Frattura scomposta di radio e ulna dx

il 6 luglio 03 in seguito ad un incidente in moto, ho riportato una frattura scomposta di radio e ulna dx.IniziaLMENTE sono stata operata e trattata co osteosintesi placche e viti(11.07.03).Dopo 3 mesi circa, ho inziato ad avvertire forti doldori all'avambraccio e lo stesso era gonfio ed arrossato. Fatte le analisi del sangue mi è stata riscontrata infezione e quindi curata con antibiotici ed antidolorifici. Dopo poco, da un punto della ferita radiale è cominciato ad uscire pus e si è formata una fistole; mi è stato fatto più di un tampone e sono andata avanti con antibiotici e antidolorifici fino a marzo 04 quando dopo una scintigrafia con leucociti marcati hanno deciso di rioperarmi per rimuovere placche e viti e trattare con fissatori esterni8. (nel frattempo ho praticato 4 mesi di campi elettromagn. pulsanti IGEA)(mi venne detto che ormai avevo la pseudoartrosi settica)(altri 2 mesi di c.e.p.)Anche con i fiss. esterni l'infezione è andata avantie di conseguenza ho continuato ad assumere antibiotici e antidolorifici. A sett. 04 ho ripetuto la scintigrafia...ancora infezione!Sempre a settembre al controllo rx il radio è risultato calcificato, quindi mi hanno rimosso i fissatori lasciando solo quelli all'ulna.Ad ottobre mi sono state prescritte le onde d'urto ma...nessun segno di calcificazione!!(ancora infez. antibiotici e antidolorifici) Il 3 dicembre 04 sono stata operata nuovamente per un trapianto di cellule staminali; dopo una settimana dall'intervento mi è stato "alleggerito " il fissatore togliendo una barra, ma quando dopo 20 gg dall'intervento hanno tolto l'altra barra, ...i fischer non hanno tenuto...si è optato per la rimozione ed un gesso.
dal 20 dic.04 ho quindi il braccuio ingessato; dopo un mese al controllo rx la calcificazione è praticamente assente...ancora un mese di gesso! Attualmente i valori delle analisi del sangue per il controllo infezione sono bassi (pare quindi che da quando hanno tolto anche i fiss. esterni l'infezione sia finita!) La mia domanda è:"E' normale tutto ciò? Cosa si fa in questi casi? Quando e come potrei guarire? ( mi hanno detto che se tra 1 mese non ci sono risultati l'unica soluzione sarebbe quella dell'innesto osseo!) (faccio presente che sono allergica al nichel ed all'etilentiammine).
Ringrazio anticipatamente per l'attenzioe e in attesa di un gentile riscontro, saluto cordialmente.
Paola
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Dr. Fulvio Di Cosmo Ortopedico, Medico dello sport, Chirurgo vascolare, Medico legale, Medico aeronautico, Cardiologo 159 9
Gentile signora Paola,
la cosa fondamentale, nel suo caso, è dominare l'infezione.
Dopo la rimozione dei mezzi di sintesi questo dovrebbe essere più facile, va comunque tenuto conto del fatto che le infezioni ossee sono molto difficilmente debellabili perché l'antibiotico, per motivi anatomici, difficilmente riesce a concentrarsi nel focolaio di infezione.
Una terapia che spesso talvolta è utile, associata a quella antibiotica, è quella in camera iperbarica.
Ritengo comunque che, vista la sua storia, sia da prendere in attenta considerazione un intervento di accurata pulizia locale, con recentazione di tutti i tessuti sofferenti e la riparazione del difetto osseo con un innesto osseo, eventualmente anche vascolarizzato. Ovviamente dovrà essere continuata anche la terapia antibiotica mirata sull'antibiogramma.
Cordiali saluti
fdc

Dr. Fulvio Di Cosmo
Specialista in
Ortopedia, Chirurgia vascolare, Medicina dello sport.
Master 1° liv. in Medicina legale - Master 2° liv. in

