Intarsio

Buonasera,

circa 2 mesi fa mi reco in un primo studio dentistico per un molare (47) con una grande amalgama fatta circa 15 anni fa, che si è in parte rotta.

Appare subito chiaro che il dente vada devitalizzato. Nel preventivo, mettendo da parte lavoretti su altri denti, si parla di:
Edodonzia pluriradicolata
Ricostruzione con perni complessa

Decido di procedere e passo così nelle mani dell'edodonzista. Al primo appuntamento non riesce a concludere la devitalizzazione in quanto oltre una certa profondità il dolore diventa insopportabile. Seguono 4 sedute (torture) di quasi due ore dove non si riesce a procedere. Viene tentato ogni tipo di anestesia, compresa la simpaticissima intrapulpare, mi faccio una settimana di antibiotici perchè la causa pareva essere un'infiammazione... Niente da fare.

A questo punto decido di rivolgermi ad un altro studio che mi sembra subito più serio: immediatamente ricostruisce il dente così da poter applicare la diga, in un secondo appuntamento il dente viene devitalizzato senza paricolare dolore e nel frattempo mi viene illustrato il preventivo:
Ricostruzione preendodontica
Otturazione canalare molare
Allungamento corona clinica
Intarsio in composito

Il totale è quasi il triplo rispetto allo studio precedente. Ora, io sono piuttosto sicuro che il modo di procedere del secondo studio sia quello migliore, ma ciò su cui mi piacerebbe avere più pareri da professionisti non direttamente coinvolti è: che differenza c'è tra un intarsio e una ricostruzione con perni? Sono due tecniche che mi sembrano molto diverse, possibile che vengano applicate entrambe nello stesso caso? Che differenza c'è in termini di durata nel tempo?

Grazie in anticipo
[#1]
Dr. Enzo Di Iorio Dentista, Odontostomatologo 3.2k 128 29
Gentile utente, se il caso e' stato selezionato bene i due tipi di restauro avranno durate paragonabili. L'intarsio di un molare devitalizzato e' in genere un restauro a copertura cuspidale ( onlay o overlay) che trova ritenzione nella ampia camera pulpare (opportunamente preparata) del dente, per questo non necessita (in genere) di perni di ritenzione endocanalari. Vengon definiti anche endo-crown (cioè corone a ritenzione endodontica nello spazio corrispondente alla camera pulpare). Si stan sviluppando sempre piu' nella moderna odontoiatria con il progredire delle tecniche adesive e dei principi che vogliono il massimo risparmio di tessuti dentari.
Personalmente preferisco eseguirli in disilicato di litio che consente di lavorare su spessori anche più sottili garantendo al contempo una superiore resistenza all'usura e un minor rischio di frattura (mai avuta la frattura di un intarsio in disilicato qualcuna con gli intarsi in composito si). Ma son scelte personali. Legittimo pensarla diversamente. E' comunque una tecnica restaurativa che mi piace moltissimo e della quale negli anni ho imparato ad apprezzare i pregi e a conoscere i limiti ( pochi per la verita') di applicazione, limiti che per buona parte ho imparato a by-passare modificando la tecnica di preparazione del dente che vado a restaurare. Quando posso ( quasi sempre) restauro il dente devitalizzato con un intarsio in disilicato e oggi le corone che faccio son molte molte meno di quelle che facevo dieci anni fa per restaurare i denti devitalizzato. Sarà di certo lo stesso percorso che ha seguito anche il suo dentista. Di certo avra' scelto il restauro che nella sua testa e nelle sue mani meglio si addice alla soluzione del suo caso. La prericostruzione endodontica e il montaggio diga son un OTTIMO biglietto da visita.
I prezzi di intarsi e corone son paragonabili, non ci son cioè grosse differenze.
Se vuole può leggere l'articolo che le linko che è pubblicato sul nostro sito al termine del quale può trovare il link di due articoli scientifici che può provare a leggere visionandone le figure per capire un po' di cosa stiam parlando.
https://www.medicitalia.it/minforma/odontoiatria-e-odontostomatologia/2205-perche-i-denti-devitalizzati-si-rompono-facilmente.html

Cordial

Dr. Enzo Di Iorio
Chirurgo Odontoiatra specialista
enzodiiorio@hotmail.it

[#2]
Dr. Sergio Formentelli Dentista, Gnatologo, Ortodontista, Odontostomatologo 7.5k 227 18
Hanno messo la diga e fatto la ricostruzione pre-endodontica.
La discussione e il paragone (anche di costi) è improponibile.

Se pensa che un professionista costi troppo, è perchè non ha ancora idea cosa le costerà un incompetente.

