Sto toccando il fondo

Gentilissimi dottori,vi scrivo perché sto attraversando un periodo davvero critico.
Ho 27 anni,ho un ragazzo di 35 anni, stiamo insieme da 7 anni e conviviamo da 3.
A parte i primi mesi di innamoramento in cui tutto ci sembrava meraviglioso ed i problemi semplicemente non esistevano,in cui lui mi regalava spesso fiori,mi portava al chiaro di luna,mi aspettava per ore all’uscita dal lavoro,mi portava sempre con se,mi presentava fiero ai suoi amici,abbiamo iniziato ben presto a litigare,prima per cavolate,poi per incomprensioni,poi per modi differenti di vedere le cose,poi per i differenti modi di affrontare le situazioni,poi perché non riuscivamo a fare l’amore per la sua ansia da prestazione che io leggevo come un rifiuto nei miei confronti, visto che varie persone mi parlavano di lui come omosessuale(lui era ancora vergine,mentre io no),poi quando siamo riusciti a fare l’amore io sono rimasta incinta e ho avuto un aborto spontaneo alla 5° settimana che abbiamo affrontato in maniera opposta:lui con sollievo ed indifferenza ed io invece mi sentivo morire e dopo un periodo di depressione e di chiusura ho cercato con lui un dialogo,un abbraccio,trovando solo silenzio.
Con il tempo ho iniziato a farmene una ragione.
Da quando abbiamo iniziato a convivere(in quanto lui non vuole sposarmi perché non è religioso e crede che il matrimonio sia solo uno spreco di soldi) io ho iniziato a fare la babysitter mollando il lavoro precedente e rinchiudendomi in casa dal lunedì al sabato dalle 7 alle 19 per badare ai 3 figli di mia sorella nati tra il 2006 e il 2009 in quanto lei non poteva permettersi il nido ed allargando poi la mia disponibilità ad un’altra mamma di 2 bambini titolare di negozio e single che si trovava in difficoltà.
Ho tagliato i ponti con tutti i miei amici,in quanto la sera arrivo esausta e non ho voglia di uscire,il mio ragazzo si sente a disagio ad uscire con i miei coetanei ed il poco tempo libero che ho desidero passarlo con il mio ragazzo,anche solo a guardare la tv.
Non usciamo molto,in quanto con il mutuo da pagare non ci restano molti soldi da spendere.
Lui è spesso via per motivi di lavoro ed io non posso mai seguirlo anche perché non ho nemmeno una settimana di ferie,neanche in agosto.
In maggio 2001 è morto quello che era allora il mio primo fidanzatino e con cui stavo da 5 anni e il 1°maggio 2010 è morto un mio carissimo amico e ogni anno per me maggio è stato un mese tremendo,da quest'anno ancora di più;mi rende nervosa,triste,lunatica e arrabbiata con il mondo ed il mio attuale fidanzato non fa nulla per alleggerire la situazione,anzi sembra non ricordare o non capire quello che sto passando e non fa che peggiorare le cose scatenando liti furibonde in cui mi dice di andare a trovarmi un altro che riesca a sopportarmi, che lui è stanco di me e della situazione,mi urla addosso,alza le mani o gli oggetti come per volermi colpire,poi sbatte la porta e se ne va restando via anche per delle ore,poi ritorna,va a dormire e (CONTINUA)
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 122
Gentile ragazza quando in una coppia cominciano ad evolversi certi problemi, se i tentativi di soluzione non li alleviano e/o li peggiorano, appare evidente l'esigenza di un consulto di coppia presso uno specialista. Sempre se si è motivati a salvare la coppia.
Un terapeuta sistemico-relazionale è lo specialista, in questo caso, più indicato.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

[#2]
dopo
Attivo dal 2007 al 2010
Ex utente
(CONTINUA) quando si alza mi chiede “cosa mangiamo a cena?” oppure “porti fuori tu l’immondizia?” come se quello che era successo qualche ora prima fosse successo a delle altre persone e senza mai chiarire nulla,cosa che crea in me solo altro nervosismo.

Come se non bastasse,da alcune analisi recenti che ho effettuato risulta che non potrò avere figli.

Ne ho parlato con lui disperata,in quanto il mio sogno è sempre stato quello di avere 8 figli.

Io amo i bambini e credo che se siamo al mondo è per dare la vita;il non poterlo fare mi fa sentire inutile.

Lui ha detto che non gli importa e che li adotteremo tralasciando completamente il mio stato d’animo.

Mi sento ingabbiata nella mia casa,nelle mie decisioni,nella mia vita stretta;ingabbiata in un lavoro che mi lascia esausta tutte le sere,in un compagno che fa finta di non vedere come sto,in parenti che mi dicono che sono solo un po’ stanca e di prendere delle vitamine,in una solitudine e in un silenzio che mi logorano,in una voglia di urlare che mi soffoca.

Vorrei cambiare vita ma mi sento troppo in colpa verso le persone che contano su di me.

