Moglie in psicoterapia di nascosto

sono praticamente disperato
55anni, sposati da 28 dopo 18 mesi di fidanz. tre figli 25, 24, 21
tra il secondo e il terzo un'altra gravidanza, abortita su suggerimento del ginecologo stante la situazione di stanchezza. Veniva da una educazione cattolica più o meno bigotta quindi grossa sofferenza. In quella occasione tentai l'unico ruolo che mi sembrava possibile cioè quello di "avvocato del diavolo" perchè fosse sicura e decidesse lei. Poi un silenzio totale tentando l'oblio.
Io ho perso mia madre a 22 anni e mio padre a 45. Lei il padre (ottimo legame) da 4 anni madre in vita con un rapporto più che pessimo. Lei (madre) la avvilisce e disprezza da sempre.
io ingegnere, praticante, lei laureata in psicologia ma quando non esisteva l'albo. Dopo alcuni anni gratuiti lasciò perdere per fare la segretaria. Dopo qualche anno, estromessa si ritrovò a fare lo stesso lavoro e l'amministratore per la microazienda che avevamo. Lavoro necessario ma sempre rifiutato.
Ammetto di essere troppo ansioso-soffocante nel dirigere ma mi risulta molto difficile affrontare l'irrazionalità. Continui litigi legati alla contabilità, da fare ma che lei non faceva, e a piccole cose di casa. Del genere "fai così perchè in questo altro modo non è ragionevole" all'inizio, poi litigate furiose dopo migliaia di comportamenti inalterati e nel totale silenzio di risposta. Nel senso che gli ho sempre chiesto di replicare, motivare, esprimere le sue idee ma sempre senza successo.
Seri problemi economici con l'azienda.
Da qualche anno, chiusa l'azienda, un lavoro dipendente, stiamo meglio anche economicamente ma io abito a 200 km tutta la settimana.
3 anni fa decide di riprendere e fa un anno di tirocinio in una clinica poi lascia perdere malgrado tutta la famiglia (solo noi perchè, madre a parte, non ci sono altri) la esortasse di andare avanti.
Da 3 mesi la vedo cambiata: dimagrita all'improvviso (sempre in leggero sovrappeso nei passati 20 anni) decide con aggressività che vuole passare l'esame di stato a tutti i costi. Risponde male a tutti, interpreta male tutto.
Alla fine esce che stava in cura da una psicologa da appunto 3 mesi dopo esserci andata saltuariamente anche all'epoca dell'aborto (un altro) e 3 anni fà. Tutto di nascosto. Il problema ?
E' che malgrado tutti i miei difetti e intemperanze lei mi accusa di ogni nefandezza e di essere la causa di tutti i suoi problemi; nasconde o si disinteressa di alcuni fatti e atteggiamenti tenuti da lei in passato (non gli interessa aver emesso un assegno scoperto e nascosto 100ml lit di scoperto in banca).
Mi meraviglio che la terapista non abbia chiesto di sentirmi visto che sarei il colpevole. Ma scopro che l'analitica esistenziale diciamo che prevede di far sviluppare al paziente le sue capacità indipend. dagli altri.
In pratica la terapista è divenuta il suo punto di riferimento e qualsiasi tentativo di dubbio nella terapia la fa infuriare. l'ovvia conseguenza di un imputato colpevole è il divorzio. Cosa posso fare ?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
Gentile utente, la situazione sembra piuttosto delicata, per cui tenga conto che non sarà possibile darle una risposta esaustiva da qui, visti i limiti del mezzo.

Ad ogni modo, per quanto riguarda l'averla tenuta all'oscuro della terapia da parte di sua moglie, la legge dice che la persona maggiorenne e in grado di badare a se stessa può cercare aiuto autonomamente, senza che né lei né il terapeuta siano tenuti a informarne altri, neanche i familiari. Eccezioni a questa regola possono essere imposte dal giudice solo in casi di comprovata necessità e gravità.

Per quanto riguarda la vostra situazione di coppia attuale, ho l'impressione che entrambi potreste aver contribuito, in modo diverso, a portare la situazione al punto in cui si trova. Lei stesso ammette l'esistenza di lati "difficili" nel suo modo di porsi.

Quindi una delle possibilità sarebbe sottoporvi entrambi a una consulenza di coppia, per appianare le vostre divergenze e per "limare" ognuno le proprie aree critiche, dove necessario.

