Tossicodipendenze, dca e disturbi della personalità

Salve, sto con una ragazza (30 anni) che amo alla follia che in passato ha sofferto di dca (anoressia e bulimia), tossicodipendenza (grave da cocaina ed estasy) e disturbi della personalità (borderline con tratti istrionico, evitante, ecc).
Oggi è una persona stupenda.
Lei si è sempre curata (da quando aveva 17 anni), si è disintossicata da sola 5 anni fa, non ha più bisogno di psicofarmaci e psicoterapia.
Ora inizio a farmi delle domande sul nostro futuro insieme e ho paura perchè

1. non so se credere al fatto che "è guarita" completamente. E' possibile? Ho letto che da certe patologie non si esce mai...
2. aver fatto uso pesante di cocaina ed estasi può arrecare dei danni che potrebbero manifestarsi in futuro? Cosa potrei aspettarmi?
3. alcuni comportamenti, insicurezze e instabilità ancora emergono, ma lei mi rassicura dicendomi che ci sta lavorando. Posso sperare in questo cambiamento?
4. ha avuto problemi di affettività in famiglia (da cui tendenze istrioniche su cui sta "lavorando"), può essere una buona madre e moglie?

Grazie mille


[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

La dipendenza da cocaina per definizione non guarisce spontaneamente. La disintossicazione non è una cura per la tossicodipendenza, ma per l'intossicazione. Molti riescono a farla senza ausilio medico. Non modifica il destino della loro malattia. Esiste un però: la diagnosi di tossicodipendenza spesso non è fatta, o non è fatta in maniera accurata. Se una persona utilizza cocaina regolarmente per un periodo, e quando smette sta male, questo non basta e non è specifico per affermare che abbia una dipendenza. La dipendenza verte su altri sintomi, che riguardano il rapporto con la sostanza e la capacità di gestirne l'uso secondo la propria intenzione. Il tossicodipendente non ce l'ha.
La personalità della ragazza, se è stata valutata durante l'uso di cocaina, andrebbe rivalutata indipendentemente dallo stato di intossicazione.
Un tipo di associazione più frequente è quella tra disturbi dell'umore, inquadrati come disturbi di personalità ma sostanzialmente spiegabili in termini sintomatici come disturbi dell'umore, disturbi alimentari e uso di sostanze. L'umore è spesso instabile sul piano temperamentale, quindi lo rimane anche al di fuori dell'uso di sostanze, il che non significa che la persona sia problematica, sarà "umorale".
I disturbi dell'umore in queste persone meritano di essere curati se causano interferenza, non di essere lasciati a sé, il che aumenta il rischio per un ritorno all'uso di sostanze magari anche in maniera subdola (tipo alcol o sedativi).
Non si può affermare niente circa il tipo di rapporti che una persona ha con i familiari. Una generica turbolenza può caratterizzare un lungo periodo per poi sfociare in una stabilità. Quindi sul punto 4 non è possibile dare una risposta.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Grazie mille della risposta Dr. Pacini, ma credo di dover correggere un pò quanto ho scritto e fondamentalmente specificare meglio la situazione.
Lei ora sta bene, non è più in terapia, di nessun tipo.
Riguardo alla tossicodipendenza, in passato si è disintossicata da sola, ora sono 5 anni che è "pulita" ed evita situazioni "a rischio"; non credo abbia avuto una diagnosi di tossicodipendenza, ma aveva sicuramente problemi di astinenza...
Ha iniziato la terapia a 17 anni, x DCA (iniziati a 15/16 anni), psicoterapia e psicofarmaci. Ma a 17 anni ha anche iniziato ad usare droghe. A 22 anni è guarita dai DCA, a 25 si è disintossicata. Poi ha continuato fino all'anno scorso con psicoterapia e psicofarmaci.
La sua diagnosi è stata rifatta più volte negli ultimi 13 anni, quindi con e senza sostanze e il suo umore ora è stabile (sereno e felice) anche senza psicofarmaci.
Non ha comportamenti impulsivi verso alcool (beve veramente pochissimo e solo in determinate occasioni) e farmaci in generale, è molto equilibrata e controllata a riguardo.

Forse ho espresso male i miei dubbi.

Mi chiedevo:
1. Dopo terapie psicologiche e psichiatriche anche con l'uso di psicofarmaci, posso essere certo che sia guarita? o posso aspettarmi ricadute (nella droga, nei DCA o nei disturbi di personalità)?

