Alzheimer e farganesse

Salve,
mia madre, 71 anni, è affetta da malattia di Alzheimer. Da circa due mesi soffre di insonnia marcata con frequenti risvegli notturni, benché non si possa parlare di un vero e proprio “sundowning”, e il suo comportamento rimane sostanzialmente tranquillo. Dopo aver provato varie benzodiazepine (tavor, minias, halcion) che a dosi normali si sono dimostrate efficaci, il medico di base ha detto che era preferibile non farne più uso visto che il mattino seguente la lasciavano piuttosto confusa. Ha consigliato quindi di utilizzare la melatonina (3 mg a rilascio normale due ore prima di andare a letto e 3mg a rilascio controllato al momento di coricarsi) che però, almeno su mia madre, si è dimostrata totalmente inutile. Dopo l’utilizzo di basse dosi di Talofen (10 gocce), anch’esse sostanzialmente inefficaci, il medico di base ha proposto di utilizzare il Farganesse (una compressa la sera, prima di andare a letto). Vi chiedo se questa molecola (prometazina) può essere indicata nel caso della malattia di Alzheimer, o se invece potrebbe peggiorare ulteriormente le condizioni di mia madre, e se esistono alternative possibili per la sua insonnia. La terapia attuale che mia madre sta assumendo è la seguente: Entact 5 mg 1 cp a colazione e Trittico 50 mg RP a cena. Ringrazio anticipatamente per ogni considerazione e suggerimento.
Saluti
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Gentile utente,

Presumo che la persona sia in cura con la terapia anti-alzheimer, per esempio donepezil o altro.
Intanto l'antidepressivo ha in genere un effetto peggiorativo su gran parte degli aspetti alzheimeriani, e demenziali in genere, anche se può migliorare l'umore.
Ad esempio può aumentare l'attivazione comportamentale notturna, indurre allucinazioni o peggiorare i deliri, anche in maniera non eclatante, ma comunque non utile alla stabilizzazione del quadro.
Il farganesse è un farmaco antistaminico con proprietà sedative che è neutro su questo piano, ma gli effetti dei farmaci in questi pazienti non sono interamente prevedibili. Ad esempio i tranquillanti possono avere effetti sedativi inattesi anche a basse dosi o al contrario indurre agitazione.
Come indicazione è congrua. Io farei controllare ad uno specialista la terapia, in particolare l'effettiva necessità di due farmaci antidepressivi come trittico e entact.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Egr. dr. Pacini,
la rivastigmina (Exelon) fu sospesa a mia madre sei mesi fa dal centro U.V.A. che la seguiva, sia perché era scesa a 7/30 nel MMSE, sia per gli effetti collaterali (agitazione, affaccendamento afinalistico,ecc.) e gli inesistenti benefici. Stessa sorte è toccata alla memantina (Ebixa), che Le è stata sospesa circa tre mesi fa per gli stessi motivi. Abbiamo visto che sospendendo del tutto l'Entact, mia madre inizia a manifestare ansia progeressiva che sfocia dopo un pò in vere e proprie crisi di panico. Da ciò l'opportunità di mantenerlo benché a bassissime dosi. Il trittico è stato introdotto dal medico di base per attenuare l'insonnia e, almeno all'inizio, si è dimostrato efficace. Cosa intende per specialista, forse un neurologo ?
Saluti
[#3]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Ho capito.
Però gli attacchi di panico su un MMSE di 7/30 dovrebbero essere gestiti tenendo presente la prognosi globale e le priorità per la gestione della persona.
Forse uno psichiatra può darLe un parere psicofarmacologico in più.

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