18 anni e soffro da circa un mese di derealizzazione

Salve sono un ragazzo di 18 anni e soffro da circa un mese di derealizzazione. Non mi è stata diagnosticata da un dottore ma mi sono informato molto bene e la sintomatologia corrisponde. In particolare ho:

Vertigini
Ansia
Sensazione di essere poco lucido mentalmete
Percezione delle giornate come troppo lunghe
Sensazione di fare le cose come un automa
Senso costante di irrealtà e distacco, come se una parte della coscienza fosse assente

Col tempo una volta compresa la problematica sto riuscendo a contrastarla (senza farmaci ne psicologo) e devo dire che le cose sono davvero migliorate molto rispetto ai primi giorni. Ci tengo a dire che non ho avuto attacchi di panico ne mi sento privo di emozioni, ne percepisco luoghi e persone come estranee (altri sintomi manifestati dai derealizzati), tutto ciò mi porta a pensare di non aver sofferto di una forma grave di Der.
Per quanto riguarda l’ansia credo sia dovuta a tre fattori:

-In primis ciò che piu mi spaventa è la sensazione stessa di irrealtà

-Per quanto riguarda la situazione familiare i miei genitori stanno divorziando e di per se la cosa non rappresenta per me un grande problema, se non fosse che mia mamma soffra di depressione e tutta la sua ansia dovuta al divorzio ricade su di me, ripetendomi tutti i giorni brutte cose su mio padre cercando di renderlo ai miei occhi una persona orribile. Anche se sono gia abbastanza grande credo che che comunque questa situazione possa avere qualche effetto negativo su di me.

-Ho vissuto un’estate molto intensa e ho pensato davvero molto poco allo studio, l’inizio della scuola e un cambio improvviso di abitudini è stato un po pesante e le prime settimane mi chiedevo spesso “cosa farò tutto il giorno? Mi aspettano 9 mesi di noia” e questi stessi pensieri aumentano l’ansia rendendomi anche difficile lo studio.

Mi capita spesso, soprattutto ora che le cose sembrano migliorare, di pormi domande del tipo
“Sto davvero bene?”
“Come mi sento?”
“E se rimango cosí per sempre?”
“Sono davvero io che faccio le cose?”
Mi rendo conto che queste stesse domande mi causano ansia ma non riesco a fare a meno di pormele.

Ad oggi la sensazione di irrealtà sembra quasi svanita del tutto, resta però l’ansia anche se non persistente, le domande suddette e una sensazione di non totale lucidità.

Quello che vorrei chiedervi, secondo voi la situazione sta migliorando? Pensate sia opportuno rivolgermi a uno psicologo/psichiatra o aspettare altro tempo e vedere se la situazione continua a migliorare? Questi sintomi svaniranno del tutto prima o poi? Se si sarò sempre lo stesso?

Vi ringrazio in anticipo per le risposte che mi saprete dare e mi scuso per la lunghezza del messaggio.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

Siamo completamente fuori strada. Innanzitutto l'autodiagnosi non una diagnosi. Anzi, l'autodiagnosi di derealizzazione è molto spesso corrispondente ad una diagnosi di disturbo ossessivo.
Nessuno riesce a controllare le proprie funzioni, non si tratta di capire i meccanismi per controllarli (anche questo è un tipo di pensiero che richiamerebbe ad una preoccupazione ossessiva sulle proprie funzioni mentali).
Da come scrive non sembrerebbe affatto che la preoccupazione sia sotto controllo: si pone mille domande, e soprattutto parte in quarta con una autodiagnosi, che è assolutamente fuorviante per capire che cosa ha.
Può essere utile che si rivolga ad uno psichiatra.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio molto dottore, se la situazione non migliorasse provvederò ad incontrare uno psichiatra. Vorrei chiederle però un’ultima cosa: potrebbe trattarsi anche solo di un periodo transitorio o di qualcosa di piu serio?
Cordiali saluti.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

Queste domande, tipiche di uno stato di preoccupazione, sono domande che non hanno alcuna risposta utile, sono domande sul futuro che nascono su ciò che uno non sa, non è definito, si vedrà dopo etc, o uno teme ma sa già. Si concentri sulle diagnosi che le fanno, e cerchi di capirne i meccanismi dopo che le sono state fatte, non prima.