Ricostruzione con perni endocanalari o intarsi sono due modi di ricostruire il dente e ridargli funzionalità.
Personalment e non li eseguo su denti devitalizzati, preferendo la più classica corona, ma il PROFESSIONISTA ha valutato e deciso per l'intarsio; avrà avuto le sue ragioni in base anche alla sua capacità ed esperienza.

E ad uno che prima di effettuare la terapia canalare si prepara con la ricostruzione pre-endodontica non metto in discussione nulla.

www.studioformentelli.it
Attività prevalente: Gnatologia e
Implantologia (scuola italiana)

[#3]
Dr. Pierluigi De Giovanni Dentista 342 23
Gentile utente,
per chiarire ancora meglio e completare quanto già detto dai miei colleghi, aggiungerei che un elemento dentario fortemente compromesso e distrutto che richieda una cura canalare ed una ricostruzione estesa andrebbe sempre protesizzato, ossia riabilitato alla sua funzionalità attraverso l'applicazione di un manufatto protesico che può essere, a seconda dei casi e a discrezione anche dell'operatore, un intarsio di tipo onlay o una corona (capsula) completa realizzabili anche questi a loro volta con materiali diversi ed anche con costi "vivi" di laboratorio diversi.
Quindi, riassumendo, ciò che manca nel piano di trattamento proposto dal primo studio e che è invece presente nel piano di trattamento del secondo studio è proprio la riabilitazione protesica, in questo caso realizzata con un intarsio. La sola ricostruzione con perno in fibra, nei casi di denti particolarmente compromessi dal punto di vista dell'integrità strutturale, non è sufficiente ed esita spesso in una frattura della ricostruzione stessa o ancor peggio dell'elemento dentario stesso comportando a volte, nei casi più sfortunati, la perdita dell'elemento dentario.
La differenza quindi anche economica tra i due piani di cura risiede proprio nella riabilitazione protesica dell'elemento e quindi è più che giustificata oltre ad essere un altro elemento distintivo che depone ulteriormente per una maggior appropriatezza e bontà dell'approccio terapeutico del secondo studio.

Cordiali saluti
[#4]
dopo
Utente
Utente
Buonasera, in base anche alle vostre indicazioni decisi di procedere con il secondo studio, optando quindi per l'intarsio in composito sul 47.

Pochi giorni fa, a di stanza di neanche 3 anni, durante la normale masticazione ho avvertito un "cric" come se si rompesse qualcosa di vitreo, un leggero dolore dopodichè una aumentata sensibilità del molare in questione.

Guardando subito allo specchio ho visto una frattura sull'intarsio e mi sono preparato al peggio. Il dentista ha confermato frattura verticale che si è portata via 1/3 di corona per finire sotto la gengiva sul lato esterno.

Evitando di riportare le imprecazioni, in base alla situazione attuale avrei tre strade:
1) estrazione e impianto;
2) estrazione e ponte adesivo;
3) ulteriore allungamento corona clinica per un nuovo intarsio (sconsigliata perchè molto al limite)

Quello che vorrei chiedere è quindi un consiglio su come comportarmi nei confronti del professionista, se ci può essere qualche responsabilità o se è solo "sfiga", cosa in questi casi è diritto del cliente/paziente e cosa non lo è, anche riguardo le nuove spese da sostenere.

Un grande grazie in anticipo
[#5]
Dr. Sergio Formentelli Dentista, Gnatologo, Ortodontista, Odontostomatologo 7.5k 227 18
Soluzione 1: OK
Soluzione 2: NO.
Soluzione 3: da valutare volta per volta.

Il professionista probabilmente le verrà incontro in qualche modo (è quello che farei io).
probabilmente si tratta, come dice lei, di "sfiga".
[#6]
Dr. Pierluigi De Giovanni Dentista 342 23
Se la terza soluzione le è stata sconsigliata perché a prognosi incerta, la seconda la escluderei anch'io come le ha detto il Dott. Formentelli perché non di prima scelta, salvo motivazioni personali e particolari, rispetto al singolo impianto, direi che quest'ultima opzione ossia l'impianto rimanga quella da preferire.
Per quanto riguarda responsabilità o meno professionali sull'accaduto non è questa sicuramente la sede di discussione ma più propriamente direttamente con il collega o in altre sedi se lo ritiene opportuno ma sicuramente va considerato che la durata di una riabilitazione va valutata caso per caso nel contesto in cui si inserisce e con la presenza o meno di garanzie iniziali da parte di chi l'ha eseguita. Solitamente, come le è stato detto, si cerca di venire incontro al paziente anche laddove si siano verificati eventi "sfortunati" e poco prevedibili, quantomeno per una certa "bonarietà" nella pratica di questa professione volta sempre e comunque alla salvaguardia della salute dei pazienti.

Cordiali saluti
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