Terapia cronica, stress e lutto familiare grave.

Buongiorno, dottori specialisti,

ripropongo a voi tutti la richiesta di consulto che avevo mandato "all' attenzione del dr. Pacini", (era lui in particolare il mio referente), ma lo faccio, non avendolo visto in consulti recenti, affidandomi alla vostra gentile disponibilità, in un caso assai difficile, a dir poco "quasi impossibile" per cronicità situazione, disturbi continui e invalidanti, con aggiunta di un grave lutto familiare (la perdita recente di mia moglie).

Buongiorno Dr. Pacini, ed egregi medici tutti,

ci conosciamo da diverso tempo. Io prendo ormai da oltre vent'' anni la terapia: lorazepam 2,5 (1+1/2+1/2) e anafranil 10 mg. (1+1+1) al giorno per una nevrosi d'' ansia con depressione e somatizzazioni varie(specialmente cefalea tensiva, acufeni e dolori muscolari vari).
Convivo con questa terapia, con uno stile di vita così così, forse appena soddisfacente, ma non discreto od ottimale.
Purtroppo, nel novembre del 2012 ho perso mia moglie per un tumore devastante, che l'' ha distrutta, dopo un calvario di 6 mesi, e una malattia iniziata nel 1995 e tenuta sotto controllo fino al 2010, fino a quando una metastasi al fegato ha segnato il suo destino.
Io adesso sono rimasto con mia figlia di 20 anni, la quale (studente universitaria) ha cambiato completamente il suo stile di vita, rendendolo sregolato e disordinato.
Io sono diventato apatico, ancor più depresso, e con dolori multipli. Il lavoro riesce un pò a tenermi occupato e attivo; altrimenti per il resto sono molto isolato, non riesco a socializzare, a frequentare amici e parenti.
Il mio psichiatra mi ha mantenuto la medesima terapia, con un eventuale aumento dell'' anafranil.
Io non riesco ad andare avanti: è dura, molto dura. Vorrei da Lei un consiglio per riuscire a vivere decentemente, per riuscire ad andare avanti.
la moglie di un mio amico, psichiatra, che gestisce una casa di cura, dice che dovrei provare a cambiare terapia, mantenendo il lorazepam e provando con qualche altro antidepressivo tipo maveral, daparox o cymbalta; oppure associando alla mia vecchia terapia lyrica per potenziare l'' effetto ansioltico, cercando di ridurre il lorazepam.
Inoltre mi sprona a fare un' attività fisica e a partecipare a terapie di gruppo per cercare di "elaborare il lutto".
Dr. Pacini, non so più cosa fare, ho anch'' io una certa età e non riesco più ad andare avanti. La vita, spesso è tremenda e ti toglie tutte le motivazioni...
La ringrazio, infinitamente se mi darà qualche consiglio sul da farsi, per cercare, per lo meno di andare avanti discretamente, senza apatia, abulia, isolamento, stanchezza, depressione e ansia cronica.
Grazie infinite e cordiali saluti.




[#1]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 196 21
Gentile utente,
ha ragione quando dice che la vita spesso ci sottopone a prove durissime.
Probabilmente anche sua figlia soffre, e reagisce come può farlo una tardo-adolescente, diventando sregolata e arrabbiata. Cerchi di tollerare ma nello stesso tempo di farle capire che lei c'è e le vuole bene.
L'elaborazione di un lutto così grave dura almeno un anno, per cui le consiglio di seguire le indicazioni del suo psichiatra che la conosce da anni e di non sforzarsi di essere socievole, sarebbe una fatica in più.
Ha la fortuna di potersi distrarre col lavoro, per il resto faccia quello che si sente, che la fa sentire meno male. Viviamo in una società estroversa e un po' maniacale, che macina tutto in fretta e non rispetta i tempi delle persone. C'è un tempo per piangere che non è malattia, se lo prenda tutto, poi pensi a quello che sua moglie avrebbe desiderato per lei e che le avrebbe fatto piacere.
Cordiali saluti

Franca Scapellato

[#2]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio vivamente dr.ssa Scapellato,
per la sollecita risposta e le giuste considerazioni che ha fatto.

