Ansia generalizzata , nevrosi

Gentili Psichiatri
Sono un ragazzo di 20 anni, che a causa di assunzioni ripetute di cannabis in 3 mesi nell'arco del 2016 ho avuto effetti spiacevoli a causa di una mia sensibilità alla sostanza aimè scoperta tardi.
Chiesi un consulto qui stesso dove lo psichiatra Dr. Converti mi indirizzò sulle possibili cause, ipotizzando una lieve dipendenza che mi causò i sintomi che gli citai.
A causa delle mie condizioni cognitive che non accennavano a migliorare nel breve termine , decisi di recarmi dal medico di famiglia che mi sottopose a una cura di samyr400 in fiale 1 al dí per 5 giorni convinto che ero sotto effetto di una intossicazione di cannabis e mi fissò una visita psichiatrica al C.S.M. effettuata ad Agosto 2016.
I principali sintomi che continuavo ad avere erano una parte di quelli che erano presenti nella mia ultima assunzione di cannabis(molto forte) avvenuta a Marzo del 2016, ovvero un senso di irrealtà , perdita di concentrazione, ed improvvisi stati di estraneazione dove non riconoscevo le braccia o come facevo a camminare, il tutto con frequenti pensieri ossessivi e molto raramente suicidari.
Nella visita effettua al csm, lo psichiatra mi disse che sono stato molto fortunato per il soggetto che sono a non aver avuto allucinazioni, mi vietò a priori qualsiasi altro tipo di assunzione perchè sono sensibile a questa sostanza e mi spiegò si era andato a generare uno stato ansioso che era già predisposto a saltar fuori prima o poi ma che ancora era nascosto.
La sua più grande preoccupazione non erano tanto quei sintomi, ma lo stile di vita sballato che conducevo,andavo a dormire alle 4- 5 di mattina e mi svegliavo alle 13 più o meno ogni giorno.
Mi classificò come nevrotico , che dovevo condurre uno stile di vita regolare e mi fissò un controllo effettuato a Novembre 2016 ( dopo 3 mesi), dove saremmo andati a valutare la possibile assunzione di un antidepressivo SSRI per 2 anni di tempo.
Mi congedò con la diagnosi di ansia generalizzata post-traumatica, non caratterizzata da attacchi di panico e con presenza di pensieri ossessivi.
A Novembre decise non procedere con la prescrizione farmacologica, causa di un miglioramento da me riportato nei sintomi e nello stile di vita , si pronunciò solo preoccupato sulla presenza di ansia "libera" che va tenuta sotto controllo e mi fissò un altra visita di controllo a Gennaio 2017 rinviata a causa mia a Marzo.
A distanza di 1 anno sto avendo miglioramenti cognitivi enormi confronto all'inizio(un valido aiuto l'ho trovato nell'assunzione giornaliera vitamine e minerali) , in certi momenti purtroppo si acutizzano i sintomi e sarei tentato dalla strada farmacologica
Volevo sapere se la strada presa è quella corretta se il tipo di farmaco è adatto alla situazione ( il dottore non ha mai specificato ancora il nome preciso)
Il sintomo più fastidioso è il mancato totale controllo sul corpo, come se certe cose le facessi in automatico non sapendo come.

Grazie dell'attenzione.
[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,

Quindi ha avuto un incidente con la cannabis e la cosa è rientrata in parte, come previsto.
L'unica cosa che non capisco è perché questo temporeggiamento sulla cura, gli estremi ci sono.
La diagnosi non mi è chiara in una parte: "post-traumatica" cosa significa ? Quale trauma ?

Dr.Matteo Pacini
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Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentilissimo Dr.
Non essendo un Dr. posso solo supporre in base alle parole del suo collega, ovvero che (prima visita) " una sola visita non basta per inquadrare completamente il problema per impostare una cura farmacologica di 2 anni "
(controllo): Visti i significativi miglioramenti , come la perdita dei pensieri ossessivi e il recupero delle funzioni cognitive in particolare sul controllo del corpo e realtà ,penso che il Dr. abbia temporeggiato per monitorare la situazoine visti i miglioramenti perchè mi disse" che era ben più felice di chiudere la pratica del CSM senza prescrivere nulla se fossi riuscito a recuperare nel tempo, piuttosto che prescrivere un farmaco immediatamente che in certi casi può fare più danno che giovamento".
2 Per quanto riguarda la diagnosi penso che il "post-traumatica" faccia riferimento all'ultimo episodio di assunzione di cannabis(ceppo molto forte) avvenuta 1 anno fa, episodio da cui si scaturì tutta questa situazione, che mi fece stare malissimo. Tant'è che il dottore la paragono l'evento a un trauma (come una bomba esplosa che ha alterato tutto)
[#3]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Se ha bisogno di una terapia tutti queste concettualizzazioni non servono annulla.

