richiesta aiuto BPCO severa

Gentili medici, scrivo per mia madre,67 aa, a cui nel 2004 hanno diagnosticato una BPCO di grado severo, con segni di enfisema.Purtroppo non è l’unico dei suoi acciacchi, e anche per questo, nel tentativo di assumere meno farmaci possibile,ha cercato fino a qualche mese fa di curarsi con l’aiuto della fitoterapia e,al bisogno, con l’utilizzo di ventolin.Da qualche mese però, in seguito a una brutta influenza,ha iniziato a respirare sempre meno, e, suo malgrado, a dover assumere ventolin più spesso (anche tre volte al giorno, 2 spruzzi ogni volta).
Abbiamo perciò ripreso i contatti con il locale Servizio pneumologico, dove nella prima visita, circa 10 giorni fa, le hanno confermato la diagnosi di BPCO di grado severo e prescritto Spiriva 1 volta al giorno e Seretide 50/250 due volte al giorno. Ha quindi iniziato ad assumere Spiriva da 10 giorni, mentre, spaventata dai possibili effetti collaterali del Seretide, non ha ancora iniziato a prenderlo. Due giorni fa ha effettuato la spirometria (col seguente referto: “Deficit ventilatorio ostruttivo di grado severo immodificato dopo b2 stimolanti. Lieve peggioramento rispetto al 2008”) e l’emogas, con i seguenti risultati: valore pO2 56,4 poi salito a 68,6 dopo 30 minuti di ossigeno (se non sbaglio misurato con il saturimetro al dito l’ossigeno era 91). Le hanno perciò confermato la terapia con Spiriva e Seretide, più Deltacortene 25 mg 1 cp per tre giorni da ridurre successivamente, e prescritto l’assunzione di ossigeno a domicilio per 18 ore al giorno, fino al prossimo controllo fra due mesi.
Sorvolando su alcuni aspetti “umani” che sono un po’ venuti meno, ma che comunque contribuiscono a lasciarci un po’ perplessi (es. il fatto che la necessità dell’ossigeno a domicilio,a maggior ragione per 18 ore al giorno, terapia così importante da modificare la vita di un paziente, ci sia stata comunicata da un’infermiera, e non dal medico, che era impegnato, e col quale non abbiamo perciò potuto parlare) allo stato attuale ci ritroviamo, oltre che spaventati, pieni di domande che non abbiamo potuto fare,e che quindi proviamo a postare qui...
1) Dovendo stare attaccata all’ossigeno per ben 18 ore al giorno, esiste il rischio che i polmoni “si impigriscano” e si abituino a lavorare ancora meno in autonomia?
2)Ci sono dei pericoli legati all’ossigeno terapia?
Potete spiegarmi cosa significano queste frasi (trovate su internet):
“La somministraz. di alti livelli di ossigeno nei pazienti con enfisema grave e alta di anidride carbonica nel sangue riduce la capacità respiratoria, che può precipitare una insufficienza respiratoria e morte.L'O2 in determinate condizioni può rivelarsi pericoloso.La somministraz. di quantità elevate per lungo tempo può rivelarsi dannosa,soprattutto in persone affette da broncopneumopatie come ad es.la BPCO.
3)Mia madre vorrebbe tutt’ora evitare di assumere Seretide e cortisonici, sarebbe troppo pericoloso se proseguisse solo con Spiriva? quali sarebbero i rischi? grazie,barbara
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Prof. Claudio Andreetti Chirurgo toracico 773 31 17
Risposte:
1.I polmoni non si impigriscono;
2.La carbonarcosi ovvero l'aumento di anidride carbonica nel sangue in seguito ad alte dosi di ossigeno si verifica in malati molto instabili e altamente compromessi quando il dosaggio di ossigeno supera in maniera assoluta percentuali presenti nell'aria ambiente. Non mi sembra il caso di mamma.
3.Solo lo spiriva può non essere sufficiente. Mamma deve seguire le terapie prescritte senza timore.

Mamma ha eseguito una TAC?

Prof.  Claudio Andreetti
Divisione di Chirurgia Toracica
Ospedale Sant'Andrea Roma

[#2]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio per le risposte, no non ha eseguito una tac, ma visto che riferiva (a volte) dolore toracico a dx, le hanno fatto fare delle lastre: “l’rx torace non evidenzia lesioni pleuro parenchimali in atto”. La tac potrebbe servire per evidenziare cosa?

Un'ultima domanda: ho letto dell’esistenza del “deficit di Alfa-1 antitripsina, che può causare enfisema polmonare, ed è spesso erroneamente diagnosticata come asma o BPCO legata al fumo. L’Alfa-1 è il più diffuso fattore di rischio genetico conosciuto per l’enfisema polmonare e la BPCO. Il 3% circa delle persone diagnosticate come affette da BPCO potrebbero essere affette da Alfa-1 non diagnosticata”.
Sarebbe importante fare analisi in tal senso?

- Per completezza riporto anche il referto della spirometria del 2008: “Sindrome disventilatoria ostruttiva di grado severo parzialmente migliorata dopo inalazione di symbicort (+19%) Diffusione alveolo capillare: marcata riduzione del tranfert del CO (DLCO-52%)”-

Grazie ancora, Barbara
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Prof. Claudio Andreetti Chirurgo toracico 773 31 17
Cara Barbara la TAC è fondamentale per inquadrare una patologia respiratoria e definirne così la terapia più adeguata. Io nel mio centro seguo pazienti con enfisema polmonare grave trattati da me con valvole di ultima generazione(leggi l'articolo sull'enfisema). Allo stato attuale fare il test per l'alfa 1 non ci porterebbe alcun vantaggio. Fai una TAC e inquadriamo la morfologia strutturale del tessuto polmonare.
Saluti
[#4]
dopo
Utente
Utente
Grazie mille Dr. Andreetti, vado subito a leggermi l'articolo...comunque al servizio pneumologico dove siamo stati nessuno l'ha richiesta, e questo mi lascia ancora più dubbi...anche per questo stiamo cercando di fare una visita anche a Cagliari, e spero che lì la richiedano...grazie ancora per l'interessamento...
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Prof. Claudio Andreetti Chirurgo toracico 773 31 17
Io sono qui quando volete.
Saluti