Ansia, paura di non amare

Salve sono una ragazza di 23 anni e soffro di ansia da quasi 4 anni.
Durante il periodo della maturità ero fortemente stressata e ho cominciato ad avere degli attacchi di panico pensando di avere un infarto (poichè avevo fitte al petto) e ne è seguito un periodo di pianti senza motivo.
Ho alterato da allora periodi della mia vita in cui stavo bene e periodi in cui ero triste senza motivo.
Ho sempre fatto cose strane da quando ero piccola per esempio per un certo periodo ero fissata sui microbi e ne avevo paura e questo mi portava a lavarmi sempre le mani e a sputare. Per un periodo dovevo toccare qualcosa un certo numero di volte perchè se no nn stavo bene, per esempio quando spegnevo la luce (e questo mi capita anche adesso) se mi veniva in mente una cosa brutta (tipo la morte di qualcuno) dovevo spegnerla e riaccenderla più volte fino a quando nn vedevo qualcosa di nn brutto.
Sono fissata sulle droghe, ho paura quando vado a ballare che qualcuno mi metta la droga nel bicchiere e a volte penso che veramente qualcuno lo ha fatto a tal punto che mi viene una crisi di panico.
Leggendo in internet altre storie simili mi sono accorta di aver anche io questo problema, e fino ad adesso non ne avevo dato peso pensando che fosse perchè ero io cosi, molto ansiosa.
Ho sempre avuto paura delle malattie, soffermandomi più che altro su tumori e arrivando a pensare proprio di averne 1, o in un certo periodo credevo di avere la meningite.
Adesso è da 10 giorni che ho l'ansia perchè ho paura di non amare il mio ragazzo. Una sera mi sentivo strana e ho pensato: ma se non lo amo? li per li non sono stata a pensarci molto e ci sono passata su, ma dal giorno dopo ho cominciato a pensare al xke mi ero sentita strana..al perchè di quel dubbio e tutto ciò mi spaventava a morte. Sono stata benissimo con il mio lui fino a pochi giorni prima e sono caduta in una specie di depressione. Per 3 giorni sono stata a casa a piangere e non avevo mai fame.. parlo con tutti di questi pensieri che mi sono venuti ma nessuno mi sa aiutare.
Quando ho cominciato a leggere di altre persone che hanno avuto questi stessi stati d'animo mi sono sollevata un pò perchè ho capito che non è un dubbio fondato. Ma ancora mi chiedo e se invece lo fosse davvero?
io con il mio ragazzo sto benissimo e ho sempre pensato che fosse la persona giusta per me siamo in sintonia al 100% e non capisco tutti questi pensieri che mi vengono. Quando sono con lui sto bene anche se il pensiero arriva.. quando lo bacio sento che lo amo, e voglio stare con lui.
Ho fatto una seduta con una psicoterapeuta oggi ma ha detto che mi deve vedere altre volte e che è difficile che si tratti di DOC.
All'inizio quando dovevo vedere il mio ragazzo provavo forte ansia, adesso mi sono tranquillizzata.
Comunque sto prendendo 5 gocce di bromazepam la mattina e mezza pastiglia di Xanax la sera (da 0,25 mg) che me li ha dati il mio medico curante.
Farò un consulto psichiatrico a breve ma vorrei sapere il vostro parere.
Grazie.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente,

la preoccupazione fissa per alcuni sentimenti o per altri tipi di accadimenti puo' avere un certo sottofondo di tipo ossessivo, sarebbe il caso di fare al piu' presto la visita psichiatrica, anche perche' il solo trattamento con benzodiazepine non ha indicazione per disturbi a lungo termine.

https://wa.me/3908251881139
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dopo
Attivo dal 2008 al 2012
Ex utente
Quindi secondo lei la psicoterapeuta per adesso non è in grado di aiutarmi?
I pensieri ossessivi fanno parte del disturbo DOC?
Farò al più presto un consulto psichiatrico, lo ho gia fatto due anni fa ma non avevo detto alla dottoressa tutti i miei rituali perchè ripeto pensavo dipendessero da me come persona e non da un disturbo.. e lei aveva riscontrato un po di depressione.
[#3]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Nel limite del consulto via web lei descrive dei sintomi di DOC, ma potrebbe ovviamente essere anche altro.

