Devo iscrivermi all'università?

Gentili medici,
ho 25 anni e scrivo nella speranza che qualcuno mi consigli un criterio o mi dia un'indicazione sulla cui base scegliere cosa fare. Entro il 31 dicembre devo decidere se iscrivermi alla laurea specialistica oppure no, ma non riesco a capire cosa devo fare, mi sembra che se mi iscrivessi sarebbe sbagliato e se non mi iscrivessi lo sarebbe comunque. Fino alle superiori (liceo classico tradizionale) sono stata una studentessa modello, diplomata con 100 e lode, ma non sapevo a che facoltà iscrivermi. Probabilmente avrei dovuto iscrivermi a Lettere, ero senz'altro molto portata, ma alla fine ho scelto di iscrivermi alla Scuola Interpreti pensando di poter così unire utile e dilettevole. Non essendo entrata alla statale per un serie di brogli ai quali non voglio neppure pensare, mi sono iscritta ad un'università privata, della quale ero tutt'altro che contenta: avevo tutti 30 e 30 e lode, ma erano tutti figli di papà viziati, ho scoperto che la facoltà non aveva una bella nomea,non avevo amici e avevo la sensazione di non stare imparando granché. Mi sono quindi trasferita alla statale, ricominciando però dal primo anno perché il piano di studi era diverso. Alla statale ero un po' meno isolata (c'erano un paio di compagne di corsi che frequentavo per prepararci insieme), ma i professori non facevano altro che farmi sentire diversa perché trasferitami da una "scuoletta". Non so perché incominciai gradualmente a sentirmi un'incapace,stupida, inferiore, a non sentirmi portata per le lingue e a disinteressarmi allo studio, a sentire di aver sbagliato tutto, a odiare i libri,odiavo anche solo entrare lì dentro, pensavo spesso di voler smettere. Iniziai a dare gli esami in modo sempre più dilazionato nel tempo (ma sempre con il massimo dei voti) e a lavoricchiare: lavorando mi sentivo di nuovo in gamba, apprezzata, utile, viva e mi divertivo. Risultato: 5 anni e mezzo in totale per finire una triennale alla veneranda età di 24 anni e mezzo (marzo 2010). Attualmente lavoro a tempo pieno (anche se non so fino a quando) e mentre gli altri hanno finito o stanno finendo la specialistica, mi trovo qui ad avere 3 settimane di tempo per scegliere cosa fare (non lascerei comunque il lavoro e non frequenterei), mi chiedo: devo iscrivermi e sentirmi la coscienza a posto sapendo di aver completato la mia formazione e quindi aver fatto il possibile per assicurarmi un futuro migliore(quanto odio questa espressione)? Lasciar perdere perché tanto essere specializzati non conta niente? E se l'anno prossimo mi pento e mi voglio iscrivere? Avrei 26 anni! E se poi ci metto 5-6 anni a farne 2 a 30 anni cosa me ne faccio di una specializzazione in lingue? Spenderei soltanto un sacco di soldi e mi sorbirei le critiche di mia madre che mi odia per non essere diventata un medico o un avvocato. Sento che a 25 anni sono troppo vecchia,farei un patto col diavolo per avere 2 o 3 anni in meno...Come faccio a capire cosa voglio fare?Non riesco a decidere.Aiutatemi,grazie
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Dr.ssa Chiara Facchetti Psicologo, Psicoterapeuta 61 1
Gentile Lettrice,
purtroppo non è possibile "darle un consiglio", per il semplice motivo che la scelta giusta può individuarla solo Lei, nella sua personale storia scolastica e familiare.
Tuttavia mi sembra che il problema non sia "solo" se iscriversi ad una laurea specialistica o meno (anche perchè se ha frequentato un po' l'università, sicuramente avrà visto, specie nell'università pubblica senza obbligo di frequenza, persone ben più vecchie di Lei)... mi sembra che ci siano ben altri elementi che hanno influenzato la Sua carriera e che tutt'ora Lei si sta trascinando dietro: Lei ci racconta di difficoltà nell'inserimento più di tipo relazionale, di una scelta fatta contro la Sua volontà (su suggerimento di chi?), di difficoltà familiari dovute all'aver frustrato le aspettative dei Suoi genitori, e in generale di un atteggiamento fortemente demotivato verso alcuni aspetti della Sua vita.
In questo senso, tralasciando momentaneamente le difficoltà "materiali" legate alla scelta (che io sono convinta riuscirà a fare, bene o male, in queste tre settimane), Le suggerirei di contattare uno psicologo, per approfondire e parlare di tutto questo che ha raccontato a noi, e - perchè no? - per prendersi il tempo per "scegliere", con maggiore serenità e determinazione - un percorso di vita che sia assolutamente Suo, al di là delle spinte esterne o di cosa dicono i Suoi familiari.

