Non so se sono omosessuale

salve a tutti,
sono un ragazzo di Napoli, di 24 anni. è difficile raccontare la mia storia in poche righe anche perchè credo non si possa dire tutto on-line. sin da bambino mi hanno sempre eccitato i nudi maschili, e ancora oggi se vedo un ragazzo o in spogliatoio vedo uomini nudi, mi eccito. al contrario le donne sembrano non eccitarmi visivamente. fatto sta che da un bel pò di tempo, sono fidanzato con una ragazza, la mia prima vera ragazza, e con lei ci sto bene. facciamo l'amore, la amo, il solo contatto fisico con il suo corpo mi eccita. però il tarlo dell'omosessualità è diventata una vera ossessione. non faccio altro che pensarci. e mi chiedo ma se sono omosessuale, cosa aspetto ad andare con un uomo? è così difficile? eppure non ho mai trovato sul mio cammino qualcuno che mi abbia preso al tal punto da spingermi a provare altro. il problema è che non conosco, e sembrerà strano, neanche il significato della parola attrazione. cosa significa? dov'è il falso? nel mio rapporto con questa mia compagna oppure nelle fantasie e nelle eccitazioni visive che forse vogliono rivelarmi altro? leggo di tutto su internet sull'omosessualità; mi sono fatto una vera e propria cultura in argomento. eppure c'è questo però che mi lacera ogni giorno. io non voglio vivere nella menzogna e sono una persona abbastanza dura con sè. non ammetterei mai un rapporto per così dire a tre o di vivere una relazione segreta. i miei amici mi prendevano in giro e ci ho sofferto tantissimo; mio padre è sempre stato assente nella mia vita ma ultimamente sembra che le cose migliorino. anche in famiglia credo pensassero di me che fossi omosessuale. e devo essere sincero: lo pensavo e lo penso ancora io tutt'oggi. questo pensiero mi crea angoscia e disperazione. ho provato anche ad ammetterlo a me stesso ma niente nulla cambia. e poi sono ossessionato dal fatto che se mi dico eterosessuale, sto reprimendo l'altra parte. se mi dico omosessuale, sto affermando che il rapporto con lei non è stato costruito sulla sincerità. penso che non sia stato spontaneo e che me lo sia imposto.
in conclusione, non vi chiedo un consulto, so che non potrete tramite internet, ma vi chiedo cortesemente se riuscite a darmi delle chiavi di lettura in più ed eventualmente a fornirmi delle indicazioni su come agire. sono nel caos più totale.
grazie a tutti per la risposta
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le ragazzo,
la formazione dell'identità sessuale è un processo complesso che inizia già dall'infanzia e che non riguarda solo le reazioni relative all'eccitazione di fronte ad uno stimolo sessuale.
Credo che un colloquio con uno psicologo-psicoterapeuta le consentirebbe di iniziare a fare chiarezza dentro di sé e a far emergere la sua ambivalenza nonché le sue paure che potrebbero aver condizionato la consapevolezza del suo orientamento sessuale.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
gentile dottoressa,
la ringrazio della celere risposta. ma perdoni la mia "ignoranza": cosa intende per ambivalenza? cioè in che contesto assume rilevanza tale termine e soprattutto quando parla di reazioni eccitative di fronte allo stimolo sessuale intende il visivo o il contatto vero e proprio?
grazie ancora.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le ragazzo,
non c'è nulla da perdonare è una parola non molto diffusa nel linguaggio comune, per ambivalenza si intende la compresenza di aspetti apparentemente contraddittori ma che in realtà ci rinviano alla complessità degli aspetti relativi al nostro modo di vivere la sessualità.
In altre parole la sua eccitazione di fronte ad un corpo maschile non va automaticamente interpretata come omosessualità ma andrebbe elaborata per far emergere i significati che la caratterizzano.
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Dr. Marco Stefanelli Psicologo, Psicoterapeuta 29
L'orientamento sessuale descrive la direzione della sessualità di una persona, la quale ne diviene consapevole attraverso i pensieri erotici, i sentimenti e le fantasie sessuali.
Il dubbio che la "ossessiona" da tempo può essere risolto solo "guardandosi" dentro, cercando di isolare i pregiudizi (omofobia interiorizzata) ed ascoltando la parte affettiva (desideri, bisogni, sensazioni). Un aiuto psicologico potrebbe esserle utile a fare maggiore chiarezza.
Intanto può trovare interessante leggere il forum sulla sessualità, di cui sono il moderatore (http://www.forepsy.it/forum/view-topiclist/forum-5-sessualita-omosessualita-e-problemi-di-coppia.html).
Saluti,

Dr. Marco Stefanelli
Psicologo - Psicoterapeuta a Roma
Socio Ordinario della SITCC (Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva)

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Dr. Marco Stefanelli Psicologo, Psicoterapeuta 29
L'orientamento sessuale descrive la direzione della sessualità di una persona, la quale ne diviene consapevole attraverso i pensieri erotici, i sentimenti e le fantasie sessuali.
Il dubbio che la "ossessiona" da tempo può essere risolto solo "guardandosi" dentro, cercando di isolare i pregiudizi (omofobia interiorizzata) ed ascoltando la parte affettiva (desideri, bisogni, sensazioni). Un aiuto psicologico potrebbe esserle utile a fare maggiore chiarezza.
Intanto può trovare interessante leggere il forum sulla sessualità, di cui sono il moderatore (http://www.forepsy.it/forum/view-topiclist/forum-5-sessualita-omosessualita-e-problemi-di-coppia.html).
Saluti,
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Dr. Andrea Biserni Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 79
Gentile ragazzo,
nelle sue parole si percepisce molta confusione e molta sofferenza,
scrive che ama la sua ragazza e si eccita al contatto con il corpo di lei, ma anche che da sempre prova eccitazione davanti ai nudi maschili,

lei scrive: <<se mi dico eterosessuale, sto reprimendo l'altra parte. se mi dico omosessuale, sto affermando che il rapporto con lei non è stato costruito sulla sincerità. penso che non sia stato spontaneo e che me lo sia imposto.>>

Sembrerebbe un modo di pensare dicotomico:
è come se dicesse a sé stesso: o sono omosessuale o sono eterosessuale, o mi piacciono gli uomini o le donne, una cosa esclude l'altra;
solo una parte di me e della mia vita è vera.