So che per il mio bene dovrei cambiare lavoro ed avere più spazi per me e per la mia età e forse cambiare anche compagno,cogliere la palla al balzo e quando mi dice “trovatene un altro” rispondergli “grazie del consiglio,lo farò;quella è la porta”…ma non è nel mio carattere.

Vorrei andare da uno psicologo a cercare una soluzione,ma non ho i soldi e nemmeno il tempo per poterlo fare.

Sto chiedendo aiuto a tutti,ma pare che nessuno mi ascolti.

Stanno aspettando che faccia un gesto estremo?

Non è nel mio carattere,non potrei mai farlo,ma non voglio nemmeno diventare una malata mentale,una persona depressa a tal punto da non sapere trovare nulla di bello nella vita.

Ho visto persone con un esaurimento nervoso aggirarsi per le strade come dei vegetali,imbottiti di farmaci fino alle orecchie,salutando distratti le persone che incontrano perché non li riconoscono o semplicemente perché non riconoscono più loro stessi e non voglio ridurmi così.

E non posso continuare ad occuparmi di bambini così piccoli in queste condizioni;non voglio diventare un pericolo per loro o un cattivo esempio,anche perché loro più di chiunque altro capiscono il mio malessere,lo sentono,lo assorbono e ne hanno paura.

Scoppio a piangere quando uno di loro si avvicina a me,appoggia la sua testa sulla mia gamba e mi chiede “male?” come per volermi chiedere come sto,cosa mi sta succedendo e mi sento un mostro perché loro a questa età dovrebbero solo ridere e giocare.

Vi prego aiutatemi.
[#3]
dopo
Attivo dal 2007 al 2010
Ex utente
Grazie infinite per aver risposto immediatamente,ma vorrei che leggesse la seconda parte per capire meglio...
Non conosco psicologi che lavorano di domenica o dopo le 19 e comunque dubito che il mio compagno verrebbe con me.
Lui ritiene che i fatti suoi siano solo suoi e che gli psicologi parlino solo per frasi fatte o libri letti e che non possano capire la sua vita.
Io però ho bisogno di aiuto indipendentemente da quello che dice o pensa lui...
[#4]
dopo
Attivo dal 2007 al 2010
Ex utente
Perchè mi lasciate da sola anche voi?
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 122
(..)Vorrei andare da uno psicologo a cercare una soluzione,ma non ho i soldi e nemmeno il tempo per poterlo fare(..)

se il suo problema è davvero così pressante il tempo deve trovarlo, se avesse un male organico grave anche in quell'occasione non avrebbe tempo?
se è una questione economica il servizio pubblico (consultori, ASL, ecc) è sempre a disposizione.

saluti

[#6]
dopo
Attivo dal 2007 al 2010
Ex utente
Vorrei capire perchè a quelle persone che chiedono se si può rimanere incinte toccando la stessa carta igienica del partner rispondono sempre 3-4 medici motivando ampiamente le loro risposte,mentre io vengo liquidata così e viene addirittura messo in dubbio il mio stato d'animo.
Se avevo poca voglia di reagire prima adesso ne ho ancora meno.
Grazie lo stesso per il tempo perso.
[#7]
Attivo dal 2010 al 2017
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile Utente

I professionisti che forniscono consulti in questo sito lo fanno allo scopo di fornire indicazioni a utenti che, come lei, desiderano un primo approccio con uno specialista e non sanno magari come muoversi in questa direzione. In questa sede non è possibile fornire nè una consulenza appropriata nè una terapia.

Nessuno l'ha "lasciata sola" nè l'ha "liquidata": il collega De Vincentiis le ha dato un consiglio molto pertinente - quello di rivolgersi ad un servizio pubblico - e ha aggiunto un'osservazione sul fatto che, se si trattasse di un problema diverso (sostanzialmente, un problema non psicologico) probabilmente riuscirebbe con meno difficoltà a trovare il tempo per affrontarlo. Non è stato messo in dubbio il suo malessere, quanto la sua motivazione a fare qualcosa per cambiare la situazione.

Non perda la voglia di reagire solo perchè in questo contesto (che, le ripeto, non ha come obiettivo quello di fornire una consulenza o una terapia) non ha ricevuto la risposta che voleva, o perchè ha ricevuto una risposta che non le è piaciuta. Lei è giovane, ha tutto il diritto di riprendere in mano la sua vita e di cambiarla, facendola diventare più simile a come lei la vorrebbe. Questo richiede molta motivazione e molto impegno, e a volte anche un supporto esterno.

In aggiunta al consiglio del collega, le faccio presente che spesso vengono organizzate iniziative che forniscono, ad esempio, un primo colloquio gratuito con uno psicologo(una, che sta per finire, si chiama MIP - Maggio di Informazione Psicologica - e può facilmente reperire informazioni a riguardo in rete). Inoltre credo che non dovrebbe avere troppi problemi a trovare un professionista che la riceva dopo le 19.00: molte persone che si rivolgono a noi lavorano tutto il giorno e di conseguenza anche i nostri orari sono spesso molto flessibili. E infine, se grazie a queste indicazioni trovasse il modo di superare le difficoltà legate al discorso tempo/soldi, valuti la possibilità di rivolgersi ad un professionista prima da sola, e poi eventualmente con il suo compagno.