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Dr. Simone Cigni Ortopedico, Chirurgo della mano 711 7
gentile Signora,
l'osteomielite è una complicanza che richiede lunghi trattamenti e non sempre è di facile dominabilità. La cosa fondamentale a mio parere nel suo caso è quella di debellare il processo infettivo; il fatto che gli esami ematici siano migliorati può indicare che siamo sulla strada giusta. E' imperativo essere certi dell'avvenuta cessazione del processo infettivo tramite una valutazione clinica, radiografica e strumentale (tamponi colturali, ulteriore scintigrafia, valutazione della VES e soprattutto della PCR che è maggiormente specifica). Una volta dominata l'infezione si passerà alla valutazione della guarigione ossea. Dati i molteplici tentativi già eseguiti, concordo con i medici che le hanno proposto l'innesto osseo che a questo punto mi sembra un'ottima soluzione per dare la possibilità alla Sua ulna di giungere a guarigione. I tempi esatti di guarigione non sono prevedibili. Tutto dipende dalla cessazione del processo infettivo e succesivamente dal tempo in cui il tessuto ulnare, stimolato anche dall'innesto riuscirà a produrre un valido callo osseo.
Sono a sua disposizione
cordialmente

Dr Simone Cigni

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dopo
Utente
Utente
Dal controllo attuale c'è stato un minimo cambiamento rispetto al mese scorso, non si parla di ostemielite ma il quadro pseudoartrosico dell'ulna è praticamente invariato. L'osso ora però non sarebbe pronto ad affrontare un innesto, si è optato quindi per un tutore.Potrei sperare in una guarigione o è necessario l'innesto? Grazie ancora per l'attenzione, saluti.
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Dr. Fulvio Di Cosmo Ortopedico, Medico dello sport, Chirurgo vascolare, Medico legale, Medico aeronautico, Cardiologo 159 9
Se non c'è infezione le prospettive sono di certo migliori.
Comunque non credo possa evitare un trattamento chirurgico. Pulizia del focolaio e sintesi, una tecnica che può essere utile in questi casi è quella del trapianto per scorrimento. Si ricava una stecca ossea dallo stesso osso e la si fa scivolare a cavallao della lesione dopo aver "ravvivato" quest'ultima.
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Dr. Simone Cigni Ortopedico, Chirurgo della mano 711 7
Gentile Signora,
era prevedibile che il quadro di pseudoartrosi cambiasse poco. Ribadisco che è fondamentale essere certi dell'avvenuta cessazione dell'infezione. Se così è (ha eseguito tutti gli accertamenti necessari volti ad escludere la permanenza del processo infettivo?) è stato superata una fase critica di non facile soluzione. Lei però non specifica i motivi per cui Le è stato detto che l'osso non è pronto per l'innesto. Il tutore non ha alcuna funzione sulla guarigione; il suo unico compito è probabilmente quello di tutelare un avambraccio che non ha la stabilità necessaria a garantire le Sue attività quotidiane. Il tutto verosimilmente nell'attesa di un intervento di innesto che Le potrà fornire una opportunità in più per la guarigione definitiva.
Il tutto secondo quanto da Lei descritto. Sarebbe necessario visionare il Suo avambraccio e gli esami più recenti in particolare per darLe qualsiasi parere attuale prima di ogni decisione terapeutica.
Cordialmente
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dopo
Utente
Utente
Gent.mi dottori, i risultati delle analisi al 20 gennaio erano:VES 12, G.ROSSI 4.100.000mmc, G.BIANCHI7.500mmc, EMOGLOBINA 13.0,VALORE GLOBULARE 0,99, EMATOCRITO 40.0 %,MCV 97.0 fl, MCH32.0, MCHC 32.7, NEUTROFILI 47%,EOSINOFILI 6%, BASOFILI 0%, MONOCITI 10%, LINFOCITI 37%, CONTA PIASTRINICA 433.000 mmc, PROTEINA C REATTIVA 2.40, T.A.S. 196 U.A.S.L.. Il motivo per cui ora non sarebbe ancora pronto l'osso per l'innesto è dovuto alle precarie condizioni attuali, ovvero, è ancora pieno di "buchi", è da poco che sembra sia scomparsa l'infezione, pertanto sarebbe troppo delicato anche per l'impianto dell'innesto stesso. (almeno questo ho capito dalla spiegazione fattami).Un'ultima cosa, bastano le analisi del sangue per dedurre sia cessata l'infezione? Ringraziondo ancora per la cortese attenzione, saluto cordialmente. Paola Massi
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Dr. Simone Cigni Ortopedico, Chirurgo della mano 711 7
Carissima Sig.ra Paola,
