Mancanza di stimoli, apatia, insoddisfazioni.

E’ da un po’ di tempo che mi sento molto giù di morale, un paio di anni fa ho cominciato con la scuola ad avere qualche insoddisfazione che mi ha portato ad essere più pigra, meno volenterosa, meno responsabile poi come in un circolo vizioso da questa forma di passività sono scaturite altre insoddisfazioni, proprio legate al mio mettere tutto da parte perché nulla mi importava davvero. Eppure tutto in modo contenuto, non ero proprio un vegetale, almeno mentalmente. Da qualche mese mi accorgo che mi sto abbattendo sempre di più, non c’è niente che mi coinvolge, niente che attira realmente la mia attenzione, ogni cosa perde di attrattiva in pochissimo tempo, anche ciò che prima magari mi gratificava o mi divertiva. Adesso non riesco a guardare neanche un film per intero. Ho problemi con la memoria, non ricordo nulla, dalla cosa più banale a quella più importante (come la malattia di una persona cara), ho problemi di concentrazione perché niente mi stimola ed entra in gioco il diabolico meccanismo del “in fondo che mi importa?”… e accantono. Ultimamente ho cominciato a farmi paranoie assurde, ossessioni su cose obiettivamente di nessuna importanza, ma non faccio in tempo a fissarmi su qualcosa che già ne penso un’altra ed entro in crisi per quella. Stessa cosa per ciò che credo possa stimolarmi: mi metto alla ricerca di qualcosa di nuovo ma la abbandono poco dopo per rivolgermi ad altro senza, alla fine, concludere comunque nulla. Penso solo a me stessa e quando sono più lucida e ci penso su entro in crisi e mi metto a dormire. La cosa che più mi spaventa è proprio l’egoismo in cui sono sprofondata, la mancanza totale di entusiasmo per qualsiasi cosa e queste fissazioni ridicole. Provo a risollevarmi ma dopo qualche giorno più vitale crollo nuovamente. Mi sono accorta che la cosa si è fatta seria perché neanche il trasferimento dal triste paese in cui vivo da sempre ad una bella cittadina piena di possibilità mi entusiasma più, eppure è sempre stato il mio sogno. Ho trascurato persino il mio cane, con cui ho un attaccamento profondo ed è l’unico che riesce a risollevarmi l’umore. In più non riesco a comunicare con mia madre né con mia sorella e quindi non so a cosa appigliarmi. L’unica soluzione che mi viene in mente è quella di separarmi da casa, tanto con la mia famiglia non ho più nulla da condividere; questa convivenza forzata non porta a niente di buono ma i miei non si separeranno mai perché tristemente dipendono l’uno dall’altra anche se sono nemici. Non so più cosa pensare.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazza,
le dianamiche familiari in cui verte, credo abbiano preparato il terreno all'insorgenza della sua sintomatologia, magari associate ad altro di cui non ci scrive.
L'apatia, unita al disinteresse, alle difficoltà di memoria, fanno propendere per la possibilità di consultare uno psicologo de visu, che possa aiutarla a dipanare la matassa emozionale ed esistenziale in cui a bita, la fine di poter ritrovare qualità di vita.
Cari saluti

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#2]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile ragazza,

quando l'umore subisce deflessioni gli interessi, ma anche gli affetti più significativi, passano in secondo piano. E persino le funzioni cognitive superiori, come la concentrazione, l'attenzione o la memoria possono essere temporaneamente "rallentate".
Diciamo che in generale l'individuo subisce un rallentamento generale, per conservare energie (tant'è che una persona depressa sente di non avere energie da spendere).

Io ti suggerisco di cominciare a parlare con il tuo medico di base.

Saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#3]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara ragazza,

concordo con le Colleghe e aggiungo che non hai motivo di sentirti responsabile nè di incolparti per quello che ti sta accadendo - cosa che invece mi sembra di cogliere dalle tue parole.
Se sei entrata in crisi negli ultimi anni di scuola e non hai ricevuto aiuto o supporto in un momento di passaggio così importante è più che comprensibile che la situazione sia peggiorata e che tu ora non sappia uscirne con le sole tue forze.