Purtroppo un destino avverso ha voluto abbattersi sulla mia famiglia, le risparmio il racconto analitico (tra l' altro sarebbe assai lungo e triste).
Ognuno di noi sa che si nasce, si vive e infine tutti siamo destinati alla morte.
Ma la qualità della vita è importante, nel caso della mia famiglia il sottoscritto già dall' età di vent' anni ha cominciato con i problemi, le sofferenze, i disturbi che lo hanno sempre perseguitato.
Quando ho conosciuto mia moglie c' è stato un buon periodo vissuto serenamente e in maniera positiva. C' era solo il problema del figlio che non arrivava (Michela è nata 11 anni dopo il ns. matrimonio).
Dopo 3 anni dalla nascita di nostra figlia, mia moglie ha cominciato la sua battaglia contro il tumore: per 10 anni terapie cure, interventi e controlli; poi 2 recidive e infine la metastasi finale, con un vero calvario negli ultimi 5 mesi.
Cercherò, nel prosieguo della vita di ascoltare i suoi consigli, che trovo corretti. Per questo la ringrazio e la saluto cordialmente, anche a nome di mia figlia.
[#3]
dopo
Utente
Utente
Scusi Dr.ssa Scapellato, se la importuno ancora,
ma Lei mi ispira molta fiducia, per la sua competenza e il suo equilibrio.
Posso chiederle un consiglio sulla terapia.
Attualmente sto prendendo il lorazepam 2,5 (1/2+1/2+1/2), abbinato all' anafranil 10 mg. (3 al g.); e devo dire che questa terapia, che assumo da
tanto tempo, mi rende parecchio sonnolento, durante il giorno, anche con cefalea e stordimento.
Per questo, il mio psichiatra, da me consultato dopo l' evento luttuoso era inizialmente incerto se cambiare l' antidepressivo introducendo il maveral, o la duloxetina o la paroxetina), cercando di ridurre il lorazepam che, purtroppo dopo tanti anni ha creato una dipendenza, difficile da togliere. La strada è quella di ridurre lentamente la benzodiazepina, introducendo però un nuovo antidepressivo, che dia meno sedazione, possibilmente però controllando l' ansia con le sue somatizzazioni.
A suo avviso, quale dei tre farmaci, per il suo meccanismo d' azione sarebbe più adatto? Lo so che "on line" è difficile dare un' indicazione, ma io le chiedo, esclusivamente un parere da specialista competente considerando "il meccanismo d' azione delle varie molecole" , con la loro azione e gli effetti avversi.
Io ho molto fiducia in Lei, e confido in un suo parere. Naturalmente continuerò il rapporto con il mio psichiatra, anche se però lo vedo un po' incerto sul da farsi. Grazie mille da una persona che ha bisogno di un cura efficace.
[#4]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 196 21
Gentile utente,
la risposta ai farmaci antidepressivi ha una componente individuale che non è prevedibile nemmeno con una visita diretta: in pratica si inizia un antidepressivo e poi se ne valuta l'efficacia dopo un periodo adeguato, in genere 3 settimane.
Dei farmaci che le hanno consigliato due sono inibitori della ricaptazione di serotonina (Fluvoxamina-Maveral e Paroxetina) mentre la Duloxetina inibisce anche la ricaptazione di Noradrenalina. Qual è il migliore? Bisognerebbe chiedere ai suoi recettori cerebrali, ma per ora non è possibile...
Dal punto di vista degli effetti collaterali, dell'efficacia sui grandi numeri (di pazienti) ecc sono grosso modo equivalenti, per cui la scelta è del suo psichiatra.
Personalmente mi concentrerei prima sull'introduzione dell'antidepressivo, che all'inizio può dare un po' di nervosismo a causa dell'effetto attivante della sostanza. Poi, una volta verificata l'efficacia del farmaco e stabilizzato il dosaggio, si può provare a calare la benzodiazepina.
Cordiali saluti
[#5]
dopo
Utente
Utente
Cara dr.ssa Scapellato, la ringrazio per la sua risposta.
E' stata molto realista, nella sua analisi, in quanto si va
effettivamente un po' per tentativi nella terapia specifica,
naturalmente tenendo conto della diagnosi (che non sempre è precisa).
Ogni farmaco ha un meccanismo d' azione e ogni individuo
ha una risposta diversa, che deve essere testata.
Un suo collega mi chiedeva, come mai, prima di passare
ad un altro antidepressivo, non è stato provato l' anafranil,
al dosaggio "terapeutico".
Cosa vuol dire terapeutico se ogni individuo ha una risposta
personalizzata?
Io mi sono sempre trovato abbastanza bene con l' anafranil,
ma con dosaggi bassi (10- 30 mg.), perchè riusciva a
togliermi il peso interno apicale della cefalea tensiva.
Una volta ne ho preso 75 mg. e mi sono sentito talmente male,
da ricorrere al P.S.
Ecco perchè io non sono mai riuscito completamente a
risolvere i miei problemi, probabilmente perchè c'è un misto di neurologico e psichiatrico. Ho provato centri cefalee, e visite
psichiatriche o neuro-psichiatriche, ma più di tanto non ho
ottenuto! C' è mancata, purtroppo la scomparsa di mia
moglie per darmi il colpo di grazia (aumento depressione,
ansia, apatia, mancanza di motivazioni, cefalee, acufeni,
tachicardie, dolori muscolari ecc.).
Cosa ne pensa, di quanto sopra?
Cara dr.ssa, la ringrazio ancora per la sua pazienza, ma ho
un sentore nei suoi riguardi: mi ispira molta fiducia, veramente.
Complimenti e grazie ancora.
[#6]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 196 21
"Cosa vuol dire terapeutico se ogni individuo ha una risposta personalizzata?"
C'è un dosaggio minimo, che per l'anafranil è appunto 75 mg, al di sotto del quale la risposta è considerata incompleta, perché non viene bloccato un numero sufficiente di recettori di serotonina e noradrenalina. Anafranil è un farmaco molto efficace, ma dà numerosi effetti collaterali, dalla tachicardia all'ipotensione, oltre a importanti effetti anticolinergici, e per questo non è tollerato da tutti. Gli altri farmaci che ha proposto il suo psichiatra hanno meno effetti collaterali, per cui la dose terapeutica può essere raggiunta e mantenuta più facilmente. La reazione individuale al farmaco poi è variabile.
La saluto cordialmente
[#7]
dopo
Utente
Utente
Cara dr.ssa Scapellato,

il mio psichiatra ha deciso per la sostituzione dell' anafranil con la duloxetina (30 mg. per 1 settimana e poi 60 mg. al giorno).
Inoltre ha deciso per l' indroduzione, con assunzione serale di lyrica 75mg (dovrebbe servire, secondo lui a farmi ridurre il lorazepam).
Ho cominciato la nuova terapia da pochi giorni e mi trovo un po' intontito e agitato e con più sonnolenza, probabilmente per la sostituzione diretta dell' anafranil con cymbalta e pure per l' introduzione di lyrica 75 mg la sera.
Volevo gentilmente chiederLe:

1) Cosa pensa della nuova terapia, soprattutto in riferimento alla sostituzione diretta dell' anafranil (3o mg. al g.) con cymbalta (30 e poi 60 mg. al g.);
2) Secondo Lei è utile l' introduzione di un nuovo farmaco (lyrica), allo scopo di ridurre il lorazepam (5 mg. al giorno); non era forse meglio attendere l' azione terapeutica della duloxetina, ed eventualmente provarre a ridurre lentamente il lorazepam?
Io credo che i farmaci possano sì essere importanti, ma, nel mio caso, dopo la perdita di mia moglie, che mi ha reso più apatico, indifferente, senza motivazioni e con dolori e somatizzazioni multiple (cefalea, dolori muscolari, rigidità articolare, problemi al colon, peso torace, ecc.), dovrebbero servire attività fisica, impegno sociale, eventuale terapia psicologica, e forse pure altre cose!

La ringrazio per le gradite risposte e porgo cordiali saluti.
[#8]
dopo
Utente
Utente
Cara dr.ssa Scapellato,

forse perchè ancora in ferie, non mi ha ancora risposto.
Spero lo faccia quanto prima, in quanto ho molta fiducia in Lei,
Lei è razionale e molto competente; in più tende a semplificare
e rendere molto comprensibili le cose.

Volevo aggiungere che l' assunzione iniziata di cymbalta mi
provoca anche una cefalea tensiva? Può essere un effetto
collaterale del farmaco, che dovrebbe scomparire nel proseguio
della terapia?

La ringrazio molto per le sue considerazioni.
[#9]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 196 21
Buonasera,
la sostituzione di anafranil a basso dosaggio con duloxetina non dovrebbe averle dato problemi. (non sono in ferie, anzi, in questo periodo ho avuto poco tempo per il forum)

"Secondo Lei è utile l' introduzione di un nuovo farmaco (lyrica), allo scopo di ridurre il lorazepam (5 mg. al giorno); non era forse meglio attendere l' azione terapeutica della duloxetina, ed eventualmente provarre a ridurre lentamente il lorazepam?"

L'impostazione è corretta, perché la duloxetina nella fase iniziale può dare un certo nervosismo, oltre alla cefalea che è piuttosto frequente (anche se non è detto che la cefalea sia dovuta al farmaco, dal momento che ne va soggetto spesso). Ridurre il lorazepam prima che la duloxetina abbia fatto effetto rischia di peggiorare il quadro ansioso.
Una psicoterapia può aiutare, sempre che abbia la motivazione per impegnarsi, e non è antitetica al trattamento farmacologico, ma complementare.
L'attività fisica e l'impegno sociale richiedono di aver raggiunto un minimo di benessere che porti ad aver voglia di fare queste cose senza forzarsi, se no diventano un ulteriore motivo di stress e allora è meglio rinviare a quando si sentirà un po' meglio.
La saluto cordialmente.
[#10]
dopo
Utente
Utente
Gentile dr.ssa Scapellato,
La aggiorno sulla mia situazione. Con la terapia in atto (cymbalta e lorazepam + lyrica),
mi trovo benino, anche se con effetti collaterali (media cefalea, nervosismo e intontimento talvolta, sonnolenza, alvo alterato con feci poltacee e untuose???).
Sono preoccupato soprattutto per la variazione dell' alvo e anche per l' intontimento e la cefalea). Secondo lei, col prosieguo della terapia dovrebberò scomparire o ridursi?
O dipende dai dosaggi con il lorazepam 2,5 (1+1/2+1/2), cymbalta 60 mg, lyrica 75 mg.