Ma entrambi dovreste essere d'accordo nel farlo, e mi rendo conto che già trovare un accordo su questo potrebbe essere difficile. Tuttavia, non impossibile.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
la ringrazio moltissimo per la risposta
sulla libertà ovviamente sapevo. Per quanto riguarda la coppia è successo questo:
io- ho lamentato che mi sembrava assurdo e ingiusto che mi si fosse "processato e condannato" senza ascoltarmi specie da parte della stessa psicot. anche perchè nei tanti anni mia moglie mi aveva sempre spiegato che per questi problemi si deve sempre ascoltare e valutare tutto il contesto famigliare
r- beh se vuoi venire a parlarci
io - se non sente il bisogno di chiamarmi vuol dire che andare da lei è inutile. Andiamo insieme da un altro tenendo ovviamente conto che sono qui solo il venerdi sera-sabato
r - dopo qualche giorno e alla domanda se aveva valutato - avevi detto che non volevi venire
io - di fronte ad una amica che sa - no sono molto disposto ad andare da un'altro chiunque sia, fissiamolo
r - ok
dopo qualche giorno e durante una litigata da una parte sola
r - ne ho parlato con la psic e ha detto che ora non potrei gestire due terapie allo stesso tempo
io - come due ? pensavo a cambiare
r - no ha detto che prima questo percorso e poi si vedrà

insomma la mia impressione è che si sia stabilito un rapporto privilegiato pericoloso, che quella trasferisca i suoi modi di vedere e che in attesa di una terapia di coppia la coppia e 30 anni di vita andranno in pezzi



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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
Dinamiche come quella che descrive sono possibili - rare, per fortuna. Certamente non riuscirei a dirle da qui con precisione come siano andate le cose: si sta parlando a distanza, con informazioni estremamente limitate e in più a riguardo di due terze persone (sua moglie e la terapeuta). Spero si renda conto della difficoltà.

Tuttavia, proprio nell'ottica di non impuntarsi da nessuna delle due parti rischiando così di buttar via 30 anni di vita a due, forse potrebbe fare uno sforzo lei. Facendo appello a tutta la razionalità che riesce a mettere insieme, provare ad andare con sua moglie dalla sua terapeuta. È un tentativo, certo, su cui razionalmente non è possibile dire a priori "avrà successo", ma pur sempre un tentativo.

E se poi dovesse andare male, avrà sempre modo di far notare a sua moglie che lei la sua brava buona volontà ce l'avrà messa, andandole dietro e dandole corda. E comunque ci saranno anche altre cose che potrete fare.

Il fatto che lei non sia stato chiamato direttamente dalla terapeuta ha quasi certamente a che vedere con il suo approccio: alcuni lo fanno mentre altri non lo fanno, ma non dia eccessivo peso a questa cosa.

Cordiali saluti
[#4]
dopo
Utente
Utente
ancora grazie
appena ieri l'altro gli ho detto esplicitamente che "mi sono arreso" e sono disposto ad andare dalla sua, che sinceramente parlando resto prevenuto ma che sono disposto a fare qualsiasi cosa possibile per aiutare
ho chiesto di andare perchè mi spieghino almeno cosa sta succedendo e come mi dovrei comportare (qui dovremmo parlare del comportamento sessuale ma la cosa si fa lunga e capisco i problemi a distanza)

ho chiesto anche che se non da lei che mia moglie stessa mi fissasse una serie di sedute dalla psicologa dove faceva iul tirocinio. So che è una brava persona e vorrei che mi spiegasse

dalle ricerche ho capito che alcune scuole non lo fanno ma mi terrorizza anche perchè mi sono convinto che ci siano problemi di mia moglie che lei si trascina da molto tempo.
Insomma lei ricorda con fastidio i pizzicotti dati in viaggio di nozze ma non vuole ricordare l'assegno scoperto ma neanche l'assistenza che gli ho prestato quando aveva problemi con la prima gravidanza. Poi solo l'altro ieri si è improvvisamente ricordata (non lo portavo in luce) degli attacchi di ansia che gli prendevano a volte quando stavamo assieme soli prima di sposarci. Roba da Simpatol o Coramina. O ancora le contrazioni muscolari in qualche rapporto intimo sempre in quell'epoca.

Insomma mi sono convinto che io, pur ammettendo tutti i miei difetti, non sia la vera causa prima. Solo che con un dialogo da sola con la psicot. non verranno mai fuori.
Lei sembra interessata solo a farla diventare autonoma, con un qualsiasi lavoretto, e disposta a rispondere a chiunque (in realtà risponde male ma continua a non parlare)

ora stiamo uscendo per un "veglione" di Capodanno che ha accettato lei. Io per lei posso solo fare da accompagnatore, fare finta di nulla ma senza affettuosità


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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
>>> Insomma mi sono convinto che io, pur ammettendo tutti i miei difetti, non sia la vera causa prima.
>>>

Su questo punto non tutti gli approcci concordano, ma dal mio punto di vista posso dirle che bisogna uscire al più presto dalla trappola di credere che per risolvere un problema psicologico o di coppia sia necessario scoprirne prima le "cause".

