Rifiuto ad avere figli

Richiesta: Egregi Dottori chiedo un Vostro parere riguardo una questione che mi porta non poche preoccupazioni.
Sono fidanzata da un paio di anni e il rapporto con il mio compagno è "da favola" tanto che spesso ultimamente progettiamo il nostro futuro insieme.
Ma ora che nella mia vita c'è una precisa progettualità di coppia, io mi rendo conto di non volere figli.
Ovviamente ne parlo col mio fidanzato. Ne parliamo tanto.
Dopo un periodo di stupore, di amarezza e di tristezza, sembra avere metabolizzato il tutto, e mi ha detto che non gli interessa più avere dei figli, che l'importante è stare insieme, e che, anche se lui non avrebbe mai pensato ad una vita senza figli, pensa che la felicità può anche attraversare strade che non ci aspettavamo di percorrere.
Mi ha però consigliato di fare chiarezza dentro di me, e cercare di capire il perchè di questa mia scelta, per non avere io stessa un giorno dei rimpianti.
Io non so se questo mio pensiero è maturato nel tempo, o se forse è sempre stato lì, dentro di me, in attesa solo di una ben precisa condizione.
Sono certa però che pensare a dei figli mi mette una fortissima angoscia.
La mia testa si rifiuta anche solo di pensarci, adducendo ogni qual volta i più svariati motivi per non farli.
Vi è mai capitato di stare in apnea in al mare o in piscina?
Quando ci penso io mi sento come se mi trovassi sott 'acqua.
Vedo la luce che filtra l' acqua, le sagome delle persone che amo e le loro voci che mi arrivano ovattate ed io, che non so perchè, ma non riesco a risalire e sento un peso sul petto che si fa sempre più schiacciante.
Ed in tutta questa situazione così tremenda, quello che mi terrorizza non è il fatto di affogare, ma la "consapevolezza" che sto per affogare!!
Vi sembrerò esagerata ma questo rende perfettamente l' idea di ciò che provo quando penso a dei figli e questo mi crea un profondo malessere alle volte anche fisico.
Ovviamente non pretendo di certo fare psicoterapia on line , ma vi chiedo se secondo Voi sarebbe effettivamente utile un consulto psicologico, al fine di capire da cosa nasce questa mia angoscia, o se tutto questo è semplicemente dovuto ad una pressione causata dal senso di responsabilità, e forse anche dal senso di colpa, che avverto nei confronti del mio compagno.
Inoltre terrei davvero tanto sapere se questo che sembra essere un problema apparentemente risolto nella coppia, è in realtà solamente "congelato" e che può quindi ripresentarsi in futuro, e soprattutto quanto può incidere nelle aspettative di un uomo con un forte senso di paternità.
Vi ringrazio vivamente per il tempo dedicatomi e Vi porgo i miei più cordiali saluti.
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Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 536 10 16
La scelta di non avere figli è, appunto, una scelta, al pari di quella di averli. Ma, a differenza di quest'ultima, nella nostra cultura sembra meno "naturale". Per questo, anche per chi la effettua può essere sofferta e conflittuale.

Forse il suo fidanzato ha percepito che questa scelta in lei è fonte di ambivalenza e le ha, saggiamente, suggerito di fare chiarezza dentro di sè.
In effetti quando descrive l'argomento lo fa con immagini molto angoscianti.

Con l'aiuto di uno psicoterapeuta potrà approfondire la comprensione di sè, prendendo in considerazione anche altri aspetti rispetto a quelli più consapevoli che lei ci riporta.

Dr.ssa Paola Cattelan
psicologa psicoterapeuta
pg.cattelan@hotmail.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dott.ssa Cattelan la ringrazio vivamente per avermi prontamente risposto.
Mi rendo conto che forse l'aiuto di uno psicoterapeuta potrà sciogliere quelli che sono i nodi della mia consapevolezza.
Gradirei comunque avere la sua opinione su quello che può essere l'evoluzione della coppia.
Ovviamente non si fa un figlio per appagare l'istinto di paternità o di maternità, di chi ci sta accanto.
Ma non posso non pensare a quanto può essere difficile affrontare una situazione simile da parte di chi "subisce" una scelta che è opposta alle proprie aspettative, anche se ora sembra riporre in noi e nel nostro amore la massima positività e fiducia.
Le chiedo quindi se a suo parere, il mio è un percorso che va affrontato individualmente, o se sia il caso di affrontare questa situzione insieme a chi, nel tempo, inevitabilmente ne subisce le conseguenze.
Perdoni quindi la mia assoluta ignoranza in merito, ma ci si prospetta una terapia di coppia?
Cosa è meglio fare per entrambi?
La ringrazio anticipatamente per l'attenzione prestata.
Cordiali saluti.
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Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 536 10 16
Il suo timore dimostra sensibilità e un volersi prendere cura della vostra coppia che di sicuro è una premessa al buon andamento del vostro rapporto.
Siete entrambi molto attenti e rispettosi dell'altro e aperti al dialogo.

