Manie di persecuzione e aggressioni

Buonasera,
scrivo qui per raccontare quello che sto vivendo da alcuni mesi a questa parte, sperando che nessuno possa vivere una situazione del genere.
Abito in un condominio e affianco al mio appartamento vive, da sola, una signora divorziata, con evidenti disturbi psichici e che soffre di manie di persecuzione. Questa signora dovrebbe seguire una cura, ma non lo fa (perché quando lo fa sembra una persona normale).
Ultimamente, e parlo di mesi, non giorni, la signora usciva di casa in qualsiasi ora del giorno o della notte per suonare il campanello del mio appartamento, anche per un minuto di fila. Abbiamo ben pensato di staccarlo, ma ha cominciato con il citofono. Ma da qualche giorno ha deciso di battere ripetutamente con qualche arnese sulla porta d'ingresso o sulla serranda del cucinino (che sta affianco alla porta di casa), creando notevoli danni ad entrambi.
Più volte ho chiamato il 112 o 113, ma sottovalutano la vicenda e dicono che non possono far niente (neanche mandare qualcuno ad intimare di smetterla?).
Stasera è quasi riuscita a rompere il vetro della finestra del cucinino, ma non è bastato neanche questo per farli intervenire.
C'è da dire anche che le poche volte in cui sono riuscita a domandarle perché lo facesse, la signora ripete in continuazione "Dai, chiama i Carabinieri". Quindi è consapevole che può agire senza che nessuno la ostacoli.
Tutta questa storia l'ho raccontata per rendere un'idea della gravità della situazione. Ed ora chiedo: è possibile che questa signora viva da sola e non c'è nessuno che le faccia seguire le cure? Ed è normale che anche dopo queste vicende, segnalate più volte, nessuno prenda in considerazione di mandarla in terapia? C'è da aspettare che aggredisca qualcuno prima di riuscire a farla curare? Ed infine, che possiamo fare, io e la mia famiglia, per cercare di non farla agitare ulteriormente?
Spero di trovare un supporto da uno di voi specialisti, perché sono veramente esasperata.

Grazie.
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
il problema è di competenza del Centro di Salute Mentale della vostra zona, ma anche del medico di base della signora e, nei momenti di necessità più della guardia medica (o del 118) che delle forze dell'ordine. Deve essere uno specialista psichiatra (magari del Centro di Salute Mentale) ad accertarsi delle condizioni della signora e dei motivi del suo comportamento. Le forze dell'ordine possono intervenire su potenziale richiesta di un medico dei servizi citati. Sarebbe però più utile che riescano ad assegnare un operatore o un'operatrice del Centro di Salute Mentale o del Distretto Sociale per venire da lei regolarmente. Ai Servizi Sociali si può fare presente lo stato di solitudine e di mancata assistenza della signora. I Servizi Sociali dovrebbero essere in grado di fare la ricerca dei familiari.

Normalmente, chiamare un medico perché visiti una persona si può se questa persona, anche se non ne esprime desiderio, ma ne dà il consenso. Nel vostro caso farlo anche senza consenso può essere giustificato dallo stato di necessita e dalla possibile incapacità della signora a provvedere agli interessi di sé stessa.

Quando la signora vi citofonava e quando ora batte sulla porta d'ingresso vi è capitato di aprirla? Allora che reazione ha manifestato? Lo fa per cattiveria oppure cercando l'aiuto? Quando dice "Dai, chiama i carabinieri", intende veramente che può agire senza che nessuno la ostacoli oppure pensa di avere ragione davanti ai carabinieri e anzi vorrebbe che vengano per difenderla? Vi è capitato mai parlarne? Lei scrive delle "manie di persecuzione": in che cosa consistono? Le risposte a queste domande possono essere utili anche al medico che, speriamo, verrà a trovarla, se qualcuno lo chiama.

Dr. Alex Aleksey Gukov

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Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 927 16
Aggiungo un consiglio , anche se più che un consulto medico questo sembra un consulto legale....
Si rivolga all'amministratore del condominio e cerchi di parlarne con gli altri condomini, in modo da avere una posizione comune, e almeno dei testimoni, in caso di eventuale necessità.
Però per prima cosa, almeno in un primo momento, cercate di 'ammansire' la signora, chiedendole se per caso la avete disturbata in qualche modo, se ha bisogno di qualcosa da voi, e evitando di minacciarla o sfidarla o di farla sentire attaccata. La minaccia e la paura aumentano il rischio di atti aggressivi.
Rassicurarla e 'parlare' è il modo migliore di affrontare questa difficile situazione.
In effetti le forze dell'ordine o gli organi giudiziari servono a poco.
In bocca al lupo

Dr. Gianmaria Benedetti

http://neuropsic.altervista.org/drupal/

[#3]
dopo
Utente
Utente
Buonasera,
intanto ringrazio per le celeri risposte.
Vorrei rispondere alle domande sopra citate. Ho provato più volte ad aprire la porta, ma nonostante mantenessi un atteggiamento di calma, lei si è dimostrata sempre aggressiva e con un'aria di sfida, che forse giustifica quella frase riguardo ai Carabinieri. E comunque sia lei è convinta di stare benissimo e che i matti siamo noi (testimonianza di un'altra condomina).
Se provo a chiedere se ho fatto qualcosa che avesse potuto darle fastidio, mi sento rispondere frasi senza senso e a volte ho l'impressione che neanche lei riesca a darmi una risposta. Quindi presumo sia tutto frutto della sua immaginazione.
Dico "manie di persecuzione" perché ho conosciuto delle persone che mi hanno parlato della sua malattia e che la conoscono da molto più tempo di me, per non parlare del fatto che inveisce il più delle volte contro le autorità o se la prende fisicamente, a seconda dei periodi, con qualcuno della mia via (o anche passanti).
Di minacce non ne ho mai fatte, ma parlarle ora non è possibile perché quando viene a "bussare" lo fa con un oggetto direi pesante, visto che è riuscita a rompere in diversi punti la serranda e la porta d'ingresso.

Grazie di nuovo per il supporto.