I problemi psicologici e relazionali esistono nell'oggi, ed è nell'oggi che devono essere risolti. Tenere un occhio al passato può essere utile ma non più di tanto, perché se devo andare da Roma a Firenze dovrò preoccuparmi dei passi necessari per andare da Roma a Firenze. Non mi serve sapere prima come avevo fatto ad arrivare fino a Roma.

La vostra situazione è complessa, ma non più di tante altre coppie. Facendo il nostro lavoro se ne sentono di peggio, gliel'assicuro. Ma prima riuscirete a uscire dalla reciproca tentazione di rinfacciarvi le colpe a vicenda, e prima inizierete a fare progressi.

Mi permetto di suggerirle per il momento un piccolo libretto sui conflitti di coppia, "Correggimi se sbaglio", di G. Nardone, e di leggerlo sia lei che sua moglie. Scoprirete cosa è necessario fare non solo per migliorare, ma anche per peggiorare irreparabilmente e al massimo una situazione di coppia già traballante.

Ma la soluzione dovrete poi trovarla attraverso consulti di persona con uno specialista. Che sia quella attuale o un altro non fa differenza, purché sia competente nel trattamento delle relazioni, perché per le terapie che riguardano la coppia o la famiglia occorrono competenze specifiche.

Cordiali saluti
[#6]
dopo
Utente
Utente
all'inizio della crisi ho tentato proprio questo

ho cercato di dire che in effetti riconoscevo di essere stato eccessivo in tante situazioni ma anche che avevo cercato con me stesso di analizzarle e "farci pace". Più volte gli avevo in passato detto che avrebbe dovuto anche lei "fare pace" con le sue responsabilità nella storia della società.
Insomma ho detto più o meno che 28 anni di vita assieme sono passati bene o male e che tante cose sono successe ma che bisogna guardare avanti in qualche modo mettendo "una pietra sopra" al passato ma cercando di stabilire delle nuove regole per il futuro. niente
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
Evidentemente, il suo tentativo è stato insufficiente oppure inadatto. Non sto dicendo che abbia mancato di buone intenzioni o che sia stato superficiale, ma semplicemente che ciò che ha fatto potrebbe non essere stato ben calzato alla situazione, risultando inefficace o addirittura controproducente.

Ecco l'utilità di essere seguito da uno specialista.

Sua moglie probabilmente avrà fatto i suoi errori, ma almeno è seguita da qualcuno. Credo che altrettanto dovrebbe fare lei.

Meglio sarebbe se riusciste ad andarci insieme, ma al punto in cui siete anche due percorsi individuali potrebbero essere meglio di nessun percorso.

Diversamente, restando così le cose, rischia di restare un passo indietro a sua moglie.

Cordiali saluti
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dopo
Utente
Utente
ho dovuto interrompere di corsa e ho dimenticato di ringraziarla per i consigli
tenterò di seguirli
e sicuramente andrò anche io

cari saluti e Buon Anno
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
Un cordiale saluto anche a lei,
e Buon Anno.
[#10]
dopo
Utente
Utente
mi scusi se la disturbo ancora ma in questi giorni è difficile trovare altri aiuti

ci ho riparlato ieri sera e gli ho detto di aver in precedenza capito male il rapporto che aveva con la terap. e che sono disponibile senza pregiudizi

però dal dialogo avuto mi si è rafforzata l'impressione che più che un rapporto privilegiato si sia ormai instaurato un rapporto di dipendenza. In sostanza lei fa quello che le dice la terap. Ironico constatare che era stata sempre refrattaria a fare qualsiasi cosa gli dicessi io in passato.

In realtà credo sia combattuta
ieri sera non si è mossa dal tavolo tesissima a non lasciarsi andare in alcun modo (e me lo ha anche confermato stamattina). Non un ballo per non perdere il controllo. E si vedeva. Non un bacio a mezzanotte.

Ma è normale e/o giusto che si instauri un rapporto di tale dipendenza ? E' la psicot. che dice alla persona quello che deve fare ? E' possibile che in nome del rafforzamento della sua personalità (più o meno quello che mi ha detto) favorisca la distruzione di una famiglia ? E' dopo che fosse successo la stessa persona potrebbe poi riaversi dalla constatazione di aver sbagliato 30 anni di vita e poi aver distrutto tutto ed essere sola ?

