Risolta algodistrofia anca ma....

Sono un ragazzo di 27 anni, comincio dall'inizio a spiegare la mia situazione e spero qualcuno riesca a darmi qualche delucidazione, consiglio o soluzione.
Premetto che sono una persona abbastanza sportiva,praticavo non a livello agonistico, nuoto, bici, tennis, palestra, calcetto. tutto questo fino al momento del mio "infortunio", movimento laterale improvviso durante una partita di calcetto con conseguente dolore acuto che partiva dall'ingiune destro e si propagava su verso la fascia addominale, tutto attorno al quadricipite, dietro verso il gluteo e sotto lungo tutto la gamba fino al polpaccio, avvenuto inizio ottobre 2010, tanto acuto che per una settima non mi ha permesso di dormire ne di camminare bene. All'inizio ho trattato il problema con ghiaccio ed antiinfiammatori pensando si trattasse di uno stiramento, dopo circa un mese di questo tipo di trattamente e non avendo nessun giovamento ho consulto il "primo " ortopedico che visitandomi mi ha diagnosticato un probabile strappo e mi ha prescritto un'ecografia per accertarne l'entità. Risultato dell'ecografia nullo e secondo diagnosi dello stesso medico, forte contrattura, cura prescrittami 10 sedute di tecar. Dopo queste sedute il problema persiste il dolore è minore ma continuo durante tutto il giorno e la notte. Decido di cambiare ortopedico, il "secondo" dopo un'altra ecografia e una rx bacino mi diagnostica la pubalgia e mi sottopone a due mesi di sedute di laser e magneto terapia, anch'esse quasi del tutto infruttuose. Cambio ancora ortopedico,sono passati 6 mesi del mio "infortunio", che dopo la visita e sentendo la mia storia prima di dare una diagnosi mi prescrive una RM anca destra che evidenzia un'alterazione di segnale del diametro di un centimetro nel collo del femore,riconducibile ad algodistrofia. Mi viene prescritto Osseor e Gladio per circa 2 mesi e riposo assoluto. Dopo 5 mesi faccio la RM di controllo che non presenta più l'alterazione di segnale, il dolore però se pur molto lieve è presente, l'ortopedico adesso mi prescrive Flexartplus una confezione, 10 sudute di tecar, mi consiglia di praticare nuoto e una terza risonanza di controllo due altri 4 mesi. L'ultima risonanza continua a non presentare alterazione di segnale, ma il fastidio se pur lieve continua ad esserci, mi prescrivi nuovamente Flexartplus una confezione e mi dice e mi dice che il fastidio è dovuto ad un osso "non più come prima" che è ancora debole e quindi mi sconsiglia i salti e i movimenti laterali per il resto mi da l'ok per praticare, nuoto, bici e corsa sempre con moderazione. Adesso sono passati altri 4 mesi ma purtroppo il fastidio non è sparito del tutto continua ad esserci soprattutto se sforzo troppo la gamba destra e praticando stretching, soprattutto da sbraiato portando la gamba al petto il dolore è decisamente forte. Adesso la mia domanda è semplice. Perchè se l'algodistrofia è stata risolta il fastidio persiste? Posso fare qualcosa per farlo sparire del tutto? Grazie anticipatamente
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Dr. Emanuele Caldarella Ortopedico 1.8k 79 40
Caro utente,

il capitolo relativo a quello che Lei chiama "algodistrofia dell'anca" è ancora in gran parte da scrivere...
La storia dell'algodistrofia dell'anca inizia con i primi apparecchi di risonanza magnetica, negli anni '80: si era visto come in alcuni casi di pazienti con dolore l'osso (non per forza quello dell'anca) veniva visualizzato con un segnale alterato, a testimonianza dell'edema subcondrale (cioè una sorta di "infarcimento di sangue") che affliggeva l'osso dolente.
Questa condizione di edema subcondrale era comune a tutte le sindromi algodistrofiche che erano già conosciute da tempo, e che non sto qui a descriverLe perché esulano dai nostri scopi.
Da qui l'equazione ERRATA "edema subcondrale=algodistrofia".
L'edema subcondrale è presente, è vero, in tutte le forme algodistrofiche, ma è presente anche in altre patologie, come ad esempio le semplici contusioni.
Quando ci si è resi conto di questo, ci si è accorti anche che in particolare nell'anca capitava spesso di trovare pazienti che avevano dolore apparentemente senza ragione, e facendo una risonanza si vedeva il famigerato edema.
Si iniziò quindi a parlare di "osteoporosi idiopatica transitoria" della testa del femore, per differenziarla dalle algodistrofie, che con essa c'entrano poco o niente.
Questo termine è stato abbandonato perchè impreciso (crea confusione con l'osteoporosi, che è tutt'altra patologia).
Oggi si evita (correttamente) di sbilanciarsi, e quindi si parla semplicemente di "edema subcondrale", cioè si menziona solo quello che è certo, cioè il segnale RMN, senza andare a fare ipotesi sulle cause.

Difatti una gran quantità di questi edemi ha cause sconosciute. Per prima cosa vanno trattati, come correttamente ha fatto Lei, per evitare che l'edema si trasformi in una necrosi, un processo irreversibile.

Molto spesso, una volta guarito dall'edema, il paziente torna a stare perfettamente. In questo caso l'edema era davvero "idiopatico", cioè dalle cause sconosciute; e, così come era venuto, se ne è andato.

Esistono però tanti casi in cui la causa dell'edema può essere trovata. Queste cause possono essere effetti collaterali di alcune terapie, eventi traumatici, problemi vascolari, problemi ormonali, malattie dell'anca (displasia, Perthes, epifisiolisi), oppure cause meccaniche.

Nel Suo caso, data la dinamica di come è nato il Suo disturbo, e per i sintomi residui che Lei accusa, le cause meccaniche sono -a mio parere- le più probabili.

Ora il problema acuto è risolto, e quindi non c'è nessuna urgenza: ma data la Sua giovane età Le consiglio di chiedere una consulenza ad un centro altamente specializzato in chirurgia dell'anca nel giovane, in maniera da capire se possa sussistere qualche problema di natura articolare dell'anca e se sia meritevole di qualche trattamento.

Mi perdoni infine l'introduzione "enciclopedica", ma cercavo di farLe capire in cosa è consistito il Suo problema, e farLe capire che se cerca "algodistrofia" su internet troverà un sacco di quadri che non hanno nulla a che vedere con quello che ha patito Lei.

Distinti saluti

Dr. Emanuele Caldarella

Chirurgia dell'anca e del ginocchio
emanuele.caldarella@medicitalia.it

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