Lo psicologo non è solo, come molti pensano, "il medico dei matti", ma un professionista in grado di supportare la persona anche nel difficile compito di "dipanare le matasse aggrovigliate", come mi sembra sia la Sua situazione in questo momento.

In bocca al lupo

Dr.ssa Chiara Facchetti
Ordine degli Psicologi della Lombardia (n. iscriz. 03/12625)
www.milanopsicologa.it

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
Gentile ragazza, i problemi che ci ha esposto nelle sue precedenti richieste sembrano tali per cui quello di iscriversi o meno all'università mi pare un problema assolutamente secondario e rimandabile.

>>> tutta la mia vita è uno sfacelo e non so da dove iniziare a metterla a posto
>>>

Primaa deve fare questo, poi pensare al resto. Se è già in cura, deve riferirsi ai suoi curanti e risolvere prima le altre questioni.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
A quanto già detto aggiungo che per decidere dovrebbe soprattutto pensare a cosa vuole fare "da grande" più che avere l'obiettivo di mettersi a posto la coscienza, come lei ha scritto, perchè è a posto anche la coscienza di chi ha studiato molto meno di lei e svolge lavori interessanti e ben pagati senza essersi laureato.

Mi pare che più che la sua di coscienza lei vorrebbe mettere a posto quella di sua madre, che vive male il fatto che lei non sia un medico o un avvocato.

Non penso che addirittura la odi per questo: può essere scontenta ma, forse, facendole presente quanti avvocati disoccupati ci sono (e che certe questioni occupazionali stanno riguardando in parte anche i medici) potrebbe iniziare a rendersi conto che oggi la situazione è diversa rispetto ai suoi tempi, quando una laurea portava automaticamente prestigio e un lavoro ben pagato.

In ogni caso se il lavoro che lei sta svolgendo attualmente la appaga e le dà anche possibilità di crescita professionale la sua strada potrebbe essere già questa.

