Eccessiva timidezza e difficoltà nelle relazioni

Buongiorno Dottori,
scrivo perché ho bisogno di un consiglio. Ecco il mio problema: sono un ragazzo di 20 anni (21 a fine luglio) e non sono mai stato fidanzato. Questo, penso, a causa di:
1) la mia eccessiva timidezza, che mi blocca dal “provarci” quando vedo una ragazza che mi piace. Più di una volta mi sono innamorato o comunque ho desiderato conoscere meglio una ragazza, ma ho rinunciato perché non sarei credibile nel corteggiamento, risulterei ridicolo… Lo so, se non ci provo è sicuro che non ce la farò mai, ma è più forte di me, non riesco a sbloccarmi!
2) la paura di un “no”, anzi, la paura dello (passatemi il termine) “sputtanamento”. Infatti: se una ragazza mi dicesse di no, sono certo che saprei farmene una ragione (in fondo lo faccio già da molto tempo per mia “scelta”); ma se questa parlasse in giro (per esempio alle sue amiche) del mio goffo tentativo di avvicinarmi a lei, sarei imbarazzatissimo e mi chiuderei ancora di più a riccio. Mi sento “giudicato” e per questo evito di espormi, evito quelle situazioni che mi possono mettere in “cattiva luce" oppure farmi imbarazzare in pubblico...
3) io ed i miei amici non frequentiamo posti in cui è facile fare nuovi incontri, come le discoteche. Non ci piacciono i posti troppo affollati e frequentati da ragazzi troppo diversi da noi (i cosiddetti “cinghiali”)… Noi siamo ragazzi tranquilli e educati, ci piace trovarci davanti ad una pizza oppure al cinema, evitando però le folle.
Penso di essere mediamente simpatico e carino, sono educato e intelligente. Sono un bravo studente e un amico fedele (non ho problemi con l’amicizia, solo con l’amore). Da un lato non voglio snaturarmi; dall’altro voglio uscire da questo tunnel e trovare l’anima gemella, essendo in un certo senso “in ritardo” di qualche anno rispetto alla maggior parte dei miei coetanei. Finora sono stato bene da solo, ma adesso vorrei davvero trovare una fidanzata.
Spero che possiate aiutarmi con qualche consiglio concreto.
Grazie! Cordiali saluti.
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Dr.ssa Graziella Tornello Psicologo, Psicoterapeuta 218 4 16
Gentile utente,
ci chiede dei consigli concreti ed io sarò "concreta" (spero lo apprezzerà).
L'amore è come la lotteria. Se non si gioca non si avrà mai la possibilità di vincere. Sino a che avrà paura di apparire poco credibile e di ricevere un "no" dall'altro sesso allora sarà inutile "provarci". Deve accettare di poter correre il rischio. Tornando alla nostra metafora, è come se lei dicesse: "Compro il biglietto della lotteria solo se sono sicuro di vincere"...
Questo è quanto mi sento di dirle avendo "qualche anno" in più di lei. Poi da psicologa potrei dirle che dovrebbe rafforzare un po' la sua autostima...ma questa è un'altra storia...

Saluti.

Dr.ssa Graziella Tornello
Psicologa - Psicoterapeuta individuale, di coppia, di famiglia.
www.psicoterapeutatornello.it

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Dr.ssa Elisa Flavia Di Muro Psicologo 221 6
Gentile ragazzo,

forse anche a causa di una notevole sensibilità, lei è particolarmente ricettivo ad ogni "segnale sociale", che vive con una certa quota di ansia.

Di conseguenza, come tutte le persone ansiose, tende, più che ad agire, ad anticipare mentalmente gli eventi, nel tentativo di prevedere a quali rischi la esporrebbero.

Il risultato è che la sua mente riesce sempre ad individuare qualche rischio, e quindi lei si blocca nell'azione, quando invece solo l'azione le darebbe il modo di capire se il rischio "previsto" dalla sua mente è reale oppure no (e sopratutto, di capire se lei è realmente incapace di sopportarne il peso come pensa, oppure no).

