Lasciare in pausa l'università? è un errore,una resa?

ho 21 anni, sono iscritta all'università, facoltà di medicina. c'è un non so che di ironico in questo, un'ironia un pò nera se vogliamo: vorrei diventare medico, essere quindi in grado di aiutare gli altri, e per il momento non so nemmeno aiutare me stessa! comunque, sono molto decisa. ho faticato molto per poter essere ammessa, soprattutto perchè la fine delle superiori e quindi il momento in cui avrei dovuto sostenere il test d'ingresso, hanno coinciso proprio con il periodo in cui ero ridotta peggio, sia fisicamente che psicologicamente. infatti ho perso il primo anno, ma sono poi riuscita ad entrare provando di nuovo. me la sono sudata perchè lo volevo con tutta me stessa. non riesco nemmeno a descrivere la gioia che ho provato quando ho scoperto di aver passato il test! tanto ero già disposta a sostenerlo di nuovo l'anno seguente pur di entrare. non avrei rinunciato per nulla al mondo.
e quindi sono entrata e mi sono fatta il mio primo anno. sempre felicissima di poter finalmente studiare per seguire il mio sogno, piano piano ho perso colpi. è stato un anno difficile, la depressione ed i problemi alimentari mi hanno dato filo da torcere e,inevitabilmente, mi sono piegata. arrivata a metà anno ero già in ginocchio e non ne potevo più. non avevo concentrazione per seguire le lezioni o studiare, la mente sempre occupata dal pensiero del cibo, non avevo voglia di stare con la gente, con i miei colleghi, di studiare. mi sono trascinata stancamente fino alla fine delle lezioni. ho dato 3 esamucci e basta. stop. durante l'estate ho provato ad impegnarmi ancora, con l'idea di sostenere almeno un altro paio di esami nella sessione di settembre, ma non sono riuscita a concludere niente. non darò nessun esame, perchè non ci sono riuscita. non ci riesco. e non mi interessa non riuscirci, perchè sono troppo stanca per preoccuparmene. stanca di tutto. così ora sarò fuori corso. e nemmeno questo mi interessa. ho dato tutta me stessa per arrivare qui ed ora non me ne frega niente di niente, mando tutto alle ortiche. lo odio.
studiare, anche forzandomi, proprio non riesco. fisicamente non posso star ferma a studiare e poi non mi concentro. ed in tutto questo, non sono nemmeno riuscita a stare meglio. almeno avrei perso l'anno, ma per un valido motivo, per stare bene. invece ora mi trovo un altro anno indietro ed ancora male come prima. doppia perdita.
non so che fare per questo anno. solo il pensiero di riprendere le lezioni mi uccide. non ci voglio andare. ora il tempo lo occupo dedicandomi alle mie ossessioni, all'esercizio fisico ecc.. non posso continuare così. se però mi prendo una pausa ho paura di continuare nell'errore e vivere ancora le mie giornata intorno alla malattia. mi dovrei trovare un lavoretto? o sarebbe meglio andare comunque all'università? sarebbe una resa non andare? davvero mi sento male solo a pensarci. non so come fare, non so cosa voglio, ma non posso continuare così..
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Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 536 10 16
La sua scelta universitaria è tutt'altro che ironica: lei sta cercando il modo per curare in primis se stessa.
Il problema è che non è quella la strada.

Lei deve innanzitutto risolvere il suo disturbo alimentare, rivolgendosi ad un centro specializzato in tale patologia.

Solamente partendo da qui, potrà ritrovare le sue energie e il modo per utilizzarle in maniera proficua.

E' molto importante per lei che inizi ad occuparsi seriamente di questo suo problema.

Dr.ssa Paola Cattelan
psicologa psicoterapeuta
pg.cattelan@hotmail.it

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dopo
Utente
Utente
dottoressa la ringrazio per la risposta, comunque io me ne occupo seriamente. in teoria sono seguita da psicologa,psichiatra e nutrizionista. e la mia decisione di studiare medicina è precedente all'insorgere del disturbo alimentare, quindi non può essere stata influenzata da questo. il mio problema è che non credo più di potermi occupare contemporaneamente di entrambe le cose, di provare a star bene e provare a studiare. e questa cosa mi rende estremamente frustrata, perchè mi sento un'incompetente! da qui i mille scrupoli, non so se lasciare da parte l'università per il momento o meno. non so se sarebbe peggio. non so nemmeno come occuparmi del mio problema più seriamente di così. non so cosa fare, in poche parole.
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Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 536 10 16
Dal suo racconto non emergeva minimamente l'aspetto terapeutico che sta "teoricamente" seguendo. Per questo le ho consigliato di occuparsene.

Cosa significa "teoricamente"?
Le terapie non danno frutti?
Come mai il suo tempo è occupato dalle sue "ossessioni"?