Ci dici che potresti trasferirti in un luogo che prima ti entusiasmava, e ricordandoti che l'idea ti risollevava il morale potresti perseguire ancora questo obiettivo: non importa se ora non ti interessa, quel che conta è che sai che quando non eri così giù di corda la giudicavi una buona soluzione.

Non mi è chiaro se studi, lavori o sei inoccupata: come trascorri le giornate?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#4]
dopo
Attivo dal 2010 al 2012
Ex utente
Grazie infinite per le risposte. Sono stati gli ultimi due anni del liceo ad avermi abbattuta un po’, ho lavorato per un annetto in un centro di aggregazione giovanile. Trascorro le giornate dormendo o davanti al pc senza fare niente di produttivo, ma sono proprio io a cercare attività poco impegnative altrimenti “peserebbero” in testa. Non so spiegarlo, è lo stesso sistema che utilizzavo a scuola per un compito o un’interrogazione: studiavo per superare il test ma poi rimuovevo perché tutto ciò che entrava a forza occupava abusivamente il suolo mentale. Non ho avuto a che fare con persone molto corrette e professionali e quindi, essendo sempre stata brava a scuola, mi sono sentita sminuita quando nonostante l’impegno di sempre hanno cominciato a considerarmi una scansafatiche. Era un problema dell’intera classe ma io ho avvertito quel cambiamento per adattarmi alla nuova situazione che mi ha portata a studiare in modo condizionato : non mi andava di andare impreparata ma neanche riuscivo più a studiare con interesse come un tempo dato che non ottenevo i giusti meriti e quindi dopo poco tutto veniva rimosso. Ora capita con qualsiasi cosa, anche la trama di un film, il nome di qualcuno, mi accorgo che non voglio proprio sforzarmi di attivare un po’ il cervello, anche perché sarebbe uno sforzo inutile visto che niente resta troppo a lungo nella testa. E questo mi impedisce di intraprendere un percorso universitario: non riesco a concentrarmi, a leggere un banale articolo di giornale, come potrei studiare all’università senza nessun tipo di interesse? Da quando ho finito il liceo mio padre ha perso il lavoro e da allora non fa altro che litigare con mia madre, mia sorella non riesce ad uscire dall’anoressia e anche io in quanto a salute e autostima non sto un granché. E sono rimasta impassibile di fronte alla morte di due persone care: mi spaventava il fatto di non spaventarmi. Ma questi episodi hanno solo accentuato la letargia, penso che il problema ci sia da più tempo anche se sicuramente in modo più lieve: le basi le ho preparate al liceo.
[#5]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile ragazza, nel clima in cui stai vivendo tu, è facile andare incontro alla sofferenza.
Pensa anche al disturbo drammatico di tua sorella.
Il trattamento migliore sarebbe una psicoterapia sistemica che possa coinvolgere tutta la famiglia.

Secondo te è possibile parlare di questa possibilità in casa?
[#6]
dopo
Attivo dal 2010 al 2012
Ex utente
Ne abbiamo già parlato ma pensano che sia inutile. E' difficile trovare un punto di contatto a casa, io credo che la soluzione migliore sia la separazione perchè mia sorella e mia madre non sopportano più la presenza di mio padre, vedo che sono proprio insofferenti. E' una convivenza forzata per questo vorrei andare in un'università lontana nonostante la città in cui ci trasferiamo offre tante facoltà poco distanti da casa. Mia sorella si sta sforzando di risolvere il suo problema ma non vuole che mio padre sia presente e la maggior parte delle volte le discussioni più concitate sorgono per questo. Sono del parere che se una persone vuole troncare un rapporto con qualcuno, quest'ultimo deve rispettare questa decisione senza pretendere nulla.
Davvero grazie per l'aiuto.
[#7]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Se i tuoi parenti ritengono che sia inutile, allora non ha senso neppure cominciare perchè la motivazione è indispensabile per iniziare una psicoterapia.

Tu però potresti prendere in considerazione l'idea di rivolgerti per te stessa ad uno psicologo per farti aiutare a prendere le distanze dalla situazione che vivi a casa.

L'idea di cominciare l'università lontana da casa può essere buona in tal senso.

Saluti,
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