E se io andassi da uno psicot. diverso in cosa potrebbe aiutare ? In presenza di una tizia che sostiene che la terapia di coppia si può fare solo dopo (averla distrutta ?))
Perchè posso anche diventare una persona completamente diversa (con tutti i dubbi del caso) ma se non si accetta il dialogo e anzi si indentifica la crescita solo nell'isolamento a cosa serve ? Solo a non farmi suicidare ? Pochino tranne forse se si considerano i figli.


Peccato non abiti nelle sue vicinanze

cari saluti e grazie ancora



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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
Gentile signore, più che di dipendenza è possibile che sua moglie si stia appoggiando alla terapeuta come "ultima spiaggia", sentendo che fra voi due il dialogo è difficile. Potrebbe trattarsi di questo.

>>> Perchè posso anche diventare una persona completamente diversa (con tutti i dubbi del caso) ma se non si accetta il dialogo e anzi si indentifica la crescita solo nell'isolamento a cosa serve ?
>>>

Mi perdoni, ma il rapporto causale che deve considerare è quello inverso. Il dialogo può avvenire solo DOPO che si è diventate persone diverse. Da ambo le parti. Diversamente si tratterebbe di un dialogo fra sordi, e mi pare esattamente il vostro caso. Sua moglie, accettando di andare in terapia, ha già iniziato - probabilmente - questo cambiamento d'atteggiamento.

Ma fino a che lei continuerà a fissarsi sui principi che ha esposto qui, ritenendoli corretti dal SUO punto di vista, la relazione difficilmente potrà cambiare.

La esorto nuovamente a rivolgersi a un terapeuta, perché ho l'impressione che in questo momento sia lei a trovarsi in una posizione per così dire "più debole".

Esistono terapeuti bravi e competenti ovunque, basta cercarli.

Cordiali saluti
[#12]
dopo
Utente
Utente
la ringrazio ancora moltissimo e mi scusi per l'insistenza ma è tutto nuovo per me e devo cercare di capire

lo farò, ovviamente e come avevo già pensato, ma continuo a non capire come possa funzionare la consecutio

insomma io posso cambiare i miei atteggiamenti in risposta a quello che mi esprime lei (mia moglie) come difficoltà. Ora non mi sento disagi particolari e non saprei come pormi al terapeuta. Cosa vado a dire ?

se lo scopo dell'altra terapeuta è quello di rafforzare la personalità di lei rendendola indipendente e provocandone il distacco dal rapporto matrimoniale (lo dico solo per l'impressione di progressivo distacco che sento, lei mi allontana ogni giorno di più, ora non posso più neanche guardarla e questo si accentua ogni volta che ci và)

mi domando come potrà esserci il successivo confronto e dialogo ?

ma non sarebbe più logico un approccio che prevedesse prima una terapia assieme per scoprire i reciproci disagi e poi separatamente per cambiare ?

e come posso comportarmi con lei nel frattempo ? Lei mi dice di far finta di nulla, non lo dice (non dice mai nulla) ma capisco che vuole che non le sfiori neanche una mano per caso. Io provo un male fisico ogni volta che la guardo e non per gelosia

Ma possibile che le cose precipitino così velocemente senza fatti seri scatenanti (sembra si sia trattato solo di una risposta stizzita ad una insistenza) ? In tre mesi dal camminare mano nella mano a questo

grazie ancora
saluti



[#13]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
>>> Ora non mi sento disagi particolari e non saprei come pormi al terapeuta. Cosa vado a dire ?
>>>

[...]

>>> Io provo un male fisico ogni volta che la guardo e non per gelosia
>>>

Queste due affermazioni a me paiono in contraddizione fra loro. E infatti gli appelli alla logica, in casi come questi, servono davvero a poco.

Devo ribadirle che purtroppo non potrà ricevere la risposta ai suoi dubbi in questa sede, per ovvi limiti del mezzo. L'unica cosa che mi pare certa è che da solo non sta riuscendo a far fronte alla situazione ed è per questo che l'aiuto di un professionista le sarebbe utile.

Per cui lei intanto ci vada, le cose da dire le verranno così come le stanno venendo qui, stia tranquillo.

Cordiali saluti
[#14]
dopo
Utente
Utente
lunedi proverò a fissare un appuntamento

grazie ancora per la sua disponibilità, anche di giorni festivi in cui se ne ha più bisogno

cari saluti