Numerose persone, anche medici, non psichiatri asseriscono che gli antidepressivi, le benzo sono una "bufala" e, se presi, "cronicamente" provocano effetti collaterali e sintomi peggiori di quelli iniziali! In particolare un' amica mi ha consigliato di ridurre la terapia gradatamente, introducendo l' assunzione di "vitamine, sali minerali, aminoacidi, rilassanti naturali, drenanti, ecc.", (a dosaggi molto superiori al RAD), secondo il metodo ortomolecolare di "Linus Pauling", premio nobel per la chimica e per la pace. (sito alchimia verde.it e drenaenutri.it)

Lei che ne pensa; Scusi se la disturbo ancora, ma io la stimo molto per la sua professionalità e il suo equilibrio.
Ancora grazie infinite e cordiali saluti.
[#11]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 196 21
Gentile utente,
il Lorazepam andrebbe ridotto molto gradualmente fino alla sospensione se possibile. Il rischio di un trattamento prolungato è quello della tolleranza, per cui l'efficacia a parità di dosaggio si riduce. Altri problemi non ce ne sono, comunque le benzodiazepine vanno usate quando serve e per brevi periodi, perché agiscono sul sintomo. Diverso è il discorso sugli antidepressivi, che sono curativi, come dimostrano tra l'altro le tecniche di neuroimaging funzionale del cervello: alcune aree cerebrali hanno un funzionamento alterato durante la depressione, ad es, e tornano a funzionare bene in seguito alla terapia farmacologica ma anche alla psicoterapia.
Le teorie mediche del professor Pauling sono affascinanti ma prive di qualsiasi base scientifica.
[#12]
dopo
Utente
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Buongiorno dr.ssa Scapellato,
volevo chiederle un parere sulla mia terapia, in particolare sull' introduzione del lyrica 75 mg. la sera.
Questo farmaco mi fa dormire la notte, ma la mattina mi alzo come "ubriaco", intontito, instabile, stordito, con forte sonnolenza, acufeni e pulsazioni in testa elevate.
Mi riprendo solo dopo un' ora dall' assunzione del lorazepam 2,5 e cymbalta 60 (1cp+1cp).
Ho contattato il mio psichiatra, il quale ha optato per un tentativo con 25 mg. di Lyrica, alla sera per una settimana, e poi vedere?
Lei che ne pensa? Ho visto che il lyrica ha molti effetti collaterali?
La ringrazio e la saluto molto cordialmente.
[#13]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 196 21
Gentile utente,
gli effetti collaterali sono segnalati nelle avvertenze, poi non è detto che si verifichino, e comunque va sempre fatto un bilancio costo (effetti indesiderati)/beneficio. La proposta dello specialista mi sembra ragionevole. Piuttosto potrebbe chiedere se non è opportuno ridurre gradualmente il lorazepam, dal momento che il pregabalin (Lyrica) ne potenzia gli effetti sedativi.
Cordiali saluti
[#14]
dopo
Utente
Utente
Cara dr.ssa Scapellato,

con l' aggiustamento della terapia : riduzione del lyrica a 25 mg. la sera, mi trovo un po' meglio. Continua pure l' assunzione del lorazepam 2,5 (1+1/2+1/2) e cymbalta 60 (1 al g.). Ci sono sempre degli effetti avversi: cefalea, nervosismo, sonnolenza, un po' di
frastornamento e annebbiamento della vista.
Volevo chiederle:
1) la strategia di introdurre il lyrica per una potenziale riduzione del lorazepam, invece di ridurlo lentamente (da solo) è corretta, secondo Lei?
2) In poche parole, introducendo più farmaci non si rischia di complicare il quadro?
Le chiedo questo, in quanto ho sentito che il lyrica e in genere gli stabilizzatori dell' umore o antiepilettici di ultima generazione, hanno effetti collaterali abbastanza
pesanti, specialmente se presi a lungo e a dosaggi elevati.

