Rivotril e insonnia

Buonasera,
mi è stato diagnosticato disturbo d'ansia generalizzato nel 2009, anche se i sintomi risalgono a quando ero una bambina, circa 12 anni, ora ne ho 34.
Ho imparato ad accettare la mia condizione di ansia e quindi a convivere con tutta la sintomatologia che ne consegue (sudorazione intensa a mani, piedi e ascelle, agitazione, senso di disagio, dolori muscolari, tensione, nervi a fior di pelle etc...). Avevo fatto una cura con efexor da 37,5 mg fino ad arrivare a 150 mg mantenuti per un anno, la cura è durata in tutto 2 anni compreso lo scalo, ma ovviamente piano piano sono ritornata ad essere esattamente come sono sempre stata, ovvero un ansiosa cronica. Ho detto basta agli antidepressivi perchè non ha senso assumere farmaci potenzialmente pericolosi per anni, per poi ritrovarmi sempre punto a capo, come mi disse la psichiatra il mio disturbo è costituzionale e quindi tenderà sempre a ripresentarsi.
Una cosa che però non posso gestire è l'insonnia, (che mi colpisce più volte nell'arco di un anno) mi addormento quasi subito ma dopo 3/4 ore sono sveglia come se ne avessi dormite 8, però poi man mano che passano le ore sono uno straccio e così sono costretta a perdere giornate di lavoro.
Ho provato di tutto, prazene, tavor, minias, alcion, valdorm, da febbraio sto prendendo rivotril, 15 gocce prima di dormire, le avevo scalate molto lentamente (circa 2 gocce a settimana) e a maggio ero arrivata a zero, dormito bene per una settimana e poi di nuovo punto a capo; 3/4 ore a notte, quindi ho ricominciato a prenderle.
Ora sto scalando di nuovo, sono a 5 gocce, però mi rendo conto che comincio a dormire male, dopo 5/6 ore sono sveglia, mi alzo nervosa, agitata, mi viene da piangere, sbalzi di umore, ma sono determinata ad arrivare a zero e tentare di vedere se riesco a dormire da sola anche solo per qualche mese.
La mia domanda è: una volta arrivata a zero, se dovesse ripresentarsi l'insonnia da rimbalzo, così come successo a maggio, quante notti posso resistere con 3/4 ore di sonno al fine di far passare l'astinenza del farmaco o devo precipitarmi dal medico di base e farmi prescrivere un altro sonnifero? (il rivotril non lo voglio più usare per il momento, perchè è molto forte e credo che per me sia l'ultima spiaggia, se altri sonniferi, come successo in precedenza, non mi fanno effetto).
In attesa di una gentile risposta ringrazio anticipatamente e porgo distinti saluti.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
La gestione dell'insonnia con questo tipo di farmaci non è corretta.

Sarebbe preferibile che consideri un trattamento antidepressivo, con il supporto di uno specialista in psichiatria, per trattare anche questo sintomo che può dipendere dal suo disturbo principale.

Dr. F. S. Ruggiero

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Dr. Giovanni Portuesi Psichiatra, Psicoterapeuta 638 37 1
In effetti il suo problema data da molto tempo e sarebbe il caso di gestirlo con un antidepressivo nel contesto di un rapporto terapeutico con uno psichiatra. Tuttavia mi sembra che lei sia anche troppo preoccupata per la sua necessità di assumere il rivotril che comunque assume a bassi dosaggi. Se intende smettere di prenderlo può provare gradualmente e sopportare lo scarso sonno per qualche giorno. Tenga presente però che se dorme poco è il caso di non guidare e di non fare cose pericolose. La mancanza di sonno provoca una rilevante diminuzione dei riflessi. Tenga anche presente che il bisogno di bdz per dormire dipende anche da fattori psicologici : ho visto persone sospendere i sonniferi spontaneamente una volta che si erano tranquillizzare su su alcune problematiche .
Ribadisco quanto le ha detto il collega: un rapporto terapeutico con uno specialista e farmaci specifici sono del tutto raccomandabili.

Dr Giovanni Portuesi

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dopo
Utente
Utente
Egregi Dottori,
grazie per le Vs risposte.
Premetto che nonostante il dag mi accompagni fin dalla giovanissima età, non ho mai avuto problemi di insonnia, questi sono insorti a seguito di problemi lavorativi nel 2012 quando, oltre ai problemi della mansione in sé, il mio ex datore di lavoro mi imponeva di chiamarlo alle 5 della mattina in caso avessi dovuto saltare la giornata lavorativa, da quel periodo in poi la qualità del mio sonno è nettamente cambiata e da allora è diventato un sintomo prevalente che mi colpisce anche se non ho particolari problemi.
Vedo che i dottori psichiatri consigliano sempre cure antidepressive, che tra l'altro sono sempre di lunga durata, almeno 2 anni (correggetemi se erro), ma che io non vorrei proprio fare, perchè (magari si mi farebbero anche dormire), ma una volta terminata la cura mi ritroverei di nuovo punto a capo, come già successo in precedenza, e tra l'altro anche con assunzione di antidepressivi non ho mai avuto i sintomi attenuati al 100% ma solo per un 60%.
Allora mi domando perché prendere antidepressivi con tutti gli effetti collaterali che ne conseguono, solo per ottenere minimi benefici e una volta finita la cura ritornare come sono sempre stata (ovvero ansiosa cronica), quando in realtà io avrei solo bisogno di dormire per almeno 7 ore a notte, mi domando se non è meglio dipendere da un sonnifero (magari non rivotril, il mio medico di famiglia mi aveva consigliato stilnox, ma non l'ho mai provato) piuttosto che ritrovarmi periodicamente ad affrontare cure con antidepressivi e con scarsi risultati, o dovrei usare antidepressivi a vita pur di poter dormire decentemente?
Grazie per il Vs cortese aiuto, distinti saluti.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Che lei non volesse assumere antidepressivi si era capito.

Che volesse continuare con i sonniferi si era capito allo stesso modo.

Ha ricevuto risposta in merito alla necessità di un trattamento differente ed ha posto nuovamente domande inerenti le risposte.

Il dato di fatto è che lei rifiuta terapie appropriate, per cui il suo destino è soffrire di insonnia, fino a quando i sintomi non peggioreranno e forse prenderà decisioni differenti.
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dopo
Utente
Utente
Che lei non risponde alle mie domande si era capito.

Da quello che si evince lei consiglia antidepressivi a vita per curare un disturbo d'ansia che fa parte della mia costituzione fisica e che con la somatizzazione che ne deriva ci convivo da ben 22 anni senza essere mai peggiorata, mai sperimentato depressione o attacchi di panico (grazie a Dio sono una persona solare).

Nonostante le abbia riferito che la cura antidepressiva assunta da me in precedenza abbia solo attenuato i sintomi in una bassa percentuale e non appena terminata tutto era come prima, anche di fronte a ciò lei ancora consiglia antidepressivi.

Non ho detto di voler continuare con i sonniferi ma ho detto che volevo dargli una pausa per vedere se per almeno qualche mese, come già successo in precedenza, riuscivo a dormire da sola, (per tutto il 2015 ho dormito senza sonnifero) ed eventualmente passare da rivotril a qualcosa di più specifico per il sonno.

In più si permette anche di dire che il mio destino è soffrire di insonnia (grazie a Dio esistono i sonniferi con i quali dormo anche se a volte li devo cambiare) e che i miei sintomi un domani peggioreranno. Grazie per il conforto!!

La saluto.

PS: a quanto pare l'anamnesi non ha nessun valore.




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