Una relazione sentimentale,per entrambe la prima esperienza omosessuale

Ho bisogno di aiuto per uscire da una situazione molto delicata che riguarda me e la mia ragazza,lesbiche.Partirò da lontano tentando di essere sintetica,così da darvi un quadro completo di tutti gli elementi rilevanti.Abbiamo entrambe 25 anni.Ci siamo conosciute qualche anno fa e da subito abbiamo iniziato una relazione sentimentale,per entrambe la prima esperienza omosessuale.Da subito,come secondo me avrebbe dovuto essere normale all'inizio di un rapporto,ci siamo concentrate esclusivamente su di noi,tagliando fuori il resto.Ora lei si ritrova ad avere me come centro del suo universo,visto che i rapporti di amicizia costruiti prima di conoscermi non erano così forti.Io ho mantenuto intatti i miei legami, per lo meno quelli più forti,e adesso sento la necessità di evadere da questa situazione che mi sta ogni giorno di più consumando.
Elenco in maniera sintetica i tratti principali che hanno segnato la vita di lei: corporatura robusta; problemi nel relazionarsi; rapporto conflittuale con il padre che le ha fatto sempre pesare il fatto di non essere stata la figlia bella e perfetta che avrebbe voluto;insoddisfazione lavorativa;grande insicurezza;un solo vero amico.Attualmente viviamo insieme ed io sento di aver perso completamente la mia individualità, siamo insieme quasi 24 ore su 24, a casa e fuori casa.Negli ultimi mesi la sua situazione è peggiorata ed è arrivata a dirmi che: se non ci fossi io la sua vita non avrebbe senso, non si capacita di come io possa stare insieme a lei, dal momento che rappresento la perfezione;non vuole prendersi cura del suo corpo perchè ha perso la speranza di migliorare;vorrebbe avere il coraggio di compiere un gesto estremo, di farla finita una volta per tutte, così evitare sofferenze e preoccupazioni a tutti.
Io sto impazzendo,mi sono lasciata trascinare nel suo vortice di negatività e isolamento, ma cosi non può andare avanti.Sto cercando di farla reagire: nuova dieta, incontri con uno psicologo, uscire di casa piu spesso(controvoglia).Io mi sforzo di starle vicino in tutti i modi e la tratto sempre con dolcezza facendola sentire amata,sono il suo “rifugio”,ma è sempre piu difficile.Oggi,dopo una crisi,che le ho attentamente nascosto,posso dire di non esserne più innamorata e di avere voglia di concentrarmi su me stessa e sul mio futuro.Purtroppo non so come uscirne,perchè anche se l'amore è finito,il bene che provo per lei è sterminato e non riesco a dirle la verità su quello che provo.Tendo a mentire dicendole di amarla pur di farla star tranquilla.Come detto sopra sono riuscita a convincerla a farsi aiutare,ma a me rimane il problema di trovare il modo di staccarmi in maniera meno indolore possibile da questa prigione.Chiedo a voi quale pensiate possa essere l'atteggiamento migliore:continuare a fingere che nulla sia cambiato e darle completamente le mie attenzioni fino a quando starà meglio?O iniziare sin d'ora a staccarmi gradualmente in modo da farle capire che la mia protezione nn è per sempre? ma come?
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazza,
C'e' un principio nel modello psicodinamico (che contempla l'esistenza dell'inconscio) secondo il quale e' attraverso l'inconscio che si comunica, che ci si relaziona.
E quindi mi permetto di farLa riflettere sulla Sua posizione in questa relazione.
Cosa l'ha veramente attratta? E cosa ora ha smesso di attrarLa?
Potrebbero esserci molte risposte a queste domande a cui giungere dopo una elaborazione profonda.
Per questa elaborazione penso sarebbe bene che Lei chiedesse ad uno psicologo o ad una psicologa psicoterapeuta di assisterla.
Prima di qualsiasi 'agito' rifletta bene sulla relazione che ha vissuto e poi potra' decidere con consapevolezza.
Cordiali saluti