Purtroppo, in questo periodo, a un anno dalla perdita di mia moglie, lo stress è aumentato
anche per lo stile di vita scorretto di mia figlia (studia poco, fa palestra culturismo con un
fidanzato culturista, vive di notte, dorme di mattina, frequenta l' università di pomeriggio e mangia solo proteine, albumi, e prodotti vitamine, aminoacidi ecc. (integratori).
La ringrazio infinitamente per la sua cortese consulenza e in attesa delle Sue considerazioni La saluto cordialmente.
[#15]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 196 21
Gentile utente,
dal momento che l'ansia cronica è tuttora presente la sospensione del lorazepam (che dà assuefazione) senza sostituirlo con un altro farmaco che agisca sull'ansia e le somatizzazioni non sarebbe corretta.
Il dolore del lutto, inutile dirlo, si accentua in prossimità dell'anniversario.
Per quanto riguarda sua figlia, che forse si difende da dolore e sofferenza in modo "stenico" potenziando la muscolatura e concentrandosi sul fisico, è difficile dare consigli a distanza.
Se è lei a mantenerla, pagandole università, integratori e palestra, nonché telefonini e tutto l'armamentario giovanile, ha un mezzo per controllare minimamente la situazione, se la ragazza si mantiene da sé è più difficile. Il discorso becero e retrogrado se non dai gli esami ti taglio i fondi alle volte è l'unico possibile, a costo di essere tacciati per genitori cattivi.
Cordiali saluti
[#16]
dopo
Utente
Utente
Gentile dr.ssa,
un' eccessiva sonnolenza diurna, che talvolta arriva ad essere una vera e propria sedazione insostenibile, anche sul lavoro, cosa sta a significare? E' la terapia troppo pesante o ci può essere qualcosa di sbagliato?
Me lo sono chiesto tante volte, perchè è un sintomo tremendo, associato a un senso di stordimento con cefalea e una sorta di
ubriacatura. Secondo me è un segnale importante, da non sottovalutare e che dovrebbe far capire qualcosa!
Lei che ne pensa: che strategia potrei adottare?
Grazie per la risposta, scusandomi per il troppo disturbo; ma per me è duro vivere così; sembro talvolta uno zombie!
[#17]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 196 21
Gentile utente,
se continua ad avvertire un'eccessiva sonnolenza, associata a nervosismo e cefalea l'unica cosa è parlarne col suo psichiatra. Può essere un effetto collaterale dei farmaci oppure un sonno di cattiva qualità o entrambe le cose. Senza una visita diretta non è possibile stabilirlo. Se riuscisse nel corso del pomeriggio a riposarsi per venti minuti-mezz'ora (la famosa "pennichella", oggi rivalutata dagli specialisti del sonno) sarebbe utile.
Buona serata
[#18]
dopo
Utente
Utente
Cara dr.ssa Franca, me ne stanno capitando di tutti i colori.
Oltre alla depressione, apatia, ansia, tristezza, da un certo periodo avverto
sintomi fisici invalidanti: dolori muscolari diffusi al collo, alle spalle, alle
ginocchia, con contratture e formicolii alle dita di una mano, al braccio dx,
di notte dormo male e la mattina mi alzo con dolori e rigidità muscolari ed
articolari.
Immagino trattarsi di disturbi fisici o somatoformi della depressione?
Sto assumendo la solita terapia con lorazepam e cymbalta, più fans
e artrosilene schiuma e miotens schiuma.
Non riesco a riprendermi e sto peggiorando anche per i dolori fisici, anche
perchè mi muovo poco e un minimo di attività fisica non la faccio, per
mancanza di voglia, di motivazioni, chiusura in me stesso.
Cosa posso fare per riprendermi? Ci vorrebbe una scossa per ridarmi
più fiducia, meno dolori, meno abbassamento dell' umore: penso anche di
assumere poche vitamine e sali minerali con la dieta.
La prego di aiutarmi con dei consigli, delle indicazioni, anche se adesso con
l' approssimarsi delle feste mi butto ancora più giù.
Secondo Lei.dr.ssa Franca è l' abbassamento dell' umore a provocarmi tutti i
dolori fisici ed articolari che, fino ad 1 mese fa non avevo?
La ringrazio per i consigli, per l' aiuto. Approfitto per farLe i migliori auguri per
un buon Natale e felice anno nuovo.
Grazie di tutto
[#19]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 196 21
Gentile signore,
probabilmente ha ragione, potrebbe essere una somatizzazione della depressione.
Le feste sono spesso ansiogene per le persone depresse, però non durano tanto: faccia il minimo indispensabile, eviti cene e festeggiamenti senza sentirsi in colpa.
Per l'alimentazione, è difficile che una persona adulta che si alimenta regolarmente in modo equilibrato abbia carenze di vitamine, e tanto meno di sali minerali, a meno di non fare molta attività sportiva; se non ha problemi di peso si conceda ogni tanto qualcosa che le piace.
Per i disturbi articolari (e magari per defilarsi dalle feste) potrebbe provare le cure termali, ci sono centri specializzati proprio per questi disturbi, perché comunque il dolore ce l'ha.
Ricambio di cuore gli auguri
[#20]
dopo
Utente
Utente
Gentile dr.ssa Franca,
mi perdonerà, se La importuno ancora, ma potrebbe essere
importante: i disturbi articolari e muscolari che avverto,
soprattutto al ginocchio dx, alla spalla, al gomito e al braccio dx.
con intorpidimento e formicolio alle dita della mano dx, potrebbero
anche essere effetti indesiderati della terapia che sto prendendo,
ormai da decenni?
In tal caso, cosa potrei fare, per far regredire tali disturbi assai
fastidiosi e preoccupanti? Chissà perchè mi è venuta in mente questa
possibile opportunità, leggendo nel bugiardino gli effetti di tali
farmaci (vedi lorazepam, anafranil, cymbalta, lyrica).
Mi scusi, ma vorrei essere rassicurato; penso che sia una cosa
importante, da non trascurare.
Grazie ancora e cordiali saluti.
[#21]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 196 21
Escludo che si tratti di disturbi iatrogeni dovuti alla terapia. Se i disturbi, come riferisce, sono iniziati alcune settimane fa, le conviene consultare un fisiatra o un reumatologo per una valutazione del problema.
Per il momento le auguro di passare le feste nel modo più sereno possibile.
[#22]
dopo
Utente
Utente
Cara dr.ssa Franca,
il mio ortopedico mi ha prescritto l' EMG e RMN colonna cervicale e lombo sacrale completa..
Il primo è risultato normale, mentre il secondo ha evidenziato a livello cervicale: rettilineizzata la lordosi, note di osteofitosi somatica,
Iniziale debordanza sul piano epidurale dell' anulus posteriore C4-C5 e protrusione osteodiscale ad ampio raggio C6-C7.
Regolare l' ampiezza del canale e il segnale del midollo.
Si segnalano aspetti nodulari anche cistici del parenchima tiroideo e a livello lombo-sacrale risultano evidenziate 2 protrusioni D12-L1 e L4-L5, oltre che l' ernia discale L5-S1 di discreta entità postero-laterale Sn con estensione a livello intraforaminale e discreta impronta sull' astuccio durale e sulla radice.
Sulla base della sintomatologia e dei referti mi ha consigliato o un osteopata per delle sedute specifiche oppure una palestra mirata eseguita da una trainer specializzata nei recuperi da infortuni, incidenti e mira ad un rafforzamento muscolare con raggiungimento di un buon tono muscolare di tutto il fisico.
Cosa ne pensa Lei, anche in riferimento ai disturbi di somatizzazione della depressione sopra citati?
Nel frattempo il mio psichiatra ha deciso per un cambiamento della terapia: lorazepam 2,5 (1/2 x 3 al g.), anafranil 25 mg (2 al g.) e sertralina 25 mg. (serale). La decisione di cambiamento è scaturita dall' eccessiva sonnolenza-stordimento e dall' umore che non decolla (ritiene che l' anafranil possa controllare anche la cefalea e la sertralina serva per una ripresa del tono dell' umore).
Io sono alquanto dubbioso, Lei che ne pensa?
La ringrazio per le risposte e La saluto cordialmente.
[#23]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 196 21
Buongiorno.
