Gli attacchi di delirio di persecuzione continuano nei momenti e nei modi piu svariati, anche se ,

buonasera, sono di milano ed ho 63 anni, sposato da 34, con due figli molto ben riusciti, ed anche una nipotina riuscita anche meglio.
Mia moglie rappresenta l'unico problema di questo situazione.Fino a 10 anni fa il nostro matrimonio si poteva definire perfetto,mentre da allora ha cominciato a nutrire sospetti e poi vere rabbie contro persone con cui fino al giorno prima andava d'accordissimo.In particolare mia madre, che era la sua migliore confidente, è diventata la propalatrice di notizie false sul suo conto, a persone che lei nemmeno conosceva. Anche altri, compresa sua sorella che amava moltissimo, sono finite nel tritacarne, e cosi via. Ora, dopo aver frequentato un corso di reiki, si è convinta che tutti quelli a cui ne ha parlato sono andati nel quartiere a sparlarne come di una stregache fa magie cattive, ed ha troncato amicizie trentennali. Mia madre e la sorella sono morte senza il conforto di vederla rinsavire.
Anni fa ero riuscito a condurla da una psicologa, che l'ha seguita per anni, con 4 sedute a settimana per oltre un anno, ma non ha avuto seguiti positivi, oltre che aver creato alle volte situazioni drammatiche con le sue prescrizioni ( l'aveva consigliata di presentarsi da mia madre, e " sbatterle sul muso" la realta che era nota a tutti, e, ove avesse negato, comportarsi come riteneva piu opportuno. Ne è seguita una scena penosissima, sopratutto per mia madre,gia anziana.
Ad un certo punto anche la psicologa è finita nel tritacarne, ed è stata accusata di aver informato il medico curante,amico di famiglia, del suo stato. Risultato, cambio del medico.
Sono riuscito a portarla da uno psichiatra che le ha prescritto i serenase, senza però informarci dei possibili effetti collaterali; risultato, grossi sintomi parkinsoniani, e chiarimenti al pronto soccorso,con sospensione della cura che non ha voluto riprendere.
Dopo due anni son riuscito a riportarla da un altro psichiatra , di cui sembrava fidarsi, che le ha prescritto ansiolitici ( alprazolam) antidepressivi ( Daparox) e neurolettici ( prima seroxat e poi zyprexa), che non mi sembrava avessero ottenuto grossi risultati; le visite dallo psichiatra sono continuate per tre anni,di fatto sempre con le stesse terapie, ma, ripeto, con risultati che non mi sembravano di rilievo. Ora da due anni ha interrotto lo zyprexa, e non vuole piu andare dallo psichiatra; gli attacchi di delirio di persecuzione continuano nei momenti e nei modi piu svariati, anche se , devo dire, non la portano a compiere ancora atti tali da ledere il codice penale.
Forse in questi anni sono peggiorato anch'io, nel senso che pur consapevole che si tratta di una malattia dell'animo, non riesco piu a gestire le mie reazioni ai suoi atti inconsulti.
Non vuole assolutamente ritornare da psichiatri, e se provo a parlarne, sia pure nel modo piu sorridente possibile, ha reazioni violente.
Ho vie d'uscita, se non al suo male, al mio modo di accettarlo? So che esistono gruppi di autoaiuto di parenti di ammalati psichici.
C'è qualche modo di convincerla a ritornare da un altro psichiatra? E i risultati modesti ottenuti allora, possono essere dipesi da cause che non conosco? Il mio comportamento come deve essere, o meglio dovrebbe,visto che al momento non riesco a fare altro che reagire con l'atteggiamento delle tre scimmiette?
In mancanza di cure, l'evoluzione probabile quale sarà?
So che non sono quesiti facili, ma una parola esperta mi farà magari sentire meglio.
Ringrazio e saluto.
[#1]
Attivo dal 2007 al 2012
Psichiatra
Gentile utente,
chi è affetto da disturbi psicotici (deliri, allucinazioni) non ha consapevolezza alcuna della "assurdità" dei suoi contenuti ideativi o delle sue percezioni nè esistono argomentazioni logiche che possano portarlo a mettere in dubbio le sue convinzioni; in sostanza, il paziente non ha nessuna consapevolezza di malattia.

Le terapie farmacologiche a base di antipsicotici possono aiutare a "scardinare" le convinzioni deliranti a patto che il paziente assuma la cura e regolarmente (cosa alquanto difficoltosa, quest'ultima, in quanto egli è convinto di non aver alcun problema psichiatrico).

