Disturbi della personalità legati all'educazione infantile

Gentili dottori, la situazione che vi descrivo è quella di una famiglia con 2 figli maschi piccoli e vicini di età nella quale uno il più grande (1,5 anni in più dell'altro) viene spronato dai genitori a fare qualsiasi esperienza, incoraggiato e valorizzato per tutto ciò che consegue specialmente a scuola mentre l'altro forse solo perché leggermente più piccolo viene tenuto lì a guardare tutto quello che fa il fratello, lontano da giochi che vengono fatti fare al più grande, sports e attività varie, viene tenuto escluso dai discorsi, tenuto lontano da qualsiasi ruolo che comporti responsabilità e arriva persino a fare da parafulmine per le punizioni che suo fratello con le proprie marachelle si va a procurare.. i genitori quando sanno che uno dei loro figli ha commesso qualcosa di sbagliato vanno a cercare sempre il più piccolo per fargliela pagare, ecco io mi chiedo QUALI PROBABILI EFFETTI POTRA' AVERE QUESTO TIPO DI TRATTAMENTO SUL CARATTERE E SULL'AUTOSTIMA DEL PICCOLO MAL CAPITATO IN ETA' PIU' AVANZATE?

Grazie in anticipo per l'attenzione e le risposte che gentilmente mi darete
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Dr. Leonardo Fricano Psicologo, Psicoterapeuta 231 12 1
Gentile signore, rispetto alla sua richiesta se io avessi davanti quella persona nel mio studio gli farei questa domanda;

in che modo secondo lei ha influito sulla sua autostima e sul suo carattere l'atteggiamento educativo dei genitori e la preferenza per il fratello, nell'età avanzata?

farei questa domanda solo a lui perchè è quello che puo darci la risposta corretta che è quella che conta.

Se lei lo conosce,(so per certo che lo conosce bene) mi faccia sapere la risposta.

Nell'attesa cordialmente la saluto

Dr. Leonardo Fricano Psicologo e Psicoterapeuta
Palermo,Bagheria
tel 091 7721646 cell 393 4271998
www.leonardofricano.com

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dopo
Utente
Utente
Gentile Dottore grazie per la celere risposta, quella persona come avrà ben capito sono io, non nutro odio o disprezzo verso i miei genitori ma se dovessi descrivere come ha influito tutto ciò sul mio carattere le rispondo semplicemente che attualmente vivo una forte condizione di disagio; nella vita ora che ho 35 anni sento di non essere mai stato padrone della mia esistenza, non sono mai riuscito a prendere una strada e perseguirla con convinzione, con ambizione e con la voglia di affermarmi come se avessi evitato di farlo per non uscire dagli schemi a cui sono stato fin dall'inizio abituato; sono un artista e la condanna più grossa per me è quella di non riuscire ad apprezzare ciò che produco, vedo brutto e imperfetto tutto ciò che creo.. comunque molto diverso e lontano da quelli che sono i paragoni (opere di altri artisti) a cui mi vado a confrontare. Ho la netta sensazione che per me ogni opera che realizzo sia solo un disperato tentativo per riuscire ad apprezzarmi, avere un ruolo, un riconoscimento; Molto spesso le mie opere restano incompiute per la paura di concluderle senza ottenere eclatanti risultati

Agli occhi degli altri appaio come una persona forte decisa e sicura (è così che ho sempre reagito alle mie insicurezze) ma provo costantemente senso di frustrazione e inferiorità, con il passare del tempo ho perso interesse persino nelle mie più grandi passioni, sento di essermi perso e non avere mai colto a causa della disistima congenita le occasioni più belle che una vita presenta... dormo tanto e mi sento sempre meno forze addosso ma avrei voglia di uscire da questo circolo vizioso ma ammesso che sia possibile non so proprio da che parte iniziare
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Dr.ssa Anna Gulla' Psicologo 3 3
E se il punto di partenza fosse proprio che da solo non sa da dove iniziare?
Potrebbe rivolgersi ad uno psicologo/psicoterapeuta che dispone degli strumenti adeguati per aiutarla a fare i conti sia con il suo senso di inferiorotà, che con eventuali componenti ansiose e/o depressogene ad esso legate.
So che a volte è un passo difficile da compiere, ma spesso, senza una guida terapeutica, gli sforzi che da soli si fanno per capire e risolvere i propri problemi, sono vani se non addirittura controproducenti.
Il bisogno di cercare risposte alle sue domande è assolutamente legittimo, ma i risultati della ricerca dipensono da come questa viene condotta.

Sinceri Auguri.

Dr.ssa ANNA GULLA'
Psicologa Livorno

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> sono un artista e la condanna più grossa per me è quella di non riuscire ad apprezzare ciò che produco, vedo brutto e imperfetto tutto ciò che creo.. comunque molto diverso e lontano da quelli che sono i paragoni (opere di altri artisti) a cui mi vado a confrontare. Ho la netta sensazione che per me ogni opera che realizzo sia solo un disperato tentativo per riuscire ad apprezzarmi, avere un ruolo, un riconoscimento; Molto spesso le mie opere restano incompiute per la paura di concluderle senza ottenere eclatanti risultati
>>>

Gentile utente, riporto per esteso questo passaggio per risponderle che mi sembra questo il nucleo attorno a cui si esprime il suo disagio: lei vorrebbe essere apprezzato per ciò che fa, ma non riesce a farsi apprezzare nemmeno da se stesso. E l'aspetto più triste è che quando non si è apprezzati da se stessi non si può esserlo nemmeno dagli altri.

È probabile che questo copione tenda a riproporsi anche in altri ambiti della sua esistenza.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr. Leonardo Fricano Psicologo, Psicoterapeuta 231 12 1
Gentile signore, la sua risposta mette in evidenza delle buone capacità introspettive che nel rompere i circoli viziosi negativi questi possono fare la differenza.
La sua domanda iniziale era in sintesi: in che modo un educazione genitoriale disattenta e favorevole ad un altro figlio avrebbe potuto agire su di lei.
mentre adesso, chiarito meglio il problema, esiste la possibilità di fare ancora un passo avanti se lei riesce a cogliere l'opportunità di chiarire a se stesso che dedicare la sua attenzione al suo primo interrogativo non è utile, anzi a mio parere dannoso. Quello che adesso veramente conta è di affrontare e risolvere quel senso di insicurezza e mancanza di gratificazione personale per quello che fa e per come sta conducendo la sua vita. Chiarito che questo punto è la vera questione da attenzionare ed affrontare, le altre cose che possono presentarsi sotto forma di interrogativi e ragionamentinon contano nulla. Quest'ultimio anziche aiutarla a rompere il circolo vizioso la imbrigliano sempre di più.
Da quello che ho potuto cogliere attraverso le sue risposte, lei è una persona dotata di un grande potenziale che al momento è inutilizzato e speso male.
Per tale motivo, individuato l'obiettivo, il lavoro che andrebbe fatto è quello di lavorare per estrarre le sue risorse personali ed utilizzarle per centrare il suo obiettivo.

Trovandosi lei all'interno di uno stato d'animo sfavorevole, chiedere aiuto ad uno psicoterapeuta è quello che le suggerisco. Cosi come un Michelangelo o un leonardo da Vinci hanno sfruttato l'opportunità di andare a bottega per sviluppare i propri talenti, lei può farlo rivolgendosi con fiducia ad uno psicoterapeuta, che mettendosi al suo fianco l'aiutera a rompere quel circolo vizioso che giorno dopo gionro rischia di depotenziare le sue capacità.

Con la speranza di esserle stato utile, rimango a sua disposizione e cordialmente la saluto.