Per i problemi artrosici (abbastanza comuni per l'età) aggravati dalla presenza di un'ernia del disco in sede lombare "di discreta entità" (ma probabilmente non da operare, se no glielo avrebbero detto), le consiglierei la palestra sotto la guida di persone esperte: essere protagonista dei progressi del proprio corpo, dal momento che il recupero muscolare è molto rapido, può essere un'esperienza positiva: si rinforzano i muscoli e si imparano le posture corrette, il modo di sollevare pesi, ecc: non ha idea di quanti errori facciamo tutti quanti nel guidare, scrivere al pc o portare le borse della spesa, e poi le nostre articolazioni ci presentano il conto!
Per quanto riguarda la terapia, gli antidepressivi triciclici come l'anafranil sono indicati anche per le cefalee croniche, e un'associazione di due antidepressivi si usa nelle forme resistenti di depressione. Le dosi di entrambi i farmaci sono basse, ma credo che il suo terapeuta voglia iniziare con una dose non elevata per evitare effetti collaterali. Quanto alla benzodiazepina, anche se non si dovrebbe proseguire il trattamento per molti mesi, non è il caso di sospendere adesso creando ulteriori problemi.
Saluti
[#24]
dopo
Utente
Utente
Dr. ssa Franca,
sto continuando con i medesimi dosaggi i farmaci; l' umore stenta però a decollare: alterno momenti migliori e momenti di basso umore, con apatia, stanchezza, tristezza e, soprattutto non riesco a farmi delle amicizie durature, ho come un blocco, non riesco a trovare le giuste motivazioni. So che dovrei farlo, per non rimanere proprio "da solo", ma in pratica poi non realizzo quasi nulla!
Così mi deprimo ancora di più e non reagisco positivamente.
Cosa potrei fare per darmi una scossa da questa sorta di torpore,
di voglia di far niente?
E poi volevo chiederLe gentilmente: che sia anche il lorazepam, che prendo da parecchi anni a contribuire a sentirmi più giù, più depresso e triste?
Grazie ancora per i suoi consigli; La saluto cordialmente.
[#25]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 196 21
Gentile signore,
se non ha motivazioni per coltivare amicizie, lasci perdere. Passi il tempo libero come le pare, partendo dalle cose che la fanno stare bene, o non troppo male. Si può leggere, guardare la tv, o un film che le piace. Da solo? Da solo, non è obbligatorio stare in compagnia a tutti i costi. Fare amicizia richiede energia e curiosità per l'altro, se ora non ne ha abbastanza tutto si riduce a uno stress in più.
Non incolperei il lorazepam delle sue condizioni.
Cordiali saluti
[#26]
dopo
Utente
Utente
Dr.ssa Scapellato,
Le scrivo in un momento molto difficile: da circa 3 settimane non ho più voglia di fare nulla; sono apatico, depresso, triste, solitario con disturbi articolari e muscolari vari (schiena, ginocchio, spalla, ecc.).
Non mi interessa più nulla di "questa vita"; il mattino mi alzo malissimo e alcune giornate non vado neppure al lavoro (senza andare dal medico e senza avvertire il mio dirigente), e quesro è grave. Nel passato non l' ho mai fatto; così, non andando dal mio medico, le giornate di mia assenza vengono considerate ferie. Non ho più voglia nè di uscire, nè di mangiare; mia figlia si alza alle 14 del pomeriggio e poi studia un po' e alla sera e la notte la passa in palestra e col fidanzato. Sono rimasto "solo" e aspetto solo una cosa: la fine di questa vita, che per me non vale più nulla. Nessuno si interessa di me, nè io cerco qualcuno. Ormai mi sento paralizzato, bloccato e "disperato". Non so più cosa fare!
La ringrazio di tutto cara dr.ssa, per me, ormai non c' è più niente da fare. Le auguro tanto bene e la saluto cordialmente.
[#27]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 196 21
Mi dispiace molto sentirla così disperato. Forse vorrebbe che sua figlia si accorgesse della sua sofferenza, ma è un comportamento che non funziona.
L'unica persona che può fare qualcosa per lei in questo momento è lei stesso, almeno avvertendo il suo medico che la situazione è peggiorata. Non deve decidere o fare niente, solo affidarsi a qualcuno. La prego di farlo.
[#28]
dopo
Utente
Utente
Cara dr.ssa Scapellato,
anche se, in ritardo le formulo i migliori auguri di Buona Pasqua e la aggiorno sulla mia situazione terapeutica.
il 15.04. 2014, sono stato sottoposto a visita programmata per il mio problema della cefalea cronica, nel centro cefalee di Vicenza.
Qui dopo aver spiegato lungamente i sintomi, la mia situazione generale dell'' ultimo periodo, il medico del centro cefalee, ha ribadito che, secondo lui la sintomatologia attuale è dovuta alla cronicizzazione della cefalea, la quale è diventata cefalea cronica quotidiana o emicrania cronica. Per questo motivo e in considerazione di un tentativo di disintossicazione ambulatoriale mi ha prescritto una modifica dell'' attuale terapia:
Mantenimento del lorazepam e dell' anafranil; inserimento di 1 cp, al giorno di samyr 400 e di topamax (con partenza da 25 mg la sera e progressivo innalzamento fino a 200 mg. diviso in 2 somministrazioni giornaliere di 100 mg., nell'' arco di circa 60gg.).
Si tratta di un tentativo, visto che la cefalea io ce l'' ho da decenni, con innumerevoli terapie esperite, accompagnata anche da ansia e depressione).Ho letto degli innumerevoli effetti collaterali del topamax, specialmente a dosaggi alti e tenendo conto delle interazioni con gli altri farmaci che assumo.
Nel frattempo ho anche deciso di iniziare un corso di training autogeno.
Chiedevo un Suo gradito parere su questa terapia, modificata ed eventuali altre considerazioni sulla situazione in generale. Ringrazio e porgo cordiali saluti.
[#29]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 196 21
Buonasera,
ricambio gli auguri, tanto ci sono altre feste una dopo l'altra...
La cefalea cronica è difficile da curare, e il primo passo è giustamente la disintossicazione. Il training autogeno è un'ottima idea.
Per quanto riguarda il topiramato, il topamax, le consiglierei di dare fiducia ai neurologi senza documentarsi troppo: quando si sale su una corriera ci si fida, non si sta ogni momento a controllare l'operato dell'autista, se no si sta male per tutto il viaggio.
Quando si tratta della mia salute, mi informo prima chi mi curerà, cerco una persona di fiducia, ma poi non faccio la collega rompiballe, faccio la paziente e basta, e cerco su internet il meno possibile per evitare ansie inutili e pasticci. Ovviamente se c'è un effetto collaterale o un problema lo segnalo, ma poi lascio fare all'autista, ok?
Saluti
[#30]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno dr.ssa Scapellato Franca.
Le scrivo dopo parecchio tempo. Nel frattempo ho eseguito parecchi controlli ed
anche qualche seduta di psicoterapia, con benefici alterni.
La terapia che assumo adesso: Lorazepam 2,5 (1+1/2+1/2) e anafranil 10 (1+1+1), mi permette una vita discreta, anche se con alti e bassi. Comunque cerco di vivere, alla giornata, cercando di lavorare e frequentare amici e palestra.
La mia richiesta è particolare, visto che Lei è psichiatra e psicoterapeuta.
Nel campo della medicina olistica ho sentito parlare del metodo RQI e della fisica quantistica con risoluzione delle malattie, senza farmaci, attraverso la risoluzione dei conflitti interni, i test muscolari, la modifica dell' inconscio e la guarigione attraverso non i farmaci ma la risoluzione dei conflitti.
Può darmi un suo parere ed una sua opinione su queste metodologie. Sono valide, sono delle bufale? Cosa ne pensa?
Grazie e cordiali saluti,
[#31]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 196 21
Grazie per avermi fatto conoscere l'ennesima porcheria pseudoscientifica.
Ho fatto un giro in rete, ci sono molti corsi a pagamento su questa autoterapia: che bello, mi curo da solo, però prima faccio un corso, e allora che autoterapia è?
Anche con la psicoterapia cognitiva il paziente impara tecniche che modificano il corso del pensiero, e anche nella psicoanalisi il paziente, terminate le sedute, ha imparato a risolvere i conflitti e a stare meglio senza terapia.

