Stress lavorativo prolungato o esaurimento

Buonasera, con la presente per sottoporre la mia situazione psicofisica e per avere un consulto per me ora doveroso nei confronti di me stesso e delle mia salute. Sono un ragazzo di 36 anni, che nella vita non ha mai avuto problemi familiari, relazionali, sentimentali, grossi problemi pschici e problemi di alcol o di droga.
Il forte stress lavorativo prolungato negli anni, (con ritmi forsennati, orari di lavoro pesanti, carichi di lavoro, continue pretese e responsabilità, ambiente negativo e dannoso), mi ha portato a somatizzare il tutto in maniera deleteria a livello fisico e mentale.
Diagnosticata la colite ulcerosa e reflusso esofageo nel 2012 (seguito da gastroenterologo). Diagnosticata la piastropenia autoimmune e splenomegalia nel 2016 (seguito da ematologo). Non sono un medico ma azzardo nell'affermare che in questo ci sia anche una notevole componente psicosomatica.
Lavorando principalmente al computer, ci sono momenti in cui la vista mi si offusca e mi disorienta, la testa si fa pesante come stretta in una morsa. Alterno momenti di serenità a momenti di ansia, vado in tilt e ho mementi bui in cui perdo la stabilità soprattutto quando ho discussioni o problemi dentro e fuori l'ufficio.
Faccio fatica a ricordare cose recenti mentre ricordo cose passate, come se la mia vita ora fosse un processo automatico, stressante e non gratificante, privo di entusiasmo ed interessi (non avrei comunque il tempo per coltivarli) e rari sono i momenti piacevoli e sereni.
Tutte le energie si consumano dall'alba al tramonto in macchina e in ufficio, nell'ultimo anno ho interotto la relazione con la ragazza, non sopporto più nemmeno i miei colleghi e alcuni miei amici, divento facilmente irritabile ed irrascibile con chiunque nel volgere di un attimo.
Non mi sento un depresso cronico, frequento amici e amiche e quando mi è possibile esco, conducendo una vita normale ma portandomi dietro questo fardello ormai da troppo tempo. Sarà anche un mio limite caratteriale. La mia vita non è più la stessa.
Anche quando penso di essere tranquillo mi resta sullo stomaco e faccio fatica a digerire anche un leggero pasto ed ultimamente soffro anche di diarrea (mi fa strano ad esempio che l'avessi avuta fino all'ultimo giorno di lavoro prima delle ferie, poi sono stato bene nella settimana di vacanza lontano da casa e dal lavoro ed ora mi si ripresenta alla vigilia della ripresa dell'attività lavorativa).
Alla luce di questo lungo e noioso ma spero efficiente quadro personale, spero che gentilmente voi mi possiate dare qualche consiglio (oltre a quello di cambiare lavoro) e di indicarmi la figura corretta a cui riferirmi per risolvere questi miei problemi e riappropriarmi di una condizione psicofisica normale. Premetto che due anni fa ho fatto un percorso di 8 mesi da uno psicoterapeuta che mi faceva parlare sdraiato su di un divano, con lui seduto alla mie spalle, ma non ho ottenuto alcun risultato.
Resto in attesa di un riscontro e ringrazio infinitamente. Saluti.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 40.9k 996 63
Nel suo caso lo specialista di riferimento è lo psichiatra, il quale stabilirà eventualmente quale tipo di trattamento è utile per i suoi disturbi se inquadrabili in un quadro clinico specifico.

Dr. F. S. Ruggiero

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Utente
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Grazie Dottore per la celere risposta. Mi adopererò per trovare un bravo pschiatra. Cordiali saluti.