Ad esempio, quando vorrebbe corteggiare una ragazza, forse a causa della sua giovane età nella sua mente inizia a fare il passo più lungo della gamba.
Non è necessario, infatti, sbilanciarsi; potrebbe mostrare un semplice interesse per la ragazza in questione, così come farebbe verso una possibile amica. Senza farle necessariamente capire che le piace, intendo.
In tal modo potrebbe farsi un'idea di come reagisce la ragazza, se c'è sintonia nei vostri discorsi, se anche lei sembra interessata a conoscerla meglio.
Procedere, insomma, a piccoli passi, aggiustando il tiro man mano che le cose vanno avanti.
Che ne pensa?

Dr.ssa Elisa Flavia Di Muro
www.psicologicamente.altervista.org

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dopo
Utente
Utente
Grazie alla Dottoressa Tornello per la Sua schiettezza e concretezza e grazie soprattutto alla Dottoressa Di Muro che penso abbia centrato in pieno il problema.
Per la Dott.ssa Tornello: "L'amore è come la lotteria. Se non si gioca non si avrà mai la possibilità di vincere". Questa è il punto al quale sono ormai arrivato. Ma "giocare" mi risulta nella pratica impossibile. Non solo: per giocare dovrei snaturarmi, fingermi disinvolto e indifferente ai segnali esterni, ma questo non sono io! E poi: se decidessi, un bel giorno, di snaturarmi, come si fa? E quali risultati potrei avere "camuffandomi"?
Per la Dott.ssa Di Muro: mi riconosco completamente nelle Sue parole quando parla di "notevole sensibilità" (sono molto sensibile, forse troppo) e quando scrive "anticipare mentalmente gli eventi, nel tentativo di prevedere a quali rischi la esporrebbero": lo faccio abitualmente!
Non capisco invece molto la frase "quando vorrebbe corteggiare una ragazza, forse a causa della sua giovane età nella sua mente inizia a fare il passo più lungo della gamba", nel senso che i miei coetanei, pur essendo giovani quanto me, riescono bene nel corteggiamento: per la maggior parte di loro la giovane età non è un limite.
Mostrare un semplice interesse per la ragazza in questione senza sbilanciarsi troppo è quello che ho fatto finora. E' senza dubbio la scelta migliore, alla luce di questi miei "limiti invalicabili" o pseudo tali. Ma di fatto questa tattica non ha portato a nulla o al massimo a delle belle amicizie (bella cosa, ma non quello che volevo). Quello di cui ho bisogno ora è fare il passo successivo, cioè cercare una fidanzata, non un'amica, e pormi nei suoi confronti come un corteggiatore credibile. E qui cominciano le mie difficoltà.
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Dr.ssa Elisa Flavia Di Muro Psicologo 221 6
Nel parlare di giovane età, mi riferivo alla poca esperienza che a volte si lega ad essa. Lei non è certo il solo ad incontrare queste difficoltà, anche se naturalmente molti suoi coetanei (o coetanee) non ne hanno, sia perché meno sensibili o più estroversi, sia perché magari hanno affrontato (e risolto) gli stessi problemi ancor più precocemente.

Se il non sbilanciarsi finora non le ha dato risultati, bisognerebbe capire se è successo per caso (le ragazze in questione non erano interessate a lei) oppure perché anche dall'altra parte c'era troppa timidezza e paura di esporsi.

In ogni caso, dovrebbe anche valutare quanto le interessa una specifica ragazza: se, insomma, il gioco vale la candela, se è il caso di correre persino quel rischio che più la spaventa, ovvero che la ragazza in questione parli con gli amici dell'accaduto.

Colpisce il fatto che lei è sicuro di un risultare un corteggiatore "credibile", e di sembrare ridicolo. Da cosa nasce una simile certezza, dato che non si è mai sperimentato? Anche qui, sembra fare il passo (mentale) più lungo della gamba...