Secondo me deve fare la visita psichiatrica in tempi brevi.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

i pensieri ossessivi sono il sintomo principale e che definisce il disturbo DOC.
La diagnosi deve comprendere tutti i sintomi e anche il loro andamento nel tempo.

"Quando ho cominciato a leggere di altre persone che hanno avuto questi stessi stati d'animo mi sono sollevata un pò perchè ho capito che non è un dubbio fondato. Ma ancora mi chiedo e se invece lo fosse davvero?"

Nelle ossessioni la comprensione dell'assurdità del contenuto non influisce sull'estinzione del pensiero. Non sarebbe strano, se si trattasse di ossessione, chiedersi ancora ciò che si è perfettamente capito in base a ragionamenti, o semplicemente vedendo la stessa cosa dall'esterno nel racconto o nel comportamento di altri. Anzi, ragionare sui contenuti dei pensieri ossessivi crea solo temporanee soluzioni, che poi diventano altre fonti di dubbio.
La soluzione in questo disturbo è l'estinzione della domanda e non l'elaborazione di una risposta convincente e definitiva.

Comunque, la diagnosi richiede una visita e in base a questo le sarà consigliata una terapia.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Attivo dal 2008 al 2012
Ex utente
Grazie mille
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Dr.ssa Marina Ciampelli Psichiatra, Psicoterapeuta 20 1
Gentile utente,
come i miei colleghi hanno già chiaramente spiegato, il suo potrebbe essere un disturbo tipo DOC ma anche altro, perciò è necessaria la consulenza psiciatrica. Quello che vorrei aggiungere è invitarla a riflettere su cosa le genera tanta ansia; lei dice che le fa paura pensare di non amare il suo ragazzo. Tante persone si ritrovano a non amare più la persona che hanno al proprio fianco; ne prendono atto, magari con dispiacere, ma non ne sono terrorizzati. Perciò se lei si sente così terrorizzata è perchè ha paura delle conseguenze che potrebbero esserci se questo si verificasse. Per esempio, le fa paura rimanere da sola? o essere giudicata per la scelta di lasciare il suo ragazzo? I motivi possono essere tanti, e li troverà con l'aiuto della suo psicoterapeuta. La vorrei tranquillizzare sul fatto che avere un dubbio ossessivo ("e se non amassi più...?) non significa che quel timore possa avverarsi, e sia quindi verosimile. Significa solo che temiamo le conseguenze di quella cosa.
Faccia la visita psichiatrica, quindi intraprenda una psicoterapia.
Cordiali saluti

Dr.ssa Marina Ciampelli
Medico Specialista in Psichiatra Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale
Insegnante qualificata MBSR mindfulness-based

[#7]
dopo
Attivo dal 2008 al 2012
Ex utente
Gentile dottoressa, grazie per aver risposto..
Anche io ho trovato questa mia reazione esagerata, nel senso che ho già passato un periodo di confusione e non l'ho affrontato così.
Non ho ne paura di rimanere sola e ne paura delle conseguenze di una mia scelta.
Quando la domanda è arrivata io al momento ci ho pensato su e mi sono tranquillizzata, è stato dal giorno dopo che ho continuato a pensare e a ripensare al perchè di quel dubbio.
Vede i primi giorni io mi sentivo come se già ci dovevamo lasciare, pensavo al peggio. Ero proprio depressa. e non facevo altro che pensare e parlare con i miei amici di questa cosa.
Quando dovevo vedere lui mi veniva l'ansia e mi sentivo sempre strana con questo magone.
Ultimamente va molto meglio sto cercando di non pensarci più e sto notando che la sera sto molto meglio rispetto al mattino.
Ma con lui non è cambiato niente. Io provo ancora le stesse cose di prima.
Forse sono un pò insoddisfatta della mia vita e butto questa insoddisfazione sull'unica persona che mi rende felice?
Mi sono fatta mille domande guardi, il mio cervello è stanco.
[#8]
Dr.ssa Marina Ciampelli Psichiatra, Psicoterapeuta 20 1
Infatti il rimuginio stanca, e tutte le domande che si fa non sono altro che rimuginio. Inoltre il miglioramento dell'umore verso sera è indice di un abbassamento del tono dell'umore: forse c'è di sottofondo una lieve depressione. Il mio consiglio rimane lo stesso: valutare una terapia adeguata con lo psichiatra (quella che le ha dato il suo medico di famiglia non ha molto senso, due ansiolitici diversi ed entrambi sottodosati) ed eventualmente intraprendere una psicoterapia.
Cordiali saluti
[#9]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
"Ultimamente va molto meglio sto cercando di non pensarci più e sto notando che la sera sto molto meglio rispetto al mattino.
Ma con lui non è cambiato niente. Io provo ancora le stesse cose di prima.
Forse sono un pò insoddisfatta della mia vita e butto questa insoddisfazione sull'unica persona che mi rende felice?"