Cordialmente,

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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dopo
Utente
Utente
Grazie mille signori medici per le vostre risposte. Per rispondere alla dottoressa Massaro, il lavoro che faccio non solo non mi appaga, ma non mi offre nessuna possibilità di crescita professionale, potrei anzi perderlo da un momento all'altro e finire di sprofondare nel baratro in cui già mi trovo...essere disoccupata è uno dei miei incubi più grandi.Cosa voglio fare da grande? Niente che sia concretamente realizzabile, per cui ho ormai capito che dovrò sempre e comunque accontentarmi di lavori fatti solo per guadagnare qualche spicciolo, come il mio lavoro attuale. Da ragazzina volevo fare la scrittrice, passavo le mie giornate a leggere tomi su tomi di classici della letteratura italiana, latina, graca e straniera e a scrivere poesie(tra l'altro in 5 anni di scuole superiori ho vinto oltre 30 concorsi a livello cittadino, regionale e nazionale). Poi però non mi sono iscritta a Lettere per paura di restare disoccupata a vita (ecco che spunta il mio incubo di non avere un impiego)...mi sono illusa che, studiando lingue, avrei avuto più possibilità di lavoro (il consiglio quindi è venuto da me, dalla mia zucca vuota, e basta).L'università è stata una grande delusione per me, non vi ho trovato l'ambiente fervido di idee e spunti su cui concentrare le mie forze mentali che avevo immaginato nella mia stupida fantasia. Per rispondere al dottor Santonocito, che ha letto i miei precedenti post: sono consapevole del fatto che ho problemi molto più gravi, ma dato che "tutta la mia vita è uno sfacelo", ho pensato che forse posso incominciare dalle cose più urgenti dal punto di vista temporale. Entro il 31 dicembre devo fare questa scelta, quindi dovrei iniziare da qui...che fare del resto quando non si hanno amici, la propria famiglia esise solo per far pesare quello che non si è e criticare pesantemente, con il proprio ragazzo le cose vanno non male, ma peggio, e si ha un lavoro assolutamente non valorizzante, precario, senza possibilità di crescita e zero prospettive per il futuro ?Io non so da dove cominciare perché mi sembra che tutta la mia vita sia da ri-costruire, anzi, forse semplicemente costruire da zero, e a 25 anni, mentre gli altri convivono (quanto vorrei poterlo fare anch'io!)o sono addirittura sposati, hanno una formazione ben definita, hanno degli amici...io non ho NIENTE, IO SONO NIENTE. E sono completamente sola. Sola nel modo più assoluto che possiate immaginare. Tutta la mia compagnia sono due orchidee viola che ho messo in ufficio e due pesciolini rossi che ho vinto sparando ad una fiera che tengo in camera mia. Forse neanche vedendo la mia psicologa tutti i giorni potrei trovare il bandolo della matassa che desidero tanto, figuriamoci vedendola ogni 2 settimane come sto facendo (io vorrei vederla più spesso, ma dato che io sono libera solo dalle 12.30 alle 15.30 e che la vedo al consultorio, quindi non pago, pretendere più di così è chiedere troppo).Mi sto convincendo tra l'altro che andare da uno psicologo non serva a molto, perché se da una parte è vero che in questi 2 anni di terapia ho superato del tutto le mie problematiche sessuali e sono riuscita a laurearmi (sono questi 2 i motivi principali per cui mi soo rivolta ad una psicologa), dall'altra parte sono ormai 4 mesi che mi trovo nel periodo più buio della ma vita e credo che, se la terapia servisse davvero, non dovrei stare così ora, anzi, non dovrei mai esserci arrivata a questo punto. Ma d'altro canto che colpa ne ha la mia psicologa se non ho una famiglia a mio parere degna di tale nome, non ho amici, non ho hobbies e interessi di alcun tipo, tra me e il mio ragazzo è un disastro, ho un lavoro orribile ma che devo anche pregare di non perdere perché starei ancora peggio??? La colpa è solo mia, mia, mia e basta perché non sono stata in grado di costruire qualcosa con la mia famiglia, di farmi degli amici, di crearmi una professione e scegliermi un ragazzo che fosse giusto per me. E di fronte a tutto questo non c'è una soluzione, o meglio, forse c'è: il liquido antigelo. Proprio ieri ho letto sul giornale che un bambino è morto per aver bevuto del liquido antigelo. Forse fare la stessa cosa è l'unica soluzione che mi resta. Ma sarebbe l'ennesima riprova del mio totale fallimento. Quindi una vera soluzione non c'è. Grazie di cuore, per ogni singola parola che voi 3 mi avete scritto, siete una consolazione. Grazie, davvero. Grazie.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Carissima, la soluzione esiste ed è rivolgersi ad uno psicologo che possa garantirle una frequenza di sedute adeguata alla sua situazione.

Con 2 sedute al mese non può pensare di risolvere molto più di quello che ha già risolto, che comunque non è poco: se da 4 mesi è in stallo deve cambiare direzione.
E' vero che al consultorio non paga, ma sta "pagando" in altro modo un'assistenza inadeguata al suo caso.

Mi spiace che il lavoro non sia soddisfacente, avendo lei scritto "lavorando mi sentivo di nuovo in gamba, apprezzata, utile, viva e mi divertivo" pensavo che la situazione fosse diversa.