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio innanzi tutto per la risposta.
Non credo di dover riflettere a lungo per rispondere alla sua domanda. Sono consapevole che la mia posizione in questa relazione abbia giocato un ruolo determinante nella causazione di questa situazione. Sono sempre stata troppo disponibile ad adattarmi ad ogni richiesta e ad accontentare ogni esigenza, spesso mettendo da parte le mie, pur di veder felice l'altra persona.
Quello che di lei mi ha attratta inizialmente era il suo modo di fare, apparentemente sicuro e protettivo ma allo stesso tempo alla ricerca di protezione. Avendo avuto percorsi di vita e di studio diversi avevamo molto da raccontarci e da insegnarci l'una con l'altra. Ammetto che anche lei ha rappresentato per me un rifugio in un momento della mia vita in cui ero fragile, e stavo affrontando dei cambiamenti importanti (orientamento sessuale).
Adesso non mi sento piu attratta perchè non ho più stimoli, sento di volerle bene davvero, ma non di amarla, sento la necessità di prendere le decisioni sul mio futuro indipendentemente da lei. Sarò fondamentalmente un'egoista, ma voglio occuparmi di me stessa, cosa che ho smesso di fare per prendermi cura di lei.
Parlare a mia volta con uno psicologo in effetti potrebbe essere d'aiuto, ed è quello che ho intenzione di fare, ma mi chiedevo se ci fosse qualcosa che potesse aiutarmi nell'immediato.

Cordialmente,
Francesca
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le Francesca,
quella che descrive è una situazione delicata, sembra che si sia instaurata da parte della sua ragazza una sorta di "dipendenza affettiva" nei suoi confronti che potrebbe compromettere il processo di evoluzione della vostra relazione.
Sarebbe importante che Lei riesca a fare chiarezza dentro di sé e, in questo senso un percorso di crescita personale con uno Psicologo-Psicoterapeuta, potrebbe offrirle l'opportunità di individuare modalità relazionali in sintonia con i suoi bisogni affettivi.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile Signorina Francesca,
Anche a rischio di produrre una ferita penso che la via della lealta' sia sempre la migliore.
Del resto sempre in base a quel principio in base al quale si comunica attraverso l'inconscio temo che non riuscirebbe a lungo a celare alla Sua amica le Sue emozioni. E in certi casi i "non detti" fanno più' male della verita', specie se in questa verita' si percepisce comunque affetto e lealta'.
Mi faccia sapere come va, se vuole.
I migliori saluti
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dopo
Utente
Utente
Gentilissima Dott.ssa Esposito,
credo anch'io che la via della lealtà sia la migliore, e l'unico motivo per cui non l'ho ancora intrapresa è la paura della reazione che potrebbe scatenarsi dall'altra parte. Essendo una persona estremamente insicura temo che prenderebbe la cosa come un fallimento. Non voglio sembrare una di quelle persone che sopravvalutano l'importanza che gli viene data, anzi preferirei di gran lunga essere in una posizione ben diversa. Comunque il mio timore è quello di dare alla mia ragazza "il colpo di grazia" che la spingerebbe ancora più giù di quanto già è. In ogni caso, anche se la mia volontà è quella di interrompere il nostro rapporto, ciò non significa che io non voglia aiutarla comunque ad affrontare i suoi problemi. Ma immagino già che una volta svelata la verità, mi impedirebbe di starle vicino.

Gentilissima Dottoressa Camplone,
grazie anche a lei per la risposta.
Se la via di una terapia è la strada migliore da seguire, valuterò la cosa.


Grazie per la disponibilità,
Cordiali saluti a entrambe,
F.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le Francesca,
le sue preoccupazioni sono comprensibili, ma non è ingannando la sua ragazza che potrà aiutarla, al contrario, in questo modo renderebbe solo più doloroso per lei accettare la realtà e i cambiamenti che inevitabilmente deriveranno dall'interruzione della vostra relazione.
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Dr. Cristian Sardelli Psicologo, Psicoterapeuta 21
Concordo con ciò che le è stato detto fin qui, vorrei aggiungere che scegliendo di rimanere insieme alla sua "ex " ragazza in realtà le impedisce di costruirsi una relazione vera. Il timore che compia un gesto estremo è comprensibile, tuttavia non può rimanere in scacco, poichè costruirebbe una farsa ben peggiore. Esistono responsabilità soggettive da cui non può esimersi. Non possiamo pretendere di avere solo il buono delle cose senza fare esperienza di quelle brutte. Un rapporto andrebbe costruito insieme in nome di un progetto comune, mai per eludere difficoltà o pregiudizi. Entrambe siete vittima e carnefice, la differenza è che lei ritiene di essere la sola a rendersene conto. Mi perdoni la durezza ma con i sentimenti non c'è alternativa se non ascoltarli e lasciarsi guidare. Eviti il buonismo che le impedisce di essere se stessa ingannando ed ingannandosi.
saluti
Dr Cristian Sardelli

Dr. Cristian Sardelli
Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Breve Strategica