Vasculopatia polipoidale

Salve,

Ho 51 anni, una vita abbastanza dinamica che cerco di “tranquillizzare” come posso, ho la tendenza alla ipertensione che devo ancora affrontare. Sono un fumatore e non riesco ancora a smettere..

Sono affetto da retinite sierosa centrale dal 1995 all’occhio destro. Il vero peggioramento del visus si è verificato dal 2004. Al momento ho 2/10 e da un anno, anche l’occhio sinistro presenta gli stessi sintomi. ( al momento ho 8/10 )

Negli ultimo anni l’unica cura che ho fatto è stata la somministrazione di Diamox e Coodrase.

Ho voluto sentire un altro medico che però non ha diagnosticato la stesse malattia ma un “ edema maculare in soggetto con vasculopatia polipoidale. “
Sono stato sottoposto quindi e terapia Fotodinamica ( PDT) ( 50% per 58 secondi). Solo all’occhio più malandato ( OD)
Oggi, ad una settimana di distanza risulta ancora presente l’edema e la OCT non mostra variazioni di rilievo. Il medico vuole rivedermi tra tre settimane ed eventualmente sottopormi a terapia antiangiogenetica ( ?!)

Vorrei conoscere un suo parere e se è a conoscenza di centri specializzati o che effettuino sperimentazioni in merito a Bari. Vorrei inoltre sapere se le due diagnosi ( Retinite sierosa centrale e Vasculopatia polipoidale) siano entrambe curabili con la terapia fotodinamica.

Un’ultima domanda anche se non so se sia giusto porla a Lei.
Lavoro principalmente al computer ed inoltre le situazioni di stress e tensione sul lavoro, non mancano mai. Visto che tutti mi consigliano “riposo” può la mia malattia consentirmi di iniziare una procedura per richiedere una invalidità e relativa richiesta di prepensionamento?

Le chiedo scusa ma davvero non so come orientarmi e da più parti, leggo che non ci sono molte speranze di una guarigione o miglioramento.

Luigi Portoghese
[#1]
Dr. Antonio Pascotto Oculista 3k 84 137
Caro signor Portoghese,

La vasculopatia polipoidale può essere curata con la terapia fotodinamica e con la terapia antiangiogenica; la corioretinite sierosa centrale, invece, non essendo legata a fenomeni neovascolari, non si beneficia di nessuna delle due terapie.

Per maggiori informazioni sulla corioretinopatia sierosa centrale, consulti il seguente link: http://www.forumsalute.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=98921

