di eseguire una PRK dopo il cross linking per correggere il difetto di vista e le aberrazioni, però ho anche letto che qualcosa del genere sarebbe molto rischioso e potrebbe causare un grave indebolimento corneale, perhè il cross linking non elimina affatto il cheratocono e non fa ritornare sana la cornea.
E che la cosa sarebbe un evidente controsenso perchè il cross linking ha l'obiettivo di rafforzare la cornea, mentre il laser appunto la indebolisce.
Come stanno veramente le cose?
2)Sempre in alcuni consulti lei ha detto che il cross linking generalmente riesce ad arrestare in maniera definitiva il cheratocono, e sono rari i casi in cui è necessario ripeterlo.
Ho letto anche però che a distanza 2-3 anni dall'intervento termina l'effetto "indurente" del cross, dato che ogni 2-3 anni avviene il ricambio cellulare (e le nuove cellule prodrranno nuovo collagene ovviamente non crosslinkato) quindi può accadere che il cheratocono ricominci a progredire.
Anche in questo caso come stanno veramente le cose?
La prego di scusarmi se le faccio queste domande, non voglio assolutamente dubitare di quello che lei dice, ma sentendo versioni così contrastanti voglio cercare di capirci di più.
3)Parlando ora dei trapianti ho letto che con l'intervento si sostituisce solo un disco centrale di cornea del diametro di circa 8mm, mentre il diametro totale è di circa 12mm, Dopo il trapianto rimane quindi una parte di cornea che continua a essere affetta da cheratocono e che a distanza di anni può produrre benissimo l'insorgenza di un astigmatismo progressivo, perchè questa parte peroferica può benissimo continuare a degenerare, coinvolgendo nel peggioramento anche la porzione centrale sostituita.
E apprenderetutto questo mi ha preoccupata davvero moltissimo.
Stanno veramente così le cose?
E' frequente un fenomeno di questo tipo?
4)E' vero che comunque una cornea trapiantata non ha una vita analoga a quella di una cornea originale sana, ma ha invece un invecchiamento molto più precoce di appunto una cornea originale sana, e, anche se ogni caso è un caso a sè, in media dura 20-25 anni, poi potrebbe essere necessario ripetere il trapianto?
(E eventualmente i rischi sarebbero superiori)
Anche questo mi preoccupa davvero moltissimo.
La prego di scusarmi per le molte domande, ma ho davvero molti dubbi e spero proprio di poterli chiarire
In attesa di una risposta le porgo cordiali saluti

[#1]
Dr. Antonio Pascotto Oculista 3k 84 138
Cara signora,

Ecco le mie risposte alle Sue domande:

1)Ho letto in altri consulti che lei parla della possibilità (in fase di studio) di eseguire una PRK dopo il cross linking per correggere il difetto di vista e le aberrazioni, però ho anche letto che qualcosa del genere sarebbe molto rischioso e potrebbe causare un grave indebolimento corneale, perhè il cross linking non elimina affatto il cheratocono e non fa ritornare sana la cornea.
E che la cosa sarebbe un evidente controsenso perchè il cross linking ha l'obiettivo di rafforzare la cornea, mentre il laser appunto la indebolisce.
Come stanno veramente le cose?

Risposta. Lo scorso finesettimana sono stato al congresso nazionale sulla chirurgia refrattiva: ci sono sempre maggiori dimostrazioni a favore di u intervento combinato, eseguito nello stesso tempo, di cross-linking e prk. Il cross-linking rinforza e rimodella la cornea, il laser elimina i difetti refrattivi correlati (miopia, astigmatismo) su una cornea notevolmente rinforzata dal cross-linking.

2)Sempre in alcuni consulti lei ha detto che il cross linking generalmente riesce ad arrestare in maniera definitiva il cheratocono, e sono rari i casi in cui è necessario ripeterlo.
Ho letto anche però che a distanza 2-3 anni dall'intervento termina l'effetto "indurente" del cross, dato che ogni 2-3 anni avviene il ricambio cellulare (e le nuove cellule prodrranno nuovo collagene ovviamente non crosslinkato) quindi può accadere che il cheratocono ricominci a progredire.
Anche in questo caso come stanno veramente le cose?
La prego di scusarmi se le faccio queste domande, non voglio assolutamente dubitare di quello che lei dice, ma sentendo versioni così contrastanti voglio cercare di capirci di più.

Risposta. È vero, ci sono stati casi in cui si è reso necessario ripetere il cross-linking, ma rappresentano un eccezione piuttosto rara. Tenga presente che, col tempo, si sviluppa comunque una sorta di cross-linking naturale delle fibre che compongono lo "stroma" corneale.

3)Parlando ora dei trapianti ho letto che con l'intervento si sostituisce solo un disco centrale di cornea del diametro di circa 8mm, mentre il diametro totale è di circa 12mm, Dopo il trapianto rimane quindi una parte di cornea che continua a essere affetta da cheratocono e che a distanza di anni può produrre benissimo l'insorgenza di un astigmatismo progressivo, perchè questa parte peroferica può benissimo continuare a degenerare, coinvolgendo nel peggioramento anche la porzione centrale sostituita.
E apprenderetutto questo mi ha preoccupata davvero moltissimo.
Stanno veramente così le cose?
E' frequente un fenomeno di questo tipo?

Risposta. No, non è assolutamente frequente. Chiedendo molti pareri, è facile avere risposte non univoche.

4)E' vero che comunque una cornea trapiantata non ha una vita analoga a quella di una cornea originale sana, ma ha invece un invecchiamento molto più precoce di appunto una cornea originale sana, e, anche se ogni caso è un caso a sè, in media dura 20-25 anni, poi potrebbe essere necessario ripetere il trapianto?
(E eventualmente i rischi sarebbero superiori)

Risposta. Si, può capitare, ma non è "la regola". D'altra parte, se un paziente giovane ha il cheratocono avanzato e non può sottoporsi a cross-linking, cos'altro può fare?

Cara signora,

Sono molti mesi che Lei ci pone domande su questi argomenti e noi Le rispondiamo con la solita abnegazione. Le nostre risposte, comunque, potranno essere foriere di nuovi dubbi e nuove questioni, specie se differiscono in alcuni punti. I Suoi timori sono comprensibilissimi, ma non si risolveranno se Lei cerca sempre il Suo "si però" o il Suo "è vero che?". Si affidi alle mani di un buon oculista cha La possa seguire con assiduità e con senso di responsabilità. Sarà lui a guidarLa verso il percorso migliore per la Sua condizione clinica.

Buona fortuna!

Dottor Antonio Pascotto
Tel. 081 554 2792
www.oculisticapascotto.it

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