Tutto sommato penso che un supporto farmacologico le possa essere utile per iniziare a tirarsi fuori dallo stallo, ne ha mai parlato col suo medico?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
Innanzitutto devo dirle che è meglio che non minacci di togliersi la vita cercando così di ricattarci emotivamente, perché non le servirà a nulla. Anzi, se continuerà a farlo smetteremo di risponderle, per evitare di contribuire a farla stare peggio. Ok?

Se ha bisogno di vero aiuto deve cercarlo di persona, non sperare in un improbabile salvataggio online.

Ribadisco ciò che le ho detto ieri: dal modo in cui si esprime non mi sembra in condizioni di affrontare con serenità addirittura un nuovo percorso di laurea. Il suo ha tutto l'aspetto di un fuggire dai problemi veri, per crearsene dei nuovi apparentemente più semplici e distrarsi così dai primi. A volte questo è ciò che ci vuole, ma nel suo caso mi sembra una manovra inappropriata e illusoria.

Se l'aiuto che sta ricevendo dalla psicologa è stato adeguato in passato, ma ora sente che non sta riuscendo a superare il brutto periodo del momento, deve parlarne con lei. E poi magari pensare di cambiare professionista.

Ma ciò che NON deve illudersi che sia possibile, perché non lo è, è di risolvere cose pesanti come quelle che ci ha descritto per email.

Cordiali saluti
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dopo
Utente
Utente
Grazie a entrambi per avermi risposto e mi scuso per quel che ho scritto, il mio non voleva in nessun modo essere un ricatto, ma solo l'espressione di quel che realmente sento, ovvero una profonda disperazione. Mi dispiace per aver dato l'impressione di stare chiedendo che voi risolviate i miei problemi, e per di più tramite e-mail, probabilmente in realtà ho solo bisogno di qualche saggio consiglio...che non posso avere a chi mi sta vicino.

Gentile dottoressa Massaro, quindi lei crede che dovrei dire apertamente alla mia psicologa che, dato il momento, vorrei vederla almeno una volta alla settimana?Sinceramente non me la sento di cambiare psicologa in quanto non solo mi sono affezionata a lei, ma soprattutto sarebbe molto difficile per me ricominciare daccapo con un'altra persona...sarebbe troppo lungo e troppo complesso, oltre che indicibilmente faticoso. Per quanto riguarda il lavoro mi riferivo alle esperienze lavorative del periodo in cui andavo ancora all'università, sfortunatamente non al mio attuale lavoro. La mia psichiatra mi ha prescritto più volte il Depakin e lo Zoloft, ho provato a prenderli diversi mesi fa, ma l'unico risultato è stato quello di portarmi ad avere forti sbalzi d'umore con ripercussioni negative sulla mia vita, per cui non intendo riprenderli, anche se la mia psichiatra dice che dovrei. Prendo solo lo Xanax, da cui sono diventata ormai dipendente. Grazie mille.

Gentile dottor Santonocito,
io non intendevo affatto ricattarLa o ferirLa, in ogni caso mi scuso se le mie parole l'hanno disturbata.Io ho provato a cercare "un vero aiuto di persona", ma non ho amici e la mia famiglia e il mio ragazzo sono totalmente indifferenti alla mia situazione, per cui mi sono fatta l'idea che a loro non importi niente di come sto. La mia psichiatra sa solo imbottirmi di farmaci (che non prendo) e poi ci vado solo una volta al mese al CSM della mia città, sempre per non pagare. La mia psicologa secondo me è brava, perché con lei sono riuscita a superare problemi che per me all'epoca erano insormontabili, ma a un certo punto (circa 6 mesi fa, dopo un anno e 3 mesi di terapia) ha iniziato a darmi appuntamento ogni 2 settimane invece che 1-2 volte a settimana, e da quando sono piombata in questo stato, circa 4 mesi fa, per me è davvero troppo poco. Io ne avrei bisogno tutti i giorni o quasi. Ci tengo a precisare che io sarei disposta anche a pagare i migliori psicologi e psichiatri della mia zona, perché qualche soldino lo guadagno (per ora), ma i miei genitori, sebbene io non abbia mai fatto spese folli, controllano moltissimo come spendo i miei soldi e inoltre non sono affatto al corrente della mia situazione. Vorrei chiederLe una cosa: ma perché Lei crede che io non debba iscrivermi all'università ora? Grazie mille.