E' evidente che la gestione medica del problema è spesso molto difficoltosa; nei casi più ostici potrebbe essere consigliabile coinvolgere i servizi psichiatrici di zona in quanto quest'ultimi hanno la possibilità di intervenire, ove ritenuto necessario e per salvaguardare la salute del paziente, con modalità che non sono possibili nell'ambito di una pratica ambulatoriale privata.
(può darsi che questo sia stato già fatto, ma dal suo post non si capisce se i trattamenti avuti sono stati effettuatti presso un servizio psichiatrico pubblico o non).

Penso inoltre sia necessario un inquadramento diagnostico chiaro visto che i sintomi psicotici possono essere riconducibili a disturbi psichiatrici differenti (disturbi dell'umore, disturbi dello spettro schizofrenico etc.) e le modalità d'intervento terapeutico (farmacologico) possono essere diverse in funzione del disturbo psichiatrico al quale tali sintomi (psicotici) sono riconducibili.

Cordiali saluti
Dr. Giuseppe Ruffolo
www.forumpsichiatria.it
www.psichiatria-online.it
[#2]
Dr. Claudio Lorenzetti Psichiatra, Farmacologo 249 4
Gentile Utente,
sono perfettamente daccordo con l'amico Dr. Ruffolo. Aggiungo soltanto che può far intervenire il medico di medicina generale per cercare di convincere sua moglie a fare una visita psichiatrica nella struttura pubblica. Se sua moglie rifiutasse ed il medico ravisasse una condizione di emergenza può chiedere alla struttura psichiatrica territoriale un Accertamento Sanitario Obbligatorio mediante una sua certificazione da inviare tramite la Polizia Municipale al Sindaco o all'assessore facente funzione per queste problematiche. A quel punto sua moglie sarebbe costretta alla visita. Prima di questo però il collega di medicina generale dovrebbe cercare di persuadere con più di un contatto sua moglie.
Cordiali saluti.

Dr. Claudio Lorenzetti

Dr. Claudio Lorenzetti

[#3]
dopo
Utente
Utente
Ringrazio i cortesi medici che hanno risposto.
Preciso che tutte le cure finora tentate sono state fatte privatamente, e, come supponete, con grosse problematiche di convincimento. Sopratutto lo psichiatra dal quale si è recata per tre anni mi sembrava molto competente, ma, come ripeto, i risultati pratici,nonostante il risperdal prima e lo zyprexa dopo per circa tre anni, non mi sono mai sembrati evidenti.
D'altra parte, i disturbi non sono di entità tale da mettere a pregiudizio la sua salute o di altri, per cui non credo sia possibile far intervenire un accertamento sanitario obbligatorio; di fatto rimedia, e rimedio, solo figuracce e amicizie finite.
Aggiungo un particolare , non so quanto rilevante: piu o meno all'inizio dei disturbi psichici ha avuto sia l'inizio della menopausa che il morbo di Basedow, quest'ultimo risolto però bene con il Tapazole; tuttora gli esami tiroidei sono nella norma.
Direi che a questo punto, temo di essere vittima, ma forse anche parte del problema, perchè alle sue sparate reagisco ormai con insofferenza e naturalmente non contribuisco al clima migliore. Il medico di famiglia è una brava persona, ma non si fa coinvolgere piu di tanto, e, tra l'altro sta finendo nel tritacarne anche lui, perchè mia moglie si sta gia informando su altri medici in zona, in quanto " lui" è troppo conosciuto da altri che le "sono nemici" qui vicini e che " possono riferire" o " venire riferiti" di particolari suoi.

Aggiungo un altro particolare caratteriale; quando ci siamo sposati, e tuttora, non ha mai avuto il piu piccolo senso dell'umorismo, che le dava pure fastidio. Aveva però una carica di gioia di vivere che metteva tutti di buon umore al primo impatto, e che purtroppo è quella che si è persa, ripeto, piu o meno di colpo una diecina d'anni fa.

E' possibile che con gli anni ( ne ha 59) il male si attenui? o che peggiori? Come dico, la sua vita ad un osservatore esterno appare del tutto normale, salvo a chi la conosce o l'ha conosciuta ed ormai la evita per le incoerenze delle sue accuse.

Ringrazio comunque ancora e saluto molto cordialmente.
[#4]
Dr. Stefano Garbolino Psichiatra, Psicoterapeuta, Sessuologo 2.5k 36 2
Gentile utente,
posto che sono in accordo con i pareri dei colleghi precedenti, non è possibile in modo adeguato rispndere alla sua ultima domanda, in quanto la risposta soggettiva e le caratteristiche cliniche della problematica fanno la differenza rispetto alla prognosi in termini di "guarigione".
Cordialmente

Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com

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