L'unica voglia che ho, è morire.

Salve, ho trovato il coraggio di scrivervi dopo molto tempo passato a pensare che forse l'unico rimedio per me possa essere la psicoterapia. Ho 33 anni sono una ragazza bella, intelligente, creativa (non mi manca niente a dire degli altri). Ho vissuto una storia entusiasmante di quasi 2anni, con un ragazzo sorridente, bellissimo, felice che mi adorava e mi stimava e amava moltissimo. Dopo un anno di relazione perfetta, andiamo a convivere.

Dopo 4 mesi di convinvenza ho cominciato a sprofondare in uno stato di ansia profondo... durante il quale mi chiedevo se stessi facendo la cosa giusta, se veramente poteva essere l'uomo per me, perchè non gli avessi mai detto "ti amo", se lo avessi visto come padre dei miei figli. Mi facevo queste domande ogni giorno, ogni notte, ovunque. Beh le risposte erano sempre no. Ma anche si.Ma anche no. Il mio cervello era in pappa.
Gli gli ho parlato sempre dei miei dubbi. Uccidendolo, vedendolo piangere.
Durante questi 4 mesi, me ne sono andata di casa 2 volte e lui per ben 2 volte mi ha accolto di nuovo dimostrandomi immenso amore. Finchè una mattina ho sentito l'ansia e il terrore di stare sbagliando di nuovo, il terrore di riportare le valigie, che pochi giorni prima avevo fatto tra lacrime e confusione come fossi una drogata senza il lume della ragione (così dicevano amici) Non potevo più far vivere lui in quella confusione. L'ho fatto, sapevo di non essere convinta, mi stavo violentando.

A distanza di 2 mesi, sto malissimo. I sensi di colpa mi attanagliano. La sua mancanza mi distrugge.
Ho quasi ogni notte lo stesso incubo: un uomo mi insegue per uccidermi. Non mi prende mai... corro corro e mi sveglio senza fiato nel panico, in lacrime. A volte sogno una donna che mi spara, e mi uccide. A volte sogno il suicidio dei miei familiari.
E' da 2mesi che tento disperatamente di riprovare a tornare con lui, sono pentita e in confronto a prima ho certezza di quel che provo. Sono lucida, non ho dubbi. Tento disperatamente ma lui, passata la rabbia, ora pare totalmente indifferente.
A me sembra un incubo, non può essere la mia vita.
Il problema ora sta nella mia depressione. Nella mia apatia, che mi ha fatto perdere anche il lavoro e che non mi da nessuna forza per cercarne un altro.

Alterno giornate normali, a giornate di profonda depressione, seduta sul letto a fumare decine di sigarette senza vedere davanti nessuna strada, nella speranza di ricevere un suo segnale, ricordando i suoi sorrisi, piangendo. Non dormo e mi sveglio nel panico spesso con il batticuore e le lacrime. Prego. E mi riaddormento.
Odio l'alba perchè comincia un giorno che non voglio vivere, aspetto il tramonto che chiude una giornata, ma con l'ansia che passata la notte, comincerà un nuovo giorno. Non so se vado avanti nell’attesa del suo ritorno, anche se so che non ci sarà, o se faccio passare i giorni verso la fine.

Non vedo nessuna strada davanti a me. Se non quella della morte.
Mi libererebbe da ogni male.
Grazie per l'aiuto.
[#1]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 122
Gentile ragazza la sua profonda indecisione sull'amarlo o il non amarlo e tutto quel che è successo potrebbe essere la conseguenza di un disagio psicologico che ha dato inizio al suo calvario. Sembra che la depressione che lei ora sta provando non sia solo ed esclusivamente la consegueza del senso di colpa che prova e della mancanza del suo uomo, ma che sia il sintomo di una problematica più vecchia ed è stata questa che l ha portata ad avere quei comportamento poco adattivi.

(..Dopo 4 mesi di convinvenza ho cominciato a sprofondare in uno stato di ansia profondo... durante il quale mi chiedevo se stessi facendo la cosa giusta(..)
(..)Durante questi 4 mesi, me ne sono andata di casa 2 volte (..)Finchè una mattina ho sentito l'ansia e il terrore di stare sbagliando di nuovo, il terrore di riportare le valigie, che pochi giorni prima avevo fatto tra lacrime e confusione (..)

tutto questo non mi sembra l'espressione di una semplice confusione ma il sintomo di un problema di fondo che avrebbe già dovuto essere portato all'attenzione di uno specialista.
NON essendo mai troppo tardi lo faccia ora.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie dottore per la sua risposta. Purtroppo ho pensato più volte che rivolgermi ad uno specialista possa essere l'unica possibiltà. Quanto meno per farmi aiutare a sopravvivere. Pero se da una parte, avendo perso il lavoro, non ho soldi, dall'altra ho paura, non ho coraggio e fin ora ho creduto che tutto potesse passare ritornando alla mia vita di prima. Sono sola, anche se non lo sono davvero, sto bene solo sola.
Ma non ne esco più.
[#3]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 122
Gentile ragazza la sua paura di rivolgersi ad uno specialista è ingiustificata, soprattutto per il fatto che potrà trarne solo dei benefici.
inoltre può cominciare con il servizio pubblico, (asl) così potrà confrontarsi con qualche professionista della salute psicologica. Questo sarebbe un primo passo per uscire dalla solitudine.
saluti
[#4]
dopo
Utente
Utente
Forse il motivo che mi ha spinto a scrivere qui è proprio quello di avere qualche consiglio, una piccola analisi prima di cominciare un'impegnativa terapia.. Ma forse non fa il mio caso..
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 122
le è stato detto ciò che si poteva dire senza conoscerla.
ora prenda un provvedimento più efficace.
Si rivolga ad uno terapeuta di persona.
saluti
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