2. I danni fisici prodotti dall'abuso di sostanze (cocaina ed estasi) si possono anche manifestare in futuro? Se si, in cosa consistono?

3. Riguardo i disturbi della personalità (che non le vengono più diagnosticati), alcuni comportamenti (meccanismi reattivi) che sono residui da problematiche precedenti, possono essere modificati continuando con la psicoterapia, come la TCC?

4. Aver avuto da quando era bambina problemi di mancanza di affettività in famiglia, mi devo aspettare che abbia comportamenti simili e anomali anche nei confronti eventualmente dei nostri figli?

Grazie mille

[#3]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
La diagnosi di abuso di sostanze o tossicodipendenza, che sono due cose fondamentalmente diverse, va fatta perché altrimenti non sappiamo con quale "entità" dobbiamo fare i conti.
L'abuso si può risolvere smettendo di usare la sostanza. La tossicodipendenza no. I danni a lungo termine delle sostanze stimolanti riguardano fondamentalmente la sfera affettiva. Gli effetti sono persistenti ma curabili. In cervelli predisposti non sono altro che una amplificazione del disturbo di base.
Se invece c'era una tossicodipendenza, la disintossicazioe non è un passaggio decisivo e protettivo nei confronti delle ricadute.
Anche il DCA e il disturbo dell'umore sono condizioni che meritano un inquadramento migliore che non una diagnosi di disturbo di personalità (poco affidabile e riproducibile). Le terapie non dovrebbero essere interrotte perché la persona sta meglio, perché anche questi disturbi tendono ad essere cronici o ciclici.
[#4]
dopo
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Grazie mille dottore.
Ma non capisco bene, in pratica mi sta dicendo che non si può guarire da queste patologie?

Per cui anche se ora lei sta bene, è una persona normalissima e non le viene diagnosticato più niente, c'è rischio di ricadute in droga, anoressia restrittiva e disturbi della personalità?

E cosa intende per danni nella sfera affettiva?
[#5]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Sto dicendo che alcune malattie si spengono e altre ritornano. Quando ritornano non sono ogni volta dei problemi nuovi, sono dei ritorni della stessa vulnerabilità. Come del resto in diverse malattie infettive o metaboliche.
uno degli errori che si commettono nella gestione della malattie psichiche è di basarsi sul passto recente per prendere decisioni paradossali: è stato bene negli ultimi tempi, allora si può sospendere la cura, che è l'unica ragione nota (sia farmaco che psicoterapia) per cui il decorso di questi disturbi cambia nel tempo.
naturalmente si dovrebbe parlare di una diagnosi precisa. Il DCA è una diagnosi affidabile. Il disturbo borderline come le ho detto è una diagnosi su cui non c'è grande accordo, e alcuni medici la considerano semplicemente una variante di un disturbo bipolare dell'umore. Per l'abuso di sostanze è necessario chiarire che cosa c'era per prevedere cosa accadrà.
[#6]
dopo
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Ho capito.
La ringrazio di cuore per avermi fatto capire in modo semplice cosa devo aspettarmi.
Starò attento nel caso in cui qualcosa dovesse "ritornare", ma DCA non li ha più da oltre 7 anni, abuso di sostanze da 5 anni, non mi preoccupa questo perchè la vedo abbastanza stabile oggi, ma ovviamente la vita potrebbe metterla in difficoltà e renderla più debole.
Per quanto riguarda i disturbi di personalità, o bipolare o quello che è, insomma parlo del suo modo di essere/comportarsi, ha degli strascichi che vengono fuori sotto stress, ma mi ha appena comunicato che vuole migliorarsi ancora, per cui riprenderà a fare la psicoterapia, TCC credo. Credo di aver influito molto in questa sua scelta, perchè l'ho stressata un pò con i miei dubbi.

Ancora non capisco questo, Lei scrive " I danni a lungo termine delle sostanze stimolanti riguardano fondamentalmente la sfera affettiva. Gli effetti sono persistenti ma curabili. In cervelli predisposti non sono altro che una amplificazione del disturbo di base."
Non riesco a coglierne il senso, scusi la mia ignoranza, me lo potrebbe spiegare meglio?

Grazie

[#7]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Che rendono l'umore meno stabile, se uno soffriva già in partenza di questo problema accentuano questi aspetti.
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