Un sincero grazie di cuore a entrambi. Grazie mille per avermi dedicato un po' del vostro tempo perfino oggi che per il mondo è festa, non sapete quanto significhi per chi è completamente solo e senza speranze come me.



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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
Non ha ferito me, agitando lo spettro dell'antigelo rischia di ferire solo se stessa. Non sarebbe la prima persona a questo mondo a usare la minaccia del suicidio per cercare di richiamare l'attenzione, ma sono manovre che si ritorcono sempre verso chi le usa. Quindi, se non è il suo caso, meglio per lei.

>>> Vorrei chiederLe una cosa: ma perché Lei crede che io non debba iscrivermi all'università ora? Grazie mille.
>>>

Gliel'ho già spiegato. È come se uno fosse nel mezzo di un incendio, rischiando grosso, e si domandasse: "Sarebbe meglio che mi comprassi le scarpe nere, o quelle bianche?"

Mi sembra che lei abbia altri e ben più importanti problemi da risolvere, prima di poter impegnare le sue risorse mentali in un corso di laurea. A meno che non pensi di poter fare come quello che scopa la polvere sotto il tappeto, sperando che sparisca. Quando avrà risolto i suoi problemi potrà dedicarsi con vigore e rinnovata energia a tutto ciò che vorrà.

Cordiali saluti
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
E' un'ottima cosa che si trovi bene con la psicologa che finora l'ha saputa aiutare, ma purtroppo la strutture pubbliche di solito non garantiscono la continuità e la frequenza di sedute che sarebbero necessarie in casi come il suo.
Le parli e le dica quello che sente, penso che in qualche modo vi accorderete.

Per quanto riguarda i farmaci in effetti le benzodiazepine danno dipendenza, ma può scalare lo Xanax solo con l'aiuto di un medico: se con quella psichiatra si trova male può cercarne una privata (non credo si tratterebbe di molte visite!) alla quale esporre la situazione con maggior fiducia rispetto a quella ormai inesistente che rivolge alla psichiatra del CSM.

Gli antidepressivi e gli stabilizzanti dell'umore possono dare molti effetti collaterali, ma in certi casi sono indispensabili. Trattandosi di principi attivi diversi può chiedere di provarne di tipo differente rispetto a quelli già assunti, o può chiedere di iniziare una terapia con antidepressivi di altra classe farmacologica.

Se lei ora è proprio a terra sarà più facile anche per la sua psicologa aiutarla se nel frattempo avrà un sostegno anche dal punto di vista farmacologico.