Lei inoltre parla di eventuali cambiamenti nel suo modo di porsi come fosse uno "snaturarsi". Non si tratta di perdere la sua sensibilità: si tratta di imparare a gestirla, per declinarla in modo più funzionale nelle diverse situazioni.

Cerchi di non porsi ostacoli da solo: potrebbe avere delle risorse di cui ancora non è consapevole.

Buona serata,
[#5]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dott.ssa Di Muro,
il fatto che io sia così sicuro di non risultare un corteggiatore credibile e di sembrare ridicolo nasce dal fatto che essendo così timido, introverso e poco dedito al manifestare i miei sentimenti ritengo di non poter essere altrimenti. Ma sicuramente ha ragione Lei quando mi invita a non fare il passo (mentale) più lungo della gamba: questo mio voler tentare di "anticipare tutto" mi sta dando non pochi problemi ultimamente...
Cercherò di gestire meglio la mia sensibilità (anche se questo mi risulta al momento di fatto impossibile), sperando di sorprendermi con piacevoli scoperte... Dico che mi risulta impossibile cambiare modo di pormi perchè mi sento un totale analfabeta in questo campo (come fare?), forse, come suggerisce la Dott.ssa Tornello, a causa di una scarsa autostima. Ma ci proverò!
Grazie mille! Cordiali saluti
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Caro ragazzo,

l'autostima è fondamentale nell'approccio con l'altro sesso perchè in quei frangenti si trasmette all'altro l'immagine che si ha di sè stessi. Se tu pensi di essere ridicolo e impacciato finirai con l'apparire davvero ridicolo e impacciato agli occhi di una ragazza che ti interessa, perchè non riuscirai a sentirti facilmente a tuo agio.
Per questo motivo persone che non hanno oggettivamente grandi qualità, ma che hanno una grande autostima, riescono a fare conquiste.

Nel tuo caso la sensibilità al rifiuto ti sta bloccando perchè lo ritieni l'esito più probabile e di conseguenza non ti senti di esporti.
Oltre a quanto ti è già stato consigliato dalla dott.ssa Di Muro aggiungerei che potresti riflettere sul fatto che il tuo valore non dipende dall'accettazione o dal rifiuto delle ragazze, e che di conseguenza essere respinto non ti sminuirebbe come persona.

Se ti rendessi conto che la situazione non migliora e che la paura di metterti in gioco influenza negativamente anche altri ambiti della tua vita puoi pensare se richiedere un consulto psicologico di persona.

Saluti,

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Utente
Utente
Cordiale Dott.ssa Massaro, grazie per i Suoi consigli.
"Se tu pensi di essere ridicolo e impacciato finirai con l'apparire davvero ridicolo e impacciato agli occhi di una ragazza che ti interessa, perchè non riuscirai a sentirti facilmente a tuo agio": penso sia proprio vero! Restano ahimè le mie perplessità sul "come": come faccio a fingermi indifferente ai segnali esterni? Come faccio a fingermi sicuro di me stesso se sicuro non sono?
Fino ad oggi ho cercato di mascherare la mia insicurezza con l'autoironia. Ho sempre pensato che la simpatia fosse la carta vincente (e forse la è, ma solo nell'amicizia), ma ora mi rendo conto che ho rischiato di rendermi il "bersaglio di me stesso", demolendo da solo la "credibilità" della mia persona.
"Se la situazione non migliora puoi pensare se richiedere un consulto psicologico di persona": rivolgermi di persona ad un Suo collega per un colloquio personale implicherebbe la necessità per me di parlare ai miei genitori del mio problema (dovrei cioè dire dove sto andando quando esco di casa...). Essendo così timido e introverso, non sarei felice di condividere con loro i miei dubbi più intimi, perciò per ora vorrei tentare di risolvere la questione da solo, facendo tesoro dei Vostri consigli. Grazie!
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Pensi che i tuoi non capirebbero?
Magari si chiedono come mai non hai ancora avuto una ragazza, sono in imbarazzo quanto te, visto che non avete confidenza, ma vorrebbero poter parlare di determinati argomenti.