Senta il parere di un altro psichiatra per stabilire se effettivamente ha bisogno di essere curato prima di andare incontro a fenomeni di cronicizzazione.

Dr. F. S. Ruggiero

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[#4]
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Utente
Utente
Dr. F. S. Ruggiero
Grazie della risposta, stavo cercando di risponde al suo collega dove possibile, un altro parere psichiatrico l'ho avuto a inizio di tutta la vicenda al sert, dove mi hanno poi indirizzato al csm.
Colgo l'occasione per chiederle dopo quanto tempo si cronicizzare una situazione del genere e se l'utilizzo di un SSRI è indicato per la questione. Per quanto mi riguarda sono favorevole a una cura , non come certa gente che è scettica.
Sto seguendo alla lettera ciò che lo psichiatra mi dice e volevo sapere da voi nei limiti di un consulto online , se iniziare una cura nonostante i notevoli miglioramenti sia contro producente oppure se è consigliato lostesso, non essendo io in grado di stabile ciò dalle mie conoscenze.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
In linea generale una volta stabilita la presenza di sintomi e di una diagnosi responsabile degli stessi è utile iniziare terapie validate ed evitare le attese che possono portare più danno che miglioramento.

Se si rientra nell'ambito di determinate diagnosi possono essere utili alcuni prodotti rispetto ad altri ma la valutazione è sempre di tipo diretto.

Leggere ciò che ha scritto su questi concetti del danno provocato dai farmaci e la chiusura della cartella clinica mi fa pensare solo a pregiudizi del collega sul proprio lavoro e sui pazienti in genere, per cui non posso dare credito a questo tipo di approccio.
[#6]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,

Chiamare un'assunzione di sostanze "trauma" e usare il termine "post-traumatico" è improprio.
Non basta una visita per iniziare una cura ? Mah, secondo me invece sì. Ma qui stiamo parlando di mesi di attesa, non di una visita e poi basta.
Inoltre non capisco perché necessariamente una cura debba durare 2 anni, anziché 1 o 10. Non è che sta firmando un mutuo.
[#7]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dr. Pacini.
Se sapessi risponderle in maniera precisa per farle capire l'operato di un suo collega probabilmente sarei uno psichiatra anche io.
Dal momento che non lo sono, posso solo intuire.
Per quanto riguarda la diagnosi imprecisa con quel famoso "post-traumatica", sicuramente é un errore mio perché nelle varie visite il csm non mi ha mai rilasciato un foglio, ma quello che ho riportato é ció che mi disse lo psichiatra verbalmente forse per farmi comprendere la situazione. Materialmente non so cosa poi ha riportato nella mia cartella , presente all interno del suo pc dell'ufficio che aggiorna sempre.
Sul fatto dei 2 anni della cura mi spiego che é il tempo di assunzione con cui si ha maggior successo di guarigione, con rischio di minime ricadute. Poi non saprei cosa dirle. Mi fate pensare che ho beccato un dr. non molto bravo.
[#8]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Si ma non è che deve essere una fissazione, è meglio due anni per evitare le ricadute ma questo tempo è variabile e valutato di volta in volta.

Secondo me tutti questi equivoci sono pregiudizi del collega che l'ha visitata.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
" é il tempo di assunzione con cui si ha maggior successo di guarigione"

Rispetto a una durata minore, appunto, quindi perché non di più ?
Non riesco a capire comunque questo discorso sul nulla: si aspetta per iniziare una cura, e la ragione è che se poi la si inizia per motivi oscuri dovrebbe durare due anni. Ma allora, mi viene da dire, di preciso su che base si aspetta ? Ci sarà pure un termine entro cui magari si inizia se i sintomi non vanno via, altrimenti è un attendismo che equivale ad un nulla terapeutico.
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dopo
Utente
Utente
Gentili dottori prima di tutto vi ringrazio per il tempo che avete speso su questo consulto, rendete un gran servizio alla collettività che va oltre l'esercizio della vostra professione.
Dr.Matteo Pacini guardi dal suo ultimo commento prenderò spunto sulle domande che porgerò a visita tra qualche settimana al csm, effettivamente è arrivato il momento di tirare le somme.
Buon Sabato e grazie ancora
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