Le faccio tanti auguri
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Utente
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Gentili medici,
vi scrivo soltanto per aggiornarvi sulla mia situazione. Ho parlato alla mia psicologa di come mi sento e lei mi ha detto che, passo dopo passo, lavoreremo per cercare di sciogliere tutti i nodi. Ha però anche aggiunto che, almeno in questo periodo, purtroppo non le è possibile vedermi più di ogni 2 settimane, e per tanto mi ha consigliato un posto dove potrei trovare dei bravi professionisti che potrebbero "integrare" il suo lavoro, concentrandomi magari con lei più su alcune tematiche e con l'altro/a terapeuta su altre...solo che ho provato ad andare dove mi ha detto lei, e la lista d'attesa all'AUSL è di 4 mesi! Sto quindi sinceramente pensando di trovarmi una psicologa a pagamento da integrare con la psicologa che mi segue da 2 anni...vorrei quindi un vostro parere in merito.
L'altra problematica che desideravo esporvi è che l'altro ieri ho lasciato il mio ragazzo. In un momento di particolare sconforto gli ho elencato punto per punto, sia a voce che per sms, tutte le cose che non mi vanno giù nel nostro rapporto, dicendogli che o si impegna a cambiare alcune cose o tra di noi è finita. Lui è corso a piangere dalla mamma, le ha raccontato tutto e fatto leggere i miei sms, per cui ora mia suocera mi odia e il mio ragazzo, o ex ragazzo, non so, invece che impegnarsi insieme a me a cercare di migliorare la situazione tra di noi, non vuole più saperne di me. La sua reazione mi ha lasciata sconvolta, mi aspettavo di certo rabbia da parte sua e magari una brutta litigata, ma che dopo 4 anni insieme non volesse più saperne di me solo perché gli ho fatto l'elenco dei bocconi amari che ho dovuto mandare giù in questi anni e che mi sono rimasti sullo stomaco, questo no. Lui sostiene che con le mie parole gli ho spezzato il cuore e si sente svuotato dentro...Io gli ho solo detto che voglio che usi sempre la macchina quando usciamo (lui guida benissimo, ma è tirchio da paura e ha paura degli incidenti) e che non voglio mai più prendere l'autobus quando esco con lui (vi sembra una richiesta eccessiva da fare a un quasi 28enne?!?), soprattutto quando andiamo al mare l'estate(premesso che sin da bambina soffro di mal d'auto, in corriera alla seconda curva vomito...), che vorrei sentirmi più amata ed apprezzata da lui (a volte non si fa sentire per delle mezze giornate, dice che è per il lavoro...ma un sms quanto tempo ti ruba?O una telefonata di 5 minuti durante la pausa pranzo?), che non vorrei essere trattata alla stregua di un'amica in occasioni importanti (pranzo di Natale: io, lui, i suoi genitori e...i suoi amici di infanzia!!!!), che a volte è un'emblema di spilorceria (come lo chiamate voi uno che vi porta a prendere una pizza e vi fa pagare la vostra parte, che non usa la macchina anche per risparmiare, che quando può fa sempre pagare metà a me?), che vorrei venire prima della moto gp, della formula 1 e (ogni volta che c'è una gara non si esce...) e del beach volley al mare con gli amici d'estate (mi lascia per ore sola sotto l'ombrellone), e se possibile, anche del suo lavoro (lavora per un giornale online, per cui passa il 90% del suo tempo incollato ad internet...) e possiamo vederci solo il sabato e la domenica, perché di sera durante la settimana si autoimpone di aggiornare il sito al di fuori degli orari di lavoro per dimostrare quanto è bravo!!!Gli ho detto anche che vorrei uscire e divertirmi di più, che sono stufa di conoscere solo la piazza d'inverno e la solita spiaggia e dei giri in bici l'estate. La sua reazione: io sono questo, sei crudele a chidermi queste cose, se al pranzo di Natale ci voglio anche i miei amici non sono fatti tuoi, la macchina è mia e la uso quando lo dico io, non sono uno spilorcio perché ti ho fatto anche regali da 200 euro (è vero, in 3-4 occasioni in 4 anni)...e così adesso sono io la strega cattiva perché ho detto chiaro e tondo quel che mi ha ferita e dice "mi hai spezzato il cuore, non hai apprezzato niente di quel che ho fatto per te in questi 4 anni, sei falsa, fingevi di star bene con me". Io gli ho risposto che se gli ho detto queste cose è solo perché dopo 4 anni non ce la faccio più così e vorrei fare/facessimo qualcosa per migliorare il nostro rapporto. E in tanto sono quasi 2 giorni che non si fa sentire, lo chiamo e non risponde...Io non capisco questa sua reazione. Secondo voi che cosa significa questo comportamento? Dovrei chiedergli scusa e "ricominciamo" con le lacrime agli occhi e in ginocchio? Non vuole neanche vedermi...perchè "mi hai ferito troppo"...Mi sembra di impazzire e non so né che fare né che pensare. So solo che tra di noi non può finire così, io lo amo troppo e so che anche lui mi ama...volevo migliorare la situazione, non distruggerla. Grazie mille.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
Mi sembra che la mia impressione iniziale che lei, in questo momento, abbia ben altri problemi da risolvere non fosse del tutto sbagliata. Lei lascia il suo ragazzo, poi ci ripensa e dice: "So solo che tra di noi non può finire così, lo amo troppo [...] volevo migliorare la situazione, non distruggerla". Questo è un segno di confusione, e quindi è comprensibile che le sembri d'impazzire. È segno che ha bisogno d'aiuto.