Credo che tu possa fare il tentativo non di fingere sicurezza, ma di mantenere una certa rilassatezza. C'è differenza fra compiere uno sforzo attivo per far credere agli altri che si è diversi da come si è davvero, e rimanere tranquilli e senza particolari aspettative.
La calma comunica agli altri forza e sicurezza più di altri comportamenti che si può cercare di imporsi senza successo.

La simpatia è importante perchè avvicina le persone e rende più rilassate le interazioni, ma non sempre è sufficiente e può essere usata solo fino ad un certo punto per coprire la timidezza, perché gli altri si possono accorgere dell'imbarazzo sottostante.
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Utente
Utente
Ho un buon rapporto con i miei genitori, severi, attenti e presenti, ma mai mi hanno imposto delle scelte. Nella mia famiglia non si parla di affetti e sessualità; ho ricevuto un'educazione piuttosto fredda, un po' all'"antica", e sarei davvero in imbarazzo a parlare delle mie difficoltà sentimentali... per la serie: è la mia vita e me la tengo per me! Sarei felice di presentare ai miei genitori la mia fidanzata... ma a giochi fatti! Al fidanzamento vorrei arrivarci da solo. Fra l'altro, non penso che si chiedano perchè non ho ancora avuto una ragazza, visto che nel mio "ambiente" (cioè famiglia e cerchia di amici) siamo tutti poco "precoci" da questo punto di vista.
"Credo che tu possa fare il tentativo non di fingere sicurezza, ma di mantenere una certa rilassatezza": ci proverò! La mia è una difficoltà reale dal momento che il batticuore, l'imbarazzo, il senso di inadeguatezza e la paura di apparire diverso da quello che sono (di non essere "capito") sono sensazioni che provo abitualmente, timori che mi accompagnano ovunque, ogni volta che mi trovo in pubblico, che devo parlare con uno sconosciuto, ecc. Se poi quello sconosciuto è una ragazza che mi piace la cosa diventa ancora più difficile! Cerco sempre di fingermi tranquillo e a mio agio, cerco di "sdrammatizzare" con battute e sono molto autoironico... ma da qua a dire che il mio modo di pormi sia convincente e rassicurante ce ne passa! Lavorerò su questo.
Grazie per questi nuovi consigli. Cordiali saluti
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le ragazzo,
se da un lato è giusto che tu cerchi di entrare in relazione con l'altro sesso tieni presente che il più delle volte suscitiamo l'interesse dell'altro non grazie a quello che diciamo/facciamo ma grazie al nostro modo di essere, attraverso la comunicazione non verbale arriva all'altro la parte più autentica di noi, quindi cerca solo di essere te stesso non cercare copioni da recitare e vederai e la genuinità sarà la tua arma vincente.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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Dr.ssa Elisa Flavia Di Muro Psicologo 221 6
(..) il batticuore, l'imbarazzo, il senso di inadeguatezza e la paura di apparire diverso da quello che sono (di non essere "capito") sono sensazioni che provo abitualmente, timori che mi accompagnano ovunque (..)

Sembra quasi che lei, in tutte queste situazioni, si comporti come se debba sostenere un esame. Come se l'interlocutore fosse un gradino più su di lei.
E chi lo pone su quel gradino? Lei stesso!

Si, la sua autostima avrebbe effettivamente bisogno di maggior attenzione. Lei si sottovaluta.

E tende anche a catastrofizzare le eventuali (supposte, anticipate, passi più lunghi delle gambe) conseguenze negative dei suoi comportamenti.

Forse dovrebbe imparare a dire a se stesso che non succede nulla di che. Anche se qualcosa dovesse andare un po' storto. Anche se qualcuno dovesse parlar male di lei.
Chi sono gli altri, per avere tutta questa importanza?