I miei migliori saluti,
Antonio Pascotto

Dottor Antonio Pascotto
Tel. 081 554 2792
www.oculisticapascotto.it

[#2]
Attivo dal 2007 al 2010
Oculista
Gentile paziente,
come giustamente affermato da Marino,le due patologie sono cose ben diverse.
La degenerazione maculare legata all’età è una malattia della retina che colpisce preferenzialmente i soggetti anziani nei quali danneggia progressivamente e in modo irreversibile la macula che è deputata alla visione distinta dei dettagli visivi per lontano e per vicino, alla visione cromatica, e alla sensibilità al contrasto. La degenerazione maculare rappresenta una delle malattie oculari più invalidanti nei paesi industrializzati dopo i 55 anni, colpendo circa l’8% della popolazione, e raggiungendo il 30% dopo i 75 anni. Tale malattia è pertanto molto diffusa nella popolazione anziana ed è destinata ad aumentare con l’allungamento dell’età media e delle aspettative di vita.
La degenerazione maculare viene generalmente classificata in una forma secca o atrofica a carattere cronico, lento e progressivo ed in una forma essudativa o umida, più rapida ed aggressiva, altamente invalidante e caratterizzata, in modo distintivo, dalla presenza di una neovascolarizzazione coroideale (CNV).
La diagnosi della malattia viene effettuata prevalentemente con la fluorangiografia associata o meno all’angiografia con verde indocianina, esami che permettono il più delle volte di individuare la neovascolarizzazione sottoretinica, stabilirne la sede, le dimensioni e valutarne il tipo.
I criteri di classificazione angiografica della degenerazione maculare legata all’età si basano sull’aspetto della CNV che viene distinta in:
-1)classica, cioè ben definita alla fluorangiografia, dividendola in prevalentemente classica (superiore a 50% delle lesione), minimamente classica (uguale o inferiore a 50%),
-2)occulta quando la CNV non è visibile alla fluorangiografia.
Esistono poi dei sottogruppi come la RAP (Retinal Angiomatous Proliferation) o la VASCULOPATIA POLIPOIDALE. L’importanza di tale suddivisione dipende da fatto che i vari tipi di CNV hanno prognosi e follow-up diversi.
La CNV è poi presente in numerose altre affezioni oculari come la degenerazione maculare miopica, nelle strie angioidi, in alcune forme giovanili.
La terapia della degenerazione maculare neovascolare consiste nella fotocoagulazione laser anche se la sua principale limitazione è dovuta sia alla parziale efficacia che alla ridotta percentuale di pazienti cui è applicabile, circa il 20%. Infatti la terapia laser non può essere effettuata nelle CNV subfoveali centrali. In tali casi, che sono la maggioranza, può essere effettuata la terapia fotodinamica (PDT), che, iniziata nel gennaio 2000, rappresenta oggi lo “standard care” nella terapia delle CNV localizzate sotto il centro geometrico della fovea. Lo scopo principale della terapia è quello di stabilizzare la lesione neovascolare cercando di impedirne l’allargamento e quindi la perdita visiva.
La PDT non è però ugualmente efficace in tutti i casi e i tipi di CNV, per cui c’è la necessità di avere qualche altra alternativa terapeutica, come la possibilità di effettuare trattamenti combinati che possano potenziarne l’efficacia.
Attualmente è disponibile una nuova cura farmacologica sperimentale che utilizza il bevacizumab (AVASTIN®) ovvero un anticorpo monoclonale umanizzato anti-VEGF, prodotto mediante la tecnica del DNA ricombinante, che ha dimostrato di possedere spiccate attività antiangiogeniche/antiedemigene e di arrestare la genesi vascolare della malattia.
La terapia prevede l’iniezione intraoculare della sostanza che, diffondendo nel corpo vitreo e nello spessore della retina, giunge a contatto con la CNV dove esercita essenzialmente una serie di effetti caratterizzati da:
-Inibizione della crescita e dell’estensione del processo neovascolare.
-Regressione della neovascolarizzazione.
-Stabilizzazione delle membrane endoteliali e decremento del grado di permeabilità nel microcircolo della CNV.
-Riduzione dell’intensità di diffusione delle molecole proteiche e lipidiche negli spazi extravascolari, diminuzione dell’edema e normalizzazione dello spessore retinico maculare centrale.
Cordialità
DUILIO SIRAVO
http://www.baab.it/siravoduilio_/
https://www.medicitalia.it


[#3]
dopo
Attivo dal 2007 al 2007
Ex utente
Grazie, gentilissimi.
Non speravo in risposte così rapide ed esaustive.
Grazie ancora.

Il mio dilemma ora è il seguente:
Se il secondo medico ( ospedale Miulli provincia di Bari ) ha fatto la diagnosi giusta (vasculopatia polipoidale) forse il fatto che la OCT sia identica a quella effettuata prima dell'intervento può essere relativo ed è quindi giusto che tra tre settimane si riprovi l'OCT per vedere l'eventuale evoluzione. D'altronte lo stesso fatto di non aver avuto un miglioramento, mi induce a pensare che forse aveva ragione il primo medico ( il mio storico oculista nonchè aiuto del primario del policlinico di Bari ) nella sua diagnosi di corioretinite sierosa centrale.

Da profano, mi risulta difficile leggere le Flo e le OCT per capire meglio.. Ma la cosa che non capisco è che in molti affermano che la corioretinite sierosa centrale ha un decorso positivo. Io invece ho avuto in 4 anni la pardita di 8/10.

Vi chiedo quindi un ulteriore parere e se conoscete qualche centro che segue in modo particolare queste patologie per poter sentire un terzo parere.

Nel frattempo tentero di smettere di fumare e modificare l'organizzazione della mia vita...
Qualsiasi altro consiglio e ben accetto..

Grazie.
Luigi Portoghese