Dipendenza da farmaci

Vi sottopongo la seguente problematica. Mia madre (età 58 anni, affetta da sclerosi multipla) assume da ormai circa 15 anni, senza alcuna indicazione medica il farmaco "Control". Non ricordo il dosaggio iniziale, ma certamente negli ultimi tre anni ne assume due compresse da 1 mg al giorno. Da circa un mese, però, a seguito di mie pressioni ha dimezzato la dose giornaliera, assumendo una sola compressa la sera.
Avendo avuto esperienza di altri familiari che, assumendo cronicamente tale farmaco (anche in tal caso senza prescrizioni mediche), hanno conseguito effetti collaterali quali la perdita di memoria e di lucidità in alcuni momenti della giornata, inizio a temere che lo stesso possa accadere anche a mia madre. Per altro, l'assunzione di tale farmaco non le reca alcun beneficio oggettivo. Nonostante ciò, mia madre non ha intenzione di sospendere tale trattamento. A questo punto, anche consultandomi con altri familiari, avevo pensato di sostituire il farmaco de quo con un placebo.
Le mie domande sono le seguenti: sostituire il Control con un placebo può essere una soluzione? se si, tale sostituzione è preferibile avvenga alternando il medicinale al placebo o eliminando del tutto il farmaco? quali effetti potrebbero conseguire da un abbandono del farmaco? vedete soluzioni alternative a questa da me prospettata, tenuto conto del fatto che mia madre non intende categoricamente abbandonare il farmaco, arrivando a incaricare terze persone dell'acquisto dello stesso (o di equivalenti a base di benzodiazepine)?
Grazie dell'attenzione.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

La brusca interruzione del control produce una sindrome di astinenza, potenzialmente pericolosa anche a dosi basse come questa.

Il farmaco va calato gradualmente ma soprattutto va chiarito se la persona continua a prenderlo perché convinta che gli faccia effetto (falso, è una condizione di assuefazione in cui il movente immediato a non smetterlo può essere l'ansia da astinenza); oppure perché il distacco è reso difficile dalla presenza di un disturbo ancora attivo (depressione, disturbo d'ansia etc).

In quest'ultimo caso, andrebbe impostata una cura specifica, e poi scalato il control.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Utente
Utente
Gentile Dottore la ringrazio innanzitutto per la risposta. Per quanto concerne la motivazione che porta mia madre ad assumere il farmaco si può definire come una sorta di azione "automatica" nella convinzione che le dia ormai un beneficio irrinunciabile ma poi nella realtà dei fatti nel momento in cui ha sospeso su mia pressione la compressa del mattino, di quest'ultima non ne sente più minimamente il bisogno anzi si sono verificati anche degli effetti positivi come una maggiore reattività agli stimoli ( precedentemente dormiva a momenti per tutto il pomeriggio a partire dalle 5 circa ) e c'è anche da sottolineare che spesso in assenza temporanea dell'acquisto del farmaco si accontentava di assumere sempre alla mattino delle blande gocce di bach . In passato a seguito di eventi dolorosi ha conosciuto per un periodo la depressione assumendo non so quale farmaco in quanto essendo all'epoca io troppo piccola(bambina di 3/4 anni) non ricordo quale fosse, passando poi all'odierno control. Stando così le cose e alla luce del fatto che il farmaco viene assunto con automatismo nella convinzione di un beneficio che non c'è , lei cosa suggerirebbe come eventuale cura sostitutiva al control per poi scalarlo ?? grazie ancora per la sua disponibilità
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Cure non si possono indicare nello specifico, ma a quei livelli di uso (basse dosi, soggetto anziano che lo usa da anni) probabilmente una cura per un disturbo d'ansia o d'umore (statisticamente i tipi più frequenti di situazioni in cui anni prima si è iniziato ad assumerlo) possono eliminare l'idea di dover avere un ansiolitico a portata di mano, così come il terrore che senza l'ansiolitico accada chissà che cosa (tipico questo del disturbo di panico come pensiero). In genere si tratta di cure che utilizzano molecole appartenenti alla categoria farmaceutica degli antidepressivi.
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dopo
Utente
Utente
Gentile Dottore ringraziandola per il suo intervento le auguro una buona giornata
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