Un ns familiare ha un evidente disturbo bipolare

Buongiorno, scrivo per conto di un'intera famiglia. Un ns familiare ha un evidente disturbo bipolare (a detta di persone competenti cui è stata descritta la bizzarra e complessa personalità nonché la storia personale). Il problema è che lui/lei non riconosce di aver bisogno di aiuto. La scuola l'aveva indirizzato/a da uno psicologo ma non ha mai voluto andarci. Noi non osiamo parlare apertamente perché ci tiranneggia e ora siamo, oltre che stanchi e rassegnati per lui/lei, seriamente preoccupati del benessere e persino dell'incolumità degli anziani genitori. Oramai, persa la speranza e disaffezionandoci nei suoi confronti, pensiamo tutti che in fondo saremmo una famiglia serena se solo lui/lei non ci fosse e il disturbo sta degenerando in un circolo vizioso che si autoalimenta. Davvero, credeteci, abbiamo tutti tentato di tutto per aiutarlo/la, pazienzato, perdonato, ma lo/la vediamo sempre più avvilupparsi in un vortice di autodistruzione.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
La descrizione a terzi di situazioni raccontate da altri non è una metodica corretta per poter fare una diagnosi.

Alcuni comportamenti non per forza devono essere categorizzati in una patologia psichiatrica per negare stati che invece non appartengono a patologia.

Non ha comunque posto alcuna domanda.

Dr. F. S. Ruggiero

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dopo
Utente
Utente
Buongiorno dott. F.S. Ruggiero, la ringrazio per la celere risposta il 1 dell'anno! È vero, non ho espresso chiaramente alcuna domanda, che è implicita nel problema indicato dell'impossibilità di affrontarlo in quanto il familiare in questione non è voluto andare dallo psicologo, tanti anni fa, né ci andrebbe mai, conoscendolo. Insomma, non sappiamo da dove partire per aiutarlo laddove noi non solo non siamo mai riusciti ma non abbiamo autorità, stima e affetto per farlo. In particolare, lui/lei vive la contraddizione di rendersi conto che gli altri familiari sono persone più o meno realizzate nel lavoro e negli affetti mentre lui/lei non riesce, nonostante abbia tante belle qualità e persino un bel carattere, di base. Peccato che rovini sistematicamente tutto ciò che costruisce come niente fosse. Più che un vortice, la sua è una spirale di cui, crescendo, s'intravede il logico, triste epilogo. Da dove partire per aiutarlo/la, qualunque sia la diagnosi esatta? Preciso che ha già tentato il suicidio e riesce a farsi fisicamente male con assurdi incidenti stradali.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Per aiutare una persona, la stessa deve accettare l'aiuto che viene dato.
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Utente
Utente
Grazie. Poiché appunto la persona non accetta da noi altro tipo di aiuto se non quello tecnico e materiale necessario a tirarla fuori dai guai e a vivere, visto che la nostra anziana madre, con cui convive, è ipertesa e ha delle placche al cuore, pensa che, in occasione di uno degli inspiegabili, irragionevoli, violenti attacchi d'ira, sia possibile chiamare un soccorso sanitario? Questa persona comincia a urlare bestemmie e volgarità inaudite in casa, a distruggere mobili e a recriminare le peggiori accuse verso noi familiari, frutto, mi creda, di deliri persecutori. Possibile che ci si debba rassegnare a stare col patema d'animo che faccia del male o comunque stare male i nostri genitori che anni fa la invitarono a lasciare casa, visto che lavorava, salvo riaccoglierla all'ennesimo lavoro perso per il "brutto carattere"? La domanda ora è un'altra: visto che ci siamo rassegnati a non poter davvero aiutare la persona, come aiutare mia madre? Come aiutare noi stessi? Buttarla fuori casa non ci va, ora che è senza lavoro e che dubito ne trovi mai più, data l'età. Bisogna rassegnarsi ad aspettare che faccia morire di crepacuore nostra madre o che istighi alla violenza qualcuno? Grazie anche se non dovesse più rispondere. Cordiali saluti.
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