L'articolo più interessante secondo me è questo (dal blog "bufale un tanto al chilo):

http://www.butac.it/bruce-lipton-il-metodo-rqi-e-la-scienza/

Superare una depressione cronicizzata richiede fatica e impegno, come sta facendo lei.

Saluti
[#32]
dopo
Utente
Utente
Dr. ssa Scapellato Franca,

mi scusi se torno nell' argomento della medicina olistica.
Ho letto attentamente il suo commento e il link annesso.
Però, parlando con una mia amica psicologa e un oncologo, essi
asserivano che qualcosa di vero, senz' altro c' è e si potrebbero avere anche delle guarigioni, senza farmaci anche da malattie gravi (tumori e malattie autoimmuni e degenerative) con la medicina della nuova era, secondo la quale quasi tutte le malattie derivano da conflitti emotivi non risolti e si rifanno ai test muscolari-kinesiologici per la verifica dei blocchi dei 7 punti chatra (uno o più) . Sembrerebbe che il blocco dei vari punti chatra, crei uno squilibrio energetico in un determinato organo, che favorisce il generarsi delle malattie, dalle più leggere fino a quelle più gravi, compreso tumori, malattie autoimmuni, degenerative e quant' altro. Quindi, senza uso di farmaci e riequilibrando il sistema dei 7 punti chatra, tramite la risoluzione anche dei conflitti emozionali, si avrebbe la regressione e la guarigione delle malattie. Cosa ne pensa? Grazie per la cortese risposta. Cordiali saluti.
[#33]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 196 21
Guarigioni spontanee da malattie anche gravi sono descritte da sempre.
L'effetto placebo, come pure l'effetto nocebo, sono basati su dati scientifici certi e c'è un'ampia letteratura a riguardo.
Per quanto riguarda chakra e altro, si tratta di spiegazioni e tecniche che non si basano sul metodo scientifico come lo intendiamo noi occidentali, e poco cambia se a sostenere queste tesi sia un medico o meno: bisogna fare un salto cognitivo, o si crede o non si crede, di scientificamente dimostrato, di validato, di riproducibile non c'è niente.
Credere che le malattie derivino (quasi tutte?) da conflitti emotivi non risolti richiederebbe da parte mia non un salto cognitivo ma un doppio avvitamento carpiato, mi sembra una colossale sciocchezza. Si finisce per colpevolizzare il disgraziato che si ammala di cancro o ipertensione perché non ha risolto i conflitti, trascurando magari un corredo genetico che predispone a queste patologie e pesa molto di più.
Comunque creda a quello che la fa sentire meglio, alla fine è quello che conta, se non ci sono gravi patologie organiche da curare alla vecchia maniera.
Saluti
[#34]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno dr.ssa Scapellato Franca.