In realtà non è necessariamente così, lei per primo che, come ci racconta, si è fatto una cultura sull'argomento, sa che le cose possono anche essere ben più sfumate,
e che non è affatto detto che una cosa escluda l'altra:

semplificando, ad esempio si può avere un orientamento bisessuale,
oppure un orientamento prevalentemente, ma non esclusivamente omosessuale,
o ancora un orientamento prevalentemente, ma non esclusivamente, eterosessuale.

Ma con ciò non voglio certo dire che è questo il suo caso, può anche darsi che lei non abbia affatto un orientamento omosessuale, o forse sì e magari non riesce a viverlo perchè dentro di sé qualcosa si oppone a ciò.

Semplicemente non lo so, solo lei può darsi una risposta, ma è evidente che da solo finora non ci è riuscito,
ed il rischio è che se non si farà aiutare a trovare la propria risposta potrà andare avanti ancora molti anni con queste confusione, incertezza e doloroso dubbio di stare vivendo una vita non autentica.

Mi sembra dunque davvero opportuno che lei onori il proprio desiderio di conoscersi più profondamente (e che la spinge a scrivere qua) e si rivolga pertanto ad uno psicologo psicoterapeuta, per poter esser aiutato ad autoesplorarsi all'interno di una relazione terapeutica, affinché lei possa riuscire gradualmente a trovare
la propria personale risposta a tutto ciò.

Le faccio i miei migliori auguri e la saluto cordialmente.

Dr. Andrea Biserni
Psicologo Psicoterapeuta - Sessuologo Clinico
Terapia Rogersiana - www.sessuologia-psicologia.org

[#7]
dopo
Utente
Utente
gentilissimi dottori,
ringrazio tutti della risposta.
a dire il vero, credo a prescindere dall'etichetta che uno possa darsi, omosessuale, bisessuale, eterosessuale, pansessuale, trisessuale etc.. esista una particolarità. che si chiama, secondo me, chiamata e risposta. nel mondo le persone vengono chiamate e questo avviene sempre secondo me anche con l'orientamento sessuale. spesso ci si impone quella "scelta" per aderire alle convenzioni sociali, ma non si è veramente chiamati.
credo che esista qualcosa in più di una semplice etichetta. ed è quella chiamata che io non riesco a capire.

grazie ancora.
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Dr. Andrea Biserni Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 79
Gentile ragazzo,
appunto, le etichette servono alla comunicazione interpersonale, ma sono sempre riduttive,

è proprio come dice lei, non possono essere le MIE parole (o di altri) a descriverla in modo tale che lei ci si riconosca completamente,

solo lei, con le PROPRIE parole può riuscirci, solo lei autoesplorandosi ed entrando gradualmente in contatto con i propri bisogni, desideri e sentimenti più profondi, può cogliere la propria personale <<chiamata>>,

una <<chiamata>> che, ha ragione lei, non è mai del tutto uguale ad un'altra, in ogni persona presenta sempre sfumature uniche ed irripetibili.

E tuttavia a volte per riuscire a cogliere la propria personale <<chiamata>> si ha bisogno di essere facilitati ad autoesplorarsi ed a contattarsi in modo profondo,
altrimenti si rischia di girare a vuoto per molti anni,
senza mai essere veramente sereni.

Le ribadisco dunque quanto le ho suggerito al termine della mia precedente risposta:
le auguro di cuore di permettere a sé stesso di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta,
di riuscire così gradualmente a coglier la propria personale chiamata
e approdare ad essere maggiormente sereno.
[#9]
dopo
Utente
Utente
la ringrazio ancora moltissimo dr. biserni. ho già intenzione di intraprendere un percorso psicoterapico. spero di riuscire a comprendere realmente ciò che sono.
me lo auguro di cuore.

un'ultima domanda, se posso approfittare della sua cortesia: crede che i disturbi ossessivi possano essere all'origine di un problema simile, oppure no?

cordiali saluti
[#10]
Dr. Andrea Biserni Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 79
Gentile ragazzo,
sì, dubbi sull'orientamento sessuale a volte si configurano come sintomi ossessivi,

ma da qua non è possibile dire se ciò vale o no per lei,

come ben sa da qui non è possibile fare diagnosi,

e neppure fare valutazioni approfondite,
non sarebbe corretto nei confronti delle persone,
tanto è vero che proprio ora io e lei abbiamo concordato
che il modo di essere di ciascuna persona è davvero unico ed irripetibile.

Davvero penso che sia importante per lei un percorso psicoterapeutico e sono molto contento di sentire da lei che ha già intenzione di farlo!

Ho piena fiducia che gradualmente riuscirà a contattare e comprendere
il proprio personale ed autentico modo di essere.

La saluto cordialmente!