Io penso che una cosa non escluda l'altra.
Il percorso di crescita individuale, comunque breve e circoscritto, le permetterà di far luce sulle dinamiche personali che sono legate a tale scelta.
Il terapeuta di coppia, invece, faciliterà la scambio profondo di emozioni e pensieri all'interno della coppia, in modo che emergano anche le aree che forse ora vengono tenute un po' più in ombra.

Cordiali saluti.
[#4]
dopo
Utente
Utente
Gentile dott.ssa Cattelan la ringrazio per gli utili consigli che mi ha dato.
In un mondo dove si fa fin troppa psicologia spicciola, dove ci si affida al fai da te o peggio, a consigli dati da amici degli amici, sono davvero lieta di aver trovato, oltre a dei professionisti competenti e professionali, anche un valido punto di ascolto, che è necessario tanto quanto la competenza, per stabilire un rapporto di fiducia.
I vostri consulti aiutano a ripristinare quel dialogo medico-paziente che spesso, da entrambe le parti, è distaccato e diffidente.
Sarà che per ovvi motivi mi hanno dato un numero identificativo, ma non per questo mi sono sentita un numero fra tanti.
Sarò ben lieta in futuro di darle mie notizie.
Il vostro impegno è davvero meritevole di lode.

Cordiali saluti.
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Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 536 10 16
La ringrazio.
Il feedback di chi ci scrive, sia negli aspetti negativi che in quelli positivi, ci è molto utile per migliorare.

E fa sempre molto piacere leggere "come continua" la narrazione di una vita nella quale ci siamo trovati per un breve paragrafo o in un fotogramma.

Saluti cordiali.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Signora,
la scelta correlata alla genitorialità è solitamente correlata a svariati fattori:ormonali, emozionali, di coppia, familiari, lavorativi e tantissimo altro.
Spesso tali fattori si intersecano con altri elementi di cui non sempre siamo consapevoli, che agiscono sotto coscienza e muovono leve importanti a livello decisionale.
Se il suo fidanzato ha un forte istinto alla paternità, il non poterne avere potrebbe rappresentare una mutilazione, un asorta di morte del proprio sè biologico, correlato alla prosecuzione della specie, ma un'estorsione non porta niente di buono nè a lei, nè alla coppia.
Una consulenza individuale , credo potrebbe esserle d'aiuto per comprendere meglio, cosa cela questo suo non desiderio, ed a gestire meglio questa sua consapevolezza.
Cari saluti

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#7]
dopo
Utente
Utente
Gentile dr.ssa Randone, la ringrazio per la sua consulenza.
Per quanto io posso intuire la reazione del mio fidanzato, e per quanto ora ne possiamo parlare, io sono convinta che nonostante i suoi buoni propositi, l'evolversi della sua reazione è oscura anche a lui.
Non è sempre facile avere consapevolezza di ciò che si vuole, o che non si vuole.
Il confine che divide ciò che vogliamo, da ciò che, per una serie di circostanze scegliamo, è alle volte così sottile che ci confonde.
In alcune circostanze scendere a compromessi può essere la
soluzione, ma non è sempre possibile, come ad esempio in questo caso.
L'aspetto psicologico di chi mi sta affianco non può essere ignorato.
La ringrazio per avermi spiegato come l'impatto di questa situazione possa incidere sul benessere psicologico di un uomo.
Questo mi serve da stimolo, ovviamente non a prendere decisioni avventate e controproducenti, ma a cercare di capire quali sono le vere motivazioni che si nascondono dietro le mie scelte.
Il fatto che il solo parlare di figli mi crei questa fortissima angoscia, è di sicuro un campanello d'allarme che non posso ignorare.
Credo quindi che il suo consiglio, come quello della sua collega sia in effetti validissimo.
"Non posso trovare una soluzione se prima non conosco bene qual' è il vero problema."

Cordiali saluti.