Lievi difficoltà di linguaggio

Gentili dottori,
Sono una ragazza di 26 anni. Soffro di ansie di varia natura. Pensieri ossessivi riguardo il mio stato di salute, soprattutto. Sono in cura da uno psicoterapeuta ma non mi è stato diagnosticato il DOC nél'ipocondria perché non rispondo ai criteri per la diagnosi.
Ultimamente, e soprattutto nei periodi in cui temo di avere un tumore al cervello, mi capita spesso di avere lievi difficoltà nel linguaggio parlato. Mi spiego meglio:
Già di mio parlo in maniera molto veloce, difetto che mi veniva fatto notare fin da piccola, ma son fatta così. Detto ciò spesso scambio parole nel discorso mentre interagisco con gli altri, per es.
PERSONA X dice: "mi pagheranno dopo il periodo prova"
RISPONDO " quanto ti PROVER ... E pagheranno per la prova?"
Lo scambio di parole avviene sempre partendo da parole pronunciate dagli altri a cui devo rispondere. In pratica mi capita di ripetere le loro parole inerenti il concetto della mia risposta.
Ricordo che questa cosa, nei periodi in cui mi fisso di avere un tumore al cervello, mi capita più frequentemente o forse, io ci faccio caso mentre quando non sono preoccupata non me ne accorgo.
Anche mentre scrivo mi capita, per paura di sbagliare a scrivere e quindi poi fissarmi di avere davvero qualcosa, penso alle parole che sto scrivendo e a quelle che devo scrivere dopo, scrivo con l'ansia in pratica e talvolta sbaglio le vocali finali.
Questa cosa mi sta comunque preoccupando nonostante io abbia fatto qualche settimana fa una generica visita neurologica (mi sono tranquillizzata al momento poi però ho pensato che non avevo riferito questo sintomo inerente il linguaggio quindi qualcosa potrebbe esser sfuggita).
Vivo col timore inoltre di altre disparate malattie: Linfoma (faccio analisi del sangue ogni mese o due) sindrome di marfan (ogni anno faccio un ecocardio) e malattie infettive di varia natura (mi ritrovo spesso in pronto soccorso per tranquillizzarmi quando penso di avere qualcosa di grave), Hiv (faccio il test ogni sei mesi pur senza aver avuto rapporti a rischio).
Che dovrei fare? È normale che io sbagli ad argomentare i discorsi nella suddetta maniera? Devo ripetere la visita neurologica? Vivo con queste ansie dacché ho memoria. Ma ogni volta i sintomi a me sembrano reali e più ci faccio caso più la mia preoccupazione sale e sento la necessità di cercare info sul web o di tranquillizzarmi facendo visite mediche di varia natura.
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Che tipo di terapia sta praticando? Da quanto tempo? Ha avuto miglioramenti? Le é stata proposta una terapia farmacologica?

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Pratico TCC da due anni e mezzo. Ho miglioramenti a periodi alterni, ma non mi viene riconosciuto nessun disturbo poiché pare io non risponda ai criteri diagnostici. Poiché per lunghi periodi sto bene e riesco in ogni caso a gestire più o meno la cosa. Non prendo farmaci di conseguenza anche perché il mio terapeuta non è un medico.
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Una persona che fa analisi del sangue ogni mese o due per paura di ipotetiche malattie non credo sia al massimo della forma, dal punto di vista psicologico. D'altra parte lei afferma che il suo terapeuta (non medico) non ha formulato alcuna diagnosi. Dal momento che questa sua condizione condiziona la qualità di vita, potrebbe essere opportuno approfondirla consultando anche uno specialista psichiatra.
Cordiali saluti
[#4]
dopo
Utente
Utente
Mi è stato somministrato l'MMPI. Non mi capacito di come possa non possa avere io alcun disturbo. Non che io voglia averne qualcuno, solo spesso mi ritrovo a pensare che se avessero un nome i miei pensieri e le mie paure altalenanti si, ma comunque talvolta psicologicamente debilitanti, forse potrebbe essermi d'aiuto.
Le persone che mi circondano hanno le loro problematiche e paturnie, ma non vivono nella costante paura di morire per una qualsivoglia patologia; non vivono nel terrore per giorni solo perché qualche alimento gli ha causato nausea e qualche crampo, non vivono con queste paure. Ci sono periodi in cui sto benissimo, ci sono situazioni che annullano tutte le mie fissazioni. Questa pare sia la ragione per cui io non possa essere annoverata tra coloro che soffrono di un qualche disturbo psichico. E per quanto possa farmi persino "piacere" sapere di non avere disturbi, spesso mi chiedo se sia davvero così. Vivo con queste ansie da quando avevo 12 anni, e riesco a gestirle relativamente male se considero che, convivendoci da così tanti anni, se fosse davvero reale che "io sono fatta così", non dovrebbero crearmi più problemi. Al contrario, però, ho trascorso periodi davvero pessimi durante i quali non riuscivo ad avere una quotidianità sana, durante i quali ogni risveglio era un tormento per ciò che mi aspettava nelle ore a seguire. Palpazioni, ricerche su internet, richieste di rassicurazione da parte di amici e medici, tutto pur di placare l'ansia, ma, forse, solo il pronto soccorso e gli esami ematochimici o radiologici annessi, talvolta riuscivano a calmarmi. Salvo poi scoprire una qualsiasi altra patologia possibile. Mi chiedo dunque, perché, il sol fatto di avere maggiore consapevolezza di me e dei miei sintomi psichici rispetto ad Chi soffre di DOC o di ipocondria, annienti la possibilità che io abbia anche un solo lieve tratto di personalità disturbata. Insomma...perché sono così? Mi chiedo sempre. E perché le esperienze passate (mi riferisco ai vari controlli rivelatisi sempre poi inutili) sebbene mi abbiano fatto entrare nell'ottica che "son io che mi fisso", non siano comunque servite a farmi smettere di essere così e a farmi smettere di pensare "okay, quella volta non avevo nulla, ma questa volta è diverso. Non vuol dire che io non avrò mai nulla"!
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