Psicofarmaci, disturbi somatoformi invalidanti. pericolosi?

Nell'ultimo colloquio con il mio medico di famiglia il mio medico mi ha esortato ad eseguire una visita neurologica per farmi eventualmente prescrivere il giusto tipo di psicofarmaco a causa dei miei sintomi che lui definisce molto probabilmente somatoformi (conoscendo anche il mio vissuto psichico). Sento da molte persone molto spesso parlare negativamente degli psicofarmaci, addirittura un mio amico medico li definisce molto pericolosi e me li descrive quasi come delle "droghe letali". Vi scrivo per avere una volta per tutte un definitivo razionale ed obiettivo parere sugli psicofarmaci. Sono dannosi o salutari? Hanno gravi effetti collaterali? Eliminano la somatizzazione ed i disturbi fisici invalidanti generati dalla psiche? Quali farmaci non si possono assumere in concomitanza con psicofarmaci? Grazie.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente,

lo specialista di riferimento per l'eventuale diagnosi fatta e' lo psichiatra e non il neurologo.
Ad ogni modo, e' sempre il paziente che decide se assumere o meno gli psicofarmaci secondo quanto e' invalidante lo stato problematico.

Le soluzioni ad alcuni disturbi possono prevedere un trattamento combinato cioe' psicofarmaci e psicoterapia, qualora intervengano le condizioni di eleggibilita'.

Gli effetti collaterali non sono diversi da quelli degli antibiotici o degli antidolorifici e non creano nessun disturbo invalidante ne' di dipendenza, sempre che non siano benzodiazepine.

L'assunzione concomitante deve essere valutata di volta in volta.

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Mi scusi ma lei pensa che un medico prescriva farmaci velenosi ?
"droghe letali" è errato sia per il discorso della velenosità, sia per il discorso della droga.
Il termine psicofarmaco non significa niente: sono farmaci attivi sul sistema nervoso centrale, ne esistono diversi tipi e non ha senso parlarne come di una cosa sola.
Chi fa così ha l'idea che siano genericamente una cosa che "annebbia la psiche", ma questo tipo di atteggiamento è semplicemente sciocco.
L'informazione sul tema è disponibile ovunque, così come la disiformazione. In TV e sui mass-media in generale c'è attualmente più disinformazione.

Penso che le informazioni sia giusto farsele dare dallo specialista, altrimenti è inutile che ci vada avendo dubbi sul fatto che le medicine siano dannose.

Dr.Matteo Pacini
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dopo
Attivo dal 2007 al 2009
Ex utente
Grazie per le risposte. Parlando con la mia psicoterapeuta mi disse che con gli psicofarmaci la psicoterapia sarebbe stata più... "difficile". Trovo particolare questa affermazione, forse perchè sotto psicofarmaci sarebbe piu difficile scavare nel profondo della sofferenza del paziente perchè viene momentaneamente "annebbiata" ? Qual'è il motivo per cui alcune volte gli psicofarmaci rendono più complesso il lavoro dello psicoterapeuta? Grazie ancora.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Scavare nel profondo è un'espressione che ho sempre trovato francamente pittoresca ma poco comprensibile.
Non è definito in cosa consista tale profondo, né che vi sia un profondo in cui scavare, né che ciò che si trova alla fine sia necessariamente autentico ed utile.
In ogni caso l'antagonismo funzionale tra una e l'altra cura si fonda su due concetti:
a) che una (i farmaci) sono soltanto sintomatici e l'altra (psico) guarisce. Questo non è dimostrato. Le terapie farmacologiche come le psicoterapie possono richiedere periodi brevi o lunghi, a seconda dei casi, ma senza nessuna differenza strategica sostanziale.
b) reciprocamente non sono contrapposte ma permissive. Se una va avanti e dà risultati l'altra è facilitata, e i risultati migliori risultano dall'associazione a dimostrazione del fatto che convergono verso uno stesso obiettivo in maniera sinergica e non alternativa.
Forse è opportuno chiedere un secondo parere.