Cura per adenocarcinoma polmonare

Buonasera, non so se le informazioni in mio possesso sono sufficienti per ottenere un consulto…ma ci provo.
Il 17 /04/07 in seguito ad una tosse persitente inutilmente curata con antibiotici, a mio papà, che compirà 57 anni il prossimo luglio, è stato diagnosticato un adenocarcinoma polmonare con metastasi polmonari e linfonoidali. Ci è stato detto che per la dimensione e la posizione (troppo vicino al cuore) era impossibile intervenire chirurgicamente e che l’unico iter terapeutico da seguire era quello chemioterapico. Dopo 4 cicli di chemio con carboplat 800mg e gemcitabina 2000mg, è stata notata una riduzione di circa 2 cm (massa iniziale circa 7,5 cm) per cui si è continuato con lo stesso trattamento per altri 2 cicli. Il 3 dic. 2007 è stata eseguita una nuova tac che ha riportato risultati deludenti: il male aveva in qualche modo reagito alle cure e la dimensione del tumore era ritornata quella iniziale di 7,5 cm….hanno deciso quindi di abbandonare questo tipo di chemioterapia e di iniziare dei cicli utilizzando lo taxotere. Dopo 4 cicli durissimi, che hanno portato alla perdita di capelli, peli, voce la tac eseguita il 14/03/2008 ha purtroppo portato in luce che la massa anziché diminuire era cresciuta di altri 2 cm, fino a 9,5.
A questo punto sono stati fatti altri esami e si è deciso di iniziare la radioterapia. Mio papà ha iniziato ieri mattina il primo trattamento, stamattina il secondo..e sta malissimo. In ospedale ci hanno detto che non può essere la radioterapia…lui ha tosse, cosi forte che lo porta a sforzi di vomito e ad espellere in continuazione catarro…non mangia e non ha forze…di conseguenza l’umore è a terra e dice di non voler più continuare le cure…sono sintomi normali? La radio può provocare questo male da subito?
Inoltre ieri l’oncologo ci ha comunicato che papà è risultato positivo ad un esame(non ricordo il nome, ma è una sigla ) per la somministrazione di TARCEVA , di cui è già stata inoltrata richiesta al ministero della sanità e la cui disponibilità è prevista per i primi di maggio (la radioterapia sarebbe prevista fino al 28 aprile). Potrei chiedere qualche informazioni su questo farmaco (in internet ho trovato notizie che mi hanno solo fatto male, sembra un ultima spiaggia…un tentativo per sopravvivere un po’ di più…)…e se l’iter finora seguito,per le informazioni che sono riuscita a fornire , risulta corretto …vi ringrazio in anticipo per il consulto.
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Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
Carissimo utente,
vorrei esporle chiaramente che, dopo poche sedute, è quasi impossibile che la radioterapia, esclusivamente, possa essere causa dei suddetti sintomi. Tali disturbi sono invece ahimè correlabili, a mio avviso, alla progressione di malattia a livello toracico e alla verosimile sindrome broncopatica sovrapposta al quadro di disfunzione polmonare.
Pur non avendo altri elementi clinici consiglio, se le condizioni lo permettono, di terminare il programma di terapia radiante per avere un effetto citoriduttivo che possa almeno rallentare localmente il decorso di malattia e ridurne i sintomi gravosi.
Molto cordialmente

Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)

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Dr. Francesco Sponziello Oncologo 17
Salve, come già accennato dal collegga radioterapista i sintomi che presenta suo padre non possono essere correlati alle poche sedute di radioterapia fatte. Sicuramente sono da collegarsi alla problematica polmonare e magari ad una sovrainfezione batterica.
Sicuramente bisognerebbe iniziare una buona terapia di supporto per cercare di fargli recuperare un minimo di forze e di conseguenza anche un minimo di volontà in più per poter affrontare le cure necessarie.
Per quanto riguarrda la terapia farmacologica..sicuramente l'iter seguito è stato corretto. Suo padre dopo la prima terapia con Carboplatino + Gemcitabina ha fatto il Docetaxel che è il farmaco che ha dimostrato la maggiore risposta in quei pazienti già pretrattati con platino e derivati del platino.
La terapia con Tarceva, rispetto al non fare nulla, sicuramente può dare un minimo di risposta positiva in più, a costo di una tossicità comunque lieve-moderata.
Fondamentale però è una buona terapia di supporto, con nutrizione parenterale, integrazione elettrolitica se necessario, antidolorifici se occore e terapia sintomatica per tosse, catarro e febbre.
Cordiali saluti.

Dr. Francesco Sponziello
U.O. Oncologia Medica e Breast Unit
P.O. "A. Perrino" - Brindisi

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dopo
Utente
Utente
Buonasera, ringrazio sia il Dott. Alongi ch il Dott. Sponziello per la risposta...e per la velocità con cui sono intervenuti!
Purtroppo temevo che il motivo fosse che il male stesse cambiando posto...comunque papà sta continuando con la radioterapia, con gli stessi effetti collatrali..anche se, per fortuna, non sempre con la stessa intensità.
Venerdi ha fatto gli esami del sangue richiesti dall'oncologa, credo in funzione della cura con tarceva...i valori che si scostavano dalla norma lo facevano appena, tranne uno...l'antigene- carcino embrionario...il valore dovrebbe essere compreso tra 0-4 ma papà ha 230,8...non so bene il significato del valore, anche se suppongo non indichi affatto dei miglioramenti...anzi....
Vi ringrazio ancora di cuore per le risposte...di nuovo cordiali saluti!