Un grande dispiacere ai miei genitori

Sono un uomo di 40 anni, sposato. Per un problema di divisione scorretta delle proprietà di famiglia, due anni fa ho dovuto fare causa ai miei genitori che non volevano riconoscermi quanto mi spettava. Nella divisione dei beni non erano stati per niente equi tra fratelli. La causa ora è quasi conclusa e da come si sono messe le cose pare proprio che io abbia ragione e che mi sarà riconosciuto quello che avevo chiesto e forse anche di più. Ho avviato la causa in modo molto determinato, convintissimo di essere nel giusto e di avere la legge dalla mia parte. Non mi sono fatto scrupoli nel portarla avanti, scegliendo gli avvocati migliori e più costosi, senza fare sconti ai miei “avversari” pur di vincere. La vittoria per me aveva anche un importante valore simbolico ed educativo. Pur avendo ragione dal punto di vista giuridico, oggi però avverto un forte senso di colpa perché ho arrecato un grande dispiacere ai miei genitori. Loro hanno una cultura limitata, una visione della famiglia molto all’antica e sono molto ingenui. Devo dire che i rapporti tra loro e me non sono mai stati buoni, mi hanno sempre trattato come il figlio da considerare per ultimo, inferiore rispetto agli altri, forse perché non ho mai avuto una mentalità imprenditoriale. Ma non sono cattive persone. Volevano dividere i beni a loro piacimento come si è sempre stati abituati a fare in famiglia, prima del mio intervento che li ha trascinati in tribunale. Oggi loro mi odiano, come anche i miei fratelli, che ritengono che avrei dovuto rispettare in silenzio il volere dei miei senza fare il prepotente per smania di ricchezza. Ma io non ho agito solo per denaro. La loro opinione si è poi estesa anche a tutti gli altri membri della famiglia (zii, cognati/e) che mi disprezzano, e così non ho più contatti con nessuno di loro. Ora mi chiedo se ciò che ho fatto abbia un senso. Sono riuscito a fare affermare la mia idea di giustizia, che è poi quella del codice civile, sconfiggendo la loro, ma ho perso irrimediabilmente quel poco di stima che avevo dei miei genitori, sicuramente ferendoli molto. Non ho mai sofferto di nessun problema, ma questo senso di colpa mi opprime e mi distrae dal lavoro. Avverto molto anche il disprezzo dei miei genitori e dei parenti. Come superare tutto ciò? Che ne pensate?
Grazie.
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Dr.ssa Romina Venti Psicologo, Psicoterapeuta 85 2
Caro utente,
lei chiede come superare tutto ciò?
Penso che i suoi genitori e parenti, apprezzerebbero sapere quello che sta esprimendo in questo momento a noi, quindi perchè non comunicarglielo?
Gli errori si possono commettere, e si commettono, ma se poi ci si rende conto di aver cambiato idea si può ammettere e comnicare il cambiamento, poi ognuno reagirà in base alla propria coscienza.

Saluti

Dr.ssa Romina Venti
Psicologa-Psicoterapeuta familiare e sistemico-relazionale
Iscr.Ord.Psic.Umbria sez. A n°536
www.rominaventi.it

[#2]
dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
Lei pensa che io abbia commesso un errore nel far valere i miei diritti giuridici? Io penso di no e forse rifarei tutto ciò che ho fatto, viceversa avrei dovuto sottostare alla loro ingiustizia. Il punto è un altro, cioè il peso delle conseguenze. Pensavo inconsciamente che il riconoscimento della legge potesse portare quello della mia famiglia, quello che non ho mai avuto, non solo dal punto di vista economico. In altre parole credevo di poter dimostrare che c’ero pure io e che ero uguale agli altri. La mia è stata anche una battaglia ideologica: io con i miei diritti contro le loro leggi arcaiche. Ma così non è stato, anzi le cose sono peggiorate. Il disprezzo collettivo nei miei confronti e la mia esclusione dal “gruppo” famigliare mi feriscono. L’ultima volta che sono andato dai miei non mi hanno fatto entrare in casa e mio padre mi ha detto di non farmi più vivo sbattendomi la porta in faccia. A me è parsa una reazione davvero esagerata. Mi rendo conto che aver infranto le regole di famiglia per loro è intollerabile, però mi sembra troppo arrivare ad odiare un figlio. Aver fatto causa ai miei pare corrispondere ad un reato di lesa maestà. Pare esistano due forme di diritto: quello del codice civile e quello della mia famiglia. Per non parlare poi del fatto che alla base dell’odio dei miei fratelli ci sono interessi economici, perché quello che era stato tolto a me, e che ora mi sarà ridato, era finito nelle loro tasche.
Grazie.
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Dr.ssa Romina Venti Psicologo, Psicoterapeuta 85 2
NO, assolutamente non volevo dire che lei ha fatto un errore, ma dato che oggi si chiede se ciò che ha fatto ha un senso, sente che " ho perso irrimediabilmente quel poco di stima che avevo dei miei genitori, sicuramente ferendoli molto.", le dicevo che se ne soffriva così tanto sarebbe stato il caso di comunicarglielo, ma dalla sua ultima risposta mi sembra di capire che già ci ha provato ha fatto dei passi e... "L’ultima volta che sono andato dai miei non mi hanno fatto entrare in casa e mio padre mi ha detto di non farmi più vivo sbattendomi la porta in faccia".
Forse le potrebbe fare bene chiedere un consulto ad un collega psicologo-psicoterapeuta magari sistemico-relazionale per elaborare tutto ciò che ha vissuto e sta vivendo nei confronti dei suoi familiari.
Saluti
[#4]
dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
Sì, ha capito bene, ho provato a fare dei passi, ma inutilmente. Seguirò certamente il suo consiglio anche per capire il motivo dei miei sensi di colpa. E' come se in alcuni momenti facessi mie le critiche dei parenti, forse perchè loro sono in tanti, anche se le ritengo razionalmente infondate. Per fortuna ho dalla mia parte mia moglie e vari amici che mi appoggiano moralmente, consapevoli dell’assurda situazione di ingiustizia in cui mi sono ritrovato.
Grazie.