i motivi che mi espone mi sembrano effettivamente validi per attendere ancora prima di eseguire l'innesto. Anche perchè il valore della PCR è ancora alto (la PCR è un indice molto specifico e la sua normalizzazione sarà un buon segnale di cessazione del processo infettivo e di riduzione al minimo delle possibilità di una sua riattivazione. Per verificare lo stato attuale dell'infezione potrebbe anche eseguire una scintigrafia, ma dati gli interventi di dicembre potrebbe a mio parere non essere del tutto attendibile. Attendere la normalizzazione della PCR ed eseguire una scintigrafia di controllo a distanza mi sembra l'opzione migliore.
Cordialità
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Dr. Fulvio Di Cosmo Ortopedico, Medico dello sport, Chirurgo vascolare, Medico legale, Medico aeronautico, Cardiologo 159 9
Mi sembra che i Colleghi che la stanno seguendo, lo stiano facendo bene.
Si affidi a loro.
Resto comunque a disposizione per ulteriori dubbi.
fdc
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dopo
Utente
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Gent.mi dottori, mi ritrovo ancora una volta a scrivere per chiederVi informazioni dettagliate sui tipi di innesto osseo attualmente possibili data la mia situazione, chiedendo spiegazioni dettagliate sulle modalità dell'intervento, sui rischi di complicazioni possibili e sui tempi presumibili di guarigione. Faccio questa domande in quanto dati i precedenti...sono veramente "terrorizzata".... Grazie ancora!
P.M.
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Dr. Fulvio Di Cosmo Ortopedico, Medico dello sport, Chirurgo vascolare, Medico legale, Medico aeronautico, Cardiologo 159 9
Un tpapianto osseo può essere effettuato sia con innesto di di un segnento prelevato da un'altra sede, sia mediante lo scorrimento di una stecca corticale.
Le domande che lei pone però trascendono per complessità le informazioni che si possono fornire senza una conoscenza diretta del caso.
fdc
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Dr. Simone Cigni Ortopedico, Chirurgo della mano 711 7
Cara Paola,
i tipi di innesto sono molto numerosi e sono utilizzati in base alla situazione clinica che il chirurgo deve affrontare. A tale proposito è necessario conoscere il caso direttamente, valutare i precedenti esami strumentali eseguiti nonchè l'iter del processo di guarigione. Personalmente, quando possibile preferisco prelevare l'innesto in prossimità del sito che deve accoglierlo ma nulla vieta il prelievo a distanza o l'utilizzo eventuale associato di materiale sintetico. Le modalità dell'intervento sono strettamente specifiche al caso in oggetto: in medicina non esistono due casi uguali per cui, sulla base di una delle numerose tecniche standardizzate, si adatterà al caso specifico la sequenza dei gesti operativi. I tempi di guarigione nel Suo caso sono strettamente collegati alla vitalità del tessuto osseo, al fatto di avere dominato completamente l'infezione e ad una serie di fattori clinici che possono interferire con la guarigione. Anche le complicanze possono essere di vario tipo (ma non necessariamente se ne verificano!!). Stia tranquilla ed abbia fiducia nei medici ai quali deciderà di affidarsi; a loro potrà chiedere direttamente di chiarire ogni incertezza.
A disposizione,
cordialmente
[#12]
dopo
Utente
Utente
...e se dovessi decidere di non operarmi più? Almeno per ora non mi sento assolutamente pronta ad un altro intervento, anzi...! Quali sono le conseguenze che potrebbero o possono presentarsi col trascorrere degli anni in una situazione di pseudoartrosi ulnare? Oltre le limitazioni nei movimenti ed i fastidi a cosa altro andrei incontro?
Grazie, buon lavoro
Paola M.
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Dr. Simone Cigni Ortopedico, Chirurgo della mano 711 7
Cara paola,
l'obiettivo primario ed imprescindibile è quello di dominare l'infezione. Successivamente si potrà pensare a "cosa fare" del suo avambraccio. Chiaramente, a quel punto, tutto dipenderà dalla valutazione clinica del caso (per esempio: a quale livello si è fratturata l'ulna? quali sintomi residueranno a livello dell'avambraccio? quali sono le richieste funzionali dello stesso? quali saranno le limitazioni nella attività quotidiana?). Si ponga l'obiettivo di debellare il procesos infettivo. Dopo, deciderà con l'aiuto dei Suoi medici di fiducia come affrontare il problema.
Cordialmente,
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Dr. Fulvio Di Cosmo Ortopedico, Medico dello sport, Chirurgo vascolare, Medico legale, Medico aeronautico, Cardiologo 159 9
La dfomanda che lei si deve porre e cui solo lei può rispondere è: a 34 anni posso pensare di vivere una vita limitata da un arto che non mi consente di fare un certo numero di cose?
Credo che una volta superata con certezza l'infezione e superato l'attuale, comprensibile momento di scoramento, non avrà dubbi.
Cordiali saluti.
fdc