>>> Sto quindi sinceramente pensando di trovarmi una psicologa a pagamento da integrare con la psicologa che mi segue da 2 anni...vorrei quindi un vostro parere in merito.
>>>

Il parere è assolutamente positivo, come le abbiamo già detto. Legga questi due articoli per informarsi al riguardo:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

http://www.giuseppesantonocito.it/art_psicoterapia.htm

Cordiali saluti
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara ragazza, anche se ora sta soffrendo non vedrei così male il fatto che questa storia si chiuda.
Lei in precedenza ha scritto:

"non sono stata in grado di scegliermi un ragazzo che fosse giusto per me"

"la mia famiglia e il mio ragazzo sono totalmente indifferenti alla mia situazione"

"tra me e il mio ragazzo è un disastro"

Se in questi anni ha accumulato una lista di motivi di scontento dei quali non avete forse mai parlato, e lui "è corso a piangere dalla mamma, le ha raccontato tutto e fatto leggere i miei sms"...forse una svolta è necessaria.

A volte è utile tagliare i rami secchi e liberarsi dalle zavorre che appesantiscono ulteriormente l'esistenza: se questo ragazzo la fa sentire poco amata, anzi ignorata, non fa altro che rinforzare il suo senso di disagio e di solitudine.

Non lo chiami più, aspetti qualche giorno per capire come sta veramente senza di lui, per vedere se si sente in qualche modo sollevata (benchè dispiaciuta) o meno.

A volte ci si affeziona a situazioni negative e si soffre quando terminano, ma nel suo caso questa rottura potrebbe proprio essere una buona notizia!

Per quanto riguarda la sua psicologa, le ha chiesto se può riceverla privatamente?
[#13]
dopo
Utente
Utente
Grazie mille per la vostra rapida risposta!Davvero, è molto importante per me!
Vorrei ringraziare il dottor Santonocito per la sua analitica risposta...il mio più brutto difetto purtroppo è quello di pensare troppo...e così penso tutto e il contrario di tutto!Sto continuando la mia ricerca di psicologi nella mia zona...Le farò sapere come andrà.In ogni caso sto pensando di iscrivermi all'università...è difficile da spiegare, ma mi sembra essere un modo per darmi una speranza, per farmi del bene.Forse mi sentirei più in pace.

Gentile dottoressa Massaro,
sto facendo quanto mi ha consigliato anche Lei, ovvero non cercarlo, e l'effetto è che mi sembra di aver fatto una grandissima stupidaggine a combinare questo guaio tra di noi. Ora dopo ora mi rendo conto che avrei dovuto dirgli il tutto con le buone e proporgli di cambiare le cose insieme piuttosto che dargli uno stupido e infantile ultimatum. Perciò desidero terribilmente che lui torni da me, al più presto. Ho tanta voglia di abbracciarlo e di dirgli che lo amo...io non mi sono fatta sentire, lui mi ha scritto "Come va?"e io "Bene, tu cosa fai?", lui "Niente di che". Stop.
Volevo chiederVi cortesemente un paio di cose:
1)voi come interpretate il suo comportamento, intendo dall'inizio della vicenda?Io ora come ora non capisco, ma penso che anche se mi ha scritto solo "Come va?" e "Niente di che" sia comunque un avvicinamento.
2)Contattando vari psicologi telefonicamente mi sono stati dati tariffari che vanno dai 40 ai 100 euro a seduta...come mai così tanta differenza?Da cosa dipende?
Chiederò alla mia psicologa se riceve anche privatamente...non ci avevo pensato perché è stata proprio lei a dirmi di cercarmi un'altro terapeuta altrove.
Grazie mille di tutto, davvero di cuore!