Gentile utente,

eviti spiegazioni gratuite come se questi pensieri dovessero obbligatoriamente avere un senso, troverà sicuramente risposte perché le elabora Lei.
Se questi pensieri sono di tipo ossessivo, sono la ripetizione a vuoto di dubbi, che creano problemi (non li esprimono).

[#10]
dopo
Attivo dal 2008 al 2012
Ex utente
Grazie per la vostra risposta..
Quindi questi pensieri non hanno senso?
perchè a volte non ci penso e sto bene.. mentre a volte mi vengono queste domande spontanee e con loro l'ansia?
[#11]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

"perché" è già di per sé una domanda che non permette di vedere il semplice e fa spostare l'attenzione su "altre" ragioni.
Nel caso di un ipotetico disturbo psichiatrico (dico ipotetico perché la diagnosi va comunque fatta mediante una valutazione medica), i sintomi non vengono per ragioni che non siano la tendenza del cervello a produrli, in genere perché si è predisposti a farlo, sempre o a periodi.
Le domande ossessive possono venire su qualsiasi argomento, dal più assurdo a quelli che coincidono con paure possibili o dubbi su quello che viviamo tutti i giorni, il loro "senso" è formale, sono dubbi fini a se stessi, e così vanno intese.
Naturalmente non è capendo questo se ne vadano, se sono invadenti è opportuno trattare il disturbo.
[#12]
dopo
Attivo dal 2008 al 2012
Ex utente
Gentili dottori..
Vi scrivo di nuovo perchè ho avuto un consulto con la psichiatra da cui ero andata 2 anni fa e che mi aveva diagnosticato una lieve depressione che ho curato con Cipralex ma senza terapia.
Le ho raccontato tutto (dei miei rituali e delle mie paure) cose che la prima volta non avevo fatto..
Lei mi ha confermato di avere il DOC.. anche se non ha parlato esattamente di pensieri ossessivi..
Mi ha detto che è possibile che questa "confusione" sia data da questo disturbo.. ma che lei non mi può dire se amo o no il mio ragazzo..ovviamente..e che lo saprò facendo una psicoterapia.
Lei non ha nemmeno parlato di DOC da relazione.. disturbo invece che ho visto molto diffuso e nel quale mi sono proprio ritrovata leggendo nei vari forum di psicologia..
ALlora vi chiedo questi miei pensieri riguardo al non amare o amare il mio ragazzo sono effettivamente pensieri ossessivi?
Perchè non trovo risposte dentro di me? e perchè a ci sono momenti in cui sento che lo amo e altri in cui non lo so?
Comunque mi ha prescritto 1 pastiglia di Xanax 2 volte al giorno da 0,25 mg, e 5 gocce di Cipralex due volte al giorno per una settimana per poi aumentare a 10 gocce di Cipralex.
Grazie
[#13]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

"DOC da relazione" non è una diagnosi, il DOC è una diagnosi formale sulla modalità di pensiero. Il contenuto non è l'oggetto della terapia né della diagnosi, potrebbe essere qualsiasi e spesso nel tempo cambia.
La terapia non affronta il contenuto (amo o non amo) ma la forma del pensiero che interferisce con i normali contenuti del suo pensiero. Questo perché il disturbo non riguarda il contenuto delle paure come fosse il contenuto di una riflessione esistenziale.
La discussione e la riflessione sul contenuto tende a peggiorare la capacità di distacco dalle ossessioni, perché lascia l'idea che sia importante "capire" il contenuto e non riportare il pensiero alla sua libera forma, non ossessiva.
Quindi il terapeuta non le dice se ama o non ama il suo ragazzo perché non lo sa né deve chiarirlo, deve permetterle di pensarlo oppure non pensarlo, restituendo al suo pensiero la sua naturale posizione rispetto a questo tema.

