Un danno perchè questa consapevolezza mi sta distruggendo dentro

Salve,
vi racconto la mia storia.
2 anni fà morbo di basedow..inizia il mio crollo.
per crollo intendo la perdita di ogni certezza..della mia identità, della mia personalità...di tutto al punto di pensare tutto è vero e il contrario di tutto. pensieri esistenziali..angosce...ritiro...tutto diventa possibile. se uno non ha nessuna certezza di se e del mondo allora gli alberi possono avere un'anima e le statuette di legno possono parlare. mi sento in balia..tutto mi influenza, lascio il lavoro e attualmente sono in aspettativa da allora.
stati depressivi, a volte euforia lieve con progetti poco realistici. idee paranoidi perchè uno a quei livelli di insicurezza si difende con la paranoia e questa è una cosa che ho capito da sola...è sopravvivenza. sono tutto sommato carina e creativa ma ho avuto un crollo dell'autostima impressionante e l'idea di valer nulla è ancora presente insieme all'idea che sono spacciata e la vita non ha granchè senso...vuoto interiore. a volte desiderio di morire e paura della vita ma non in modo costante...più come via di fuga o cambiamento...
ho avuto periodi in cui pensavo di avere la missione di raccogliere le prostitute dalla strada, o di farmi suora. penso ora a distanza di tempo che erano pensieri non proprio normali nonostante non sappia come definirli.
la mia domanda è: può uno stato alterato di tiroide portare a questo terremoto?
inoltre il mio psicoterapeuta mi ha parlato di crisi esistenziale. può una crisi esistenziale manifestarsi con sintomi psicotici e durare così a lungo senza soluzione?
vorrei sapere il vostro parere, forse il discorso non è molto chiaro...lui (lo psicoterapeuta) è stupito di quanto sia consapevole ma questo non so se è più un danno perchè questa consapevolezza mi sta distruggendo dentro...credo sia meglio avere il salame negli occhi a volte, o pensare di poter salvare le prostitute...ma allo stato attuale tanto nn potrei mettermeli..ormai li ho tolti.
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Dr. Roberto Di Rubbo Psichiatra, Psicoterapeuta 1.1k 24 4
Gentile Utente,
"può uno stato alterato di tiroide portare a questo terremoto?"------Sicuramente la tireotossicosi può portare un notevole numero di sintomi, ma non uno stato psicotico, a meno che non ci sia già una situazione sottostante di predisposizione.
"può una crisi esistenziale manifestarsi con sintomi psicotici..."---Una crisi esistenziale può evolvere in uno stato molto più grave, psicotico; non sembra però , ad un primo esame a distanza, che i suoi sintomi siano di entità psicotica ma legati ad ansia acuta. Certamente non è possibile averne chiara conoscenza da qui, il suo curante avrà avuto impressione precisa.
"di quanto sia consapevole ma questo non so se è più un danno perchè questa consapevolezza mi sta distruggendo dentro"..----La consapevolezza piena di un problemaporta in sè la soluzione del problema stesso, perchè coincide con un cambiamento emotivo evolutivo. Quella che lei descrive sembra essere una consapevolezza ancora molto parziale, che le mostra solo la complessità di ciò che si trova di fronte lasciandola sopraffatta.
E' un po' strano che lei arrivi a parlare di sintomi psicotici senza menzionare, o aver fatto almeno una visita psichiatrica. Forse potrebbe esserle di aiuto, sia per la diagnosi che per una terapia che, affiancata alla psicoterapia che sta facendo, la faccia stare meglio in tempi relativamente brevi.
Cordialità,

Dr. Roberto Di Rubbo

[#2]
dopo
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
salve dott di rubbio.
Sono seguita da uno psichiatra da allora.
E' lui che ha parlato di psicosi. Lo psicoterapeuta invece parla appunto di crisi esistenziale che ha comportato dei sintomi..
Non credo di avere avuto una psicosi, io.
Ma mi chiedo se la crisi esistenziale possa arrivare a questi livelli
Forse ho alcuni pensieri un pò al limite. come le idee paranoidi, non sò...o aspettare che la statuetta di legno parli ( quel periodo è passato)..cose così.
perchè dice che la mia consapevolezza è parziale?

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Dr. Roberto Di Rubbo Psichiatra, Psicoterapeuta 1.1k 24 4
Gentile Utente,
apprendo quindi che è già seguita da uno psichiatra, non lo avevo capito dal suo scritto precedente. Le riporto quanto ho scritto prima, per rispondere alla sua domanda:---La consapevolezza piena di un problema porta in sè la soluzione del problema stesso, perchè coincide con un cambiamento emotivo evolutivo. Quella che lei descrive sembra essere una consapevolezza ancora molto parziale, che le mostra solo la complessità di ciò che si trova di fronte lasciandola sopraffatta.-("questa consapevolezza mi sta distruggendo dentro.."). Ciò che è auspicabile è che il suo processo di conoscenza di sè, tramite la psicoterapia che sta facendo, prosegua, portandola ad un cambiamento evolutivo che la metta in grado di gestire la parte di dolore presente nella sua vita.
Cordialità,
[#4]
dopo
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
grazie della risposta.
io credo che la consapevolezza non porti al superamento, ma più ad una rassegnazione. Io rimpiango i tempi dell'illusione. In cui ero qualcuno per l'aspetto, o ero qualcuno per il lavoro che facevo, o ero qualcuno perchè avevo soldi..tutte illusioni..l'uomo è un nulla. pulviscolo siamo. miliardi ci hanno preceduto e miliardi ne verranno di uomini..ed io non sono nessuno. non ci sarà traccia del mio passaggio..forse devo maturare. Nel mondo non c'è la magia...non si legge nel pensiero delle persone..non si controllano con la mente..non c'è nessun lupo invisibile accanto a me..magari ci fosse dottore..magari!!!
forse devo ancora rinunciare all'infanzia alla bella età di 32 anni..O forse mi sbaglio...
Ma se camminassi col mio lupo affianco adesso starei meglio.
La vita così non ha nessun sapore.
Cmq, sono già in cura da entrambi e credo che piano piano possa uscirne..anzi, lo spero moltissimo.
Grazie delle risposte
[#5]
Dr. Roberto Di Rubbo Psichiatra, Psicoterapeuta 1.1k 24 4
Gentile Utente,
ci sono in ciò che lei scrive constatazioni comprensibili e condivisibili sulla nostra condizione di esseri umani. Una volta trascorso il tempo dell'illusione (di non essere separati o di poter trionfare sulla nostra condizione di esseri separati da tutto, ed infine, implicitamente, di trionfare sulla nostra morte) ci troviamo a constatare la nostra nullità. La grande difficoltà per noi è fronteggiare questa realtà e "arrendersi". Siamo aggrappati tenacemente, e comprensibilmente, alla nostra individualità, e questo ha come prezzo un'enorme sofferenza. Se per rassegnazione intende "arrendersi" all'evidenza, ma continuando a voler testimoniare lo stato in cui siamo, forse può di nuovo avvicinarsi alla "magia" del mondo.
Cordialità,