Recidiva di adenocarcinoma pancreatico dopo intervento e terapie chemio e radio

Sono preoccupatissimo,aiuto!!!
Ho 42 anni, maschio, alto 1,67, peso 76 Kg, mai fumato o bevuto alcolici. L'anno scorso per dolori alla zona superiore dello stomaco e successivi dolori alla schiena, dopo ricovero e visita specialistica chirurgica, mi è stato diagnosticato una lesione al pancreas (valori del CEA 5,4 ng/ml (VN < 5) e del CA 19.9 303,3 U/ml (VN < 37)). Ad ottobre 2007 sono stato operato con "resezione corpo-coda pancreas in blocco con la milza, porzione di parete posteriore gastrica, peritoneo posteriore e parte surrene sinistro". L'esame istologico rilevava "margini di resezione chirurgica campionati sul pezzo operatorio, ed il margine gastrico inviato separatamente sono esenti da infiltrazione neoplastica. I sette linfonodi repertati in sede peripancreatica risultano esenti da ripetizione neoplastica metastatica. Diagnosi: Adenocarcinoma moderatamente differenziatodel corpo-coda del pancreas del diametro massimo di cm 5. ClassificazioneTNM sec. UICC 2002: pT3 pN0 pMx G2 Stadio IIA". Ho comunque seguito dopo 60 giorni (ritardo dovuto a fistola pancreatica non perfettamente richiusa) una chemioterapia adiuvante gemox (1° giorno GEMZAR 1776 mg, 2° giorno OXALIPLATINO 178 mg e 13 giorni di riposo) di 12 cicli (6 mesi da dicembre 2007 a maggio 2008) e a seguire (non contemporaneamente a causa di una "svista") ho seguito una radioterapia di 5 giorni su sette per un mese (da metà giugno a metà luglio 2008) per un totale di 50 Gy su 3 campi. Nonostante ciò, i valori del CA19.9 da normali a dicembre 2007 (<5) sono andati aumentando superando il limite max già ametà chemioterapia ed accelerando dopo la radio fino ad arrivare alla data del 2 ottobre u.s. a 1180. Ho eseguito due TAC, una a gennaio e l'altra di controllo ad aprile ed hanno rilevato un'area colliquata centralmente senza tuttavia stabilirne la natura "...(esiti? altro?)" ma constatandone la volumetria immutata. Successivamente una RMN stabiliva di non avere invece rilevato nulla di quanto indicato dalle due TAC precedenti. A settembre eseguivo perciò la consueta PET TB con TC e si evidenziavano tre focolai a livello epatico ed uno sulla sede dell'intervento al pancreas nei pressi del rene sx. La TAC successiva faceva optare per un consulto congiunto tra il chirurgo che aveva effettuato l'intervento, un oncologo e un radioterapista e stabilivano che avrei dovuto sottopormi ad un trattamento di radioterapia interstiziale che devo ancora speranzosamente eseguire. Per completezza elenco gli ultimi valori ematici eseguiti il 2 ottobre: CEA 1,69 ng/mL (V.Rif. 0-5); CA 19.9 1180 U/mL (0-39); AFP 1,63 IU/mL (0-5,8); Proteina C reattiva 4,63 mg/L (2,5-5); LIPASI 12 U/L (22-51);AST 50 U/L (1-41); GGT 150 U/L (7-50);Linfociti 19,3% =1,0 x 10^6 m/L (1,5-3,5); EMOGLOBINA GLICOSILATA 6,2 (0-6%);GPT Transaminasi 52 U/L (5-36); il resto dei valori sono nella norma. I valori delle GGT hanno subito un picco da maggio fino ad ora arrivando a 151 (VN 8-50), mentre le lipasi si sono mantenute sempre basse.
Cosa mi consigliate di fare? Ho buone possibilità di risolvere definitivamente (ed in positivo) tale problema? Come è possibile una recidiva se la lesione è stata asportata in toto? Concludo che ho piena fiducia nello staff medico che mi segue ma sentire altri pareri mi aiuta ad affrontare meglio la mia malattia. Grazie a chiunque abbia la cortesia di rispondere a questo mia.
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Dr. Giuseppe Lombardi Oncologo 96 2
Caro utente,

consiglierei di eseguire una agobiopsia sulle lesioni epatiche per tagliare la testa al toro ed essere certi sulla loro natura neoplastica. Nel caso fossero metastasi occorrerà procedere con una nuova chemioterapia diversa dalla precedente e sarà il suo oncologo a decidere. Per la RT si potrebbe anche interromperla e continuare con la sola CT.