Le scrivo dopo parecchi mesi. Nel frattempo, proseguendo la mia vita con alti e bassi, non sono riuscito a riprendermi ancora dal lutto della perdita del coniuge, avendo, tra l' altro anche diversi problemi di salute, tra cui una cefalea cronica, dolori muscolari diffusi, ecc.
Naturalmente la tristezza, l' apatia, la depressione, la mancanza di motivazioni, di serenità continuano a tenermi semibloccato, con fasi alterne.
Non ho più voglia di fare quasi nulla, sono a casa dal lavoro x depressione persistente da oltre 3 mesi e così oltre ad essere solo, sono anche inattivo.
La terapia che assumo adesso: Lorazepam 2,5 (1+1/2+1/2) e anafranil 10 (1+1+1), inderal (1/2+1/2) mi permette di tenere un po' controllati i sintomi negativi.
A casa non faccio quasi più nulla, a parte il minimo indispensabile per sopravvivere, sono molto pigro, apatico, non ho amici e non li cerco nemmeno. Non faccio neanchè più palestra, faccio poche passeggiate ed esco poco, la fede è altalenante, così come l' umore.
IL training autogeno e le poche sedute psicanalitiche non mi hanno aiuato più di tanto. Insomma, dopo 3 anni dal lutto sono peggio dei primi tempi. Vivo con mia figlia, che continua a fare la sua vita sballata, sta ancora stuidiando all' università, le mancano 5 esami. Io non so neanchè cosa chiederLe dott.ssa Franca x uscire da questa empasse, d' altra parte se manca la mia volontà, la mia forza come posso fare? La ringrazio e la saluto, facendole i migliori auguri di un buon 2016.
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 196 21
La fine d'anno porta spesso a fare bilanci, e in genere i risultati non sono piacevoli, soprattutto quando si è depressi.
L'anafranil è sottodosato, 30 mg non sono sufficienti per un disturbo depressivo. La clomipramina ha parecchi effetti collaterali, ma la dose minima efficace è intorno ai 75 mg; se l'aggiunta di Inderal per potenziarne l'effetto non ha dato risultati sufficienti si può associare un altro antidepressivo, ma deve parlarne col suo psichiatra, tanto più che ne ha provati parecchi.
Una terapia psicologica che può aiutare è quella cognitiva: si imparano strategie per focalizzare l'attenzione sulle cose che funzionano, sugli aspetti positivi, cercando di individuare e contrastare i "pensieri automatici" che mantengono l'umore depresso. Per esempio "con me non funzionerà, non può funzionare" è un pensiero automatico: fa stare male e impedisce di cambiare.
Le auguro di cuore un 2016 più sereno.
[#36]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno dr.ssa FRANCA,
la mia vita continua in maniera un po' migliore del solito, nel senso che ho ripreso il lavoro con un partime (18 h la settimana) e ho conosciuto pure delle nuove persone, che frequento abbastanza regolarmente. La terapia che assumo è sempre la stessa: Lorazepam 2,5(1+1/2+1/2), anafranil 10 mg. (1+1+1) e inderal 40 (1/2+1/2). Volevo segnalarLe un problema di notevole sonnolenza, specialmente al MATTINO e anche, saltuariamente durante il giorno).
Volevo chiederLe gentilmente se è il caso di ridurre lentamente la terapia e mi riferisco al lorazepam 2,5, che penso sia il colpevole di questa sedazione notevole (specialmente al mattino al risveglio). Il mio psichiatra dice di continuare con questa terapia, tenendomi impegnato il più possibile, ma io con questa sonnolenza veramente notevole non riesco ad essere lucido. Potrei fare un tentaivo di riduzione progressiva del lorazepam 2,5? Lo scalaggio x esempio, intanto a (1/2 x3) e poi vedere gli effetti e passare a (1/2x2) ecc. Quali sintomi potrei avere effettuando la riduzione? La ringrazio x la gradita risposta e La saluto molto cordialmente.
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 196 21
Non è corretto né opportuno chiedere un consiglio sulla terapia dopo che il suo psichiatra le ha dato una precisa indicazione, è nel l'interesse suo e della sua salute parlarne direttamente con lui.
[#38]
dopo
Utente
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Scusi Dr.ssa Scapellato,
ma una forte sonnolenza non è normale, potrebbe essere un segno di eccessivo dosaggio del lorazepam, non credo dell' anafranil, perchè è un dosaggio abbastanza basso. Io sentirò senz' altro il mio psichiatra, ma volevo sapere un Suo parere sulla faccenda sonnolenza e sedazione eccessiva!
Grazie e mi scuso per il disturbo.
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 196 21
Se le dico che è il Lorazepam le faccio un cattivo servizio, perché non lo posso sapere. E' possibile, come è possibile che la sonnolenza sia dovuta a un sonno disturbato, a microrisvegli durante la notte, per esempio. Mi fa piacere che stia meglio, un motivo in più per seguire le indicazioni del suo psichiatra o al limite a discutere con lui.
[#40]
dopo
Utente
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Dott.ssa Scapellato,
allora potrebbero essere le apnee notturne? La mattina infatti mi alzo con cefalea, acufeni, pulsazioni 80-85, sonnolenza notevole! Dovrei fare la polisonnografia o ci sono altri esami più semplici? Poi volevo chiederle se un uso cronico, da decenni di lorazepam2,5 (1+1/2+1/2) e anafranil 10 (3 al gg.) potrebbe aver provocato sia le apnee notturne (x eccessivo rilassamento mucosa gola-laringe) e potrebbe aver provocato una sorta di iperacusia ed acufeni con percezione delle pulsazioni in testa, compreso la cefalea cronica (tensiva ed emicrania trasformata)? Domande non facili, lo so, grazie per le risposte e auguri di Serene Feste Pasquali.
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 196 21
Se soffre di apnee notturne il sonno è superficiale e disturbato, per cui la sonnolenza diurna è comprensibile. L'anafranil è un farmaco indicato per terapie di lungo periodo, non dovrebbe dare problemi, anche se 30 mg è meno della metà della dose terapeutica, mentre le benzodiazepine possono favorire il rilassamento muscolare e quindi il russamento o l'apnea. La cefalea e gli altri disturbi che lamenta possono essere spiegati con mancanza di sonno, stanchezza e stress.
La diagnosi si fa con anamnesi, racconti dei familiari se ci sono, visita e polisonnografia; ci sono anche apparecchi portatili che consentono di monitorare alcuni parametri, anche se non tutti quelli della polisonnografia (saturazione di ossigeno e la quantità di aria inspirata, oltre al battito cardiaco, espansione del torace).
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dopo
Utente
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Cara Dr.ssa Scapellato Franca,
l' eventuale scalaggio o riduzione del lorazepam 2,5, ho letto che, in accordo con il proprio medico o psichiatra andrebbe fatto abbastanza lentamente (circa 1/10 ogni 20-30gg.) per minimizzare gli effetti avversi e la dipendenza. Io che lo prendo da decenni con un dosaggio giornaliero di 5 mg. circa, potrei provare riducendo di circa 1/10 ogni 20 gg. circa e vedendo gli effetti. Ci sono altre strategie innovative x la riduzione? Per esempio passare ad una benzo ad attività più lunga, o aggiungendo altri farmaci, quali? Grazie x la gradita risposta e cordiali saluti.
[#43]
dopo
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Cara dott.ssa Scapellato Franca,
la mia richiesta precedente si collega ad una domanda che mi faccio da anni, meglio decenni. La terapia che assumo da decenni (lorazepam e anafranil), potrebbe sul lungo periodo aver provocato l' aggravamento e la cronicizzazione della cefalea tensiva ed emicrania trasformata?
Perchè allora la strategia sarebbe quella non di aggiungere farmaci come il topamax o il depakin ma quella di cercare di ridurre il dosaggio dei farmaci originari. E che ne pensa dell' eventuale intervento proposto dal centro cefalee di Vicenza di eseguire le infiltrazioni dei nervi occipitali?
Grazie x la gradita risposta e cordiali saluti.
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 196 21
Non credo ci sia rapporto fra la terapia che assume e la cefalea. L'anafranil è a dose non terapeutica, troppo bassa. Sull'infiltrazione del nervo occipitale bisogna essere sicuri che la diagnosi sia corretta, perché la nevralgia occipitale mi risulta sia rara, non so se per altri tipi di cefalea possa funzionare perché non è il mio campo..
[#45]
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Utente
Utente
Cara dr.ssa Franca Tonellato,
ci risentiamo ad una certa distanza di tempo. Io sto procedendo con la medesima terapia: Lorazepam 2,5 (1+1/2+1/2), anafranil 10 (1+1+1) e inderal 40 (1/2+1/2). I disturbi sono sempre gli stessi (cefalea, ansia, depressione, apatia, acufeni, dolori muscolari).
Non lavoro, mi muovo poco, ho molta sonnolenza e frastornamento e a volte tachicardia. Il mio psichiatra mi aveva aggiunto primala sertralina, poi il topamax e poi il depakin, ma li ho sospesi x ulteriori effetti avversi, specialmente sonnolenza ulteriore , frastornamento e disturbi addominali. Nel frattempo ho conosciuto 2 donne, con le quali ho un ottimo rapporto di amicizia e ci vediamo diverse sere alla settimana. Ho effettuato anche qualche seduta dal psicoterapeuta, senza grossi risultati. Lui dice che probabilmente è la terapia che assumo da decenni che mi ha rovinato, creando dipendenza ed effetti avversi. La soluzione sarebbe di sospendere lentamente questi farmaci ed eventualmente assumere ex novo degli antidepressivi innovativi come la vortioxetina, che ha meno effetti collaterali. Ha detto che è allo studio una nuova molecola (NSI-189) che agisce su tutti i neurotrasmettitori rapidamente e che dovrebbe avere pochi effetti avversi e efficacia duratura (studio Mauzio Fava dagli Stati Uniti).
Volevo farle, gentilmente le seguenti domande:
1) E' percorribile la strada della riduzione dopo decenni di assunzioni? o è un' utopia?
2) Ci sono nuovi farmaci come quella segnalata e pure la Ketamina con minor effetti avversi è più azione efficace?
Il nuovo farmaco prometterebbe bene, ma la sperimentazione è ancora lunga.
La ringrazio per i suoi graditi consigli e le porgo cordiali saluti.
[#46]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 196 21
Assume un antidepressivo, anafranil a dosaggio non efficace, troppo basso, e un ansiolitico che ormai probabilmente non ha più effetto terapeutico. Se il suo psichiatra non ha provato ad aumentare il dosaggio di Anafranil ci sarà un motivo, ma così non esplica l'effetto completo, l'ansia rimane. Del resto i farmaci triciclici, anche se efficaci su ansia e depressione, hanno pesanti effetti collaterali, si preferisce usare altre molecole, più maneggevoli.
Una modifica della terapia è sempre possibile, anche perché non credo che i disturbi siano dovuti alla terapia, ma al dosaggio inefficace che ha cronicizzato la situazione.
Della vortioxetina ho letto meraviglie, come di tutti i nuovi farmaci, bisogna vedere se le promesse saranno mantenute, comunque gli effetti collaterali sono minori rispetto agli SSRI.
Della ketamina si parla da un po', ma ancora non mi sembra ci sia niente di definitivo.
Sul piano della vita sociale invece mi sembra che qualche cambiamento positivo ci sia stato e spero che continui.
[#47]
dopo
Utente
Utente
Cara dott.ssa Franca,
la ringrazio x la risposta sollecita. Non mi ha risposto circa la riduzione e sospensione terapia: ciò significa che la considera un'utopia!
Per quanto riguarda l' anafranil io ho provato ad assumere il dosaggio di 1/2 da 75 mg. diverse volte, ma mi frastorna e mi dà vertigini ed effetti notevoli!!!
Il lorazepam ho provato a ridurlo, ma non riesco x aumento cefalea, tensione, agitazione, ecc. HO SENTITO DIVERSI PSICHIATRI E NEUROLOGI E CENTRI CEFALEE, che mi hanno indicato molecole che non ho sopportato. Sono tutti tentativi, ma ci saranno delle linee guida o si procede a caso, dr.ssa? In attesa di sue ulteriori indicazioni la saluto cordialmente.
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 196 21
Ho detto esattamente l'opposto: sta assumendo da anni un antidepressivo a dosaggio non terapeutico, se non sopporta l'aumento almeno a 75 mg non ha senso continuarlo, anche se non c'è fretta di sospenderlo.
Gli antidepressivi si provano uno dopo l'altro, si mantengono a dosaggio terapeutico per il tempo sufficiente, almeno un mese, se non hanno effetto si aumenta fino al massimo e si aspetta il tempo necessario per valutare l'efficacia, prima di sospendere la molecola. Si possono anche fare associazioni per potenziare l'effetto.
Alcune persone non tollerano gli effetti collaterali e per loro la cosa migliore è la psicoterapia, specie quella cognitivo comportamentale, che si può anche associare alla terapia farmacologica.
Una persona su quattro (circa) non risponde all'antidepressivo a nessun dosaggio, e anche di questo bisogna tener conto, come tutti i farmaci anche gli antidepressivi hanno dei non responders.
Il Lorazepam si può ridurre gradualmente, però come per tutte le dipendenze ci vuole una strategia, un supporto, un'alternativa, una motivazione. Se prova a sospenderlo perché lo deve fare, pensando però di perdere un sostegno prezioso, starà solo male. Questo vale anche per anafranil: sul piano farmacologico non ha senso a quel dosaggio, sul piano psicologico è un talismano che per ora non riesce ad abbandonare.
[#49]
dopo
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Cara dr.ssa Scapellato,
ho sentito il parere di un altro psichiatra, il quale vorrebbe farmi abbandonare l' anafranil (vecchio e sottodosato) x andare su un SSRI (probabilmente sertralina o paroxetina), a non sugli SNRI (tipo duloxetina o mirzatapina), ev al mattino inserire il deniban che da' più energia. Lui dice che mi farebbe bene riprendere il lavoro, un po' di attività fisica ed eventuali hobby piacevoli. Lei che ne pensa?
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 196 21
Sono d'accordo con il collega su tutto, si fidi.
[#51]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno cara dott.ssa Scapellato.
Io sto procedendo con la terapia suindicata e mi trovo abbastanza bene, a parte la solita cefalea cronica, ma variabile di intensità.
Volevo chiedere una sua consulenza:
i farmaci SNRI, come la duloxetina, rispetto agli SSRI sono più efficaci nei dolori cronici, nelle tensioni muscolari, nella cefalea tensiva ed emicrania?
La mia richiesta si basa su un parere di un bravo psichiatra che ho conosciuto , primario di un centro a Treviso. Lui applica e consiglia farmaci più recenti e asserisce che, vista la mia storia clinica, tra l' altro assai complessa vedrebbe molto bene l' uso della duloxetina, in quanto più efficace nei miei disturbi e soprattutto nelle somatizzazioni e negli stati dolorosi cronici.
La ringrazio infinitamente e in attesa di un suo gradito parere Le porgo cordiali saluti.
[#52]
dopo
Utente
Utente
All' attenzione della dr.ssa Scapellato Franca.