Glielo chiedo per capire un po' meglio la situazione nella quale è inserita la sua difficoltà nello studio.
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dopo
Utente
Utente
dico teoricamente perchè al momento non voglio nemmeno riprendere la terapia dopo la pausa estiva. ci sto ancora pensando e credo che comunque dovrò andare almeno una volta per parlarne direttamente alla dottoressa, non sono certo decisioni che si comunicano per telefono. immagino che in qualche modo questa paura o non voglia si inserisca nel quadro generale di mancanza di qualsiasi spinta positiva, ma non so. la terapia, di per sè, non andrebbe male. da quando avevo iniziato con questo nuovo gruppo di medici (prima avevo provato da diversi terapeuti senza ottenere risultati) c'erano stati dei miglioramenti, quanto meno a livello psicologico. insomma, dei piccoli passetti in avanti che però si facevano sentire positivamente. poi,complice un'estate difficile, mi è crollato tutto il castello ed ora sono un pochino tornata indietro. e paradossalmente ho meno voglia di ricominciare. però, ripeto, di questo parlerò direttamente alla dottoressa.
il mio tempo è occupato dalle ossessioni perchè non riesco a non seguirle. non riesco a non star lì a rimuginare ore ed ore su quanto/cosa/come devo mangiare. anche seguendo ciecamente il piano del nutrizionista, poi rimugino ugualmente su ciò che devo mangiare/mangerò, con l'angoscia che mi divora. oppure non posso non fare tot ore di attività fisica al giorno. se poi magari mi forzo ed esco o mi tengo occupata in altri modi, mi sento in colpa a livelli insopportabili e sono arrivata persino ad alzarmi nel cuore della notte per "recuperare" una sessione di attività fisica che avevo perso durante il giorno perchè mi ero imposta di occupare diversamente il mio tempo. non funziona provare a leggere,studiare, fare giochetti stupidi, parlare con qualcuno, uscire a fare un giro, andare in biblioteca, vedere un film, stare al pc.. le ho provate un pò tutte queste cose, eppure non riesco. per questo parlo di ossessioni, perchè non riesco a liberarmi da questa morsa, occupa praticamente tutta la mia vita!
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Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 536 10 16
Ora comprendo il suo animo e la sua fatica.

L'interruzione estiva della terapia ha avuto l'effetto di farle provare che ancora non ce la fa e questo l'ha rattristata e demoralizzata.
Ma quella è la strada giusta per sconfiggere le sue ossessioni. La strada è ancora in salita, ma lei è sicuramente dotata di una grande forza di volontà.

Le consiglio di lavorare in psicoterapia anche sulla sua scelta universitaria, perchè forse dietro a quella grande determinazione a voler entare a Medicina c'è un motivo inconscio che oggi le fa pesare così tanto quello studio (ovviamente oltre alle sue deboli condizioni psico-fisiche).
In quel suo voler "essere in grado di aiutare gli altri" c'è una parte di sè e forse conoscendola meglio la può aiutare a capire qualcosa di più del suo Disturbo e di come guarirlo.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
Si torna a ciò che le ho detto nell'altra sua richiesta di pochi giorni fa. Se il suo tempo è occupato dalle ossesioni, è di uscire dalle ossesioni che deve occuparsi, non lasciarsene intrappolare.

Nella fattispecie, chiedersi: "Università o no? Dubbio amletico" significa lasciarsi intrappolare dalle ossessioni, non qualche altra cosa. Il problema è che lei nuota nei dubbi, ed è questa tendenza perversa che deve assolutamente risolvere, altrimenti continuerà a dibattersi nel suo disagio per i motivi sbagliati.

Perciò riprenda la terapia e torni a interpellarci eventualmente dopo.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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dopo
Utente
Utente
vi ringrazio entrambi.

dottor santonocito, in poche parole la questione sarebbe "fatti, non parole". cioè smetterla (o almeno provarci) di farmi questi mille problemi a livello teorico e agire. è che cerco sempre di prevedere tutto e pensare a risolvere tutto, valutando ogni eventualità prima ancora che si manifesti, giusto per non farmi trovare impreparata ma a quanto sto capendo questo non fa altro che buttare benzina sul fuoco, ho capito bene? insomma, coraggio a due mani e via, senza tante elucubrazioni prima.
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Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 536 10 16
La sua modalità di difesa dall'incertezza non è sbagliata di per sè, ma quando raggiunge livelli elevati e rigidi, diventa non solo non più utile, ma disfunzionale (cioè di ostacolo).

E non basta dirsi "basta pensieri!" ma bisogna trovare in terapia il modo per modificare i meccanismi psicologici che non sono utili al benessere.

In particolare nei disturbi del comportamento alimentare sono frequenti i tratti ossessivi, ma vanno inquadrati e trattati in un'ottica di più ampio respiro, come lei sta facendo.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
>>> in poche parole la questione sarebbe "fatti, non parole"
>>>

No, la questione è: "terapie adeguate, non domande sprecate".

>>> insomma, coraggio a due mani e via, senza tante elucubrazioni prima.
>>>

Questo potrà farlo quando avrà risolto il suo problema, per ora deve preoccuparsi solo di reperire le cure adeguate. Che non potrà trovare in internet.

Cordiali saluti
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dopo
Utente
Utente
ho capito, vi ringrazio entrambi!
cercherò di trattare adeguatamente questa situazione con la dottoressa che mi segue!