Cipralex 10 mg è potenzialmente efficace, anche se possono essere necessarie dosi maggiori.

Non capisco cosa significhi che la diagnosi è DOC e il pensiero non è ossessivo.

[#14]
dopo
Attivo dal 2008 al 2012
Ex utente
Ho capito che il contenuto non è l'oggetto della terapia nè della diagnosi, e i contenuti dei pensieri ossessivi cambiano... però per me è il primo pensiero ossessivo che mi fa stare cosi male. Può essere??
Quando mi veniva in mente per esempio la tomba di una persona cara, facevo i miei rituali, ma non stavo cosi male..
"Questo perché il disturbo non riguarda il contenuto delle paure come fosse il contenuto di una riflessione esistenziale." potrebbe spiegarsi meglio? non ho capito...
Spero che con la mia psicoterapeuta potrò trovare sollievo perchè ora mi sembra di non capire più niente.
Con la mia frase intendevo che la psichiatra non ha espressamente detto che questi pensieri (amo/non amo) sono ossessivi.. cosa che invece la psicotereapeuta suppone.
Io ho trovato molto sul doc da relazione, su un forum di psicologia è stato pubblicato parte di un libro scritto da uno psicologo, e dei capitoli sono proprio dedicati a questo doc da relazione, in cui io mi trovo su molte cose.
Cosa ne pensa?
Grazie mille
[#15]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Ma se la diagnosi è DOC e si definisce per la presenza di pensiero ossessivi in che senso non è stato espressamente detto ?
La psicoterapeuta suppone che siano pensieri ossessivi quando la psichiatra ha fatto diagnosi di DOC ?

Il DOC è un disturbo che non fa riferimento né al contenuto né al contesto, si produce e condiziona le relazioni. Dice di averlo capito, però in realtà va cercando un senso a "questo" pensiero rispetto agli altri, quindi di fatto non sembra. Non è un problema, le cose si considerano meglio quando i sintomi si attenuano. Si può speficicare DOC x o y in rapporto al tipo di rituali o di pensieri, ma in fin dei conti la categoria rimane quella.

[#16]
dopo
Attivo dal 2008 al 2012
Ex utente
Nel senso che parlando con la mia psichiatra lei non ha detto letteralmente "pensieri ossessivi", ha detto che ho molte paure e che devo superarle, e ha detto che questi pensieri posso essere dati dal doc... per questo le ho detto cosi ma non ha molta importanza.. mentre la psicoterapeuta mi ha detto che sono pensieri ossessivi..
Esatto dottor Pacini io non l'ho capito.. perchè cerco ancora spiegazioni ai miei stati d'animo e ai miei pensieri.. ho spaura che tutta questa situazione riguardo i dubbi sul mio ragazzo non siano dati dal doc.. eppure io sto proprio male.. non mi entra in testa.. sono proprio depressa. Come può la mia testa arrivare a farsi i dubbi e conseguentemente a farmi sentire come se io quei dubbi li ho davvero o come se non lo amassi davvero?
Spero che con l'andare della terapia e dei medicinali questi sintomi si attenuino..perchè credevo una volta saputo che fosse doc, che sarei stata meglio..invece proprio no.
Grazie dottor Pacini
[#17]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Il DOC è fatto da pensieri ossessivi, questo intendevo dire.

"Come può la mia testa arrivare a farsi i dubbi e conseguentemente a farmi sentire come se io quei dubbi li ho davvero o come se non lo amassi davvero?"

Come può ? Ad esempio nel modo in cui sta facendo, e che sta sperimentando e descrivendo.

I pensieri sono automaticamente ripetuti nel DOC, e si attiva un meccanismo che dovrebbe servire a risolvere un problema, con una risposta, un ragionamento, una reazione, e così via. Questo però accade al di fuori di una iniziativa del proprio cervello, per cui si percepisce come interferenza. Tuttavia, chi lo vive comincia a pensare che questo pensiero venga da chissà quale "profondità" e che quindi senza rendersene conto il pensiero esprima un sentimento nascosto.
Non c'entra niente sapere come si chiama la propria malattia perché se ne vada, altrimenti non sarebbe una malattia.
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