Buongiorno dr.ssa Franca,
approfitto per farLe un' ulteriore domanda x me importante, anche alla luce dell' opinione di alcune amiche.
Cosa ne pensa della medicina integrativa del dr. Nader Butto e delle sue applicazioni, circa il codice umano, il lavaggio energetico emozionale, il settimo senso, la fisica quantistica, e quant' altro. La ringrazio per le risposte e Le porgo i migliori saluti .
[#53]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 196 21
Per quanto riguarda gli antidepressivi in effetti la duloxetina è più indicata per le somatizzazioni, ma se i farmaci che sta utilizzando adesso sono efficaci ha poco senso cambiare, perché non è detto che la duloxetina sia efficace su di lei.
Sul dr Butto non so praticamente nulla, ho visto che fa molte conferenze in giro per l'Italia, su Pubmed ci sono vecchie pubblicazioni di cardiologia, perché nasce cardiologo. Temo sia fuffa...
Saluti
[#54]
dopo
Utente
Utente
DR.ssa Franca,
grazie x le risposte, sempre puntuali e precise, nonchè professionali. Volevo chiedere, in riferimento all' uso degli antidepressivi, in genere, fra le varie tipologie quali sono più efficaci nel caso di cefalea, in genere tensiva e/o emicrania e dolori cronici a livello muscolare e articolare.
Ancora grazie e complimenti x tutto.
[#55]
dopo
Utente
Utente
Cara dr.ssa Franca Scapellato, in attesa della sua gradita risposta, gliene faccio un' altra.
Io ho cambiato diversi psichiatri con diverse cure e ho trovato un po' di tutto. Quello che non ho trovato, purtroppo è la cura che mi ha fatto veramente stare meglio. Capisco che è sbagllato cambiare troppo spesso di dottore, ma ci si fida spesso del medico di base o di altri amici che consigliano uno specialista anzichè un altro. Facendo così e cioè cambiando troppo spesso lo specialista non gli si dà il tempo necessario per provare delle cure alternative che possono trovare finalmente la cura migliore. Le chiedo, cara dott. ssa dopo 3 mesi di terapia con un farmaco a dosaggio attivo, si può veramente dire se questo funziona o meno, o in parte?
So che non è facile rispondere, perchè deve essere corretta prima di tutto la diagnosi e poi si va x tentativi. Talvolta sono gli effetti collaterali o avversi che fanno sospendere la terapia. magari proprio quando questa sta per cominciare a fare effetto! La ringrazio per le gradite risoposte e La saluto molto cordialmente.
[#56]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 196 21
Fa sempre la stessa domanda: c'è qualcosa di più o di meglio rispetto a quello che sto facendo per curarmi? E' una domanda che non porta da nessuna parte, e fa danni, perché il corollario è: non sto facendo la cosa giusta, mai. Ci pensi un po' e ne parli col suo psichiatra.
Saluti
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