Coraggio!
Cordiali saluti.
[#8]
dopo
Attivo dal 2007 al 2010
Ex utente
Gentile dott.Spera,la ringrazio per la risposta e colgo l'occasione per scusarmi con il dott.De Vincentiis per essere stata così arrogante.
Non era mia intenzione offendere o accusare nessuno,visto anche che questo servizio lo fate gratuitamente e fuori dal vostro orario di lavoro.
Mi ha solo un po' irritata il tono di scrittura(...)SE il suo problema è DAVVERO così pressante il tempo deve trovarlo, se avesse un male organico grave anche in quell'occasione non avrebbe tempo?(...)
So che dalla scrittura è difficile interpretare il tono con cui uno scrive e che si possono fraintendere delle cose,ma per una come me che già sta molto male e vede tutto nero è stato un colpo basso.
Non volevo una consulenza,ma forse una parola di conforto.
Volevo magari sentirmi dire che da questa situazione che per me è insostenibile SI PUO' uscire.
Cercavo coraggio,visto che non lo trovo più nè in me stessa nè attorno a me.
Voglio davvero trovare una soluzione e non sono pigra nel cercare uno specialista,ma non ho soldi disponibili.
Il servizio pubblico chiude alle 18 e non saprei dove lasciare i bambini.
Scusatemi ancora se sono stata maleducata.
[#9]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 122
gentile ragazza, non ha motivo di scusarsi. l'enfatizzazione di quella frase voleva solo sottolineare l'importanza di un aiuto specialistico. Ribadisco infatti l'esempio che ho fatto sul problema organico. in caso di un intervento medico urgente problemi del tipo, dove lascio i bambini, lavoro fino a tardi stranamente si smaterializzano , perchè la sopravvivenza di un individuo non ha tempo per queste cose. Spesso un problema psicologico viene considerato un problema che può attendere, di difficile soluzione perchè vi è una certa impossibilità di intervenire oggettivamente. le conseguenze ? che prende sempre più forma e si aggrava ancora di più, spingendo ancora una volta a dire: sto male ma non ho possibilità.
Faccia questo esercizio mentale. immagini che debba subire un intervento medico dal quale dipende la sua sopravvivenzA, che farebbe per trovare le modalità di effettuarlo sapendo che l'alternativa sarebbe drastica? si lascerebbe andare?
rifletta.
saluti
[#10]
dopo
Attivo dal 2007 al 2010
Ex utente
Grazie
[#11]
dopo
Attivo dal 2007 al 2010
Ex utente
Salve.
Sono andata al consultorio familiare dove mi è stato detto che la psicologa responsabile del servizio è andata via e che per il momento raccolgono solo le richieste di appuntamento in attesa che assegnino un altro psicologo.
Poi la gentile signora che ho trovato allo sportello mi ha chiesto che tipo di consulenza mi serve e per quali motivi e spiegata la mia situazione mi ha detto che il posto giusto dove rivolgermi è il centro di salute mentale e che devo fare un'impegnativa del medico di base per delle sedute con uno psichiatra perchè secondo lei si tratta di depressione.
Ora...l'idea di uno psichiatra anzichè psicologo mi spaventa un po' perchè mi sembra di parlare proprio di malattia invece che di malessere,ma riflettendo sulle parole della signora forse non ha tutti i torti.
Il problema più grande da affrontare per me è spiegare al mio compagno dove vado e perchè,in quanto se già lo stavo perdendo prima,immagino ora la sua reazione all'idea di avere per compagna una malata mentale.
So che se mi ama dovrebbe capire e volere il mio bene,ma ritengo più che comprensibile una reazione molto negativa influenzata anche dalle idee che ci impone la società.
Quindi sono molto combattuta.
Non dirgli dove vado non sarebbe corretto,ma spiegarglielo potrebbe allontanarlo da me;se dovessi comprendere la sua reazione dovrei lasciarlo andare,ma lasciarlo andare vorrebbe dire per me cadere nel baratro perchè l'unica persona che mi da' motivo di vivere al momento è lui ed è per lui e per noi che ho ancora voglia di lottare;se non ci fosse più un noi per cui lottare che altro motivo avrei?
Farlo per me stessa al momento non ha valore.
Che faccio?
[#12]
Attivo dal 2010 al 2017
Psicologo, Psicoterapeuta
Cara utente

Difficilmente può esistere un "noi per cui lottare" se lei per prima cosa non decide di lottare per se stessa. Ritengo che questa sia una cosa che lei debba principalmente fare per se stessa e, in seconda battuta, per il suo compagno. Senza considerare poi che il benessere che le porterebbe un percorso con un collega si rifletterebbe anche sul suo rapporto di coppia.
Non si faccia influenzare troppo dalle parole (psicologo o psichiatra? malessere o malattia?), rifletta sul titolo che ha dato alla sua richiesta di consulto ("sto toccando il fondo") e su quanto valga la pensa continuare in questa direzione o andare verso una nuova.

Saluti