Cerchi di dare importanza solo a chi la merita realmente. Pensa di poterci riuscire, come passo iniziale?
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Utente
Utente
Gentile Dott.ssa Campione, grazie. Non avevo mai pensato a questo. Come dice la Dott.ssa Di Muro, vivo ogni situazione come se stessi sostenendo un esame, quindi cerco di dare la performance migliore, studiando strategie, anticipando le possibili conseguenze di ogni mia mossa, ecc. Forse dovrei vivere il tutto con maggiore spontaneità e serenità.
Dott.ssa Di Muro: sì, è vero, mi metto da solo molti "paletti". Per quanto riguarda l'autostima non so che dire, nel senso che io mi stimo come ragazzo, sono onesto, altruista, sensibile e un amico fedele. Quattro qualità di cui vado fiero. Poi, essendo molto autocritico, ho poca stima di me stesso sotto altri punti di vista.
Nelle amicizie sono molto selettivo, mi apro solo con chi "mi merita". Ma è anche vero che dò molta importanza al giudizio di tutti, compresi i completi sconosciuti, dai quali mi sento giudicato. Spero in futuro di riuscire a dare meno peso al giudizio degli altri, che in fondo non contano nulla.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le ragazzo,
forse lei si sente giudicato ma non lo è realmente nel senso che a causa di una atteggiamento esigente e giudicante nei suoi confronti, inconsapevolmente proietta sugli altri tali giudizi, vivendoli come se provenissero dagli altri,
la sua autocritica forse nel tempo si è irrigidita e non le consente di rinunciare ad anticipare con il pensiero i suoi comportamenti nel tentativo di ridurre al minimo il rischio di ricevere una risposta negativa da parte dell'altro.
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Dr.ssa Elisa Flavia Di Muro Psicologo 221 6
(..) ho poca stima di me stesso sotto altri punti di vista (..) dò molta importanza al giudizio di tutti, compresi i completi sconosciuti, dai quali mi sento giudicato (..)

Parte del nodo problematico è proprio in questi due aspetti della sua personalità, connessi l'uno all'altro.

L'autostima è un atteggiamento composito. Non dubito che lei stimi se stesso sotto vari aspetti, ma si sottovaluta in altri (e "sopravvaluta" le altre persone, persino quelle che non conosce, temendo il loro giudizio che per altro non può prevedere, anche se si sforza di "anticiparlo").

E l'autostima si costruisce "sperimentandosi", allentando un po' i vari freni e paletti che finora ha usato per proteggersi dai suoi stessi timori.

Provi da solo, per ora. Se le difficoltà dovessero persistere, il consiglio resta quello di rivolgersi ad uno psicologo (e se il problema dovesse davvero turbarla, vedrà che troverà la motivazione per parlarne anche con i suoi genitori, dato che comunque ha un buon rapporto con loro).

Nel salutarla, le lascio i miei auguri di buona Pasqua.
[#15]
dopo
Utente
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Dott.ssa Campione: sì, sarà proprio così. Sono "vittima e carnefice" di me stesso. Mi pongo dei limiti per la cui presenza poi soffro.
Dott.ssa Di Muro: proverò a sperimentarmi e ad essere più sereno, cercando così di superare i miei stessi paletti. Ricambio gli auguri di Buona Pasqua e ne approfitto per complimentarmi con Lei e i Suoi colleghi per la serietà con cui avete risposto alla mia richiesta d'aiuto. Mi sono iscritto a questo sito per chiarire alcuni miei dubbi legati non solo alla psicologia ma anche alla salute del fisico e Voi psicologi vi siete contraddistinti per serietà e per l'attenzione che mi avete dedicato. Leggendo qua e là le domande di alcuni utenti ad altri professionisti ho trovato a volte risposte sbrigative, quasi "scazzate", e speravo di non imbattermi in professionisti così poco motivati... per fortuna mi è successo l'esatto contrario! Complimenti e grazie!
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Ci fa piacere di esserle stati d'aiuto, torni pure a scriverci se ne sentirà il desiderio.
Buona Pasqua
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Grazie a te per averci scritto, se vuoi facci avere tue notizie!