Cordiali Saluti,

Dott. Giuseppe Lombardi

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Dr. Carlo Pastore Oncologo 3.9k 133 1
Caro Utente,

le neoplasie pancreatiche sono piuttosto insidiose e purtroppo tendono a recidivare anche dopo asportazione chirurgica macroscopicamente completa in una buona quantità di pazienti. Questo è dovuto al fatto che per quanto gli interventi sembrino radicali, è possibile che sfugga localmente qualche cellula o che precedentemente all'intervento vi sono delle localizzazioni in altre aree dell'organismo che non raggiungono le dimensioni tali da poter essere rilevate con le metodiche di diagnostica strumentale di cui disponiamo. Il Chirurgo asporta ciò che vede ed allarga spesso l'intervento per perseguire l'asportazione completa ma talvolta sfugge ciò che ad occhio nudo non si può vedere. La vascolarizzazione e la rete linfatica molto spiccata nell'area pancreatica può diffondere la malattia. Lascerei ai colleghi radioterapisti un consiglio circa l'indicazione in questo caso di una ulteriore radioterapia con campi più ristretti ma mi sento di consigliare un nuovo trattamento chemioterapico come suggeriva il Collega che mi ha preceduto e con farmaci differenti per tentare di superare la resistenza acquisita dalle cellule residuate. Inoltre eseguirei il dosaggio della CgA od un octreoscan per verificare se vi sia nella malattia componente neuroendocrina per poter affiancare una terapia con octreotide. Delle applicazioni di ipertermia capacitiva localmente possono potenziare l'efficacia dei trattamenti principali. Sempre a disposizione,

un caro saluto

Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it

Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/

[#3]
dopo
Attivo dal 2008 al 2009
Ex utente
Egregi Dottori, Vi ringrazio dal più profondo del mio cuore per la sollecitudine e la professionalità delle Vs risposte che aprono nuove speranze nel decorso della mia malattia. Spero di poterVi contattare ancora per farVi sapere le novità che già da domani dovrei avere, ho in programma un appuntamento con un nuovo radioterapista. Resto comunque in attesa di altri pareri. Grazie ancora.
[#4]
dopo
Attivo dal 2008 al 2009
Ex utente
Dall'ultima esamina (due giorni fa) delle indagini mediche da me effettuate (TAC, RMN, PET TC e RMN conseguente, esami del sangue), mi è stato consigliato dal radioterapista di eseguire una radioterapia interstiziale all'interno della regione epatica contenente i 5 focolai individuati dalla PET per inattivare tali lesioni; successivamente effettuare una PET di controllo per valutarne i risultati. In caso di successo si passerebbe ad analizzare il focolaio più esteso, quello nei pressi della sede dell'intervento vicino al rene sx, intervenendo chirurgicamente. C'è da dire che né il chirurgo né il radioterapista ritengono che quest'ultima sia una recidiva, ma una lesione indipendente dalla primaria. Per effettuare la terapia interstiziale, verso la fine del mese dovrò sottopormi ad una angiografia e ad una ulteriore visita. Per quanto riguarda l'opportunità o meno di eseguire un'octreoscan, l'oncologo ritiene sufficiente effettuare i controlli sul sangue (suppongo per il dosaggio delle CgA, come suggeritomi dal Dott. Carlo Pastore), ma in una seconda fase, dopo l'irradiazione interstiziale. Grazie ancora a tutti coloroche hanno preso e prenderanno a cuore il mio caso.